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Autore: Mamey    23/04/2008    2 recensioni
L'albero del Gelso, che sembrava riposare nel cortile, ha affondato nuovamente le radici nella nebbia. Tutto inizia con una donna, seduta in uno sperduto parco di periferia. "Tre persone possono mantenere un segreto, se due di loro sono morte. Ricordi?"
* seguito di Nella Nebbia *
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era bello ieri vivere Rubare un

Era bello ieri vivere
Rubare un’ora all’eternità
Lungo i girasoli correre
Più veri senza verità

Una ragazza siede sul cordolo di un'aiuola, nel buio di un parco nella periferia di Bologna. Sente benissimo il frusciare incauto del ragazzino che avanza verso di lei, scostando malamente gli arbusti e lasciandosi sfuggire degli sbuffi scocciati. Conosce quei passi, non ne ha paura, per questo si permette un fugace, doloroso ricordo, prima di voltarsi verso il giovane e sorridergli.

Tre persone possono mantenere un segreto, se due di loro sono morte.

- Non vidi mai con i miei occhi, quello che vi sto raccontando. Ma saprei dirvi ogni piccolo particolare, dal rumore del vento tra le foglie al profumo vischioso della resina. Quello fu l'ultimo incontro prima che le cose andassero così come sono andate: non fu quello il principio, ma posso dirvi che fu "l'inizio della fine" -

* L'ORA CHE RUBAMMO ALL'ETERNITA' *

“Lo stai ancora cercando.”

Giubbotto in finta pelle, stivaloni scuri e capelli lunghi legati in una coda scomposta. Nero come un angelo infernale scivola alle mie spalle portandosi dietro l’opprimente vento autunnale e il suo acre profumo americano. Ma non ha niente di poetico il suo strisciare: rasenta quello dei lombrichi nella terra. Dell’angelo ha solo le fattezze e, forse, il destino.

“…”

“Smettila con questa farsa.”

“…”

“Lo sai meglio di me che non lo troverai mai perché lui è…”

“Zitto.”

“Fuggire dalla verità per l’ennesima volta ti consola?! Sei patetica.”

“Zitto, ho detto.”

“Anzi, sei più che patetica, sei…”

Conosco solo un modo per zittirlo e non ho problemi ad usarlo.

“Ho capito, sto zitto.”

Docile e accondiscendente: spesso è l’effetto che fa una pistola appoggiata al mento. Mi occorre che si zittisca perché ora è il momento delle domande.

“Come hai fatto a trovarmi?”

“Non è stato difficile.”

Aumento la presa sul grilletto

“Ok, ok! Ho seguito le tue tracce fino a qui. Sei diventata distratta o forse vuoi solo che ti trovi: sai meglio di me che hai bisogno del mio aiuto.”

La mia risata di scherno assomiglia ad un nitrito mal riuscito.

“E anche di quello di un buon psicologo.”

Ora è un gorgoglio a raschiarmi la gola: rido di nuovo.

“Siamo nel centro di un parco dove tutti ci possono vedere e mi stai puntando una pistola alla testa. Solo un pazzo rischierebbe tanto…”

“E solo un idiota potrebbe credere di essere visto nel buio delle tre di notte, in un desolato parco di periferia.”

“Se non erro mi hai appena offeso.”

“Complimenti dottore, ti meriti una laurea con lode. E ora sparisci.”

Lo spintono lontano, il suo profumo è troppo intenso e talmente agro da farmi girare la testa.

“Non me ne vado senza di te.”

“Non ho bisogno del tuo aiuto.”

Ora è lui a ridere: un suono armonioso e cristallino che mi stappa un sospiro.

“E’ la stessa cosa che mi hai detto l’ultima volta ed io ti ridarò la stessa risposta.”

Senza che io possa fare niente per fermarlo mi afferra le braccia e mi stringe contro il suo corpo. Lo odio, il mio angelo nero, che mi lancia per l’ennesima volta il suo strano e profumato incantesimo. Lascio cadere lungo il fianco il braccio che impugna la pistola e stringo il suo giubbotto con forza, fino a quando le nocche non diventano bianche.

“Ti odio”

“Ed io ti voglio bene. Ma i nostri sentimenti non hanno mai avuto importanza. Andiamo a casa”

“Non posso tornare indietro, lo sai!”

“Il passato sta bene con i morti, noi vivi apparteniamo al presente.”

“Ma dove dovrei stare io che sono morta a metà?” urlo in preda alla disperazione. Ancora il solito discorso. Ripetiamo le stesse frasi all’infinito, lo faremo sempre.

“Ci sono io con te ora! Questo non ti basta?”

“Non puoi cancellare quello che sono! Tu non sai cosa successe quel dannato giorno di diciassette anni fa…”

“Raccontami…se lo dividi con me, il dolore sarà più accettabile.”

Lo spintono lontano. Scappo per l’ennesima volta dal suo abbraccio caldo e rassicurante, lontano dal suo profumo inconfondibilmente fastidioso. “Non voglio che anche il tuo cuore si avveleni d’odio. Vai a casa.”

“Non c’è una casa dove tornare se tu non sei con me! Ho promesso che ti avrei riportata indietro e io non manco mai alla parola data…”

“Allora sarà la prima promessa che non potrai mantenere. Vattene o dovrò colpirti, come l’ultima volta.”

Ma prima di sentire la sua ovvia risposta lo colpisco alla testa col calcio della pistola, lo guardo cadere a terra e rimetto nella fodera l’arma, prima di voltarmi e di sparire nell’oscurità. Agganciata al mio marsupio stracolmo di gingilli inutili la maschera di un gufo sogghigna famelica, lasciandosi inghiottire dalle tremolanti tenebre della notte.

"La prossima volta che ci vedremo, fratello, potrei essere solo un gelido corpo accasciato sul terreno."

Un nuovo frusciare, quasi indistinto, riempie nuovamente la radura. E' il sibilo di qualcuno che sa come nascondersi. Non c'è più tempo per pensare, adesso, devo stare attenta. Tendo teatralmente il braccio che stringe la pistola verso la macchi indistinta di alberi ed esclamo: "Vieni fuori, so che sei da qualche parte. Sono stufa di giocare a rincorrerti, non siamo più bambini. Comportati da uomo."

Nei film, dopo le dichiarazioni ad effetto, il nemico sbuca fuori dai cespugli, fa il discorsetto di commiato ed il cattivo viene trivellato di colpi fino alla morte.

Però, quando il cespuglio alla mia destra si appiattisce sotto il peso di un corpo, so già da me che non ci saranno simili discorsi, perché questo non è un film e l'Attore ha una parte scadente.

E poi, in questa storia, quella cattiva sono io.

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Ok, lo ammetto. Nella nebbia mi mancava troppo. E' secoli che mi chiedo "come andrà a finire?". Be, ecco qui la mia versione. A breve il cap 2.

Ciao ciao!! * Mamey*

ps: ve lo avevo detto che sarei tornata!

Se la vita ci avrà aspettato - M.Zarrillo -

  
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