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Autore: pk82    25/04/2008    2 recensioni
«Expelliarmus» La bacchetta volò lontano mentre il suo padrone si accasciò dolorante e sfinito al suolo. Alzò la testa per incrociare lo sguardo del suo nemico e sibilò: «Maledetto» «Stavolta è davvero finita… Avada Kedavra». Il settimo libro di Harry Potter secondo me. P.S. se vi avanzano cinque minuti mi farebbe piacere che recensiste, grazie. P.P.S: QUALCUNO MI HA DETTO CHE IL CAPITOLO 13 NON SI LEGGE. hO PROVATO A RIPOSTARLO. SPERO CHE ORA RIUSCIATE A LEGGERLO.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20 – Un aiuto inaspettato

Capitolo 20 – Un aiuto inaspettato

Era circa mezz’ora che camminavano tra gli alberi, ma Harry si era accorto che non erano nello stesso luogo che avevano visto nel Pensatoio. Assieme a Ron ed Hermione seguiva Max, sicuro nella sua andatura, che li guidava attraverso la fitta boscaglia.

«Non mi pare la stessa foresta che abbiamo visto nel Pensatoio» Harry si voltò verso Ron che aveva appena espresso ad alta voce i suoi stessi dubbi.

«Ormai non manca molto» disse Max, fermandosi un momento per orientarsi e poi riprendere la marcia.

«Avete detto» cominciò Hermione, saltando un ramo piuttosto grosso, «che avete trovato qualcosa. Cosa esattamente?»

«C’era qualcosa» rispose Max senza voltarsi e continuando a camminare, «qualcosa nel discorso tra Regulus e il centauro che mi ha dato da pensare» Si fermò quando arrivarono in un punto dove la boscaglia non era più così fitta. «Ricordate cosa hanno detto?»

Harry e Ron ripensarono al fratello di Sirius, a quando aveva fatto bere la Pozione Polisucco al Mangiamorte per ingannare gli altri e a come ne avesse preso anche lui, per trasformarsi poi in “Doc”.

«Intendi quando hanno parlato del medaglione?» chiese Hermione.

«Esatto. Proteo ha detto: “Non riuscirà mai a trovarlo”. Ora, sappiamo che Voldemort ha grandi poteri e mi chiedevo come fosse possibile che Regulus fosse così sicuro che non potesse mai trovarlo, nonostante avesse nascosto il medaglione in un luogo comune come un bosco»

«In effetti» convenne Ron.

Harry si avvicinò a Max, affiancandolo. «E quindi?»

Max si voltò verso il ragazzo. «Fate tre passi avanti e capirete»

Harry scambiò uno sguardo perplesso con Ron e Hermione, al suo fianco. Non sapendo cos’altro dire avanzarono di tre passi… e spalancarono gli occhi quando si fermarono: si trovavano nella stessa foresta che avevano visto nel Pensatoio riconoscendo, poco più avanti, lo stesso punto in ci avevano visto la trasformazione di Regulus.

«Ma cosa…?» fece Harry.

«Ma certo» esclamò Hermione, battendosi una mano sulla fronte. «Uno spazio etereo»

«Un cosa?» chiese perplesso Harry.

«Uno spazio etereo. Un luogo in cui non è possibile utilizzare nessun tipo di magia» Harry si voltò sorpreso verso Ron: ad essere sincero si aspettava una spiegazione da Hermione, non dall’amico.

Ron si accorse della sorpresa di Harry e di Hermione, anche lei voltata verso di lui, con un sorriso incredulo sul volto. «Che c’è?» fece il rosso, «qualcosa la conosco pure io»

Harry scoppiò a ridere nel vedere il broncio sul viso di Ron. Hermione si avvicinò e lo baciò dolcemente, facendo ricomparire il sorriso anche su di lui.

«Siete ancora lì?»

La voce di Max li fece voltare. Harry non capì il significato della domanda e, questa volta, fu Hermione a spiegare. «Quando sei all’interno di uno spazio etereo risulti invisibile a coloro che si trovano fuori»

Harry tornò indietro, tornando visibile agli occhi di Max. «Così questo è il luogo dove è nascosto il medaglione»

«Credo proprio di si» disse sicuro Max, avvicinandosi al tronco di un albero e inginocchiandosi. «I babbani non possono neanche entrare in uno spazio etereo. E Voldemort non penserebbe mai di cercare quello che gli serve in un luogo dove verrebbe privato dei suoi poteri» Frugò nel mucchio d’erba che cresceva ai piedi della pianta. Harry si avvicinò per guardare: una piccola pietra, ricoperta di muschio, emetteva una tenue luce verde quando veniva toccata. «Questi cristalli delimitano lo spazio. Probabilmente il medaglione è situato al centro.

«Allora ci siamo» esclamò Ron. «Non dovrebbe essere difficile trovarlo».

«Devo ricordarti che non possiamo usare la magia?».

Ron si sgonfiò nell’ascoltare la voce saccente di Hermione «Tu sai sempre come tenere alto il morale». Ad Harry scappò un sorriso.

«Vi conviene cominciare» disse Max, «L’area da controllare non è poca. E dato che non potrete utilizzare la magia» continuò, lanciando ad Harry lo zaino che si era portato dietro, «avrete bisogno di alcune cose».

Harry lo aprì, trovandoci dentro una corda e delle torce. «Queste ci saranno utili». Tornò a guardare nuovamente Max quando si rese conto che le torce erano solo tre. «Tu no vieni?»

«Io resto qui» rispose il ragazzo, «controllerò la zona nel caso dovessimo incontrare qualcuno di indesiderato».

Lasciarono indietro Max e si avviarono nuovamente all’interno dello spazio etereo. Non potendo usare la magia furono costretti ad osservare da vicino ogni buco, ogni fessura in cui potevano aver nascosto il medaglione, come buchi nei tronchi degli alberi o quelli che sembravano tane di roditori. Ben presto si ritrovarono sudati, sporchi e con qualche graffio su mani e viso.

«Meno male che non doveva essere difficile trovarlo» Il sudore scendeva dalla fronte al viso di Hermione mentre tentava di farsi largo attraverso dei cespugli piuttosto fitti.

Ron alzò gli occhi al cielo. «Rispetto a qualche giorno fa che non sapevamo nemmeno dove andare è un bel passo avanti» Anche lui cercava di avanzare tra i cespugli; non era facile visto che i rami gli rimanevano sempre attaccati ai jeans.

Harry non potè evitare un sorriso sconsolato: quei due non sarebbero cambiati mai.

«Magari pensi anche che il medaglione arrivi nelle nostre mani da solo»

«Ma no»

«Oppure che troviamo il nascondiglio cadendoci sopra»

«Ma noooooooAAAAAAAHHHHH!!!!»

«RON!!»

«ATTENTA HERMIONE!!!»

Harry l’aveva presa per un braccio appena in tempo; i cespugli nascondevano un dislivello di circa due metri e Ron non se ne era accorto, preso com’era a litigare con Hermione.

«RON! TI PREGO RISPONDI

Sentirono un qualcosa simile a un gemito di dolore. «Si» mugugnò debolmente il rosso.

Harry ed Hermione si lasciarono scivolare verso il basso, facendo forza con i piedi, cercando di non cadere come l’amico; non appena raggiunsero la fine Hermione si catapultò dal rosso. «Come stai? Stai bene? Senti male?» Un attimo dopo gli circondò il collo con le braccia, stringendolo a sé. «Scusami» singhiozzò, mentre sentiva Ron che la stringeva a sua volta; era un po’ intontito dalla caduta e gli faceva male il sedere, su cui era atterrato, ma a parte questo stava bene.

«E’ tutto ok. Sto bene»

Harry si avvicinò, dandogli una pacca sulla spalla. Lasciò Ron a consolare Hermione e si guardò attorno: erano finiti in una specie di fosso, molto largo dato che potevano starci tutti e tre comodamente. Si voltò dalla parte opposta, seguendo il percorso del fosso e scorse qualcosa che lo spinse a muoversi.

«Ragazzi» li chiamò una volta davanti a ciò che aveva notato. Hermione e Ron lo raggiunsero, la ragazza ancora abbracciata al rosso. Si avvicinarono ad Harry, che sorrideva, fermandosi accanto e spalancando la bocca: un enorme albero, carico di foglie, ricopriva il fosso, formando, sotto le sue radici, un passaggio. «Forse ci siamo»

Harry tornò indietro, recuperando lo zaino che aveva lasciato nel punto in cui erano scesi nel fosso ed estrasse le torce. Consegnò le altre due a Ron e Hermione e li guidò all’interno. La luce delle torce illuminò il passaggio che, dopo pochi metri deviò sulla destra, sottoterra, ma rimanendo abbastanza grande perché, pensarono tutti e tre, un centauro potesse entrarci senza alcuna difficoltà.

Avanzarono ancora per quelle che parvero ore. Finalmente qualcosa brillò alla luce delle torce; col cuore in gola aumentarono il passo fino ad arrivare alla fine del cunicolo; sopra una pietra piatta alta circa un metro, alcune tracce di polvere e terriccio, stava il medaglione di Serpeverde.

I tre ragazzi sembravano incapaci di muoversi e parlare, rapiti dall’oggetto in questione. Il primo a rompere quella sorta di incantesimo fu Harry che si avvicinò piano, quasi temendo che Voldemort saltasse fuori all’improvviso per ucciderli e recuperare il medaglione. Quando arrivò a pochi centimetri dall’oggetto si fermò, il cuore che galoppava e che pulsava nelle orecchie.

Sobbalzò quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla; Ron lo aveva raggiunto. «Coraggio»

Harry sembrò riprendersi. «Ci serve qualcosa per romperlo»

«Non possiamo portarlo con noi e pensarci a casa?»

«Preferisco distruggerlo qui» rispose Harry, nuovamente sicuro di sé. «Avete detto che qui la magia non funziona. Allora dovrebbe essere più facile farlo qui, piuttosto che portarlo con noi e aspettare che appaia una magia che protegga il medaglione»

Ron annuì e cominciò a guardarsi attorno, cercando qualcosa che facesse al caso. «Lì» indicò con la luce della torcia una grande pietra. Harry la prese e si avvicinò al medaglione. Si voltò ancora una volta verso gli amici prima di sollevare sopra la testa la pietra e colpire con forza il medaglione.

Forse era per il fatto che era rimasta per così tanti anni senza magia difensiva, tra le pareti rimase per alcuni secondi il rumore di qualcosa che si sbriciola. Rialzando la pietra Harry notò quello che era il medaglione, con i suoi resti ancora sulla superficie piatta. Con un sorriso enorme si voltò verso Ron e Hermione che non persero tempo ad andargli incontro ed abbracciarlo.

Quando finalmente rividero la luce del sole che filtrava dai rami degli alberi avevano il cuore più leggero, la sensazione di essere più vicini alla vittoria che cresceva come un balsamo lenitivo. E le battute di Ron sembravano ancora più divertenti. E le loro risate non erano mai state così allegre. Ed Harry che non vedeva l’ora di rivedere Ginny, di sentirla fra le braccia, di assicurarsi che ci fosse ancora e che ci sarebbe stata ad aspettarlo.

Risalirono il fosso fino a trovare un punto non troppo alto della parete in cui salire e ritrovarsi “al piano superiore”.

Ripresero il cammino verso il punto in cui avevano lasciato Max, fuori da quel luogo, per poterlo informare della distruzione del medaglione, i cui resti erano conservati nello zaino sulla spalla di Harry. Zaino che cadde a terra quando arrivarono a poche decine di metri dal confine dello spazio etereo: la loro allegria, i loro sorrisi scomparvero quando l’inconfondibile rumore di battaglia arrivò alle loro orecchie, cancellando tutto d’un colpo l’euforia che li aveva accompagnati fino a quel momento.

Invisibili a coloro che erano all’esterno dello spazio etereo, i tre ragazzi rimasero attoniti nel vedere Max, raggiunto da Alan e da alcuni membri dell’Ordine, combattere contro un folto gruppo di Mangiamorte.

«Sappiamo che Potter è con voi. Consegnatecelo e vi risparmieremo»

Alan schivò un getto di luce verde nascondendosi dietro un albero; ricomparve dalla parte opposta con un sorrisetto. «Scordatelo» disse al Mangiamorte prima di colpirlo; questi volò all’indietro, colpendo di schiena un albero e ricadendo svenuto a terra.

Poco più in là Lupin, Moody e Shacklebolt, in netta minoranza, davano battaglia ad un altro gruppo di Mangiamorte. I tre erano costretti a difendersi dagli attacchi incrociati dei nemici. Max, dopo aver schiantato il suo avversario, li raggiunse, ma le cose non migliorarono di molto: altri Mangiamorte si erano Materializzati.

«Dobbiamo ritirarci» urlò Lupin sopra il frastuono degli incantesimi. «Sono in troppi. Non riusciremo mai a sopraffarli tutti»

«Non ancora» rispose Max. «Dobbiamo prima aspettarli»

Quelle parole furono come una sorta di segnale per Harry, Ron ed Hermione, rimasti all’interno dello spazio etereo, paralizzati fino a quel momento alla vista di quello che succedeva.

«MUOVIAMOCI!» urlò Harry agli amici e tutti e tre si resero visibili, uscendo dalla zona “non magica”.

Il primo ad accorgersi di loro, però, fu uno dei Mangiamorte arrivato per ultimo. «ECCOLO! E’ POTTER»

L’attenzione di tutti fu rivolta al gruppo dei tre amici che si ritrovo al centro della nuova zona di scontri. Subito cominciarono a volare incantesimi di attacco e difesa, tanto che l’aria si surriscaldò. I Mangiamorte sembravano aumentare di numero ogni momento che passava.

«DOVETE ANDARE VIA DA QUI!» Max li aveva raggiunti e assieme ad Alan, Lupin e Moody, formava una sorta di muro tra loro e i Mangiamorte.

«NON POSSIAMO LASCIARVI DA SOLI» replicò Harry, mentre lanciava uno Schiantesimo che mancava di poco il proprio avversario.

«NOI ARRIVEREMO SUBITO! ALAN!» gridò poi Max verso l’amico. «PORTALI VIA!»

Alan si avvicinò ai tre ragazzi che si aggrapparono a lui, ma nel momento stesso in cui il ragazzo cominciò a ruotare su stesso, Harry si toccò la spalla, scambiando uno sguardo di sorpresa e panico con Ron.

«IL MEDAGLIONE!» urlarono prima di lasciare la presa da Alan che si Smaterializzò, portandosi dietro Hermione.

La mancata fuga di Harry parve disorientare per un momento sia amici che nemici; fu grazie a questo che i due riuscirono ad aprirsi facilmente un varco, sfruttando la momentanea sorpresa generale, sorpresa che passò subito dopo quando i Mangiamorte tentarono di raggiungerli e i membri dell’Ordine tentarono di dargli protezione.

«DOVE ANDATE?»

I due non risposero; correvano nel tentativo di sbrigarsi a recuperare lo zaino. Uno getto di luce argentea volò sopra le loro teste. Voltandosi videro un Mangiamorte che era riuscito a raggiungerli.

«TI COPRO IO! TU VAI!» gridò Ron prima di voltarsi e urlare “Protego!”, mentre Harry continuava la sua corsa.

Era quasi arrivato quando davanti a lui si Materializzò un altro Mangiamorte; la sorpresa di trovarselo davanti gli costò cara perché non fece in tempo a puntare la bacchetta che il nuovo arrivato l’aveva già alzata. Era ormai convinto della sua fine quando un getto di luce verde partì dalla bacchetta del nemico…

ma il cuore continuava a battere, i polmoni continuavano ad incamerare aria, anche se con difficoltà, a causa del respiro affannoso. Harry si voltò alle sue spalle, dove a terra giaceva un Mangiamorte, colpito dalla maledizione che credeva rivolta a stesso.

Spostò nuovamente l’attenzione al Mangiamorte che aveva scagliato l’Avada, ancora troppo sorpreso per dire o fare qualunque cosa.

«CHE COSA ASPETTI AD ANDARTENE, POTTER?»

La sorpresa crebbe in Harry nel riconoscere il proprietario di quella voce. Ancora paralizzato non si accorse dell’ennesimo Mangiamorte che gli stava arrivando alle spalle. Prima ancora che potesse accorgersene si ritrovò a terra, spinto con una spallata dal Mangiamorte che lo aveva salvato poco prima e che, a quanto pare, lo aveva salvato nuovamente. La maledizione lo colpì di striscio, ma gli fece volare via la maschera. «VUOI PROPRIO FARTI AMMAZZARE, VERO SFREGIATO?»

Il misto di rabbia e sofferenza nella voce di Draco Malfoy sorpresero ancora di più Harry.

«Razza di traditore» L’ultimo arrivato guardava con disgusto la coppia di ragazzi ancora a terra. «Non avremo nessuna pietà».

Il Mangiamorte attaccò e un getto verde colpì il punto in cui un momento prima c’erano Draco ed Harry, che finalmente si era ripreso. Subito i due cominciarono a duellare, mettendo in seria difficoltà il Mangiamorte che, con un ringhio, si trovò ad affrontare non solo due ragazzini, ma due abili combattenti.

Harry tentò di Schiantarlo ma il Mangiamorte gli rispedì l’incantesimo, tanto che il ragazzo dovette gettarsi a terra per non essere colpito. Draco cercò di approfittarne, lanciando una maledizione, nello stesso momento in cui anche il suo avversario faceva lo stesso. Entrambe gli incantesimi centrarono il loro obiettivo, scaraventando i due combattenti lontani.

«HARRY!» Ron stava arrivando di corsa e, a parte la stanchezza e alcuni graffi sul viso, stava bene. Harry si rialzò e rimase fermo solo un momento prima di scomparire agli occhi dell’amico e ricomparire pochi secondi dopo con lo zaino in mano. Infine guardò l’amico; per Ron non ci fu bisogno di spiegazione.

Si mossero verso il biondo, ancora svenuto, e prima che altri se ne accorgessero si Smaterializzarono.

****************

Dopo quasi un anno mi ripresento per continuare la fic. Non potevo non continuarla, anche perché questa è la prima ficcy che ho mai scritto e postato, la prima in assoluto a cui abbia mai pensato, perciò era anche una questione di principio.

Cercherò in tutti i modi di completarla, anche se non so quando: insomma chi mi conosce sa che ultimamente non me la sono passata proprio bene. Inoltre ero anche preso con la stesura di Ritornare a vivere 2, per cui la mia mente era tutta concentrata su di essa.

Anche se con parecchio ritardo, ringrazio la mitica e fedelissima EDVIGE86, Piccola Vero, robby e Nefele.

Spero che il prossimo capitolo non debba aspettare così a lungo. Quindi ci sentiamo al prossimo – e speriamo non tardivo – capitolo.

Ciao!

  
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