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Autore: itsmeWallflower    12/11/2013    2 recensioni
[STORIA TEMPORANEAMENTE SOSPESA]
E' la storia di Nicole e Darren e Sam.
E' la storia del destino, il loro.
E' la storia dei sogni di Nicole, e delle sue lotte per avverarli.
E' la storia di Sam, il piccolo Sam, nato da un piccola piacevole parentesi.
E' la storia di Darren che non sa di essere il suo papà.
E' la storia di una bugia, che verrà a galla.
E' semplicemente una storia di destino, bugia e amore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Darren Criss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

 
Quel giorno, dopo il picnic, dopo che Darren se ne fu andato e dopo che Nicole ebbe messo Sam a dormire, sentì il bisogno di chiamare Sophie e raccontarle cosa stava succedendo e cosa diavolo stava facendo e magari cercare un po’ di comprensione e conforto che invece non trovò in sua nonna , poiché durante tutta la conversazione non fece altro che riempirla di ramanzine e parole dure.
Ma lì doveva pur esserci qualcuno che facesse l’adulto e che le aprisse gli occhi e Sophie si era riservato quel ruolo.
“Davvero Nicole, se ci fosse tua madre ti direbbe che stai sbagliando di grosso. Tu non sei una bugiarda.. non lo sei mai stata e mentire così a quel ragazzo.. è sbagliato!”
“nonna.. lo so.. io..”
“cavolo Nicky non capisci che non sei tu a dover decidere per loro? Sam si merita un padre e credo che Darren si merita di sapere che Sam è suo figlio!”
“lo so nonna, lo so. Ci sto male per questo. Ma non è facile.”
“mi avevi promesso che se il destino lo avesse voluto tu lo avresti lasciato fare.. invece lo stai ostacolando! E poi cara, ma non capisci che questo ragazzo nonostante siano passati anni e che la vostra storia sia durata poco ti vuole bene? Lo capisco perfino io!”
“nonna, anche io gli voglio bene, ma questo non significa niente.”
“sarà meglio per te che quando verrò a trovarti, avrai già risolto tutto. Altrimenti lo faccio io!”
La nonna riattaccò arrabbiata. Lasciando Nicole con un nodo in gola.
Non era stata d’aiuto, non le aveva detto niente di nuovo.. ora sperava solo che avrebbe deciso di andarla a trovare il più tardi possibile, perché si potevano dire molte cose di Sophie ma non che non mantenesse la parola data.. se si fosse presentata lì e Nicole non avesse già sganciato la “bomba” era sicura che lo avrebbe fatto lei.
******
 
Darren quella sera fu puntuale, suonò il campanello alle sette e mezzo in punto.
Nicole non fece nemmeno in tempo ad aprire la porta che quello si fiondò dentro, afferrando Sam e facendolo volare come un aeroplano sulla sua spalla, “allora? Noi siamo pronti?” chiese al piccolo mettendolo giù e scompigliandogli i ricci, “prontissimo!” esclamò Sami tornando in braccio a Darren per un altro volo, “ehi vacci piano Dare!” scherzò Nicole che si era presa tutto il tempo per guardarlo a dovere.
Quella sera era bello e raggiante, con un filo di barba e gli occhi pieni di energia, “non riesco a stare fermo!” disse lui, fermandosi però per guardarla, “ma sei ancora in vestaglia?” domandò alzando un sopracciglio un po’ malizioso, e quello sguardo era fuoco puro sulla pelle di Nicole, che cercò con tutta se stessa di non arrossire ed evitare i suoi occhi, “devo ancora decidere cosa mettermi..Ma voi non fate tardi okay?”  Sam e Darren nemmeno se ne accorsero, ma alzarono gli occhi al cielo nello stesso momento, prima di dire “si mamma” all’unisono..
“allora noi andiamo.. a dopo e buona serata” Darren prese Sam e fece per andare, “saluta la mamma” disse poi rivolto al piccolo, “Sam fa’ il bravo, non far arrabbiare o preoccupare Darren okay? mi fido di te!” Sami annuì convinto, le diede un bacio sulla guancia e poi strinse più forte la mano di Darren pronto per andare, “e Darren.. un bacio portafortuna!” così dicendo Nicole si alzò sulle punte e baciò lui sulla guancia. “grazie” mormorò Dare alzando il polso per fargli vedere il vecchio elastico che gli aveva dato lei in Italia, “lo metto sempre in queste occasioni” la salutò.
Chiuse la porta poggiandosi con le spalle contro, prendendo un profondo respiro.
Sapeva che tutto quello non sarebbe durato ancora per molto. Sarebbe crollata. E quando questo sarebbe accaduto, tutto il suo equilibrio e quello di Sami si sarebbe rotto.
Si sarebbero rotte molte cose.
E la fiducia di Darren era una di quelle.
Scoppiò in un pianto liberatorio, perché quello era l’unica cosa che poteva fare, perché non c’era nessuno a cui nascondersi, perché la situazione in cui lei stessa si era costruita le stava andando stretta, Perché stava mentendo a tutti, pure a lei stessa.
Pianse un sacco ma alle nove però, quando Robert suonò alla porta lei era pronta con un sorriso stampato sul viso.
 
La serata, per quanto l’architetto le avesse dato brutte notizie, non era andata male.
Aveva cercato di distrarla dal fatto che con il budget che aveva non sarebbe riuscita a fare nemmeno la metà del suo progetto, e che per come era la sua situazione sarebbe stato difficile chiedere ed avere un prestito bancario.
“vedrai si troverà una soluzione, hai un buon lavoro.. e..” cercò di dire Robert ma lei lo bloccò,
“si ho un buon lavoro, ma vivo con mio figlio in una casa in affitto, ho 21 anni e sono italiana con un visto temporaneo. Nessuno accetterebbe di farmi un prestito e poi io non voglio cominciare un attività già sommersa di debiti. Sono stata affrettata. Come sempre” sospirò la ragazza.
“meglio non parlarne più per questa sera. Ci penseremo domani!” Robert pagò il conto di una cena che Nicole non avrebbe potuto nemmeno immaginare di poter mangiare e uscirono fuori, “che ne dici di un gelato?” chiese lui, “solo se te lo lasci offrire” disse lei sorridendo, si sentiva in debito con lui, dopo tutto quel lavoro che stava facendo senza vedere nemmeno un centesimo fino ad ora e dopo quella cena deliziosa.
Mangiarono il gelato passeggiando per le spiagge di Los Angeles e parlando ancora, ma questa volta fu Robert a riempire la conversazione.
Parlò del suo matrimonio fallito, dei suoi due figli, del suo lavoro e poi si ritrovarono entrambi a raccontarsi di aneddoti divertenti dei loro bambini.
“Sam non ha mai conosciuto suo padre?” chiese poi ad un tratto serio lui, “beh ecco.. lo ha conosciuto.. ma non in veste ufficiale” lui la guardò curioso, “che vuoi dire? Che lo conosce ma che non sa che è suo padre?” lei annuì “e a suo padre sta bene?” lei sorrise amara, “anche lui lo conosce ma non in veste ufficiale.. giusto?” lei di nuovo annuì, “beh ora sono curioso.. come hai fatto a tenerlo nascosto? Ti ho raccontato tutto del mio matrimonio.. ma di te invece non so niente” lei guardò l’ora e notò che si era fatto tardi.
“è una lunga storia e si è fatto tardi, meglio se te la racconto un’altra volta” lui non insistette tanto, però si fece promettere che gliela avrebbe raccontata un giorno o l’altro..
Una volta a casa Robert da gentiluomo l’accompagnò fino alla porta, “è stato un piacere passare del tempo con te, e spero che per te sia stato lo stesso” lei sorrise “senza contare le brutte notizie, anche a me ha fatto piacere!” lui scoppiò a ridere, Nicole fece per mettere le chiavi nella toppa della porta quando questa si aprì e si ritrovarono di fronte Darren, “avevo sentito delle voci.. erano le vostre!” disse  con in braccio il piccolo Sam assonnato, “mamy sei tornata! Ciao Robert!” l’architetto lo salutò e passò in rassegna i tre guardandoli uno per uno, “ora sono davvero, davvero curioso di sentire la tua storia” disse a Nicole sorridendo furbo, “non è poi così interessante” fece lei cercando di chiuderla lì, “Robert lui è Darren” fece le presentazioni, “oh Darren.. Darren Criss, giusto? ecco dove ti avevo visto! Mia figlia ha una tua foto in camera.. piacere di conoscerti” disse Robert sorridendo, “piacere mio Robert..” la situazione era alquanto tesa, “beh allora io vado. Buonanotte. E non dimenticare, mi devi una storia.” Robert si abbassò a baciare la guancia di Nicole che restò spiazzata da quel gesto , “buonanotte Robert e grazie ancora per la cena” .
Darren fece entrare Nicole in casa come se fosse il padrone, lei esausta gettò via le scarpe troppo scomode e si buttò con poca delicatezza sul divano, “sono stanca morta” sospirò prendendo suo figlio tra le braccia, “e tu perché sei ancora sveglio?” disse carezzandogli i capelli, “volevo raccontarti come mi sono divertito” disse il ricciolino lasciandosi sfuggire uno sbadiglio, “beh lo puoi fare anche domani.. meglio se ora ti porto a letto” Sam cercò di protestare, ma era davvero stanco, “gli starkid sono bravissimi. Anche io da grande voglio essere uno starkid” disse accoccolandosi meglio sul petto della mamma, “sarai uno starkid eccezionale!” esclamò Darren come per salutarlo quando Nicole fece per portarlo a letto.
 
“si è addormentato subito” disse quando fu di ritorno, “ha insistito tanto per aspettarti. Non ho saputo dirgli di no e poi non credevo che facessi così tardi” guardarono entrambi l’orologio e si accorsero che la mezzanotte era passata già da un po’, “mi dispiace..non mi ero accorta dell’ora” lui fece spallucce, “come è andata la serata?” chiese poi, “è andata” rispose lei chiudendo gli occhi e appoggiando la testa sulle testiera del divano, “invece Sam ti ha fatto disperare?” domandò senza voltarsi a guardarlo, “è stato bravissimo! Ma cosa c’è Nicole? Avete parlato del progetto?”  annuì pensierosa, “ne abbiamo parlato.. ma niente che non si possa risolvere” disse, cercando di chiudere lì il discorso, “non voglio insistere, ma se hai bisogno di qualcosa chiedi pure, magari posso aiutarti” Nicole sorrise ringraziandolo.
“e allora? Vuoi raccontarmi lo spettacolo?” lui si sedette di fianco a lei sul divano, prese il cellulare e cominciò a parlare facendo vedere le tante foto che aveva fatto, la maggior parte di quelle raffiguravano Sam che ballava, rideva, guardava incantato chissà cosa, “e queste sfuocate invece le ha fatte Sam..” indicò col dito, un punto astratto, “questo sono io mentre canto!” Nicole sembrò dimenticare le notizie di quella sera e si divertì insieme a Sam e Darren in quelle foto.
“beh, vi siete davvero divertiti. Credo che la prossima volta ci verrò anche io!” disse lei poggiando la testa sulla testiera del divano e chiudendo gli occhi, di nuovo.
“tu dopo la cena cos’hai fatto?” domandò Dare, imitando lei e poggiando la sua testa di fianco a quella di Nicole, “gli ho offerto un gelato. E abbiamo passeggiato per la spiaggia” lei non lo vedeva ma Darren alzò le sopracciglia, “romantico” mormorò, “non c’era niente di romantico in quello che dicevamo, abbiamo parlato dei suoi due figli, del matrimonio finito e un po’ di Sam” Darren fece spallucce, “secondo me ci stava provando” Nicole sbirciò dalla parte di lui e poi tornò a richiudere gli occhi, era veramente bello parlare con lui, così.. naturale.
“ha quarant’anni.. credo che mi vede come una sua figlia in difficoltà, per questo è così gentile..” lui scoppiò a ridere, “io non porterei mia figlia in un ristorante elegante e poi a fare una passeggiata sulla spiaggia di notte” Nicole sorrise, “e poi quale storia gli devi?” questa volta quando lei lo sbirciò lui la stava guardando, “nessuna storia in particolare.. questa sera ha parlato molto di più lui di me, vuole che ricambi” Darren allora si mise a sedere, “oh capisco sta usando la scusa della storia per avere un secondo appuntamento.. tu ricambierai?” Nicole fece spallucce, “non lo so, forse!” Darren tornò al suo posto, “beh comunque  sei stato gentile ad esserti preso cura di Sam questa sera, non so come ringraziarti” lui sorrise furbo, “basta dire grazie.. sai è semplice!” Nicole lo colpì con una spalla scherzando, “idiota, davvero non so come ringraziarti!” lo sentì sorridere, “vediamo.. offri anche a me un gelato” sembrava una richiesta più che fattibile, “andata. Ti offrirò un gelato.. ma dimmi, vuoi davvero un gelato o è solo una scusa per avere un appuntamento?” scherzò prendendolo in giro, “forse tutt’ e due le cose”  Nicole decise di non prenderla troppo seriamente, decise che per quella serata non si sarebbe complicata ancora le cose. Solo per quel po’ che lui era lì.
“meglio che vada, sono stanchissimo.. ed anche tu. Allora ci vediamo domani sera?” Nicole alzò gli occhi e lo vide di fronte a lei sorridente, “non posso lasciare Sam da solo di nuovo.” Lui sembrò rifletterci un po’, “beh mercoledì è il tuo giorno libero, ma io sono occupato.. quindi che ne dici di giovedì dopo il lavoro? Passo a prenderti in pasticceria” Nicole sorrise, era un buon compromesso, “giovedì dopo il lavoro allora.”
 
 ****
La gelateria era molto discreta, Darren conosceva bene i posti che poteva e non poteva frequentare. Pensare tutto il tempo a cosa si può o non si può fare era davvero estenuante.
“io prendo cioccolato e menta con tanta panna!” esclamò Darren rivolto alla barista, “per me invece nocciola e pistacchio.. grazie” la commessa aveva riconosciuto Darren e dopo vari occhi dolci e frasi gentili disse che il gelato glielo regalava la casa.
“e mi farebbe davvero piacere un autografo e..” Darren sorrise gentile, come faceva ogni volta che lo riconoscevano, “figurati.. l’autografo lo faccio lo stesso, ma i gelati voglio pagarli” la ragazza insisteva e Darren stava per cedere, allora Nicole scostante prese una banconota da dieci dollari e la mise sul bancone, “la ringrazio infinitamente, ma visto che io non sono abituata ad avere sconti, e visto che il gelato al ragazzo qui devo offriglielo io.. prenda questi e si tenga il resto” Nicole le diede le spalle e cercò un posto appartato dove sedersi mentre Darren ringraziava un’ultima volta la barista.
“avresti potuto approfittarne.. e invece le hai lasciato addirittura sei dollari di mancia!” Darren si sedette di fianco a lei gustandosi il gelato, “così potrà offrire il gelato al prossimo ragazzo interessante che si presenta. Dovrebbe ringraziarmi!” il riccio scoppiò a ridere, “sembra buono il tuo gelato” Nicole alzò la testa e glielo porse davanti alla bocca, “assaggia” disse, leccò sia la nocciola che il pistacchio, “in effetti il tuo è più buono” disse come un bambino, “è ovvio! Tu le hai fatto mettere un quintale di panna.. per di più sulla menta!” lui fece spallucce, “hai risolto il problema per il progetto?” Nicole sorrise amara, “non è così facile da risolvere” lui abbassò il viso per guardarla meglio, “non me ne vuoi parlare?” Nicole prese un gran bel respiro e sputò tutto fuori, “ho comprato il locale, ma con i soldi che mi sono rimasti non riesco a finire tutto il progetto. E nella situazione in cui mi trovo, un italiana senza green card, con un figlio e una casa in affitto, è difficile chiedere un prestito e sinceramente nemmeno voglio chiederlo, non vorrei cominciare l’attività sommersa di debiti. Quindi credo che dovrò aspettare”
“quanto ti servirebbe?”
“ora 30 mila dollari.. più o meno. Ma facendo qualche calcolo tra un anno riuscirei a conservarmene 15 mila e allora forse potrei chiedere un prestito.”
“posso prestarteli io. Me li darai quando vorrai, senza interessi.. così non sarai davvero sommersa dai debiti, e non devi chiedere a nessuna banca” lei scosse la testa decisa, “sei impazzito! Assolutamente no! non sono 10 dollari che dovresti prestarmi! E poi con quest’attività non si sa come potrebbe andare a finire. Potrei perdere tutto. Non posso proprio.” Darren fece per replicare, “non si discute. Mangia il gelato!” lo disse come se stesse parlando con suo figlio, “non posso nemmeno aiutarti per richiedere la green card?” propose, “ci ho già provato.. ma per quanto io possa avere un buon lavoro é difficile che mi diano la green card prima dei cinque anni. È un disastro” sospirò pesantemente e diede un altro morso al gelato, “meglio cambiare discorso.. vedo che indossi ancora l’elastico che ti ho regalato.. sii sincero lo indossi con la speranza di perderlo eh?!”dove gli era uscita tutta quella faccia tosta lei non lo sapeva, ma era tremendamente curiosa di sapere perché portasse quel portafortuna ancora dopo tutto quel tempo e lui sembrò quasi scandalizzato da quell’affermazione, “stai scherzando? Questo elastico mi ha portato davvero fortuna.. non vedi dove sono arrivato?” Nicole scoppiò a ridere, “credi davvero che sia stato merito dell’elastico? Ancora credi nella fortuna e nel destino e cose del genere? Quando crescerai?” Darren storse il naso, “non offendermi Nicole! La fortuna di questo elastico ha influito.. anche se un po’ del merito va anche a me!” Nicole alzò gli occhi al cielo, “sono convinto che tua madre mi abbia aiutato sul serio. Tu dicesti che lei sarebbe stata contenta se lo avessi avuto io.. e che mi avrebbe portato fortuna ricordi?” lei fece spallucce, “lo ricordo si. All’epoca ci credevo” lui leccò un altro po’ del gelato di lei, “io ci credo ancora.. però avresti potuto dire a tua madre di portarmi fortuna anche in amore. Una volta glielo ho chiesto.. sai? Ma mi sa che non mi ha ascoltato!” a quel punto Nicole non riusciva più a smettere di ridere, “da qua” prese il polso di lui e cominciò a carezzare l’elastico, “ehi mamy.. se mi stai ascoltando.. ti chiedo di vegliare ancora su questo ragazzo qui e di portargli un po’ di fortuna anche in amore. Si, lo so, non si accontenta mai. Oh si.. dimenticavo mi manchi, Sam avrebbe voluto conoscerti.. e ti voglio bene!” gli lasciò andare il polso e prese a mangiare il suo gelato, “grazie” lei fece spallucce, “che poi sei davvero sicuro di essere stato sfortunato fino ad ora? Io avevo notato che quella ragazza.. Mia, giusto? Ti supportava al cento per cento. sempre” sembrò farsi serio, “avevi notato?” Darren invece aveva notato la sua stupida frase, ma non si diede per vinta, “stavo parlando di Mia” disse lei abbassando lo sguardo, “in effetti si. Mi ha aiutato parecchio. Lei c’è sempre stata per me. Mi ha sempre capito e mi ha sempre sostenuto, anche quando le cose non andavano molto bene per me” Nicole si stupì di quella frase, nemmeno immaginava cosa potesse essergli andato storto, “quand’è che le cose non ti sono andate bene?”
“appena tornato dall’Italia, avevo bisogno di dimenticare e lei insieme a Joey mi hanno aiutato parecchio. Quando nessun provino andava come volevo lei c’era.” Nicole aveva corrugato la fronte, “perché avevi bisogno di dimenticare l’Italia? ricordo che mi dicesti che era stata un’ esperienza bellissima lì..” non la lasciò finire, “dovevo dimenticare quella piacevole parentesi che non mi lasciava in pace nemmeno un secondo” Nicole quasi non cadeva dalla sedia, in compenso però il gelato le cadde sulla ginocchia e fece in fretta per pulirsi, “in verità non era la parentesi che non mi lasciava in pace ma era quella promessa fatta.. non riuscivo a capire perché non potevo cercarti, perché non potevo chiamarti. Era illogico e..” Nicole lasciò perdere il gelato mettendolo da parte, ormai aveva lo stomaco contratto dai nervi.
Non riusciva a credere alle sue orecchie, in quel momento aveva avuto la conferma che se lo avesse cercato lui non sarebbe scappato. Ora ne era sicura. Ora ne era spaventata. Ora voleva fuggire.
“anche tu eri stato d’accordo. Non avevi detto che era illogico, tu avevi la tua vita ed io stavo cercando di costruirmi la mia e..”
“non ero stato d’accordo, ma non volevo rovinare il tempo che ci restava da passare insieme. Ho dovuto scegliere: se passare gli ultimi giorni con te e poi basta oppure solo basta. Ho scelto la prima.” Nicole non voleva più ascoltare. Si alzò dal tavolo senza riuscire a guardarlo, “meglio se torno a casa, si sta facendo tardi” Darren la imitò seguendola, “non volevo turbarti Nicole. Ma pensavo che era giusto dirtelo. Anzi no, era un peso che volevo togliermi” Nicole alzò le braccia al cielo “quindi volevi o non volevi turbarmi?” e per quanto la situazione era davvero seria, Darren scoppiò a ridere e Nicole non riuscì a non fare lo stesso.
“no davvero, non volevo turbarti. Non credevo di farlo” la prese per un braccio e la fece voltare verso di lui, “sono passati tre anni Nicole, non è più importante. Non dovrebbe esserlo , no?” Nicole fece un gran bel respiro, come poteva dirgli che in quei tre anni, non aveva fatto altro che pensare a lui.. come poteva dirgli che ogni volta che guardava suo figlio, inevitabilmente quella parentesi in Italia, quella sua stupida decisione di non contattarsi si ritorceva contro e non la lasciava respirare? “no infatti.. però mi sono sentita un po’ in colpa. È come se avessi dato a me la colpa della tua storia con Mia che è poi finita male” lui sorrise ancora, “ma figurati. Voglio ancora bene a Mia, e non mi pento di niente. Sono stati tre anni intensi con lei. Se mi ha tradito e ci siamo lasciati, non è soltanto colpa sua.. io non riuscivo più a dargli quello che lei meritava, mentre lei continuava a darmi tanto, troppo. Ero sempre con la testa da un’altra parte, e lei è sempre stata comprensiva..” Nicole lo affiancò e lo spinse e camminare, “okay.. dovremmo davvero cambiare discorso..” mormorò lei, “non abbiamo finito il gelato!” esclamò lui, eccolo lì il Darren che non cresceva mai.
“ho praticamente buttato dieci dollari!” Darren scoppiò a ridere, “torniamo indietro.. magari sono ancora sul tavolo!” fece per correre ma lei lo fermò, “scherzavo!” dissero entrambi, le risate furono d’obbligo.
“sai che sono stato in Italia.. l’anno scorso? A Milano..” si era fatto di nuovo serio, “ho provato a cercarti.. l’unico numero che avevo era quello di Luca, il barista.. mi disse che avevi lavorato lì per un po’ e che eri andata via.. ma non mi disse che eri a Londra e nemmeno che eri incinta” Nicole quella volta cercò di non pensarci troppo seriamente, Darren era fatto così, era espansivo e si affezionava a tutti subito, era un grande bambino.
“e sono stato anche a Londra.. tu non mi hai mai provato a cercare?” Nicole fece spallucce, “no, però in compenso sono stata ad un tuo concerto.. al Garage, quel locale era vicino la pasticceria dove lavoravo. È stato un bel concerto” Darren spalancò gli occhi sorpreso, “tu eri lì! E non hai nemmeno provato ad avvicinarti a farti vedere. Wow. Perché? Ora sono incazzato. Io ero a Milano, ore di viaggio da Arezzo ed ho provato a cercarti, tu eri lì a 10 passi da me e non hai fatto niente.” Si era impalato lì, con le braccia incrociate e lo sguardo serio, “Darren, non sapevo nemmeno cosa avrei potuto dirti. Non sapevo che mi avevi cercato e non sapevo nemmeno se ti saresti ricordato di me! È vero, non ti ho cercato.. ma questo non significa che non abbia voluto farlo. Ma sei tu quello istintivo. Non io, e avresti dovuto capirlo” Darren sembrò capire le sue ragioni e sorrise, “devi farti perdonare. Ora!” disse giocoso, “mmmh vediamo. Verrò al tuo prossimo concerto e mi farò notare” lui scosse la testa, “verrai al mio concerto, ma perché lo vuoi non perché devi farti perdonare” lei annuì pensando a qualcos’altro, “ti offro un altro gelato?” lui storse il naso, “no! credi che ti perdonerei facendomi offrire un misero gelato?!” Nicole alzò gli occhi al cielo e poi le balenò in testa un idea, si ricordava ancora molto bene il loro saluto all’aeroporto, quando lui doveva tornare a casa.
“ti ricordi il bacio d’addio che non ti ho dato?” lui alzò un sopracciglio confuso, “vuoi farti perdonare anche quello?” lei nemmeno lo ascoltò, “io ti dissi che era meglio salutarci da amici..” lei iniziò.. e lui continuò, “non volevi una fine drammatica che ti avrebbe fatto.. rattristire ogni volta che avresti ricordato noi. Mi desti un bacio sulla guancia e sorridesti..”
“fa un buon viaggio e conquista Hollywood.. ti dissi” lui sorrise, “già, ed io ancora una volta ti chiesi di poterti cercare, ma tu con sguardo assassino, mi puntasti il dito contro. ‘Abbiamo deciso così. Tu la tua vita ed io la mia.’ Poi scoppiasti a ridere poggiasti le mani sulle mie spalle..” Nicole stava facendo proprio come diceva Darren, “e mi desti un bacio sulla fro..” non potette continuare Dare, perché Nicole si era impossessato delle sue labbra. Era il bacio d’addio che non gli aveva concesso tre anni fa’.
Era quello che si stava ripetendo Nicole quando le mani di Darren le presero il viso per paura che si allontanasse.
Era quello che si stava ripetendo quando l’unica cosa che voleva era che il tempo si fermasse lì, per sempre.
Sam. Era Tardi. Sam.
Entrambi furono confusi e senza parole. “perdonata” mormorò lui, lasciandola andare e lei sorrise, “bene. Ora possiamo andare.. si sta facendo tardi” Nicole cercò di fingere che non fosse successo nulla, che quello era solo un bacio d’addio mancato.
Ma Darren invece non faceva niente per nascondere quanto fosse confuso. Era silenzioso, strano per lui, serio e non faceva altro che fissarla.
Ma una volta in macchina Nicole non riuscì più a reggere la situazione, “Darren.. non volevo turbarti, non credevo di farlo.. non avevi detto tu che non era più importante? Che era passato tanto tempo?” Darren la guardò dritta negli occhi, “ora come ora non so risponderti. Ma dimmi che quello era solo un bacio d’addio, ed io ti credo. Guardami” Nicole raccolse tutte le sue forze, “te l’ho già detto no? era il bacio d’addio che ti dovevo” Darren si zittì fino a quando non furono fuori casa di lei, “beh allora io vado” lei fece per scendere, “perché l’hai fatto? Nicole quel bacio non l’ho sentito solo io. Dimmi che lo vuoi anche tu, dimmi che possiamo provarci” lei abbassò lo sguardo sul suo grembo, “no, non dovremmo” Darren poggiò la testa sulla testiera del sediolino e chiuse gli occhi sospirando, “non dovremmo non significa che non lo vuoi, ma non voglio spingerti dove non vuoi..” chissà cos’altro ancora avrebbe detto se non fosse arrivata Jane con Sam e Toby a picchiettare sul finestrino dell’auto di Darren, facendoli sobbalzare entrambi.
“scusa Nicole se disturbo, ma io e Toby dobbiamo andare a cena dalla nonna e si sta facendo tardi” Sam salutò entrambi con entusiasmo, “Sam mi ha detto che eri tornata riconoscendo l’auto.. ad ogni modo, io sono Jane” la donna si presentò a Darren, lui le prese la mano e fece altrettanto, “beh allora io vado” Nicole aveva raggiunto Sam per strada e salutò la sua amica, “ciao Darren.. resti con noi?” chiese il piccolo arrampicandosi al vetro dell’auto, “oh no, non posso.  Mi dispiace che in questi giorni non ci vedremo spesso Sam, parto per lavoro, ma chiamami quando vuoi. E ti prometto che verrò a trovarti presto.. okay?” Sam si fece subito triste, “ehi stai facendo il musone? Avanti salutiamoci per bene.. e non far arrabbiare troppo spesso la mamma.. eh?” Sam annuì, “mi chiamerai?” gli chiese poi Darren sorridendo, “ti chiamerò!” si era ripreso, “bene. Ne sono contento. E cerca di non allentare troppo le corde della chitarra che non ci starò a sistemartele.. okay?” Sam glielo promise.
Quando partì Nicole sapeva che non lo avrebbe rivisto molto presto. Sapeva che le cose non sarebbero migliorate col tempo.
La questione non poteva essere risolta. Era troppo difficile la battaglia tra mente e cuore.


 
 
Avevo lasciato in sospeso questa storia, ma sono tornata!
non so se sarò regolare con gli aggiornamenti, ma sto scrivendo e sono ad un buon punto.. quindi niente è perduto.

Non vado molto fiera di come è uscito fuori il capitolo, ma lo avevo scritto molto tempo fa e ho trovato difficoltà a sistemarlo.
Spero che lo abbiate apprezzato lo stesso.

Chiedo ancora scusa per l'enorme lasso di tempo che vi ho fatto aspettare.

Alla prossima,
Wallflower.


 
  
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