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Autore: Lights    23/04/2008    6 recensioni
La squadra Ncis deve seguire un nuovo caso "corvo guerriero". Che succederà? Chi sarà questo misterioso sospettato? Cosa cambierà nella vita dei nostri protagonisti? Ziva e Tony e il resto della squadra che cosa gli capiterà? Non resta che leggere!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Eccomi, ci siamo… siamo arrivati al fatidico momento, vivevo o morire?

Un capitolo leggermente un po’ forte ma sempre con il mio consueto soft!.

                          

 

Buona lettura

 

 

Light

 

 

 

Capitolo 17: - La resa dei conti -

 

 

 

- Capo!- Mcgee chiamò Gibbs – ho trovato qualcosa!- Gli indicò la fessura in un punto del muro.

- Bravo Mcgee!- Gli diede una pacca sulla spalla.

I due agenti erano da mezz’ora che stavano perlustrando l’appartamento di Oskar Kane senza però trovare nessun indizio. Ora, finalmente, avevano scovato accanto alla libreria la porta segreta che sicuramente li avrebbe condotti da Tony.

Si avviarono per il corridoio scuro fino ad arrivare nello stesso punto che poco prima di loro si trovava l’Agente David. Tutto era tranquillo e silenzioso. Gibbs osservò l’ambiente con il suo sguardo attento e serio per capire come agire, quando si accorse del corpo di un uomo appoggiato alla parete.

- Capo è Tony!- Esclamò sorpreso il pivello muovendosi per andare da lui.

Gibbs lo acciuffò per il braccio facendolo fermare e indicandogli con gli occhi il pericolo. Mcgee si appiattì al muro e i due aspettarono che la losca figura si allontanasse.

- E’ Angie Cros! Chissà dove sta andando?- Gli chiese.

- Ce ne occuperemo dopo, ora pensiamo a Tony!- Gli rispose Gibbs avviandosi verso DiNozzo.

I due si inginocchiarono vicini all’agente.

- Capo…- aprì leggermente gli occhi l’uomo quando sentì l’avvicinarsi di qualcuno – hanno preso Ziva…- emise un gemito di dolore. Stava perdendo molto sangue.

- Non ti preoccupare DiNozzo ci pensiamo noi. McGee occupati di lui, portalo via da qui. Io vado a cercare l’agente David!- Gli ordinò.

Tony afferrò il braccio di Gibbs e lo guardò dritto negli occhi – Riportala da me!-

Gibbs sorrise – Non ti preoccupare DiNozzo. Ora andate, presto!-

 

Ziva riprese i sensi. Le doleva terribilmente la testa. Fu un attimo e ricordò tutto. Tony le aveva detto di amarla e l’aveva baciata.

Si erano baciati.

Sorrise riprovando la sensazione di calore che si era  impadronita del cuore e poi… quella tenera emozione era stata sostituita dalla paura di essere stati scoperti, dalla consapevolezza di aver ceduto ai sentimenti e di aver annullato il suo essere di “agente del Mossad”.

Un errore che le era costato e li aveva messi in pericolo.

Chiuse gli occhi. Il dolore alla testa era allucinante. “Stupida. Ho abbassato la guardia. Un tempo non sarebbe mai successo. pensò con amarezza.

- Hai visto Oskar – la voce femminile attirò la sua attenzione – la tua intrepida agente del Mossad com’è ridotta? Ad una nullità.- Terminò Angie guardando con disprezzo la donna.

Ziva rivolse lo sguardo verso Angie che era in piedi, appoggiata al muro, nell’angolo alla sua destra.

- A chi hai detto nullità?- Le chiese irritata cercando di slegarsi.

- E’ inutile che ci provi…- Angie scoppiò in una risata isterica.

Ziva osservò Oskar Kane. Il suo sguardo era spento, rassegnato al suo destino, immobile, legato anche lui su una sedia. Provò un’immensa rabbia e allo stesso tempo un gran senso di impotenza.

- Sei pronta a vivere con il senso di colpa per tutta la vita per essere la responsabile della morte di un innocente?- Le chiese Angie.

- Cosa stai dicendo?- Le disse rabbiosa non capendo dove volesse arrivare.

- Oskar Kane addio!-

Fredda, glaciale, senza un minimo di esitazione, estrasse la pistola, la puntò verso l’uomo.

- No non lo fare!- Gridò Ziva inorridita. – Non centra niente!- Si divincolò sulla sedia.

- E’ questo il bello del gioco! Oskar l’ultimo tassello per la conquista del potere della famiglia Badb!- Si avvicinò all’uomo, si piegò su lui, lo baciò – Bon-voyage cherie!- Gli sussurrò a fior di labbra. Gli premette la pistola sul cuore e sparò.

Ziva sgranò gli occhi agghiacciata dalla crudeltà della donna. L’aveva ucciso, senza nessuna remora, a sangue freddo, non facendo trasparire neanche la più piccola indecisione. Una killer disumana e spietata, ecco cos’era Angie.

Un battito di mani la fece ritornare alla realtà. Si voltò verso la porta e vide Oskar Badb sull’uscio che stava applaudendo, con un sorriso sadico stampato sulla faccia. Angie lo raggiunse e lo guardò seria. Dopo qualche istante si girò a fissare la donna.

- Ricorda Agente David: la colpa è solo TUA!- Le disse dura, puntandole il dito contro, accentuando il tono della voce sull’ultima parola. – Non vali niente come agente del Mossad, ti sei persa dietro ai tuoi teneri sentimenti per l’agente DiNozzo… dovevi vederli Oskar che teneri, li ho sorpresi mentre si baciavano…- rise divertita guardando il killer – è solo colpa TUA!- continuò con le sue accuse.

Angie era scaltra, aveva toccato i tasti giusti, il lavoro psicologico che stava mettendo in atto su Ziva era terribile. Continuò ad aggredirla con parole pesanti, accusatorie, facendola vacillare e perdere fiducia in se stessa. Il senso di colpa nella donna cresceva ogni minuto di più.

L’agente David chiuse gli occhi per un istante cercando di annullare la voce della donna, ma le sue parole le rimbombavano nella mente.

Angie si mise di fronte a Ziva abbassandosi, portandosi all’altezza del viso.

- Tu sei la causa della morte di Oskar Kane!- Le disse glaciale la donna scandendo bene le parole. – Potevi salvarlo ma non hai fatto niente! Tu l’hai UCCISO!!!-

Ziva sentendo quella frase, rimase seria. I suoi occhi si svuotarono. La sua anima smise di vivere. Dentro di lei rimbombava solo una parola: “Ucciso”.

Angie sorrise, aveva raggiunto il suo scopo.

Si avvicinò all’uomo, si protese verso di lui e gli sussurrò sulle labbra.

- E’ tutta tua. Finiscila!-

- La perfidia del tuo essere non ha limiti.- Le disse prima di baciarla.

 

Gibbs era appostato fuori della porta. Aspettò che la donna uscisse per muoversi. Si sporse leggermente e vide Oskar Badb che puntava la pistola al viso dell’Agente David.

Ziva rimaneva immobile. Guardava fissa negli occhi Oskar, senza lasciare trapelare niente.

- Mi dispiace che un bel visino così debba morire.- Le disse avvicinandosi a lei e accarezzandole il viso con la canna della pistola.

Ziva continuava a guardarlo senza reagire. Lui si fece più audace e fece scivolare la pistola sul collo fino alla scollatura.

- Sei proprio un bel bocconcino!- La guardò con desiderio.

- Non ti conviene farlo se non vuoi morire.- Gli disse seria minacciandolo.

- Pensi di mettermi paura?- Rise divertito e la sfiorò con la mano il petto.

Ziva approfittando dell’attimo di distrazione dell’uomo, con un colpo di reni, alzò le gambe legate e gli sferrò un calcio con i piedi.

Il colpo lo fece cadere a terra e scivolare la pistola. Ripresosi dalla sorpresa si rialzò, impugnò l’arma e si avventò sulla donna.

- Bastarda! Muori!- Infierì l’uomo offeso nell’orgoglio dal gesto di ribellione che aveva osato fare.

Il colpo di pistola rimbombò per tutta la stanza. I suoi occhi si spalancarono per lo stupore.

- Com’è possibile?- Si chiese Oskar prima di cadere a terra.

Gibbs si avvicinò all’Agente David. La guardò negli occhi per un lungo istante.

- E’ finita!- La rassicurò liberandola.

- Non ancora Gibbs.- Rispose seria.

Si massaggiò i polsi, prese la pistola che le porse Gibbs. Rivolse un’occhiata al corpo di Badb disteso per terra. Si avvicinò a lui.

- Ti avevo avvisato di non farlo!- Gli disse glaciale.

Gibbs le lanciò uno sguardo pensieroso, dopo qualche istante le fece segno di andare.

Ziva guardò per un breve attimo il corpo senza vita di Oskar Kane. “Mi dispiace è tutta colpa mia” pensò triste.

L’uomo si avvicinò a lei e gli mollò uno scappellotto. Ziva lo guardò sorpresa.

- Non ci pensare neanche Agente David! Non centri niente con la crudeltà di queste persone.- Le disse duro.

La donna lo guardò negli occhi, gli sorrise appena. Si sentiva svuotata, era stata sconfitta, anche se non lo voleva ammettere a se stessa, ma dentro di lei lo sapeva che aveva perso.

I due agenti corsero verso l’uscita.

“Maledizione! Te la farò pagare Agente Ziva David!” pensò la donna prima di far perdere le sue tracce nel buio dei sotterranei.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

E ora? Non ne ho la più pallida idea anche perché i protagonisti stanno facendo un casino dietro l’altro O_O!!

 

                     

Per accontentare tutti voi, un aggiornamento super veloce… ormai ci siamo, ancora uno e sarà la fine. Quindi domani sera si concluderà la FF perciò rimanete nei paraggi XD

 

 

Grazie, grazie, e ancora grazie a tutti… ma cerchiamo di tenere i lacrimosi per il finale T_T

Sob sono già triste

 

                                                                                           

 

 

 

 

   
 
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