Anime & Manga > No. 6
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Autore: __shion__    12/11/2013    1 recensioni
Tick tick, ticchettava l'orologio nervoso in sottofondo. Ma Nezumi giurò che più che battere i secondi, stesse centellinando come un contagocce il sudore che sentiva scorrere giù per il collo, giù per il petto, fin dentro il cuore.
Strinse i denti e con i pochi strumenti inadeguati che aveva a disposizione, allargò un taglio sulla nuca di Shion finché non riuscì a liberare l'insetto che vi si era annidato.
Scemo... lo sapevi... ti eri sicuramente accorto di lei... perché non mi hai detto niente? Era davvero più importante ribattere alle mie provocazioni che pensare a liberarti di una cosa simile?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bleach

White


E' la mia anima, uccellino spaventato
che dovresti interrogare ancora e ancora.
In questi giorni spietati e senza fine
quando arriverà la pace? Quando giungerà la calma?

Quando giungerà la calma...? Quando giungerà la calma....?
Versi di una poesia gli rimbombavano in testa. I versi dell'ultima volta che aveva schernito Shion, l'ignoranza di Shion nei confronti della cultura, quel broncio fastidiosamente tenero che Shion assumeva quando gli veniva fatta notare la sua mancanza.
Tick tick, ticchettava l'orologio nervoso in sottofondo. Ma Nezumi giurò che più che battere i secondi, stesse centellinando come un contagocce il sudore che sentiva scorrere giù per il collo, giù per il petto, fin dentro il cuore.
Strinse i denti e con i pochi strumenti inadeguati che aveva a disposizione, allargò un taglio sulla nuca di Shion finché non riuscì a liberare l'insetto che vi si era annidato. Shion cacciò un grido strozzato di dolore ma Nezumi sapeva che non era a causa della ferita aperta, della lama penetrata a fondo o del fatto che non si era potuto permettere un'anestesia. Trattenendo il respiro, Nezumi si rigirò l'insetto simile a un'ape tra le dita, ora tremanti. Fino a un attimo prima, quel piccolo essere era dentro al corpo di Shion, sotto la sua pelle, a contatto con i suoi tessuti.
Scemo... lo sapevi... ti eri sicuramente accorto di lei... perché non mi hai detto niente? Era davvero più importante ribattere alle mie provocazioni che pensare a liberarti di una cosa simile?
Shion gemeva senza tregua, gli occhi serrati e il corpo abbandonato come nella speranza di addormentarsi di colpo per lo stremo e dimenticarsi di essere stato al mondo.
Stupido... continuava Nezumi nella sua testa, e intanto tamponava il sangue. E con orrore misto a stupore notava che sotto il panno e le sue dita macchiate, la ferita non si rimarginava ma si espandeva attorno al collo di Shion. Come una chiazza rossa lasciata dal segno di una corda, un serpente scarlatto si srotolava secondo un percorso preciso. Sopra la nuca, i capelli di Shion rilucevano ancora sotto la luce artificiale e giallastra della stanza, ma non erano più del nero che Nezumi ricordava. Ma non aveva tempo per pensarci, doveva fare il possibile per salvarlo, come Shion una volta aveva salvato lui. Doveva tenerlo sveglio, almeno fin quando non fosse stato sicuro che fosse fuori pericolo.
Quando giungerà la calma?
Doveva giungere, doveva tornare un'altra volta. Tutto doveva tornare a come era stato fino a un attimo prima.
Per poco non si morse la lingua. Quello non era lui, non era da lui desiderare la pace e la calma, e che tutto tornasse come un attimo prima. Nella sua vita non c'era mai stato posto per gli attimi passati, solo per l'impellente presente. Tutto può succedere in qualunque momento, una verità tanto ovvia a cui si era rassegnato a testa alta, gli stava facendo pagare il conto della sua presunzione vanesia.

***

Shion dormiva. Shion respirava. Ed era sopravvissuto. Le chiazze scure sulle sue braccia erano svanite, ma qualcos'altro aveva ricoperto il suo corpo. Nezumi gli aveva aperto la camicia e nella più totale incredulità aveva fissato quella specie di serpente che gli avvolgeva il busto e che si muoveva su e giù insieme al suo petto. Poteva quasi sentirlo sibilare: Era quasi mio... Era quasi mio...
Un ghigno sottile si allargò sul volto di Nezumi. "Ma lui è sopravvissuto lo stesso. Mica male per un moccioso viziato." Nezumi scosse la testa soltanto al ricordo dell'enorme fatica provata nel tentativo di farlo fuggire sano e salvo da No.6. Più che la polizia era stata l'incredibile ingenuità di Shion a farlo spazientire. Ma ora Shion, che a stento si accorgeva di cosa gli succedesse intorno, aveva stretto i denti sul baratro della morte ed era sopravvissuto.
Qualche ora dopo si risvegliò, reduce da un incubo. "Grazie" disse a Nezumi e Nezumi gli rispose ancora in modo insolente. Ma dentro era irrequieto. Davanti a lui Shion dialogava normalmente mentre una cascata di lucenti capelli bianchissimi gli ricadeva sulla fronte. Erano quanto di più assurdo avesse mai visto. E allo stesso tempo voleva toccarli, perché sembravano così soffici e puliti, e dondolavano dolcemente ad ogni movimento della testa di Shion. Nezumi abbassò gli occhi sul suo viso fino a scorgere la cicatrice.
Con sua sorpresa Shion provò di già ad alzarsi dal letto. Ma si fermò a metà, perché notò che il suo busto era completamente fasciato da bende.
"C-cos'è successo? ...Perché ce ne sono così tante?"
"Perché ti stavi strappando via la pelle dal dolore, ho dovuto fasciarti prima che combinassi uno scempio."
Perché... non volevo che tu vedessi...?
Nezumi sbuffò irritato e si diresse verso l'uscio dicendo che andava al lavoro. Dietro di sé poteva avvertire la solita espressione curiosa che Shion assumeva quando parlava con lui. Nessuno gli aveva mai rivolto uno sguardo simile, perché nessuno lo ascoltava con l'intenzione arrogante di capirlo e soppesava le sue parole con l'inutile cura che dimostrava Shion. Ma si gettò tutto indietro e uscì di corsa dalla stanza. L'aria pungente dell'autunno inoltrato si schiantava gelida contro le sue guance. Shion se ne sarebbe accorto da solo. Della cicatrice e dei capelli bianchi. Era inevitabile che succedesse, ma allora cosa gli era saltato in mente quando aveva deciso di ricoprirlo di bende...?
Si fermò di colpo, i suoi piedi affondarono ancora di più nel terreno umido e fangoso sottostante. Un'espressione grave adombrava il suo volto. Doveva assolutamente scacciare il pensiero che si stava formando prepotente dentro di lui. Ma poi riportò la mente ai soffici capelli di Shion, bianchi come una distesa di neve pulita. Le sopraciglia aggrottate si distesero contro la sua volontà e un sorriso sfuggì dalle sue labbra.



*All'inizio: poesia di Hesse malamente tradotta da me (x_x)


  
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