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Autore: Sheerio30STM_    12/11/2013    1 recensioni
Un giorno potrebbe succedere a tutti voi, quello che succederà ad Hinata.
Camminando, facendo compere, prendendo l'autobus, in qualunque contesto potreste trovare la persona che vorreste accanto a voi, a cui tenete di più al mondo.
In questo caso è una persona già conosciuta, un vecchio amico della nostra ragazza, ovvero: Kiba.
Ma non sarà l'unico ragazzo che avrà dei risvolti sentimentali con la ragazza in questione. Vero, Gaara?
Spero che la mia storia vi colpisca.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Un po' tutti | Coppie: Kiba/Hinata
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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SOLI AL VILLAGGIO (pt.1)
“Gaara”
 
Ed ora che Hinata era partita, cosa avrebbero fatto Kiba e Gaara?
Gaara era nella casetta in giardino dell’amico Choji, che lo ospitava. Dormì fino alle sette, poi non fece altro che pensare, disteso sul letto, ad Hinata.
Ma adesso, è la mia ragazza?
Ci stiamo solo frequentando?
Perché non vuole dirlo in giro?
Ah, ma certo…Kiba.
Forse non stiamo facendo la cosa giusta e questo Hinata lo sa.
 Sarà sicuramente questo che la blocca nel dirlo ai suoi amici.
 Ma se crede che non sia giusto, perché lo fa?
E se non è veramente quello che vuole?
Sto scoppiando!
Ho bisogno di confidarmi, di parlarne con qualcuno.
Ma con chi?
Hinata non c’è, e poi…avevo promesso di non parlarne con i suoi amici.
Choji? No, non posso perdere la fiducia di Hinata. No.’
Poi bloccò i suoi pensieri, credeva di stare esagerando. Si rigirò sul letto e si riaddormentò in un attimo.
Si svegliò qualche ora dopo, pronto per uscire, perché più sarebbe stato a casa più avrebbe voluto dire tutto a Choji.
In poco tempo si preparò, attraversò il giardino, un tratto di casa e chiuse la porta dietro di sé. Iniziando a camminare, cosa che fece per un bel po’.
Era intento ad andare alla piaggia: un posto tranquillo che faceva riaffiorare ottimi ricordi.
Ma abolì l’idea in fretta, anche se cercava un posto abbastanza tranquillo.
Continuò a camminare in cerca di qualcosa, finché non sentì un brontolio lì vicino: era la sua pancia, reclamava cibo.
Si rese conto di non avere fatto colazione quella mattina.
Le sue mani si infilarono nelle tasche del pantalone grigio che gli cadeva morbido. Cercava delle monete.
-Ah, eccole! Menomale.- Sussurrò.
E così entrò al supermercato a poche svolte da lui.
Vagò un po’ per tutti i reparti guardando i prezzi dei prodotti, per passare il tempo, prima di annoiarsi e prendere un pacco di patatine rustiche. Erano le sue preferite.
Poi andò alla cassa, dove aspettò un paio di minuti per la fila, pagò e se ne andò.
Era quasi ora di pranzo, ma non voleva tornare a casa, ma doveva avvertire i genitori dell’amico, Choji.
Trovò una cabina telefonica e con gli spiccioli rimasti chiamò casa Akimichi e li avvertì del pranzo fuori. E con un po’ di fortuna non ci furono discussioni da parte dei grandi, era sempre un ospite sotto la loro responsabilità.
Il ragazzo era intento a chiamare la sua presunta ragazza segreta, cosa che fece, rimanendo senza soldi. Ma credeva che ne valesse la pena.
-Mmh, pronto?-
-Sì?- Rispose Hinata, serena.
-Ciao, Hinata.- Il tono del ragazzo era dolce e calmo.
-Oh.- Esclamò sorpresa. -Gaara, ma…-
-Quando torni quindi?- Chiese di netto.
-Dovrei tornare dopodomani, ma non so… se sia quello che voglio.-
-In che senso? Non capisco.-
-Perché hai chiamato?-
-Non potevo chiamare la mia…- Non sapeva come definirla.
-La tua…- Ripeté quasi impaurita del continuo.
–Non potevo chiamarti?- Si corresse con voce afflitta.
-Ehm, apprezzo il pensiero…-
-Ma…- Aggiunse Gaara.
-Sai per cosa me ne sono andata.-
-Per…per staccare. Per una tregua da tutti.- Rispose freddo lui.
Aveva capito che quella telefonata era stata un errore e glielo disse.
Questo scatenò una lite che portò in lacrime Hinata.
-NON SO QUANDO TORNERO’! MA SE LO FARO’ NON SFORZARTI A SALUTARMI!- E con queste parole chiusero il discorso.
A quel punto Gaara era arrabbiato, non solo le aveva telefonato, non solo stava resistendo facendo finta che non gli importasse il suo tono freddo, non solo! Ma doveva subirsi anche una litigata.
Ma non volle continuare a pensarci, si calmò e si sedette su una panchina a finire le sue patatine, ma non aveva solo un pacco, ma bensì due! Doveva pranzare bene, il ragazzo. Però il secondo decise di lasciarlo per dopo, magari.
Stava di nuovo passando davanti il vialetto che portava alla spiaggia. Si sedette su un muretto là davanti, a contemplare in silenzio.
 
Alla fine decise di scendere.
 
Raggiunse la spiaggia, ma non andò a toccare il mare, non gli piaceva molto. Ma si tolse le scarpe, rimanendo a piedi scalzi, comunque.
Si mise dietro un albero, tra la pianta e un muretto recintato e contemplò per delle ore. Poi si risvegliò dal suo stato di transe e si alzò. Il tramonto stava per spuntare.
Raggiunse la punta dello scoglio, lo stesso scoglio in cui aveva baciato, per la prima volta, quella ragazza che gli piaceva tanto, proprio quella con cui aveva avuto una lite poco prima.
A quel punto la rabbia tornò e scaraventò un pugno, dove era stretto il pacco ancora pieno di patatine, a terra.
E sospirò.
-Brutta giornata?
La voce sconosciuta incuriosì e fece girare il ragazzo.
Era una giovane ragazza, con capelli corti al collo, castani chiari. E grandi occhi marroni.
-Bè, sì.-
-Mmh.- La ragazzina fece una smorfia di dispiacere e si sedette accanto a lui. Sembrava molto vispa. –Dai, sono sicura che passerà.-
Il rosso la guardò con sospetto finché non si presentò.
-Oh, piacere. Matsuri.- E gli porse la mano.
-Gaara…- Fece lui stringendole la mano.
Sembrava gentile.
-…Vuoi una patatina?-
-Oh, ora mi sentirei poco opportuna ad accettare.-
-Ma no, no, figurati.- Insistette lui.
-Ok, grazie mille, G…Gaara.-
Mangiarono patatine per del tempo, c’era silenzio, ma non era lo stesso silenzio che di solito imbarazzava, affatto. E decise così, di raccontare cos’era successo.
Pensava che non fosse molto importante, lei non era un’amica di Hinata. Quindi spiegò.
-Allora, dopo questa litigata, se fossi in te non penserei troppo a far funzionare le cose. Magari ha capito che per lei sia meglio stare con questo Kiba e questa discussione la potrebbe usare come pretesa per lasciarti quando tornerà al villaggio.- Gli consigliò la nuova conoscente.
Minuti di silenzio.
Poi il tramonto.
-È magnifico.- Disse mentre prendeva un’altra patatina.
Facevano attenzione a fare a turno per non toccarsi. Prima le prendeva Gaara, poi le prendeva Matsuri.
Ma il tramonto aveva catturato il loro sguardo.
Le mani dei due si incrociarono.
Si guardarono, lei arrossì mantenendo però una faccia seria.
Lui fece lo stesso, pensò ‘Quel consiglio era un invito?’ ma aveva più che altro un espressione da ebete. E questo fece sbellicare dalle risate Matsuri, che si alzò.
-Io devo andare.- Disse trattenendosi la risata.
-Grazie per le patatine e… le risate.- Ricominciò a ridere.
-Ma, ma non capisco perché ridi!-
-La tua faccia. Da ebete. È davvero epica.-
-Tu e il romanticismo.- Enfatizzò.
-E che ti aspettavi? Comunque mi ha fatto piacere, Gaara, ma devo andare davvero. Magari ci rivediamo, ciao!- Concluse, urlando da lontano.
 
‘Che ragazza…’ pensò mentre tornava a casa, pensando ancora a lei.
Avrebbe dovuto ringraziarla per non avergli fatto pensare a Hinata, per la quale sentiva un abisso tra loro.
E dopo aver cenato, stese per un po’ con Choji, a cui non rivelò niente di Hinata, ma tutto della ragazza della spiaggia.
 
 
La verità è che Matsuri, stava ancora arrossendo, anche dopo essersene andata.





Angolo Autrice

Eccovi l'ottavo capitolo. Riepilaghiamo, quindi: L'uscita tra Kiba e Hinata è andata male, L'incontro con Gaara è andato BENE ma Hinata si è presa una pausa ed è partita. Ora è entrata in campo anche Matsuri dopo la lite tra Gaara e Hinata.
 Io spero sempre che vi sia piaciuta, non vedo l'ora di vedere le vostre recensioni e rispondervi, ora vado, alla prossima settimana gente.

MENO UNDICI GIORNI AL CONCERTO DEI BASTILLE!
 
  
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