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Autore: Cherrie_2709    12/11/2013    3 recensioni
-Madre...Padre...ho una richiesta da fare-
"Oddio no" pensò Flora
Federico si inchinò ai suoi piedi -Flora, amore mio...-
La tensione nella stanza era palpabile.
-...vuoi sposarmi?-
Silenzio. Silenzio totale. La ragazza stava ascoltando il suo cuore. Sapeva cosa le stava dicendo, ma aveva paura di dar voce ai suoi sentimenti. Prese un bel respiro e si preparò a rispondere. Ma qualcun'altro lo fece per lei.
-NO!- gridò Ezio, senza pensarci due volte.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Dunque, so che ci ho messo più di un mese e perciò mi scuso immensamente. Ma il mio portatile ha deciso di abbandonarmi completamente!!! Condividere il fisso con la mia famiglia non è facile purtroppo :( Spero che mio padre mi trovi al più presto un portatile nuovo...In ogni caso, il nuovo capitolo è qui e porta anche a una svolta u.u Fatemi sapere cosa ne pensate ^^

Non si era mai sentita così sporca. Certo, l’aveva fatto per pura necessità, ma quella sensazione c’era comunque e avrebbe potuto lavarla solo con un lungo bagno. In quel momento, però, non poteva. Doveva agire. Aveva ammaliato Semproni e aveva lasciato che la facesse sua, non c’era momento migliore per fargli ammettere la sua colpa e ucciderlo.
- Strabiliante – disse lui prima che la ragazza potesse inventarsi qualcosa per farlo parlare.
- Dite?
- Eccome. L’avevo già capito quando vi ho vista la prima volta, ma ora ne ho la certezza.
Flora ridacchiò: se era risultata “strabiliante” facendo finta, chissà com’era quando faceva l’amore per davvero.
- Avete occhio allora.
Si era imposta di fare la cortigiana fiera, ingenua e dispensatrice di elogi, perfetta per raggirare tipi come Semproni. L’aveva trattata sin dal primo momento come se fosse di sua proprietà e ciò le diceva che doveva essere un uomo piuttosto pieno di sé.
- Ma, sapete, con un uomo come voi è facile. Siete attraente e sensuale, il tipo di uomo che non ha sicuramente problemi con le donne.
- Non per vantarmi, ma in effetti è così. Però, dovete sapere, non è una questione innata, bensì un’abilità che ho acquisito col tempo. Inoltre, quand’ero più giovane era solo una questione di svago, mentre ora ho unito l’utile al dilettevole…
- Ah, davvero? Che intendete di preciso?
- Beh, faccio si che il mio fascino mi sia utile in determinate situazioni…ad esempio, lo uso per farmi notare da una cortigiana speciale, che mi ricorda tanto la figlia di una persona che ho ucciso tempo fa…
La ragazza sentì il cuore in gola. Voleva scattare in piedi per raggiungere la specchiera, nel cui cassetto aveva nascosto la lama, ma sentiva che Tullio teneva poggiato qualcosa di appuntito sul suo fianco. Perché? Perché non aveva messo in conto che lui poteva benissimo conoscerla? Che probabilmente aveva spiato sua madre per giorni prima di ucciderla e che quindi era possibile che sapesse anche di lei?
- Già, io so – rispose l’uomo allo sguardo stralunato di Flora – E sono davvero contento che siate venuta fino a qui per cercarmi, risparmiandomi un lungo viaggio in giro per l’Italia per trovarvi e uccidervi.
- Diciamo che avevo in mente altro.
- Lo immagino. Per me, invece, è andata anche meglio di quanto sperassi. Non solo tra pochi minuti sarete morta, ma sono anche riuscito a appropriarmi di voi prima che ciò accadesse. Scommetto che scopare con vostra madre non sarebbe stato bello nemmeno la metà…
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non le importava più che ci fosse il rischio di rimanere mortalmente ferita, Semproni doveva morire subito. Approfittando della nudità dell’uomo, gli assestò nelle intimità il calcio più forte che avesse mai dato. Lui iniziò a lacrimare e lasciò andare il pugnale con cui poco prima la minacciava, fornendole così un’arma più raggiungibile della lama celata. Afferrò il pugnale senza pensarci due volte e, mettendosi in ginocchio sul letto, giusto dietro all’uomo, lo prese per il collo. Lui tentò di liberarsi con una mano, tenendo però l’altra sulle parti intime, ancora doloranti. Flora lo soffocava, ma lui era più preoccupato per i suoi “gioielli”.
- Potrò anche sembrare una dolce fanciulla, ma sappiate che sono un’assassina più che spietata!
La frase riuscì a suscitare le risate dell’uomo, nonostante provasse tanto dolore. La ragazza, dunque, allentò la presa, incuriosita da ciò che faceva ridere Semproni.
- Aveva proprio ragione Maestro Claudio…siete particolare…
- Di che state parlando?
- Il mio Mentore, colui che mi ha ordinato di uccidere vostra madre, vi conosce bene.
Dunque Semproni non aveva agito di sua spontanea volontà, non aveva ucciso Susanna perché ciò poteva servire all’ordine. L’aveva uccisa perché qualcuno glielo aveva chiesto.
- Beh, Tullio, spero non sarà troppo dispiaciuto per la vostra dipartita. Requiescat in pace!
La lama trafisse il collo di Semproni e il suo sangue si mischiò alle sue lacrime di dolore, ormai colate sul braccio di Flora.
 
- Di già?
Giada era particolarmente dispiaciuta della partenza di Flora. Sì, perché Flora aveva deciso di ripartire. Non solo perché ormai il suo compito era concluso.
- Giada, qui a Napoli vige la monarchia e oltretutto il vostro re è templare, non posso proprio trattenermi ora che ho ucciso un uomo. Siete state molto gentili, voi e le vostre ragazze, ma il rischio è troppo grande.
- Ma dove andremo?- chiese dunque Luigi.
- Andremo???
A Flora non era mai parso di aver incluso Luigi nei propri piani, ma a quanto pare lui non l’aveva notato.
- Non vorrete partire da sola, vero? In due saremo più protetti e, inoltre, non ho intenzione di lasciarvi…
Giada si allontanò così da lasciar loro la giusta intimità.
- Già, ma in due saremo anche più lenti e, inoltre, – disse imitandolo scherzosamente – vorrei poter stare da sola.
- Non se ne parla. L’ultima volta che avete viaggiato da sola siete svenuta in mezzo al fango, rischiando di non venirne fuori. Ed è solo grazie a me se siete qui.
In fin dei conti, il ragazzo aveva ragione. Flora, allora, decise che se lo sarebbe portato dietro, seppur di mala voglia.
Il giorno stesso salutarono Giada, le cortigiane, dicendo anche ad Alessandra che se voleva abbandonare il mestiere e partecipare ad altre missioni era ben accetta a Monteriggioni, e i ladri di Vincenzo, questo era il nome del loro capo. Salutarono anche il Vesuvio, la montagna in grado di sputare fuoco, che dava quel tocco particolare alla bella città di Napoli. La strada per Monteriggioni sarebbe stata lunga.
 
Ben undici giorni li tennero separati dalla piccola cittadina toscana. Andare in due era davvero un rallentamento: ogni tanto era stanco il cavallo di Luigi e ogni tanto quello di Flora, solitamente non erano mai stanchi allo stesso momento; Luigi volle fermarsi per ogni singolo pasto della giornata e, ad ogni pausa, anche i cavalli prendevano tempo per mangiare un po’ di erba qua e là; di notte, poi, il ragazzo stabilì di dormire il più possibile, per evitare uno svenimento come quello che aveva colto Flora alla partenza.
In ogni caso, il 13 giugno riuscirono ad arrivare tutti interi alla Villa, nonostante il caldo cocente che avrebbe fatto star male chiunque. A prendere il cavalli c’era il fidato stalliere di Mario, contento di rivedere la “dolce Flora” e assolutamente indifferente nei confronti di Luigi.
La prima cosa che la ragazza notò fu che il borgo era decisamente migliorato in quei mesi: la Villa non cadeva più a pezzi e per le strade girava molta più gente del solito. Perfino Claudia non stava chiusa in casa.
- Flora! Siete qui! – disse correndole in contro quando la vide.
- Claudia, come state?
- Bene, molto bene. Come vedete si respira un’aria nuova qui. Ma ditemi…mio fratello?
Flora guardò un attimo Luigi, quasi a sperare che le fornisse una scusa, ma così, ovviamente, non fu.
- Non saprei Claudia. Ci siamo separati a Firenze e io sono andata a Napoli da sola.
- Da sola?
Ovviamente Claudia aveva notato la presenza di Luigi, pur non volendo darlo a vedere. A quanto pare nessuno in paese aveva una particolare ammirazione per il ragazzo.
- Luigi mi ha trovata per strada. Sono stata male e se non fosse stato per lui non sarei mai arrivata a Napoli e, quindi, a compiere il mio obiettivo.
- Capisco.
Lo sguardo di Claudia non faceva ben sperare: in poco tempo avrebbe sicuramente scoperto di lei e Luigi e, probabilmente, non sarebbe stata contenta.
- In ogni caso, zio Mario è nello studio. Se dovesse dirvi qualcosa riguardo ad Ezio, fatemelo sapere.
A fatica, Flora riuscì a convincere Luigi che doveva affrontare quella conversazione in privato con Mario. Il ragazzo tornò verso casa sua e la ragazza poté finalmente mettere piede nella Villa. Era molto più bella anche all’interno, ma ciò non la rese particolarmente felice: ripensò subito alla sera del suo compleanno e al momento in cui Ezio le aveva regalato l’anello. Fortunatamente, però, aveva altro da fare e, ben presto si ritrovò la mente impegnata.
- Ce l’avete fatta, dunque?
- Proprio così, Mario. Scoprire il nome dell’omicida è stato piuttosto facile, Galeazzo non è un uomo molto furbo. Ieri, quando è stato il momento di trarre Tullio, l’omicida appunto, in inganno, c’è stata una piccola complicazione…ma tutto è andato per il meglio. Mi è bastato affidarmi alla mia abilità di assassina.
- Perfetto cara. Dunque, se ora avete concluso la vostra missione…
- A dire il vero c’è dell’altro. Semproni non agiva di sua spontanea volontà. L’uccisione di mia madre non è stato un tentativo di liberare Firenze da ogni assassino. Qualcuno ha dato l’ordine di ucciderla. Un certo Maestro Claudio.
Mario sembrò preso alla sprovvista. Ciò, almeno, significava che sapeva.
- Immagino che avrei preferito lo scopriste in altro modo, ma a questo punto non ho altra scelta…
Flora attese con trepidazione: finalmente avrebbe saputo e sarebbe arrivata alla fine della sua missione. Forse dopo sarebbe riuscita a parlare con Ezio e mettere a posto anche la situazione in cui si trovava il suo cuore.
- Con voi usava un altro nome, ma sono certo che si tratti di lui. Claudio è il motivo per cui non vi tornano i conti sulla morte di vostro padre…Claudio è vostro padre.
  
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