THE PERFECT GIFT
Erano ormai due
ore che vagava
ininterrottamente per tutti i negozi della città, alla
ricerca del regalo
ideale.
Ma niente
sembrava giusto, nonostante
la vasta scelta.
Il problema
erano i gusti del
destinatario del regalo: quasi impossibili da soddisfare.
Se si fosse
trattato della sua
sorellona, non avrebbe avuto dubbi: un libro o un bel vestito.
Nemmeno sul
cuoco avrebbe avuto
dubbi: utensili da cucina o una cravatta.
Così
come sarebbe stato semplice
anche per tutti gli altri suoi nakama.
Tutti tranne uno.
Possibile che
l’unica passione di
quel buzzurro fossero le spade?
Ne aveva
già tre, di certo un’altra
non gli serviva.
Poteva
regalargli qualcosa per la
loro cura, ma non aveva la più pallida idea di cosa
servisse, dal momento che
non aveva mai maneggiato una spada in vita sua.
Di vestiti non
se ne parlava proprio:
da quando si era messo quell’orrendo yukata, sembrava aver
dimenticato
l’esistenza di capi di abbigliamento più consoni
alla sua giovane età.
Stava per
compiere ventidue anni e si
vestiva come un vecchio!
Insomma: ogni
scelta si rivelava
essere quella sbagliata.
Chissà
se anche gli altri si erano
trovati così in difficoltà…
Doveva trovare
una soluzione: la
festa a sorpresa si sarebbe tenuta quella stessa sera.
Continuò
a girovagare per le vetrine
per un’altra ora buona, invano.
Così,
scoraggiata, tornò alla nave.
Quasi come un
brutto scherzo del
destino, la prima persona che vide fu proprio Zoro.
Si stava
allenando sul ponte,
sollevando quegli enormi pesi e ripetendo sempre gli stessi, meccanici
gesti.
In quella
posizione, con il petto
nudo, i pettorali scolpiti e il sudore che stillava in piccole gocce
lungo
tutto il torace, aveva proprio le sembianze di un’antica
statua.
Doveva
ammetterlo: era un buzzurro,
ma al tempo stesso anche un bel ragazzo.
- Ehi
Nami!- la salutò Robin, che usciva in quel momento
dalla loro cabina.
- Ciao
Robin…- disse, il tono di voce sconsolato.
- Allora?
Hai trovato un regalo per il nostro spadaccino?- chiese a
bassa voce, per
non farsi sentire.
- Purtroppo
no…- rispose arricciando il naso - Non
trovo nulla di adatto…Colpa sua, che non ha altri interessi
che le spade!-
si infervorò.
- Dai,
non arrabbiarti- sorrise la mora - Un
regalo non deve essere per forza qualcosa di spettacolare o qualcosa
che ci si
aspetta. A volte, un regalo semplice ma fatto col cuore, vale molto di
più di
un regalo che sembra perfetto solo all’apparenza…-
Aveva ragione.
Zoro era un
ragazzo semplice, e di
sicuro avrebbe apprezzato di più un regalo semplice che
qualcosa di troppo
costruito.
- Hai
ragione! Grazie sorellona! Mi farò venire in mente qualcosa!-
le sorrise,
ricambiata dall’amica.
Già…ma
era più facile a dirsi che a
farsi.
Puntò
di nuovo sguardo in direzione
dello spadaccino, studiandolo attentamente, in attesa di
un’illuminazione.
Ripensò
alla sensazione che le aveva
dato quando lo aveva osservato poco prima.
Una
statua…
Ed ecco che la
risposta arrivò, come
un lampo.
Si
precipitò nell’officina di Franky:
solo lui poteva aiutarla, con le sue abili mani di carpentiere.
- Sorella!
Che ci fai qui?- le chiese stupito il cyborg.
- Ho
bisogno del tuo aiuto!- rispose decisa - Devi
costruirmi…-
Era
semplicemente perfetta, proprio
come l’aveva immaginata.
Anche i
più piccoli dettagli erano
curati a regola d’arte.
Un lavoro da
vero maestro.
Stringeva fra le
mani quella
statuetta in miniatura, osservandola estasiata.
Un samurai,
dalla fisionomia quasi
identica a quella di Zoro, che brandiva orgogliosamente la sua spada.
Era semplice, ma
di grande effetto.
Esattamente
ciò che stava cercando.
- Grazie
Franky! È stupenda!- sorrise entusiasta.
- Ma
certo che lo è! L’ho costruita io!- si
vantò il carpentiere, indicandosi.
- Vado
a fare il pacchetto! Grazie ancora!- lo salutò.
- Di
nulla!- sorrise felice l’altro.
Stando attenta a
non farsi vedere (in
modo particolare da Zoro), andò in cucina, dove
trovò Sanji che stava ultimando
il suo regalo per il “marimo”: una bellissima torta.
- Deve
essere deliziosa!- disse guardandola.
- Oh,
Nami cara, sei tu tesoro? Sono così felice di vederti!!!!-
iniziò con le
sue solite moine.
Ignorandolo, si
sedette al tavolo,
pronta per impacchettare il regalo.
Solo in quel
momento si accorse di
non aver preso la carta e il fiocco.
- E
quello cos’è?- chiese il cuoco, dopo
aver smesso di elogiarla.
- Shhh-
si portò un dito alla bocca, per fargli capire di abbassare
i toni - Ѐ
il regalo di Zoro-
- Wow,
è fatta davvero bene!- se la rigirò fra
le mani.
- Merito
di Franky- fece l’occhiolino - Però
ho dimenticato la carta…Vado a prenderla- disse,
uscendo dalla cucina.
Ignaro di
ciò che stava per accadere,
il biondo playboy tornò alle sue mansioni culinarie,
lasciando la statuetta sul
tavolo.
- SANJI!!!
HO FAMEEEEEEEEEEE!!!!- entrò
all’improvviso l’uragano Rufy.
- Sta
buono, fra mezz’ora si cena- rispose apatico il
cuoco.
- Uffa…-
mise il broncio.
Ma i suoi
capricci non durarono a
lungo, perché la sua attenzione venne catturata proprio
dalla famigerata
statuetta.
- Che
bella!!!!!- esclamò, gli occhi a forma di stellina.
- Non
toccarla! È il regalo di Nami per il marimo…-
lo avvertì Sanji.
Ovviamente il
ragazzo di gomma fece
l’esatto opposto, prendendola in mano e iniziando a studiarla.
- Wow!
È identica a Zoro!!!-
- Mettila
giù…-
- E
dai, la sto solo guardando!-
- Posala…-
- Ehi
Sanji, guarda: “le centotrentasette passioni demoniache della
fenice!”-
simulò l’attacco di Zoro, muovendo la statuetta
come se fosse un vero
guerriero.
E quello fu
l’inizio della fine.
La spada, fatta
di legno molto
sottile, urtò violentemente il tavolo, spezzandosi, e
trascinando con sé anche
il braccio del povero samurai.
Impossibile
descrivere gli sguardi di
terrore che si dipinsero sui loro volti in quel preciso istante.
Nami li avrebbe
uccisi…
- GUARDA
CHE HAI FATTO!!!!!!- sbraitò il cuoco.
- Non
l’ho fatto apposta- rispose sconsolato -
Chiederò a Franky di aggiustarla!-
fece, entusiasta dell’idea.
- Non
sarà mai come prima…- lo
avvertì il cuoco.
- Sono
tornata!- fece capolino Nami, con in mano carta e fiocco.
Vedendo gli
sguardi allucinati dei
due, rimase essa stessa basita.
- Che
succede?- chiese.
Poi lo vide.
Anzi, li vide.
Spada e braccio
sul pavimento.
E il samurai
ancora nelle mani di
Rufy.
L’occorrente
per impacchettare il
regalo le cadde dalle mani.
Voleva urlare
con tutto il fiato che
aveva in gola, voleva pestare a sangue il ragazzo di gomma.
Ma non riusciva
a muoversi.
Tutti i suoi
sforzi erano andati in
fumo.
Mancava solo
mezz’ora alla festa, e
Franky non sarebbe riuscito a rifarne un’altra in
così poco tempo.
Era senza un
regalo.
Si
avvicinò lentamente ai due,
tenendo lo sguardo basso.
Afferrò
la statuina dalle mani di
Rufy e la fissò.
Le tremavano le
mani.
Stava per
scoppiare a piangere.
Ma non lo
avrebbe fatto davanti a
loro.
Guardò
per un’ultima volta in faccia
Rufy: uno sguardo carico d’odio.
Poi
scappò di corsa dalla cucina,
rifugiandosi nella sua stanza.
- Nami
dov’è?- chiese Chopper.
Mancava solo lei
a tavola.
Erano tutti
riuniti, anche se
l’atmosfera non era quella di una festa di compleanno.
- Nella
sua cabina…- rispose semplicemente il cuoco.
- Beh,
allora qualcuno vada a chiamarla- fece Usopp.
- Non
verrebbe…- rispose nuovamente Sanji.
- Perché?-
chiese Chopper.
- Chiedetelo
a Rufy…-
Il capitano
aveva la faccia di un
bambino affranto.
Era davvero
dispiaciuto.
Aveva cercato di
scusarsi, ma Nami lo
aveva malamente cacciato.
- Che
è successo?- continuò Usopp.
- Ha
distrutto il regalo che Nami aveva fatto a Zoro-
Il verde, che
fino a quel momento
aveva ascoltato in silenzio, sollevò lo sguardo in direzione
del cuoco.
Era stupito da
quell’affermazione:
Nami gli aveva fatto un regalo…
E, vedendo la
sua reazione, ci teneva
anche tanto.
Questo per lui
era sufficiente.
Si
alzò da tavola, sotto lo sguardo
di tutti, e si diresse verso l’alloggio delle ragazze.
Bussò.
Nessuna risposta.
Bussò
di nuovo, stavolta parlando.
- Nami?
Sono io, apri-
Dopo pochi
secondi, sentì la
serratura scattare.
Davanti a lui
comparve la rossa, con
lo sguardo basso.
Si vedeva che
aveva pianto, e che
stava continuando a farlo.
- Posso
entrare?- chiese.
Gli fece cenno
di sì.
Si sedettero sul
letto, uno di fianco
all’altro.
Dopo alcuni
secondi di silenzio, Zoro
riprese la parola.
- Ascolta…So
cos’è successo. Non devi essere arrabbiata, sai
com’è fatto Rufy. È davvero
dispiaciuto. Non mi importa se non hai un regalo, mi basta il pensiero.
Sei
stata gentile- le sorrise.
Lo
guardò, con i suoi grandi occhioni
nocciola.
Sentire un
“grazie” dalla bocca di
Zoro era un evento raro.
- Ѐ
quello? Il regalo intendo…- chiese,
indicando la statuetta rotta sul comodino.
Fece cenno di
sì con la testa.
Lo spadaccino
allungò un braccio per
prenderla.
La
osservò, rigirandosela fra le
mani.
- Ѐ
molto bella-
disse infine.
- Ѐ
rotta…-
rispose Nami bisbigliando.
-
Ѐ bella
comunque. Posso tenerla?-
Lo
guardò stupita.
Davvero la
voleva?
- Se
vuoi…- disse.
- Allora
la prendo- ghignò.
Gli sorrise.
Era stato
davvero gentile.
Si meritava un
regalo molto più
bello.
Gli
posò un delicato bacio sulla
guancia.
Zoro la
fissò, stupito e rosso in
volto.
Fu un attimo.
I loro sguardi
si incatenarono,
scatenando in entrambi una sensazione di calore che andava dritta al
cuore.
I loro volti si
avvicinarono, e le
loro labbra si unirono in bacio dapprima casto, poi più
passionale.
Era quello che
entrambi volevano.
Era quello che
avevano sempre voluto.
Si staccarono
per riprendere fiato.
- Sai,
credo che non serva un’altra statuetta- disse Zoro.
- Perché?-
chiese lei, ancora estasiata.
- Perché
questo regalo è molto meglio…-
ghignò il verde.
E mentre le loro
labbra si univano di
nuovo, Nami ripensò alle parole di Robin: un regalo che
viene dal cuore, vale
più di qualsiasi altra cosa.
ANGOLO
DELL’AUTRICE
Ed ecco il mio
regalo di compleanno
per Zoruccio bello! <3
Tantissimi
auguri al nostro
spadaccino preferito! E ovviamente spero che la storia sia piaciuta
anche a
voi!
Baci
Place