Errare humanum
est: ma la Volpe
impara in fretta
Nicolò
Machiavelli non era tipo da lamentarsi per il carico
di lavoro, ma quel pomeriggio avrebbe fatto volentieri a meno di
trovarsi
chiuso nel suo studio sull'isola Tiberina a leggere i rapporti che le
spie gli
avevano fornito.
Tuttavia, Ezio
faceva affidamento su di lui nella lotta
contro i Borgia e Machiavelli si era scoperto a desiderare di essergli
d'aiuto... a considerarlo un buon capo.
L'uomo fece una
smorfia... non era da lui provare una fiducia
incondizionata per qualcuno, ma quel giovane aveva talento, aveva
cuore, ed era
un leader nato... bastava vedere cosa aveva fatto con i suoi adepti...
era
riuscito a ridare vita all'ordine, cosa che lui non aveva mai fatto.
Era
così preso dai suoi pensieri che non si accorse del
cigolio della finestra alle sue spalle.
Si rese conto di
avere qualcuno alle spalle solo quando vide
l'ombra dell'intruso proiettarsi sui fogli davanti a lui.
Si
alzò di scatto, afferrando il pugnale che teneva alla
cintura per deviare quello che calava su di lui dall'alto e facendolo
sfuggire
di mano al suo aggressore.
Machiavelli
sgranò gli occhi stupito quando si trovò a
premere il pugnale contro la gola della Volpe.
-Volpe! Ma che
succede...- chiese, senza allontanare il pugnale
dalla figura incappucciata del ladro.
-Come se tu non
lo sapessi... ho scoperto chi è che informa
Cesare delle nostre mosse... sei tu.- sibilò la Volpe
afferrando il polso di
Machiavelli e torcendoglielo dietro la schiena con un abile mossa che
lo fece
gemere di dolore.
Il pugnale
finì a terra.
-Tu sei
pazzo...- protestò Machiavelli divincolandosi e
spingendo il ladro a sbattere contro la parete dietro di lui,
bloccandolo poi
con il suo corpo, la faccia premuta contro il muro.
-Pazzo io? Tu
sei l'unico che avrebbe potuto condurre Cesare
alla villa... per non parlare di quello che è successo al
Castello e
dell'attentato a Pietro Rossi!- la Volpe si divincolò
abilmente cacciando una
potente gomitata nello stomaco di Nicolò, per poi lanciarsi
sul pugnale
abbandonato poco lontano.
Machiavelli gli
si buttò addosso lottando brevemente per il
possesso del suo stesso pugnale e arrendendosi infine sconfitto con uno
sbuffo,
sdraiato sotto al ladro.
-Tu vaneggi...-
lo accusò adocchiando il pugnale,
pericolosamente vicino alla sua gola.- non tradirei mai il Credo...
come puoi
solo pensarlo... forse il vino della Volpe Addormentata ti da alla
testa.-
La Volpe sorrise
sorniona.
-Non credo
proprio... invece credo che tu sia la spia
perfetta... conosci tutti i nostri piani, ed è ovvio che
nutri ammirazione per
i nostri nemici... tutti quei commenti su quanto sia in gamba Cesare
Borgia...-la Volpe scosse la testa con finto rammarico.- Dimmi, siete
per caso
amanti?- chiese canzonatorio.
-Veramente non
è lui che mi sta praticamente seduto sopra...-
rispose Machiavelli, muovendo pigramente la mano ad indicare la
posizione
equivoca in cui stavano.
La Volpe
premette un pò il pugnale sulla gola dell'uomo
sotto si lui, facendo uscire una goccia di sangue rosso.
-Non sei nella
posizione per fare lo
spiritoso...letteralmente...- sorrise malizioso.
-Essia... hai
ragione tu, non sono nella posizione di
scherzare... però non sono io la spia che cerchi... te lo
posso giurare, se
credi, ma non so come provartelo se non dicendoti che non tradirei mai
l'ordine...-
La Volpe
guardò scettico l'uomo... Machiavelli era un abile
politico, e sapeva mentire, ma la Volpe era un ladro ed era avvezzo ai
bugiardi... e nonostante fosse andato li armato e sicuro di fare la
cosa
giusta, ora non ne era più così convinto.
-Come posso
crederti?- chiese, quasi a se stesso.
Nicolò
si rilassò sotto di lui... ormai era convinto che
l'altro non lo avrebbe ucciso senza avere la certezza che fosse proprio
lui la
spia.
-Potresti
cominciare con il farmi alzare... sei pesante.- gli
disse, mettendo però le mani, adesso lasciate libere
dall'altro, aperte sulle
sue cosce.
La Volpe
ghignò.
-Non mi sembra
ti dia fastidio, avermi su di te...-
-Preferirei
averti sotto, per dirti la verità...-
In quel momento
la porta si spalancò di colpo.
-Machiavelli!
La Volpe crede...-
Ezio Auditore
non era di certo un ragazzino... aveva avuto le
sue esperienze, ma rimase comunque un momento a bocca aperta a guardare
i due
uomini sul pavimento, voltati verso di lui.
-Si?- chiese
Machiavelli puntellandosi sui gomiti.
-Ehm... no,
niente... credevo... cioè, volevo solo... ho
trovato la spia... è uno dei tuoi, Volpe... credo che ora
andrò a farlo
fuori...- balbettò il fiorentino guardando Nicolò
contorcersi stizzito" Volpe, vuoi toglierti di
mezzo per
favore?" per riuscire
ad
alzarsi.
-Vai pure
Ezio...- rispose la Volpe, senza collaborare
nemmeno un po', ma
anzi intralciando
l'altro in tutti i modi.- Ci vediamo alla Volpe Addormentata...- lo
congedò con
un sorriso malizioso, pestando con il palmo della mano la tunica
dell'altro
uomo, impedendogli di fatto di alzarsi.
Ezio
annuì e fece per chiudere la porta, ma ci ripensò
affacciandosi di nuovo all'interno dello studio.
-Ehm... fossi in
voi bloccherei la porta... ci sono i miei adepti
che girano per i corridoi... turberete le loro giovani menti...- li
canzonò,
ripresosi dalla sorpresa.
-Ma te ne vuoi
andare?- sibilò Machiavelli, indeciso se
lanciargli dietro il coltello che ormai giaceva abbandonato a terra.
Ezio se ne
andò ridendo.
-Beh, dove
eravamo rimasti?- chiese la Volpe al fiorentino,
con un sorriso che l'altro giudicò irritante.
-Al momento in
cui andavi al diavolo...- lo informò l'altro
irritato dall'atteggiamento canzonatorio dell'altro e per essere stato
sorpreso
in quella posizione di sottomissione.
La Volpe fece
una risata.
-Ti sbagli, mio
caro amico... eravamo arrivati al momento in
cui andavi a farti fottere!- rise prima di bloccarlo nuovamente sul
pavimento,
pronto per balzare addosso alla sua preda.
Fine
Forse non
è proprio IC, ma spero vi piaccia comunque.. a
presto!