CAPITOLO
8
Greg si
svegliò diverse ore dopo mentre Mycroft si muoveva contro di lui. Gli ci vollero
diversi istanti per orientarsi prima che gli eventi del giorno prima
fluttuassero nella sua mente. Non riuscì a trattenersi dal far nascere un ampio
sorriso, seppellendo il viso nei capelli ramati di Mycroft che andavano
diradandosi.
“Buongiorno
raggio di sole,” biascicò prima di stampare un bacio sullo scalpo
pallido.
"Mi
spiace di averti svegliato," disse
Mycroft dolcemente, tirandosi su in modo da poterlo guardare negli occhi. Greg
vide la smorfia di dolore quando il peso dell’uomo si spostò sui suoi gomiti.
“Sembra solo che io necessiti di qualche antidolorifico."
"Oh
certo," disse l’Ispettore, all’improvviso completamente sveglio. "Di cosa hai
bisogno? Lo prendo io."
"No,
no. sto bene," Mycroft replicò con un gesto della mano, spostando le gambe fuori
dal letto ed alzandosi in piedi un po’ vacillante. Traballò appena e Greg gli
prese la mano.
"Ehi
ehi, fai piano," tubò Greg, alzandosi in piedi e mettendo un braccio intorno
alla vita del suo amante. Vide la frustrazione dietro gli occhi di Mycroft, il
dolore dell’uomo che, abituato a controllare ogni cosa, stava ora lottando per
mantenere il controllo sul suo stesso corpo. Sentì un tremore correre lungo il
corpo del politico e lo attirò più vicino.
Insieme,
fecero lentamente la strada verso il bagno dove Mycroft aprì tremante
l’armadietto delle medicine e recuperò i flaconi di cui aveva bisogno. Greg gli
versò un bicchiere d’acqua mentre lui armeggiava con il tappo a prova di bambino
con mani tremanti. Con un sospiro, riuscì finalmente ad aprirlo, dopodiché
inghiottì rapidamente due delle pillole verdastre. Rimise il tappo e ripose il
flacone nell’armadietto, chiudendo l’anta con lo specchio. Sobbalzò quando vide
il suo riflesso e, esitante, allungò una mano pallida per toccare il
vetro.
Il
cuore di Greg sprofondò mentre Mycroft esaminava il suo corpo devastato dalla
malattia. Guardò mentre quegli occhi grigio-blu studiavano le guance scavate, la
pelle giallastra ed i capelli a chiazze. Le spalle di Mycroft si
afflosciarono.
"Oh,"
sussurrò.
"Ehi,"
disse Greg, affermando le spalle fragile e ruotando il corpo magro verso di sé.
“Cosa succeed?”
Una
lacrima scivolò lungo la guancia di Mycroft. "Io sto morendo
Gregory."
"Col
cazzo che stai morendo," ringhiò l’Ispettore. "Maledizione Mycroft, sei l’uomo
più testardo che io conosca. Ricordi quella volta che hai fatto piangere Kim
Jong Il? E’ la morte quella che si trova con una bella gatta da pelare, proverei
quasi pena per la triste mietitrice se sono stesse cercando di portare via il
fottuto amore della mia vita. Non te ne andrai da me così facilmente.
Sconfiggerai questa cosa Mycroft, mi capisci?"
Mycroft
chiuse gli occhi ed annuì, mentre altre lacrime gli scorrevano lungo le
guance.
Greg
premette un bacio sulla sua fronte. "Ti amo. E ti trovo ancora devastantemente
affascinante come il giorno che ti conosciuto."
Mycroft
si chino in avanti e premette il volto nell’incavo del collo di Greg. L’uomo
avvolse le braccia intorno a lui, permettendogli di raggomitolarsi nel suo
abbraccio. Mycroft era così abituato a prendersi cura degli altri: era ora che
lasciasse che qualcun altro si prendesse cura di
lui.
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"I
tumori sembrano stare rimpicciolendosi," disse il dottore, esaminando la
cartella davanti a lui. "Ma temiamo
che il cancro resista alla chemioterapia a questo punto, perciò ritengo
che la nostra migliore linea di azione sia iniziare la radioterapia il prima
possibile."
Mycroft
annuì in silenzio.
Greg
spostò lo sguardo dal dottore a Mycroft. “Beh, è una buona cosa, vero? Che si
stia riducendo?"
Il
medico sospirò. “Esito ad utilizzare la parola ‘buono’ a questo punto signor
Lestrade, c’è sempre un discreto ammasso di cellule tumorali. Per adesso sembra
che abbiamo fermato la crescita e che le abbiamo rimpicciolite un po’, ma il
signor Holmes non è ancora dove speravamo che sarebbe stato a questo punto del
trattamento."
Greg
annuì, facendo scivolare la sua mano per intrecciare le dita con quelle di
Mycroft. L’altro strinse le dita callose del detective con gratitudine. Mentre
il dottore continuava a parlare, Greg disegnava piccoli cerchi sul polso di
Mycroft cercando di calmarlo, senza più ascoltare. Rimase completamente perso
nei suoi pensieri finché il dottore non si alzò in piedi.
"Vi
lascio soli per un po’ in modo che possiate discutere."
Non
appena la porta si chiuse dietro di lui, Mycroft rilasciò un sospiro
pesante.
"Allora,
adesso vuoi lasciarmi? Non mi arrabbierei," disse a bassa
voce.
"Frena,
cosa vuoi dire? Ha detto che si sta riducendo," replicò Greg
lentamente.
Mycroft
gli rivolse uno sguardo esasperato. "Ma stavi almeno ascoltando? Mi ha anche
detto che sarebbe meglio se mettessi in ordine i miei
affari!"
"My,
devono dirlo," gli disse Greg rassicurante.
Mycroft
sospirò di nuovo e cominciò a ritirare la mano. Greg la strattonò indietro.
"Mycroft,
dannazione, non so quante volte te lo dovrò dire! Io ti amo e rimarrò al tuo
fianco per tutto il tempo che ti ci vorrà a sconfiggere questa cosa, perché tu
la sconfiggerai!” In quel momento era sul punto di gridare. “E sarò qui anche
dopo, fino al giorno della mia morte.” Fece una pausa. “Perché sarò io ad
andarmene per primo, me lo devi promettere,” disse con voce roca, mentre le
lacrime gli riempivano gli occhi color caramello. “Perché non poso vivere senza di te My,
io non… posso e basta.”
Si
lasciò andare, mentre I singhiozzi gli scuotevano il corpo. Serrò le palpebre e
chinò la testa, troppo sconvolto per badare a come doveva apparire. Le dita di
Mycroft scivolarono via dalle sue ed entrambe le mani eleganti si posarono sul
viso di Greg, tenendolo. L’Ispettore aprì e vide che l’altro uomo si era
inginocchiato di fronte a lui, anche lui con le iridi piene di
lacrime.
Mycroft
cercò di ridere piano, ma riuscì ad emettere soltanto un singhiozzo strozzato.
“Te lo prometto.” Sussurrò.
Greg
non riusciva a parlare, si limitò ad annuire rapidamente ed a mordersi forte il
labbro.
Rimasero
così per quelle che avrebbero potuto essere ore o meramente minuti prima che il
silenzio finalmente si spezzasse.
Greg si
schiarì appena la voce. "Sposami."
Mycroft
sbatté le palpebre. "Domando scusa?"
Greg
tolse entrambe le mani di Mycroft dal suo viso e le tenne nelle sue, baciandole
prima di ripetere. “Sposami."
La
mascella dell’altro uomo ricadde appena.
Greg
continuò. "Voglio che tu sappia che non c’è ragione al mondo per cui io ti
lascerei, in salute e in malattia e tutto il resto e non riesco a pensare ad un
modo migliore di-"
"Sì,"
Mycroft rispose rapidamente.
Greg
alzò le sopracciglia. "Ehm, bene," disse poco convinto. Ridacchiò piano. "Anche
se penso che la convenzione dica che io dovrei essere quello in ginocchio
adesso.”
Mycroft
sorrise. "Gregory, siamo mai stati quello che la gente potrebbe definire
“convenzionali”?"
"Dio,
spero di no," replicò Greg, portandosi Mycroft in grembo affinché si potessero
scambiare un bacio tenero.
Si
sposarono tre ore più tardi. L’avrebbero fatto anche prima, ma i dottori di
Mycroft avevano insistito per attaccargli un ago per l’endovena in modo da
prepararlo alla radio terapia, cosa che si dimostrò essere una tremenda
seccatura.
Fu una
piccolissima cerimonia nella cappella dell’ospedale, solo Greg, Mycroft, un
celebrante e Anthea come testimone. La donna aveva davvero pensato a tutto, era
in qualche modo riuscita a procurare i documenti e le fascette dorate con un
unico messaggio.
Mentre
Mycroft pronunciava le sue promesse, la mano sinistra che teneva il palo
dell’endovena e la destra intrecciata a quella di Greg, non riuscì a fare a meno
di sentirsi beatamente felice. Aveva ovviamente saputo che avrebbe sposato
l’Ispettore dal primo momento in cui i loro occhi si erano incontrati, ma non
avrebbe potuto sognare un momento più perfetto. Si era divertito ad immaginare
la cerimonia a Westminster Abbey (qualcosa che un uomo nella sua posizione
avrebbe potuto fare facilmente), il ricevimento a Holmes Manor, una luna di
miele nel Sud della Francia, ma niente di ciò poteva essere comparato alla
consapevolezza che ogni parola delle loro promesse era vera. Gregory Irving
Lestrade c’era stato per lui in salute ed in malattia, nonostante le proteste di
Mycroft, ed avrebbe continuato ad esserci qualsiasi cosa fosse successa. Di
questo, Mycroft era sicuro.
N/A
Bene, ecco a voi l’ultimo capitolo di questa (a mio parere) meravigliosa
fanfiction. Un ringraziamento in particolare va a Dakota Auree, che ha seguito
questa storia commentandola e spingendomi a continuare la traduzione.
Ringrazio anche tutti coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti.
A chi l’ha solo letta, spero che vi sia piaciuta quanto è piaciuta a me
la prima volta che l’ho letta. Spero di avervela fatta apprezzare con la mia
modesta traduzione.
Saluti a tutti
Bebbe5