Film > Moonacre
Segui la storia  |       
Autore: Mentos E CocaCola    11/11/2013    3 recensioni
E se Maria avesse più tempo a sua disposizione per salvare la valle? E se Robin avesse l'incarico di fermarla? Porterebbe a termine il suo compito per riscattare il suo onore?
ATTENZIONE: è una what if, quindi è una sorta di rielaborazione della trama originale.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin De Noir, Maria Merryweather, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic


Maria
 
-Ora smettiamola di giocare, dobbiamo andare al mare- detta così sembrava quasi che dovessimo andare in vacanza.
Stavo per aggiungere qualcosa come “ce l’hai la ciambella?”, quando Robin mi toccò le Perle che avevo al collo.
-Sono queste vero?-mi chiese guardandole.
Quando guardava qualcosa di estremamente luminoso, i suoi occhi lo rispecchiavano.
Perché lo consideravo un ragazzo perfetto?
Sembravo una di quelle stupide principesse delle favole che aspettano il loro principe azzurro, senza macchia e senza paura.
-Sì, sono loro-
Cominciai a sentirmi strana, Robin mi guardava con tanto d’occhi.
-Maria…stai brillando-
No, di nuovo!
Non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine di quegli uomini spazzati via, compreso il padre di Robin.
Non sopportavo l’idea che mi guardasse come una creatura lontana ed aliena.
Che stupida, come poteva amarmi se mi considerava una sottospecie di mostro?
-Robin…-ero sempre più stanca, non riuscivo a stare in piedi, caddi in ginocchio, Robin si inginocchiò davanti a me e mi abbracciò.
-Ti faccio paura?-
Gli chiesi sfinita.
Beh forse era una domanda un po’ stupida per un cacciatore.
-No Maria, non mi spaventa la luce-
E con le sue parole nelle orecchie svenni sulla sua spalla.
 
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu Robin, seduto a gambe incrociate a fissare il mare.
Il mare?
Aspetta un momento, cosa ci facevo nel bel mezzo di un teatro greco affacciato sul mare?
Mi alzai.
Robin si voltò verso di me e sorrise.
-Allora Principessa, lo sai per quanto hai dormito?-
Mi sedetti vicino a lui e appoggiai la testa sulla sua spalla.
Quel contatto mi rassicurava.
Appoggiò la sua sopra la mia come faceva di solito.
Chiusi gli occhi: mi piaceva stare in quel modo.
-Beh te lo dico io, per quattro ore-
Il sole ormai era tramontato da un bel pezzo, ma ancora dei riverberi si specchiavano sull’acqua.
-Come siamo arrivati fin qui? Non dirmi che mi hai portata in braccio!
Lui ghignò.
-Io non c’entro niente, hai fatto tutto tu, dopo che ti sei addormentata, hai cominciato a brillare più intensamente e poi… eccoci qui-
La luna sarebbe sorta da lì a poco, l’ultima luna.
Non credevo di poter fare quello che avrei dovuto fare.
-Mi starai vicino Robin?-
-Come un’ombra Principessa-
Sì, mi sarei potuta fidare sempre di Robin.
Non sapevo perché gli avevo fatto quella domanda, il fatto era che avevo paura, avevo un brutto presentimento, come se dovesse accadere qualcosa di estremamente spiacevole.
-Ehi andrà tutto bene, non ti preoccupare-
Io annuii poco convinta.
Inutile, non riuscivo a togliermi quella sensazione di dosso.
Passammo quel tempo in silenzio, l’uno vicino all’altra, a guardare la luna che piano piano si alzava.
Era giunto il mio momento, mi alzai e mi avvicinai allo strapiombo con Robin poco dietro di me.
Presi la collana di Perle e …aspetta un attimo, non riuscivo a sfilarmela, si era attaccata al mio collo, come se facesse parte della pelle stessa.
Come potevo gettare le Perle in acqua se non riuscivo a sfilarle?
-Tutto bene?-mi chiese Robin.
Lo sentii a malapena, la luna si faceva sempre più alta e non riuscivo a pensare che ad una soluzione: mi sarei dovuta buttare io stessa.
Sì, era il mio compito.
Mi voltai verso Robin, lui mi guardava interrogativamente.
Una lacrima scivolò lungo la mia guancia.
-Addio Robin- dissi tra le lacrime  e facendo un passo verso lo strapiombo.
Alla fine non ero riuscita a dirgli ciò che provavo.
Addio Robin, addio Moonacre, addio zio, addio Loveday, addio Signorina Heliotrope.
Feci un altro passo, ma Robin mi prese la mano.
Aveva anche lui le lacrime agli occhi.
-Maria…no!-
-Devo farlo Robin, è il mio compito, ti prego lasciami è già abbastanza difficile così-
Doveva lasciarmi.
-Non posso Maria, io…io…-
-Tu cosa, Robin? Non puoi buttarti al mio posto e lo sai bene.-
Si avvicinò, tenendo sempre la mia mano.
Cosa voleva fare? Ero io la Principessa della Luna.
Avrei dovuto io sacrificare la mia vita.
Lui non c’entrava…lui non ci doveva entrare proprio niente.
Eppure ci eravamo conosciuti e per chissà quale scopo, io mi ero anche innamorata di lui.
Sì, perché io amavo quei ricci, quei vestiti, quelle penne, quella voce, quel ghigno, quegli occhi che mi stavano guardando, così neri e profondi.
-Non puoi aiutarmi Robin, non questa volta-
Mi tirò indietro, tanto da farmi scontrare con il suo corpo.
-Sono io che stavolta non voglio aiutarti, ti ostacolerò in ogni modo, finchè ci sarò io nelle vicinanze, non ti butterai da quella scogliera-
Lo guardai negli occhi, erano talmente scuri e seri che mi fecero sprofondare: lui credeva davvero di potermi salvare.
-Robin, devo farlo, la salvezza della valle dipende solo da me, non posso lasciar morire delle persone innocenti-
-E allora perchè devi morire tu? I veri colpevoli sono i nostri antenati. Io…io…-
Ecco un’altra volta!
Ricominciava a balbettare quel pronome personale come se volesse dire qualcosa ma non ci riuscisse.
-Tu cosa Robin?-
Mi guardò negli occhi come mai mi aveva guardata prima. Voleva dirmi qualcosa che lui stesso aveva paura di dirmi.
-Ti ricordi che dai primitivi avevo cominciato a dire qualcosa, ma poi non sono riuscito a continuare?-
Annuii e guardai la luna: si faceva sempre più alta e minacciosa.
-Sì sì lo so, devo fare presto- disse con dolcezza, con un tono che mi fece venire i brividi, ma non di paura.
Si accese forte la speranza che anche lui provasse qualcosa per me.
Mi strinse a sé ancora di più, tanto che il mio viso era un soffio dal suo.
Lo guardai nei suoi occhi neri.
Cominciò ad accarezzarmi dolcemente una guancia e i capelli.
Il cuore mi batteva forte, non riuscivo a parlare, non mi aveva mai accarezzata in quel modo.
Titubante, anch’io cominciai ad accarezzargli i capelli: arricciolavo i suoi ricci intorno alle mie dita.
-Mi sono innamorato di te, probabilmente dalla prima volta che ti ho vista- cominciò con voce roca per poi continuare più sicuramente-Ti amo, Maria, e ti amerò per sempre-
Lo accarezzai socchiudendo leggermente gli occhi.
Sentivo il suo respiro sul viso, chiusi gli occhi.
Sentii le sue labbra sfiorare dolcemente le mie.
Lo abbracciai baciandolo ancora.
Quando ci staccammo, avevamo entrambi il fiatone.
Lo guardai negli occhi.
-Robin, ti amo, ricordati di me, ti prego-
E prima che potesse capire cosa stavo per fare, mi buttai all’indietro dalla scogliera.
Era esattamente successo come nei miei sogni, solo che ora stavo cadendo dal letto, da un letto che si trovava all’estremità del cielo e non avrei mai più potuto continuare quello splendido sogno.
 
Robin
 
Mi amava ed io l’amavo, come non avevo mai amato nessuno prima d’ora.
Ci doveva essere un bel finale da “vissero per sempre felici e contenti”.
Avevo sempre odiato quella frase, ma ora avevo capito che le storie tragiche erano affascinanti solo perché erano degli altri, la mia storia invece non era affascinante per niente.
Mi sarei volentieri ucciso, l’avrei potuta vedere in Paradiso in mezzo agli angeli.
Urlai il suo nome al vento, intimai al mare di ridarmela.
Avevo infranto il giuramento, non l’avevo protetta abbastanza.
Me l’era fatta sfuggire dalle mani.
Stavo per andarmene da quel posto maledetto, quando sentii un rumore assordante dietro di me.
Mi sporsi dalla scogliera.
I Cavalli del Mare correvano sollevando un’onda gigantesca.
Nitrivano e a mano a mano si rimmergevano.
Tutti tranne uno.
L’unicorno, il capo branco.
Portava qualcosa sulla schiena, sembrava…non potevo crederci.
E …
Era lei!
Ne fui sicuro solo quando mi ritrovai ilo cavallo davanti  con la ragazza che amavo sulla groppa.
Mi fiondai verso di lei.
-Maria-
La presi in braccio per poi appoggiarla a terra.
Le sorreggevo la testa.
-No, non può essere, svegliati Maria, ti prego. Svegliati dobbiamo tornare a casa, dobbiamo…dobbiamo…- non ce la facevo più, le lacrime mi impedivano di parlare.
Poi credetti di morire.
La sentii tossire, aprì lentamente le palpebre e la prima cosa che disse fu –Robin-
Il mio cuore si spalancò, forse si provava la stessa gioia quando nasceva un figlio.
-Robin-
L’abbracciai.
-Sono qui Maria! Ce l’hai fatta-
Lei scosse la testa per poi sorridermi.
-Ce l’abbiamo fatta, cacciatore, tu ed io-
La baciai, le sensazioni stupende che avevo provato prima si ripeterono.
Volevo che le sue labbra restassero più tempo possibile sulle mie.
L’amavo e nessuno me l’avrebbe mai e poi mai portata via.
 
Due mesi dopo avevamo già ufficializzato la cosa.
Sir Benjamin Merryweather invitò me, mio padre e mia sorella a pranzo da lui.
In fondo la rivalità si era sciolta con la scomparsa delle Perle, mia sorella era tornata al villaggio e ora mio padre si era levato Jack di torno, riconoscendo che effettivamente sapeva fare solo una cosa: spalare letame.
-Robin, finalmente quanto pensavi di farmi aspettare?-
-Scusi Principessa- mi inchinai davanti a lei con il solito ghigno- se non ho obbedito ai suoi ordini-
-Cosa?! Vuoi dire che non resterai a pranzo oggi?-
La baciai.
-Certo che resto-
Entrammo in sala da pranzo mano nella mano, nessuno fece caso a noi: Sir Benjamin e Loveday stavano ciuciulando come due colombe in amore, Degweed e la signorina Heliotrope stavano mangiando come due porci guardandosi negli occhi, mio padre accarezzava il cane diabolico, Wrolf, quello quasi mi aveva mangiato la bombetta  la prima volta che ero entrato in quella casa, mentre Marmaduke andava e veniva dalla cucina con milioni di piatti, come se avesse dovuto sfamare un intero esercito.
Guardai uno per uno i nostri commensali e dato che nessuno ci filava di striscio ci scambiammo un bacio.
Non feci in tempo a toccare le sue labbra con le mie che ci fu una tosse generale.
Ci girammo a guardarli e ci stavano fissando tutti, beh quasi tutti, dato che Sir Benjamin e Loveday erano troppo impegnati a fare quello che noi avevamo appena finito di fare.
Quei due si sarebbero sposati presto, si vedeva.
-Alla fine è andato tutto bene-
-Robin è da due mesi che ripeti questa frase-
-Scusa è che amo i lieto fine- dissi asciugandomi una finta lacrima, facendola ridere.
-E amo anche quando ridi-dissi ribaciandola, ignorando stavolta gli attacchi di tosse generali.
-Anch’io ti amo, mio bel cacciatore-
 
 
FINE



Image and video hosting by TinyPic


Maria E Robin


ECCOCI GIUNTI AL FINE DI QUESTA FANFICTION, RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE L'HANNO RECENSITA, MESSA TRA LE SEGUITE, LE PREFERITE E LE RICORDATE...
SPERO VIVAMENTE CHE VI SIA PIACIUTA E ,SE VOLETE LEGGERE QUALCOS'ALTRO SCRITTO DA ME, SAPPIATE CHE HO INIZIATO A PUBBLICARE UNA FF SUI 1D, SE SIETE INTERESSATI... QUESTO è IL LINK:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2250388&i=1
 SE VOLETE...
COMUNQUE UN BACIONE A TUTTI E UN ENORME GRAZIE PER AVERMI SOSTENUTO E INCORAGGIATO! (LACRIMUCCIA)
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Moonacre / Vai alla pagina dell'autore: Mentos E CocaCola