Fanfic su artisti musicali > NU'EST
Segui la storia  |       
Autore: aris_no_nami    12/11/2013    2 recensioni
Un viaggio.
Lei è alla ricerca di quella cosa che manca alla sua vita per essere perfetta. Quella piccola cosa che neppure lei sa cos'è. Si sente incompleta... Come se le mancasse un pezzo di cuore... Un pezzo di felicità...
Con un viaggio, un lungo viaggio, troverà questa piccola cosa?
Troverà la felcità che le manca?
Riuscirà a sentirsi finalmente completa?
Un lungo viaggio che la farà crescere e le farà conoscere tante persone che l'aiuteranno a trovarla. A trovare lei.
La Felicità.
Crossover con tanti artisti coreani ;*
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Ok, avvicinati lentamente…
Il ragazzo dai capelli corvini eseguì “l’ordine”.
-No no, non in maniera così hip hop… Più dolce, romantico…
Lo rimproverai.
Taemin sbuffò e tornò indietro per ripercorrere la passerella.
Ci eravamo spostati all’esterno e l’avevano vestito con degli abiti più normali, ossia dei semplici jeans e una camicia bianca. Dovevamo fare delle foto per la rivista Bazaar. Dalle loro indicazioni volevano far vedere al pubblico un nuovo volto giovane mai usato prima, un volto fresco che esprimesse amore e dolcezza.
Lee Taemin.
L’aspetto ce l’aveva ma mancavano le basi di qualcosa di delicato. Era rude e freddo, o almeno era quello che avevo visto io in quel ragazzo. In lui ci poteva essere di tutto ma non dolcezza.
Intanto il suo amico biondo era sempre in mezzo ai piedi e mi lanciava in continuazione occhiatine strane e, qualvolta, urlava frasi coreani del tipo “Sii più naturale!”, “Hai sentito cos’ha detto?!”, “E dai che non sei mica un bambolotto!” al suo amichetto stronzetto. Ovviamente, nell’udire quei “incoraggiamenti” non potevo evitare di ridacchiare… ma cercavo di non farmi vedere troppo.
-Ya Tae! È da ormai due ore che siamo qui fuori e tu non riesci ad esprimere i sentimenti che servono! A fare lo spaccone sei tanto bravo, ma quando si tratta di essere un po’ sensibili ti vergogni! Neanche fossi un moccio setto alle prime armi! Da quanti anni fai questo tipo di lavoro?! Che cazzo ti prende?! Devo fare io il lavoro al posto tuo per caso?!
Gli urlò in coreano Jonghyun, dopo la mia ennesima ripresa.
-Questa ragazza si sta trattenendo dal prenderti a sberle e tu fai il permaloso?! Sai che queste persone hanno anche altro lavoro, vero?! non è che possono venirti dietro fino a questa notte! Ci sono anche altre persone che devono lavorare oltre a te, signorino!!
Urlò nuovamente ancora più imbestialito, prendendo Taemin per il colletto della camicia.
Il moro sembrò veramente scioccato nel vedere l’altro così arrabbiato… Tutti gli altri stettero in un silenzio religioso, molto probabilmente non avendo capito un accidente di quello che aveva detto.
Poco dopo Jonghyun mi si avvicinò con ancora il volto corrugato dalla rabbia e, in  un inglese perfetto, si scusò per il comportamento del compagno e mi assicurò che ora avrebbe dato il meglio di sé stesso.
Io ripresi a fotografare con accanto il biondo.
-Ok Lee, ora proviamo di nuovo. Devi camminare in maniera calma, tranquilla, trasmettendo delicatezza e serenità. Casomai un bel sorriso non forzato e viso disteso.
Dissi a Taemin che continuava a tenere la testa bassa e ad annuire.
-Ehi, non è che hai esagerato?!
Chiesi a Jonghyun, cercando di intrappolare nella macchina ogni istante ed ogni minimo particolare nella camminata del ragazzo.
-No… Se lo meritava. Stava facendo perdere tempo a tutti voi…
Fece in tempo a finire la frase che gli suonò il cellulare. Si scusò e si allontanò rispondendo e parlando in un frettoloso coreano parecchio stretto… probabilmente un dialetto che non capivo molto bene. Dopo poco tornò con un sorriso che si estendeva su tutta la faccia.
-Taemin, gli altri sono arrivati e stanno già scattando foto! Datti una mossa così finiamo le foto che dobbiamo fare insieme!
Urlò in coreano. Poi si rivolse verso di me, sempre in inglese.
-Senti… sono arrivati degli altri modelli e stanno già scattando quindi qui finiamo in fretta, che ne dici?!
Alzai le sopracciglia, sorpresa da quel veloce cambio di carattere nei miei confronti. Perché si rivolgeva in una maniera del genere, quando fino a prima mi aveva portato rispetto?
-Certo…
Risposi con un evidente tono seccato.
Senza aggiungere altro continuai a fotografare il moro, che però non riusciva ancora ad esprimersi nel migliore dei modi. Ormai stanca del comportamento di quel ragazzino mi guardai intorno cercando qualcuno che mi aiutasse, ma mi avevano lasciata sola. Philippe era di sicuro dentro con gli altri modelli, il Grande Capo stava discutendo di qualcosa distante da dove mi trovavo e tutti gli altri si muovevano come delle formichine operaie di qua e di là. Sbuffai per l’ennesima volta in quel giorno.
-Ringrazio il Signore buono per avermi fatto incontrare nuovamente Philippe e per essere riuscito a farmi fare questa prova per questo posto di lavoro, lo ringrazio inoltre per aver fatto che fosse un posto come fotografa. Lo ringrazio con tutto il mio cuore. Chiedo venia per i miei peccati passati e futuri. Signore, fa in modo che questo giorno di merda finisca in fretta e fa in modo che questi due recchioni, senza offesa, vengano disintegrati da un gabinetto volante proveniente dallo spazio, o che dell’acido gli distrugga quel bel faccino che si ritrovano. Rendo grazie al mio Signore buono e ne renderò ancora di più se realizzasse ciò per cui ho pregato. Anche solo in piccola parte. Se tutto ciò il mio Signore buono non lo potrà fare faccia almeno in modo che non la mia coscienza entri in azione prima dei miei pugni. Grazie Signore.
Mugugnai in spagnolo.
Si, ero credente. Visto che abitavo in una cittadina molto piccola la mentalità era parecchio ristretta e quindi eravamo quasi tutti credenti, chi più chi meno.
-Che hai detto?
Mi chiese Taemin quando ebbi finito la mia preghiera alternativa.
-Niente niente…
Risposi strofinandomi gli occhi.
-Ehi! Non mollare la macchina! Datti una mossa!
Mi urlò dietro Jonghyun. Io lo guardai con uno sguardo killer per poi scoppiare a ridere e staccare la macchina fotografica dal cavalletto per controllare un attimo le foto scattate.
Un disastro.
In ogni santissima foto aveva sempre un’espressione accattivante e aggressiva, pur non facendo alcuna espressione del genere.
-E’ un fottuto disastro…
Sussurrai scuotendo la testa.
Dietro di me, intanto, i due ragazzi si stavano dicendo qualcosa in maniera frettolosa, Jonghyun con una certa vena di rabbia mescolata a nervosismo mentre Taemin, stranamente, con una voce tranquilla.
-Tae, io quella me la porterei pure a letto se non fosse che sono già fidanzato. Fino a adesso ho fatto il bravo ragazzo ma mi sono rotto. Se quella non sa prendere bene le persone mica è colpa tua. Giuro che se non si da una mossa la faccio licenziare in due secondi!
Disse un Jonghyun nervoso.
-Senti un po’ tu, vedi di calmarti, ok?! Io mi sto trattenendo dal non schizzare più di quello che ho già fatto, quindi anche tu non ti fai prendere dagli ormoni. Vedi di non trattarla troppo male che, da quello che ho visto, non gliene frega più di tanto di questo lavoro. Ora io torno la, faccio del meglio, ma anche tu cerchi di dare una buona impressione.
Rispose il moro alterandosi leggermente.
-Non me ne sbatte dell’impressione! Noi siamo noi quindi possiamo tutto!
Taemin sbuffò per poi mettersi al mio fianco.
-Senti, come sono venute le foto?
Avevo le mani che mi tremavano tanta era la rabbia che provavo in quel momento. Avevo ancora la testa bassa sulla macchina fotografica e mi stavo ripetutamente mordendo la lingua per non rispondere in modo particolarmente sgradevole.
-Disastro.
Risposi semplicemente.
-Allora, visto che dici tanto “disastro disastro” prova tu ad esprimerti in maniera giusta!
Urlò Jonghyun.
Sospirai profondamente per poi rispondere un semplice ok e posizionandomi sulla passerella di legno dove, fino a prima, c’era stato Taemin.
-Di voi due chi sa fotografare?
Chiesi loro.
In risposta il biondo rimise la macchina sul cavalletto e mi rivolse un sorriso di chi l’ha già vinta.
-Prego signorina, ci faccia vedere il suo talento segreto!
Mi stampai sul sorriso un stupendo sorrisino tra il dolce e il timido e cominciai a camminare sui miei favolosi tacchi alti in una maniera che più leggiadra e delicata non si poteva, guardando a volte i miei piedi con fare timido. Quando finì la passerella rivolsi un stupendo sorriso verso l’obbiettivo per poi guardare con fare superiore i due coreani che avevano uno sguardo a dir poco sconvolto.
-Ora hai capito come fare?
Chiesi al moretto, spostando il biondino dalla mia postazione e controllando le mie foto.
-Dico io… Non sono fantastica?!
Feci in tempo a finire la frase che mi sentii chiamare. Mi girai e vidi un Philippe tutto affannato poco distante da me che sventolava la mano.
-Che c’è?
Gli chiesi rimettendo giù la macchina.
-Il capo ti vuole dentro! Prendi tutto e raggiungici dove eravamo oggi!
Mi rispose tornando dentro di corsa.
Io feci come mi aveva detto. Presi macchina e cavalletto e tornai dentro, seguita dai due modelli. Dopo poco mi ritrovai nello stesso posto da dove era cominciato tutto quel pandemonio con quei modelli da strapazzo.
-Perché mi hai chiamata dentro?
Chiesi al Grande Capo che mi guardò con una faccia sconvolta.
-City! Qua!
Mi chiamò Philippe con quell’orrendo nomignolo che mi aveva affibbiato ormai da anni.
-Ma non mi voleva il Grande Capo?!
Gli chiesi avvicinandomi.
-Hem… No. Era una scusa per farti venire dentro subito.
Rispose mettendo apposto una delle scenografie.
-Mi servi per fare alcune foto extra. Tutti gli altri sono impegnati con gli amici di Kim e Lee.
-Altri modelli stronzi, schizzati e maleducati come loro?!
Chiesi aspettandomi già la risposta, cominciando a mettermi bene per fotografare.
-Ma no… Cosa dici?! Non sono delle persone fantastiche?! Così famose e pur sempre così educate e semplici?!
Disse ironicamente gesticolando come un matto e facendo una vocina da oca. A quella scenetta altamente stupida non potei fare a meno che scoppiare in una risata sgangherata, il che procurò occhiatacce da Lee, Kim e un altro Occhietti Mandorla, che mi sembrava parecchio effemminato.
-Hey, chi è quel damerino?
Chiesi al mio amico, riferendomi al ragazzo nuovo che continuava a guardarmi male.
A quella domanda per poco non si strozzò.
-D-damerino?!
Disse ridendo istericamente.
Lo guardai con uno sguardo indagatore… Che il mio caro e vecchiotto Philippe avesse un certo feeling con quel damerino?! Sapevo già da tempo dei suoi gusti… ma era sempre andato a scegliersi ragazzotti ben messi. Quello mi sembrava un po’ troppo… DIVA, PRIMA DONNA.
-I just a feeling…
Canticchiai al suo orecchio ricordando la canzone di un certo Tae-qualcosa che mi aveva fatto sentire tempo addietro.
-Cosa insinui?!
Sussurrò con sguardo malizioso ma attento mentre continuava a sistemare la scenografia.
Io alzai le mani a mo’ di difesa.
-Nothing Mister, nothing…
Dopo ciò continuai la mia minuzziosa perfezione nel posizionamento della macchina.
Dopo vari minuti sentii una strana presenza alla mia destra. Girai la testa e mi ritrovai davanti il viso di un altro ragazzo Occhietti dalle labbra carnose che mi osservava attentamente.
-Tutta questa attenzione per fotografarmi?!
Mi chiese allontanandosi un po’ e chinando leggermente la testa in segno di “rispetto”.
-Oh Minho! Sei arrivato! Grazie al cielo! Mancavi solo te e se non arrivavi entro un’ora il capo si incvazzava di brutto!
Disse Philippe tutto d’un fiato.
-Un’ora? Cristo Santo che sta in cielo! Non lo sa che per me un’ora è troppo poco?
Rispose sorpreso in un inglese a dir poco stretto.
-Altro modello sclerato…
Sussurrai in spagnolo.
-No. Quello sclerato è Jonghyun.
Mi rispose lui.
ONE MOMENT.
Girai lentamente la testa nella sua direzione con uno sguardo scioccato. Mi aveva risposto in spagnolo… spagnolo…
OH.
SHIT.
Vedendo il mio stato di shock più completo il mio caro amico fece la sua entrata in scena appogiandomi la sua mano sulla spalla.
-Minho non è un modello ma bensì un fotografo. Diciamo che è il più bravo di tutto l’edificio.
-M-m-m-ma p-p-prima mi ha chiesto se…
Balbettai indicandolo.
-Alle volte mi chiedono di posare. Però quetso accade molto raramente, e questa è una di quelle rare volte.
Spiegò mettendosi al centro della scenografia che inquadrai realmente solo in quel momento: le pareti erano di un azzurrino chiaro e al centro c’era una cornice sul pavimento di legno chiaro che doveva dare l’impressione di una spece di porticina visto che era proprio un buco.
Il ragazzo dai capelli corvini ci andò accanto e, accucciandosi, guardò all’interno di essa… Però c’era qualcosa che non mi tornava… Il tutto era molto elegante e lui invece era vestito in maniera molto casual … STONAVA DA MORIRE!
Non mi importò un gran che e colsi quell’attimo in cui era semplicemente perfetto. Lo fotografai ricevendo un’occhiataccia sorpresa da parte di Philippe.
-City… Guarda che stavamo scherzando… Minho è solo che fotografo…
Mi bloccai all’istante.
-Ah si?! Eppure è perfetto…
Constatai scattandone un’altra.
-Lo dicono tutti al capo ma lui si giustifica dicendo che è troppo bravo a fare il suo lavoro e che è troppo bello per qualsiasi rivista e che gliene servirebbe una tutta per se…
-Balle!
Disse lui alzandosi di scatto.
-La verità è che sono talmente pignolo e ritardatario che mi ucciderebbe se mi dovesse pure fotografare o vedermi sulle pagine di riviste famose.
Io annuii, cominciando a prendere seriamente in considerazione il fatto che fossi finita in un manicomio.
-Ma mi hai fotografato veramente?
Mi chiese avvicinandosi ad una delle tre pareti.
-Certo!
Risposi immortalandolo un’altra volta.
-Ya ragazzina! Invece di fotografare Choi pensa alla vera modella!
Mi rimproverò il Grande Capo indicandomi una ragazza dai capelli neri che indossava una vestitino rosa pieno di fiochetti e pizzi.
-Oh scusami. Vai pure.
Le disse indicando la scenografia nella quale era ancora presente Minho.
Quando la ragazza fu al centro incrociò le braccia la petto e guardò il moro mettendo su il broncio. Quando quetso si girò e la vide la guardò con una faccia sorpresa. Non mi feci fuggire quell’attimo buffissimo e li fotografai. Dopodiche Minho scoppiò a ridere e immortalai pure quell’attimo per poi incastonare nella storia pure il calcio sul sedere che gli fiondò la ragazza facendolo uscire dalla scena.
Quando mi fu accanto si appoggiò alla mia spalla e mi guardò con uno sguardo beffardo. Che tipo!
-Scusa, potresti dirmi per chi dobbiamo fare questo set?
Le chiesi aspettandomi una risposta sgarbata come mi era successo con gli altri due.
-Hem… Elle Magazine. Dovrebbe rappresentare una specie di Alice nel Paese delle Meraviglie… Io dovrei essere Alice che una spece di buco sul pavimento alternativo e ci finisce dentro.
Rispose indicando la cornice.
Io la guardai con una faccia che superava di gran lunga lo stupito.
-Non guardarla così. Krystal non è come gli altri. Viene da una famiglia ricca ed è sempre stata accudita da una baby sitter. Non è sgarbata o stronza. Fa il suo lavoro divinamente senza recare danni a nessuno. Arriva, si fa fotografare e va via senza fare scenate.
Mi spiegò sottovoce Minho, per poi allontanarsi e prendere una macchina fotografica per se stesso.
Cercai di elaborare per bene le informazioni che mi aveva appena riferito il ragazzo per poi cominciare a fotografarla mentre le davo alcune indicazioni.
-Direi di fare una cosa del tipo… arrivi da un angolo e ti avvicini sempre più incuriosita alla cornice fino ad inginocchiarti al suo fianco oppure vedi te come fermarti accanto ad essa…
La ragazza, Krystal, eseguì tutto alla perfezione in meno di mezz’ora. Aveva ragione lui… Era prorpio brava e non aveva fiatato se non per chiedere alcuni “Va bene così?” e basta…
Stavo per dirle che avevamo finito quando Minho la richiamò fermandola.
-Non è che potremmo provare ad inquadrare in altre posizioni?
Lei annuìaspettando indicazioni dal ragazzo, il quale ci pensò su per un po’ per poi esporlgliele.
-Ti metti dietro alla cornice a gambe inrociate e la guardi sempre con l’espressione che hai usato prima quando le eri accanto, solo che questa volta la voglio più infantile. Poi ti alzi e, sempre standole dietro, cerchi di guardare più in fondo nel buco. Ed ifnine voglio che ci metti un piede dentro con le mani dietro la schiena, spingendo un po’ il busto all’indietro.
Quando ebbe finito di parlare Krystal lo guardò concentrata per circa mezzo minuto per poi scoppiare in una risata. Io la guardai perplessa… Perchèm stava ridendo?!
Quando ebbe finito guardò Minho, che continuava a sorridere in una maniera di chi la sa lunga, e gli chiese.
-Così va bene?
Lui annuì e la ragazza cominciò a mettersi nelle posizioni che le aveva elencato, riucendo a rappresentare le idee del ragazzo in maniera diversa ma eccellente e mettendo più in evidenzia un aspetto bambinesco.
Passò un’altra mezz’oretta… Quando ebbero finito e lei si andò a cambiare per un altro set mi avvicinai velocemente verso Minho che stava osservando le foto attentamente.
-Senti un po’ tu… ma perché si è messa a ridere prima?
Gli chiesi tutta agitata.
-Perché le avevo detto di avere un aspetto più da bambina.
Mi rispose mugugnando in quel dannato inglese stretto, quando io gli avevo fatto la domanda in spagnolo. Annuii capendo che dovevo parlare in inglese in quel posto e notando la varietà di persone che ci lavoravano ma non capendo la sua risposta.
-E allora?!
Chiesi nuovamente, questa volta in inglese.
-Per poter esprimere al meglio il suo lato infantile a cercato di ragionare come una bambina, cosa che le riesce molto bene essendo parecchio sciocchina, e quindi si è messa a ridere per nulla come fanno i bambini e per far entrare un po’ di risatina dentro di se così da essere ancora più perfetta per la parte di Alice.
Mi spiegò tutto d’un fiato.
-Chi sarebbe sciocchina?!
Chiese una vocina dietro di noi.ci girammo entrambi e davanti ai nostri occhi vedemmo una Krystal in pigiama largo rosa con tra le braccia un coniglietto bianco.
-Ma che carino!
Dissi io in un strilletto accarezzando quel coniglietto che…
-OH CRISTO!!
Strillai saltando indietro accorgendomi che quel adorabile pelosino che pensavo un peluche era vero.
-E’ la mia stessa reazione quando me l’hanno dato in mano!
Disse lei mettendosi a ridere, causando pure la mia di risata e pure quella di Minho.
-Volete anche i biscottini e il the?!
Ci chiese un Taemin pure lui in pigiama solo che azzurro.
Quando lo vidi lo guardai come se fosse un alieno…
-P-perché mi guardi così…?!
Mi chiese stringendosi nelle spalle.
Io scossi la testa e feci spallucce avviandomi verso la scenografia dove c’era una lettone dalle coperte rosa chiaro e le pareti azzurrine.
I due ragazzi si sedettero sul lettone guardandoci con due occhi da panda.
-Rivista e copione.
Disse Minho mettendosi apposto con la macchina, stessa cosa che feci pure io.
-Allora… sempre per Elle e dovremo rappresentare due fratellini. Niente di particolare o di preciso.
Mi spiegò Krystal.
-Ok… Ma quelli di Elle sanno che Taemin fa anche dei set per Bazaar?
Chiesi  guardando perplessa Minho che fece spallucce.
-Si. Le due riviste hanno concordato che faranno uscire prima le foto di Taemin su Elle e poi su Bazaar.
Rispse sempre Krystal.
Annuii scattando una prima foto senza avvetrirli. La guardai sul display e non mi convinse per niente… Mi avvicinai ai due Occhietti Mandorla e li guardai per qualche attimo prima di prendermi la macchina fotografica ed appendermela al collo. Mi avvicinai nuovamente a Krystal e le spettinai i capelli stessa cosa che feci poco dopo anche a Lee, il quale mi guardò con sguardo assassino mescolato ad un’espressione cucciolosa che non potei non immortalare con la macchina, procurandogli ancora più fastidio.
-Senti Minho, è un problema se calpesto la scena?
Gli chiesi continuando a guardare i due che erano sempre più perplessi.
-No.
Rispose semplicemente.
-Ok, si comincia. Allora… Visto che non è niente di particolare o di preciso fate un po’ voi. Per esempio guardato il coniglietto e coccolatelo. Taemin, avevo pensato che tu potresti fare il fratellino broncione che se ne sta in un angolo. Krystal, tu invece sei la sorella che cerca di farlo interagire col coniglietto e di farlo ridere. Dopo, per esempio, poteve sedervi schiena contro schiena e Krystal sorridente col coniglietto in braccio mentre Taemin sempre col broncetto e con le braccia incrociate.
Dissi tutto d’un fiato.
-In verità sarei più grande di lei…
Cercò di contestare il moro ricevendo una gomitata da aprte della ragazza che mi sorrise annuendo e dicendomi di cominciare pure.
Non me lo feci ripetere due volte e mi misi al lavoro. Giravo intorno al letto e li prendevo da varie angolazioni, di lato, dal basso, dall’alto…
Mentre Minho si era vvicinato ma non era entrato nella scena.
Taemin e Krystal fecero un ottimo lavoro… Fecero ciò che gli avevo detto e aggiunsero delle scene veramente belle per esempio prendendosi a cuscinate, tirandosi i capelli o il pigiama ed altre cose carinissime che rappresentavano perfettamente l’immagine di due fratellini.
Dopo due buone ore avevamo finito e io ero sfinita.
Dopo averci ringraziato Krystal se ne andò velocemente lasciando tutti con un veloce saluto mentre Taemin disse di dover aspettare dei suoi amici che stavano ancora lavorando. Io e Minho ci mettemmo alla ricerca di Philippe che lo trovammo dopo non so quanto intento a parlare con una ragazza bellissima dai lunghi capelli biondi. Quando ebbe finito quella “emozionante” conversazione si avvicinò a noi con una faccia tra lo schifato e il distrutto.
-Quella tipa voleva denunciare una ragazza della sartoria perché affermava che il suo vestito fosse stato taroccato… e non si sa per quale motivo… Mi ha stressato in una maniera assurda!
Ci spiegò passandosi le mani sul viso.
-Sulli?
Chiese Minho. L’altro annuì con una faccia leggermente più preoccupata.
-Ok… Ne parleremo domani! Ora vai a casa tu che sei nuova! Domani devi essere al pieno delle tue forze quindi devi mangiare, farti una bella doccia rilassante e dormire profondamente che è tardi!
Mi disse il moro dandomi delle pecchette sulla schiena.
-Ok… Allora vado. Bye bye!
 
Mi fiondai sul divano togliendomi le scarpe con quei tacchi che mi avevano letteralmente distrutta. Il giorno dopo mi sarebbe venuto a prendere Philippe così da insegnarmi la strada… Da quello che avevo capito il capo voleva mettermi in prova anche il giorno dopo per “testarmi”.
Mi misi il braccio sugli occhi… Ero sfinita… avevo passato tutto il giorno fino alle nove e mezza di sera in quel manicomio…
Non avevo neanche la forza di ordinare da mangiare…
Stavo per addormentarmi quando sentti il cellulare vibrare. Lo estrassi dalla tasca dei jeans e lessi il messaggio che mi era appena arrivato…
Ehi City! Domani sveglia alle sette! Abbiamo un lavoro straordinario! Non staremo in sede ma andremo in giro e i modelli saranno i ragazzi di un gruppo… Non ti dico altro!! Buona notte!
Baci, Philippe
Lasciai cadere il cellulare sul pavimento tirando giù tutti i santi che conoscevo.
Perché avevo accettato di lavorare la?!
Perché?!
E che gruppo sarebbe stato?!
La mia mente mi fece subito vedere l’immagine del poster e del volantino di quei ragazzi vestiti in maniera buffa per poi farmi ricordare il ragazzo al quale avevo chiesto indicazioni ed infine quei tre ragazzi che avevo trovato fuori dall’ascensore…
-Che cavolo di cololegamenti faccio?!
Mi chiesi stroppicciandomi gli occhi.
Così mi addormentai.
Pensando ai collegamenti assurdi della mia testa e tremando al pensiero di dover passare un altro giorno in quel manicomio…
Good Night Madrid.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > NU'EST / Vai alla pagina dell'autore: aris_no_nami