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Autore: sibley    12/11/2013    1 recensioni
No, non poteva essere. Era sempre stata lei quella a lasciare i fidanzati, ma adesso le cose non erano andate così. Erano passate due settimane dal suo rapimento, e Superman era diventato ufficialmente un ghiacciolo nei suoi confronti. Aveva pianto per due lunghi giorni, aveva pianto tutte le proprie lacrime, e tutto per cosa? Per un ragazzo! Aveva pianto solo nel vedere sua madre trattata male da suo padre... Tanto, tanto tempo fa. E ora, le sue lacrime erano dedicate a Clark Kent. Doveva assolutamente smetterla.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Wonder Woman's Stories'
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Diana era una donna, prima di essere la donna meraviglia. Meraviglia, alcune volte era solo un aggettivo. Se tutto fosse andato come le sue battaglie, probabilmente si sarebbe evitata tanta sofferenza. Era a casa da ormai venti minuti, e il telefono squillava incessantemente. Era Bruce Wayne, che le telefonava per sapere se la sera dopo fosse stata libera per una cena. Non voleva parlargli, però davvero, se avesse accettato quel benedetto invito a cena, forse avrebbe smesso di darle il tormento. Decise di farsi una doccia. Mise il cellulare sul bordo di marmo del lavandino accanto alla vasca, e cambiò suoneria per Bruce, in modo che le sue chiamate fossero distinguibili da possibili emergenze. Si infilò in doccia. Mentre l'acqua scorreva sul suo corpo flessuoso, riflettè brevemente sul da farsi. Avrebbe accettato l'invito a cena, e quando lui avrebbe provato ad arrivare al sodo, lei gentilmente gli avrebbe spiegato che non era il caso, e gli avrebbe raccontato tutto l'amore per Clark, e la poca voglia di imbarcarsi con un donnaiolo come lui. E se avesse opposto resistenza? Be', in tal caso gli avrebbe sbattuto in faccia che sapeva che era fidanzato ufficialmente!

Uscì dalla doccia, e brevemente inviò un messaggio a Bruce, accettando l'invito, e preparandolo all'idea che gli avrebbe dovuto dire qualcosa di importante. Il messaggio con cui lui le rispose circa dieci minuti dopo, però, le fece intendere che lui aveva capito tutt'altra cosa, e non si sarebbe stupita nel trovargli dei preservativi nascosti dovunque. Era forse il caso di chiedere a Kara e ad Oliver di seguirla, per accertarsi che Batman non tentasse gesti insani? Ridacchiò al pensiero di Aquaman che annaffiava il viso di Bruce ogniqualvolta le si avvicinava, anche solo con l'intento di guardarla meglio. Oh, l'iperprotettivo Aquaman! Ormai erano mesi che la aiutava a superare drammi e problemi, e se non fosse stato solo un inganno di Lobo, probabilmente l'avrebbe aiutata anche con Superman la prima volta. Si mise a letto, dopo aver indossato una maglietta lunga fino alle ginocchia, decisa a riposarsi adeguatamente.

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La sera dopo, alle otto in punto, Bruce passò a prenderla su una Maserati. Lei gli sorrise, e lui ricambiò, malizioso. Lei indossava un lungo abito rosso, del colore del suo costume da combattimento, e lui era in smoking. Avevano deciso di infilarsi in un anonimo ristorante di Metropolis, invece di Gotham, poiché non era il caso di finire immortalati su tutti i giornali. Bruce, era decisamente troppo famoso. Era più semplice uscire con Clark, che era solo un semplice giornalista. Sospirò, mentre Bruce avviava la macchina, e sgommando, usciva dal vialetto. Non ci misero molto ad arrivare a Metropolis, e a raggiungere il ristorante. Bruce aveva ovviamente un tavolo prenotato. Indovinate dove? Esatto, nel privè. "Dannato bastardo", pensò Diana. Aveva iniziato a detestarlo. Non avrebbe dovuto ricambiare quel maledettissimo bacio. Ma ormai il malanno era fatto, perciò si accomodò di buon grado, e lasciò che Bruce ordinasse linguine allo scoglio per entrambi, insieme a due bicchieri di Cristal. Non appena la cameriera, una biondina vestita con un uniforme piuttosto succinta, portò i bicchieri, Bruce propose un brindisi. Si chiese a che cosa si brindasse, ma comunque obbedì sorridendo. Sapeva come mascherare le proprie sensazioni, e mentre Bruce ciarlava, e lei sorrideva ed annuiva, continuava a chiedersi come scaricarlo. Improvvisamente però, forse incoraggiata in gran parte dal Cristal bevuto in abbondanza, decise di esternare la propria opinione.

"Sai Bruce... Io non sono interessata a te. No, davvero, sei proprio un bell'uomo eh... Ma sei fidanzato!" e qui Diana spalancò gli occhi in una parodia di sconvolgimento. "...sei fidanzato, cavoli! E poi... Mi piace Clark... E io lo amo, ma lui se ne sbatte! E io voglio stare con lui..." si prese una pausa "...e lui se ne sbatte!"

Diana iniziò a canticchiare, mentre Bruce rimase totalmente spiazzato da questo repentino cambiamento d'umore. Chiamò con uno schiocco di dita la cameriera, che praticamente si materializzò al loro fianco con il conto già pronto. Bruce lasciò un paio di banconote da cento dollari, e prese sottobraccio Diana, spingendola piano verso l'uscita. Per una volta, aveva incassato il rifiuto da gran signore. Sapeva che Diana non si poteva forzare, che era una di quelle donne coriacee, che non cambiavano idea, e se davvero amava Clark, allora si rendeva conto di essere stato una ripicca, di nuovo. Quando la cameriera si riavvicinò per dargli il resto, lui le afferrò la mano, e gliela spinse verso la sua tasca, ad indicarle che poteva tenersi il resto, sebbene fossero quasi ottanta dollari. La bionda sorrise, e divenne color cremisi. In cambio, gli passò un biglietto con il proprio numero. Bruce lo intascò, chiedendosi se fosse il caso di farle uno squillo dopo aver riaccompagnato a casa Diana. Intanto, la signora meraviglia, come la soprannominava scherzosamente Kara, si dilettava in un curioso karaoke di Tonight, di John Legend. Quando si rese conto dello sguardo inebetito di Bruce, si accinse a dare spiegazioni.

"Sai Bruce... Io devo ancora vivere la serata più bella della mia vita... Prima o poi, mi aspettavo che fosse Clark a regalarmela. Una serata stupenda, senza dannati imbecilli pronti a far saltare la terra, senza la moglie di mio padre pronta a farmi lo scalpo... O senza essere mollata. Io volevo una serata perfetta... Se ci fosse stato Clark al tuo posto, sarebbe tutto stato perfetto... Ma non c'era Clark... Ci sei tu..."

Se Bruce davanti a quelle parole si fosse offeso, seppe mascherarlo molto bene, poiché abbassò il sedile del passeggero e lasciò che Diana si stendesse delicatamente, per poi salire in macchina anch'esso, e avviarsi verso casa di lei. Durante il tragitto, la bella Diana si addormentò, e lui decise di parlarle a cuore aperto, senza alcuna restrizione. Pensava che lei non potesse sentirlo, ma si sbagliava. Diana, aveva quasi già smaltito la sbornia, e si era lasciata andare in un momento di pura tristezza, tipico degli ubriachi, ma era semi-sobria e sentì tutto il lungo monologo di Bruce Wayne, che si accingeva a spiegarle cosa l'avesse colpito di lei.

"Mi hanno colpito i tuoi selvaggi capelli corvini... Mi hanno colpito i tuoi occhioni blu... La tua capacità di non perdere mai il controllo, di mantenere il sangue freddo davanti a qualsiasi circostanza... Sei stata rapita da Lobo, assieme a tutte le altre eroine... E mentre loro si disperavano, piangevano come se non ci fosse stato un domani, tu eri lì, lucida, che cercavi comunque una soluzione al problema, che speravi fortemente che qualcuno ti venisse a salvare, nel peggiore dei casi... Ma non ti sei accasciata contro quel muro lercio, non ti sei messa a piangere... Non hai perso la speranza. Hai ragione, sei intelligente come nessun altro al mondo. Sono fidanzato, da sei mesi. Sto con una famosa modella di Gotham City. Ma sai, alla fine lei è solo un rimpiazzo. Tu non l'hai mai vista... Ma lei ti somiglia. L'unica differenza è che quando apre bocca, è stupida... Non sei tu sicuramente. L'ho accettata quando ha provato a strapparmi un'uscita, mesi fa, solo perché mi ricordava terribilmente tanto te. Perché mi ricordava te nei modi di fare, quando in passerella è forte e sicura di sé. Tu invece, sei forte e sicura di sé sempre. Non lasciare che Clark Kent ti riduca in questo stato... Non abbatterti per una persona che non sa vedere il meglio di te."

Quando Wayne ebbe concluso il suo monologo, Diana era perfettamente cosciente, sebbene stordita follemente, e decise di fingere di risvegliarsi, proprio mentre Bruce imboccava di nuovo il vialetto, per riportarla in casa. La mise giù davanti alla porta, dopo averla portata in braccio per tutto il sentiero di ghiaia nel giardino. Lei prese le chiavi nella borsa, sempre fingendosi stordita da matti, e approfittò della situazione. Diede un bacio a fior di labbra al povero Bruce che divenne praticamente color Lanterna Rossa. Subito dopo, lei aprì la porta di casa, e ci si infilò dentro svelta, salutandolo con la mano. Non appena mise piede in cucina però, Kara la chiamò, mandando in fumo tutti i suoi progetti di andare a dormire.
  
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