Proseguì mentre camminava a testa bassa con le lacrime agli occhi: non riusciva smettere di piangere; non si ricordava un addio così doloroso; in effetti, era curioso… gli addii più dolorosi era quelli che doveva dare ai bambini; perché proprio non lo sapeva spiegare, forse perché erano quelli con cui stava meglio, perché erano quelli a cui si legava di più; o forse… forse… forse perché erano quelli più simili a lei.
Camminò, camminò senza sapere bene dove stava andando.                   
“Ehi!”
Kerry alzò la testa. Davanti a se vide una bellissima ragazza con gli occhi scuri, la pelle ambrata e capelli lunghi ondulati e castani; il sole le illuminava i capelli e aveva dei bellissimi riflessi castani; indossava un vestitino molto semplice lungo fino alle cosce; scollato con le spalline molto fini e lo scollo a balconcino di colore verde chiaro, aveva un paio di scarpe e un fiore in testa dello stesso colore. La guardò e disse: “Perché piangi? E’ una giornata troppo bella per essere tristi.”
Kerry si asciugò le lacrime; cosa voleva quella ragazza da lei comunque rispose: “Non posso darti torto.”
“Sei caduta, ti sei fatta male e per questo che piangi?” continuò la ragazza.
Kerry iniziò ad innervosirsi: “Non sono mica una bambina.” Rispose.
“Hai ragione scusa non volevo disturbarti.” Rispose la ragazza non sorridendo più.
Kerry si sentì un po’ in colpa, la ragazza mise le mani dietro la schiena e guardando in basso strisciò il piede per terra.
Kerry disse: “Piango per nostalgia mi mancano delle persone.”
“Oh mi dispiace.” Disse la ragazza con un’ aria sinceramente dispiaciuta: “So cosa si prova a dover rinunciare a una persona alla quale si vuole bene.” La ragazza diventò triste. Poi proseguì: “Io mi chiamo Annie. Tu come ti chiami?”
“Nancy.”
“Che bel nome!”
“Davvero? Ti piace?”
“Si. Sarebbe bello poterti conoscere meglio. Ascolta è quasi ora di colazione perché non vieni a casa mia. Non è molto distante; ti farò conoscere tutti i miei parenti.”.
Kerry seguì Annie per tutto il tragitto parlando con lei si sentì subito meglio soprattutto quando Annie le disse la frase effetto che la fece sentire vicina al re.
“Sweets Town! La città dolce; chiamata così perché è quella più vicino al palazzo del re e dove risiedono i pasticcieri reali.”.
Kerry si sentì tutta animata da quella frase… l’ultima città prima di arrivare al re… che bello! Cambiò espressione, camminata e anche stato emotivo. Dopo mezz’oretta erano alla casa di Annie. Kerry guardava tutto con la bocca spalancata; la città era stupenda ed era la tipica città delle favole; il sogno di Kerry per intenderci… tutto era fatto di dolce; la strada era fatta di cioccolato, le casette di marzapane,  le montagne erano di pandispagna al cioccolato e la neve era glassa bianca; la panna montata sostituiva le comuni chiome degli alberi, la crema pasticcera era la resina che colava dagli arbusti di cioccolato più vecchi. Kerry entrò in casa e fu accolta da una donna gentile, la madre di Annie: Milka! Le persone avevano il carattere dolce simile al posto in cui vivevano. Come sempre Kerry si sentì a casa sua; ma come avrebbe fatto a mangiare continuamente dolci? A dispetto di quello che aveva appena pensato Milka diede loro come colazione uova, prosciutto e un bicchiere di latte e Kerry fu felice di sentire l’odore delle uova fritte. Dopo colazione Annie disse: “Vieni! Ti porto a visitare il paese!”
Milka disse: “Devo darvi qualcosa da mangiare strada facendo?”
Annie rispose: “No! Mangeremo qualcosa per strada mamma!”
Annie la portò in giro per il paese. A metà mattina si dovettero fermare a fare una pausa; si sedettero sotto un albero di mele; Kerry ne mangiò tre: erano mele caramellate! Kerry pensò: “Felice giornata Kerry!”