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Autore: CieloeMare    13/11/2013    1 recensioni
Uno strano istituto chiamato "Adam H. SMith College", situato in un'isola nella zona sud dell'Islanda, ammette solo persone che hanno fatto almeno 80 punti su 100 and un certo test. Arianna, italiana nata e cresciuta a Roma, ha totalizzato ben 97 punti e ha una buona conoscenza dell'inglese. Viene quindi ammessa in questa strana scuola frequentata da ragazzi di tutto il mondo in cui si parla solo in inglese. Tutta l'atmosfera però sembra carica di tensione, sono successe tante cose strane prima dell'arrivo di Arianna e l'atteggiamento dei compagni nei suoi confronti è altrettanto strano. Quando poi Akira, una ragazza giapponese, scompare misteriosamente and Ary viene affidato lo stranissimo compito di trovare appunto una via di fuga per poter uscire dalle mura della scuola e andarla a cercare...
Tante strane storie si incrociano, tanti strani misteri nascono. Forse questa storia non è proprio tanto originale, ma spero che possiate divertirvi a leggerla come io mi sono divertita a scriverla.
Genere: Mistero, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Personaggi conosciuti nel capitolo precedente:
 Arianna Chiocciola: Protagonista della nostra storia. Italiana di Roma, ha vissuto l’incubo del bullismo durante le medie. Reputata incapace di applicarsi dai suoi professori è uscita con un semplice sufficiente dalle medie. Tuttavia è riuscita a fare un punteggio molto alto ad un test che le  ha permesso di essere ammessa al ‘Adam H. Smith college’ una scuola molto selettiva che si trova in una isola a sud dell’Islanda. Dopo la notizia dell’ammissione strane cose le sono successe (vuoti di memoria, nausea, emicranie) e anche la sua famiglia si è comportata in modo anomalo. Sua madre si chiama Lisa Giolitti. E’ stata messa nella Classe 1 dove sembra essersi già guadagnata le simpatie di alcuni compagni. Attualmente spera di trovare lavoro nella Biblioteca della scuola.

Altri personaggi:
Yulia Shenko: Una bella ragazza bionda, dal carattere allegro e un po’ sfrontato, prima a presentarsi ad Ary in tutta la classe. La prende subito in simpatia e le permette di stare con lei durante il pranzo. Sbaglia sempre la pronuncia del suo nome.
Igor e Nicholas: Unici due russi della classe. Nicholas assomiglia a Semola di “la spada nella roccia” e sembra anche molto gentile. Igor invece ha un rapporto conflittuale con Yulia e un atteggiamento da teppista. Yulia dice che era stato accusato di omicidio in passato.
Irene: Ragazza tedesca, compagna di banco di Yulia. Sembra molto cinica e non è minimamente interessata ad Ary, ritenendola niente di speciale.
Barnaby: Un ragazzo afroamericano, l’unico della classe. Gioca spesso con il nintendo DS.
Jack e Dick Holmes: I due inglesi. Il secondo vuole essere chiamato sempre per cognome visto che il suo nome in inglese indica una parolaccia. Si comportano amichevolmente con Ary.
Il gruppo di Giapponesi: Costituito da quattro maschi e una femmina, stanno nell’ultima fila a destra. Tra di loro spicca un certo Koizumi che ama infastidire Wen e Hu, fallendo puntualmente.
Il gruppo di italiani: quattro ragazzi tutti maschi, che non sembrano aver ancora notato Ary.
Il ragazzo senza bandiera: Un piccoletto asiatico che se ne sta sempre per fatti suoi. Sembra conoscere soltanto Hu, poiché egli è l’unico a salutarlo.
Hu e Wen: Due strani personaggi, sono nella stessa classe di Ary. Parlano tra loro attraverso il pensiero. Cinesi e occhialuti, sono stati i soli a notare Ary, ma non glielo hanno fatto sapere. Wen riesce a sentire i suoi sentimenti, mentre Hu, non trovando in lei nulla di speciale, la ignora del tutto.
Angelo Littori: Inquietante personaggio, sembra a detta di Ary una versione malefica di Babbo Natale. Ha il ruolo di tutor di Arianna, in quanto studentessa minorenne. Ha detto che non firmerà il suo contratto di lavoro se non prenderà almeno 100 al compito di lettere.

 
 
Ary non sapeva che sarebbe stato proprio il test a farle guadagnare la nomea di ‘letterata’ e toglierla definitivamente dall’anonimato.
Il test era alla prima ora e tutti i ragazzi vennero sistemati in banchi diversi da quelli in cui erano sempre stati. Vicino ad altri compagni spesso nemici. Anche i giapponesi vennero mescolati.
Al mattino, come se fossero all’esercito i ragazzi vennero messi in fila. Erano ventuno ma il piccoletto asiatico venne subito piazzato solo al primo banco. Ary notò che non venne detto il suo nome.
Dopo di che venivano chiamati in coppie e smistati. Ary si ritrovò vicina l’unica ragazza giapponese, una certa Akira Yukimo. Si diedero a malapena un’occhiata poi andarono a sedersi dove gli diceva il professore. Penultimo banco fila di destra. Un buon posto per copiare ma Ary non ne sentiva il bisogno.
Gli venne consegnato il mucchio di schede con dentro le domande e un foglio protocollo per eventuale brutta copia.
“Sono 100 domande: 50 aperte, 50 chiuse. Avete 120 minuti per completare questo test. Iniziate… Ora!”
Ary girò i suoi fogli. Le prime cinquanta domande erano chiuse (“A crocette” per intenderci), cosa che per Ary non aveva alcun senso in letteratura. Ma questi erano gli obblighi. Cominciò a rispondere. Rispendeva con pause regolari. Era molto preparata, in cinque minuti aveva già risposto a dieci domande. Via via procedeva sempre più velocemente. Appena leggeva le domande le veniva mentalmente la risposta quindi le bastava scendere con gli occhi per vedere se era  presente e fare una piccola x con la penna. Alla domanda quarantanove ecco che si bloccò. Era una domanda di linguistica. Chiedeva quale delle cinque parole mostrate corrispondesse sia in latino che in greco ad una parola utilizzata nell’inglese moderno. Ary rispose a ‘intuito’ perché non ne aveva proprio idea.
“A questa parte non siamo ancora arrivati” pensò “Perché l’hanno messa nel test?”
Finite le domande chiuse arrivarono quelle aperte e lì furono un altro bel paio di maniche.
Ary ci mise più tempo e consumò quasi tutto il protocollo per la brutta copia. Avendo una scrittura piuttosto brutta da vedere la ragazza impiegò un po’ anche per cercare di fare la calligrafia migliore  che potesse. Quando finì guardò l’orologio e con grande felicità vide di aver impiegato ben 110 minuti. Stava per alzarsi e consegnare il compito quando sentì un rumore strano. Un gemito.  Si volse e vide che la sua compagna di banco, Akira, mentre teneva il volto nascosto tra le mani. Piangeva.
Aveva finito tutte le domande a risposta aperta. Forse aveva delle difficoltà con la lingua inglese quindi ci aveva messo un sacco di tempo. Poi aveva iniziato quelle a risposta chiusa ma alla terza si era bloccata.
Ary non la conosceva. Sapeva che lei e i suoi connazionali avevano l’abitudine di evitarli come la peste. In teoria quindi non doveva averci niente a che fare. Però in quello stato di panico (la sua espressione quando si tolse le mani) le fece una grandissima pena.
‘Io ho finito… Ho fatto tutto bene almeno credo… Non avrei alcun svantaggio a passarle il compito… Però potrei essere beccata dal professore! E’ tutto il tempo che fa zig zag tra i banchi… Se solo potesse essere distratto un momento… Riuscirei a farle copiare un po’ di cose… Oddio smettila di piangere mi viene da piangere anche a me!’ Ary fece un lieve sospiro. ‘Mi spiace per lei… Mi spiace davvero tanto…’
 
‘Wen!’
‘Che c’è?’
‘Quella dannata scimmia di Koizumi sta sbirciando sul tuo compito!’
Wen fece un piccolo sobbalzo e con la matita colpì le dita di Koizumi.
Koizumi sibilò per il dolore e punzecchiò Wen con la penna sul braccio. Wen gli mollò una gomitata, lui rispose con una più forte, poi uno schiaffo sulla gamba, poi uno sulla faccia…
“Schifoso!”
I due ragazzi incominciarono a colpirsi seriamente.
Mentre si scannavano il professore abbandonò il suo giro e tutta la classe si volse per  “assistere allo spettacolo”.
Anche Akira si era girata. Poi però sentì un colpo sul piede. Era la compagna italiana. Aveva girato il suo compito e la guardava con la coda dell’occhio.
“Copia….” Bisbigliò.
Lei arrossì.
‘Dice sul serio?’
“Copia!” bisbigliò di nuovo.
Dopo un momento di esitazione Akira capì l’importanza dell’occasione. Si chinò e iniziò a copiare. In cuor suo credeva che tutte le risposte, o quasi, fossero sbagliate. Ma sempre meglio che consegnarlo in bianco per metà.
Intanto il prof aveva diviso i due litiganti prendendoli per il colletto delle camice.
Un altro professore entrò.
“Ho sentito la confusione…”
“Questi due si sono messi a picchiarsi nel bel mezzo del compito!”
“Ah sì? Bene! Vorrà dire che correggeremo quello che hanno fatto ma toglieremo già dieci punti per il comportamento!”
“Ma prof!” Urlò Koizumi “Io non ho ancora copiato le risposte aperte!”
“Peggio per te! E ora prendete i vostri compiti e venite in presidenza!”
Sibilando i due obbedirono e sparirono oltre la porta.
Quando questa si chiuse il professore urlò contro gli altri della classe e passò di banco in banco nel tentativo di trovare tracce di copiature. Arrivato al penultimo con Akira e Arianna si fermò.
Notò che stavano entrambe rileggendo. Akira aveva pianto fino a poco prima, lo si capiva dagli occhi. La cosa lo insospettì.
“Signorina Chioccila, ha finito per caso?”
“Ehm, sì signore.”
“Quando?”
“Mentre stavano facendo a pugni… Ho preferito non guardare…”
“mmmh… Bhè allora mi prendo il compito.”
“Aspetti, sto rileggendo.”
Ary non cadde nel tranello: se avesse accettato di farsi portare via il compito il professore avrebbe capito che non lo aveva finito in quel momento.
Lui piuttosto ci cascò in pieno e passò ad Akira.
“Tutto bene?”
“Sì grazie. Mi sono solo… spaventata in una domanda.”
“Bene. Posso… ritirare il compito?”
Akira aveva capito che il tranello era inverso per lei. Se avesse rifiutato avrebbe fatto capire che aveva appena finito. Non aveva molta scelta.
“Certo! Ecco a lei.”
 
“Accidenti! Era un sacco di tempo che non vedevo scenate del genere! Quei due si odiano proprio!”
“L’hai detto!”
Dopo la tensione tutto era tornato alla normalità. Ary se ne stava nel suo gruppetto, gli italiani nel loro, i giapponesi nel loro.
L’altro ragazzo cinese se ne stava solo soletto seduto sul suo banco, l’altro asiatico era sparito in banco. Né Koizumi né Wen erano riapparsi.
Come al solito a parlare erano stati Jack e Holmes. Barnaby aveva l’aria mesta perché era sicuro di non essere andato bene. Irene sembrava particolarmente arrabbiata.
Yulia tornò dal bagno e diede ad Ary una pacca gigante sulla spalla.
“Allora Adrianna? Com’è andata?”
“Non lo so ancora.” Disse lei neutra. Credeva di essere andata bene ma voleva tenere un basso profilo “Quando arrivano i risultati?”
“Il punteggio è pubblicato fuori dalla classe solitamente il giorno stesso. Ma il compito vero e proprio viene consegnato solo durante la lezione seguente.”
Arianna impallidì.
‘PUBBLICATO? Lo leggeranno tutti! OH NO!!!’
Le cadde di mano la forchetta. Si chinò per raccoglierla e incrociò lo sguardo di Akira.
Dopo la copiatura non si erano più dette nulla, né grazie né un saluto. Però Ary aveva notato che le lanciava lunghe occhiate quando lei non la guardava. Poi appena i loro sguardi si incrociavano lei si girava.
Anche quella volta accadde così.
‘Almeno un grazie… Oh bhè cosa mi aspettavo? L’ho fatto per compassione, non per personale desiderio o perché voglio qualcosa in cambio…’
Pulì la forchetta e stava per riprendere a mangiare quando uno degli italiani con un’acrobazia entrò in classe raggiante.
“HANNO MESSO I RISULTATI! HO PRESO 89!”
“Cosa?” esclamò Barnaby “Così presto?”
In un attimo, tra un vociare eccitato e preoccupato tutti corsero fuori dalla classe.
I risultati erano scritti su una grande tabella in percentuali e a fianco c’erano i nomi degli studenti. Ary fu l’ultima ad uscire e per poco non si sentì male.
Il suo nome era il primo e torreggiava in grassetto su tutti gli altri. Voto più alto: 98%.
Akira subito dopo con 97%.
Non c’era stata nessuna insufficienza. Il voto più basso era 66% e apparteneva a “Student ID 237”, il ragazzo asiatico che stava sempre tutto solo probabilmente. Strano che non avessero messo il suo nome.
Uno strano sentimento si fece largo nella sua testa. Ora vergogna di apparire come la secchiona di turno ora orgoglio per il suo risultato. Sicuramente in qualche modo si era fatta valere assai.
Un bidello arrivò all’improvviso brandendo la scopa con aria minacciosa.
“Che diavolo state facendo? Non avete sentito la campana! In classe! Tornate in classe forza!!”
Ary tornò a sedersi sul suo banco. Mise tutto a posto e iniziò a tirare fuori i nuovi quaderni. In fondo erano stati lì fuori per poco. Probabilmente nessuno aveva avuto il tempo di stare a pensare agli altri. Aveva perso tempo a cercare il proprio voto. Sicuramente…
“Scusate, chi è arrivato primo?”
“Una di nome Chiocciola.”
“Chi?”
“La nuova! Quella all’ultimo banco! Ha fatto 98!”
“Non si vedeva un 98 in lettere da parecchio!”
Ancora china sullo zaino Ary sentì il sangue gelarsi. Lentamente si tirò su e vide che quasi tutti si erano girati per guardarla. Wen e Koizumi rientrarono in classe in quel momento ma nessuno si girò. Wen le sorrise.
Adrianna, non sei contenta?” chiese Yulia.
Ary rimase impietrita diventando rossa.
 
In quel momento entrò il professore seguito dall’anonimo che si sedette silenziosamente nel suo posticino solitario. Tutti si alzarono in piedi togliendole finalmente gli occhi di dosso. Ary fece un sospiro di sollievo.
Fino alla fine della scuola di tanto in tanto qualcuno si girava nella sua direzione. Ma lei cercava di non farci caso. Quando suonò la campanella per uscire rimase ferma immobile aspettando che tutti fossero usciti per uscire a sua volta e sparire. Per non dare sospetto si mise a smanettare con lo zaino.
Uscì quando la classe fu vuota. Seguì tutti loro sulle scale e poi si avviò a passo veloce all’uscita. Cercò di mimetizzarsi in un gruppo di ragazze di un’altra classe e dietro di loro raggiunse l’uscita. Sbucò sulla strada e si mise a correre verso casa.
Non sapeva che Akira la stava seguendo.
  
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