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Autore: HarrysSwallows    14/11/2013    1 recensioni
Mi chiamo Anita, ho 18 anni e una figlia di tre. Dov'è suo padre? Quanti di voi mi crederebbero se dicessi che suo padre è Niall Horan?
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Years

_*Anita’s Pov_
La mia sveglia suona. Mi giro dall’altra parte.
-Mamma?- mi chiama una vocina proveniente dal basso. -Andy? Sei già sveglia?- chiedo alzandomi. -Ho fame- Controvoglia mi alzo e la prendo in braccio dirigendomi verso la cucina.
Mi chiamo Anita, ho diciotto anni ed una bambina di tre. Vivo con mia madre e mia figlia a Mullingar, io e mia mamma siamo italiane mentre Andy, mia figlia, è irlandese. Non trovo mia madre in cucina, quindi penso sia sotto la doccia. Infatti mi aveva detto che oggi usciva con un tipo, un certo Clark, con cui si vede da un anno buono ormai.
-Vuoi gli animaletti o i fiorellini?- chiedo alla mia piccola alludendo alla forma dei cereali. -Animaletti per favore- risponde. Le verso il latte ed i cereali nella tazza aggiungendo un cucchiaino di miele, porgendole poi il tutto sul seggiolone rosa dove mangia.
Nel frattempo io mi vesto alla velocità della luce mettendo shorts gialli con calze di lana bianche, essendo inverno, una canotta bianca larga ed una giacca college dello stesso colore e le mie fedelissime converse. Mi trucco leggermente e vesto anche la mia bambina. Prendo le chiavi dell’auto sfrecciando verso l’asilo, è tradissimo. Sono le sette e quaranta, devo essere a scuola per le otto, non ce la farò mai. Arrivo e oggi c’è anche l’incontro con la nuova maestra. Me ne ero completamente dimenticata. Lascio in classe Andy. La maestra mi si avvicina sorridente. -Ciao, tu devi essere la sorella di Andy, speravo di parlare con i suoi genitori..- la ragazza avrà più o meno tre o quattro anni più di me. -Sono sua madre- rispondo recuperando l’aria per la corsa. È decisamente stupita, come la maggior parte della gente a cui lo dico, d’altronde. -Scusi, ma sono terribilmente in ritardo- le dico scappando. Guido decisamente troppo veloce arrivando a scuola. Parcheggio. -Ma che fine hai fatto? Ti ha aspettato alla fermata dell’autobus!- mi rimprovera Adrianne, la mia migliore amica. -Scusami, ho dovuto accompagnare Andy all’asilo- dico sofferente. In fondo lasciare la mia bambina all’asilo, anche dopo una settimana, non mi è per niente facile. -Va bene..entriamo- mi trascina dentro Adrianne.
È così strano, agli occhi di tutti potrei sembrare una normale diciottenne, vado a scuola, torno a casa. Nessuno direbbe mai che la bambina che ho sempre dietro è mia figlia. Amo la mia Andy, è bellissima. E come potrebbe non esserlo? Assomiglia fottutamente a suo padre. Ha i suoi stessi del colore dell’oceano. Io e il padre siamo entrambi mori, anche se lui si tinge di biondo. Lei ha dei lunghi capelli scuri, come i miei, molto mossi. Ha il sorriso di suo papà, ma le mie labbra piene, eppure quegli occhi mi ingannano tutte le volte. Sono dannatamente uguali ai suoi.
Chi è il padre? Ah, se ve lo dicessi non mi credereste. Dov’è? Non lo so. Forse in America da qualche parte. È che nessuno sa chi è suo padre. Solo io e Adrianne, nemmeno mia madre. Nessuno lo sa perché nessuno mi crederebbe se dicessi che è Niall Horan degli One Direction. Nessuno.
Eppure è lui. Quella dannata sera alla festa di Daniel, un bicchiere di troppo e adesso eccomi qui. E chissà lui dov’è e cosa sta facendo. Chissà con chi sta facendo cosa.
La prima lezione che ho è quella con il professor Feats. Lui è decisamente il mio preferito, in ospedale condividevo la stanza con sua moglie, Andy e loro figlio Aaron sono nati lo stesso giorno e quindi lo vedevo tutti i giorni.
Mi è stato molto vicino. E poi Aaron e Andy sono migliori amici sin da quando sono nati, abbiamo sempre fatto tutti i compleanni insieme e ogni tanto se mi serve una mano, o se serve a loro, sono felice di tenere Aaron come loro sono felici di tenere Andy.
-Buongiorno Professor Feats- lo saluto entrando con Adrianne in classe, con mezz’ora di ritardo. -Buongiorno Anita, come stai?- domanda. -Bene grazie, lei? Sa dovrei parlare con sua moglie perché tra poco sarà il compleanno dei piccoli- lo informo. -Certo. Dirò a Tania di telefonarti. Sempre in ritardo eh?- sorrido. -Mi perdoni, ho dovuto accompagnare Andy all’asilo perché mia madre è via- essere una madre adolescente, single, con un solo genitore, ed essere amica della moglie del tuo prof ti fa avere qualche vantaggio a scuola per i ritardi e le assenze, poi, se in più hai anche un ottimo rendimento, puoi decisamente adagiarti sugli allori. -E va bene. E lei? Signorina Parks, che scusa ha?- dice riferendosi ad Adrianne. Io sono l’unica studentessa che chiama per nome. -Ehm..ho accompagnato Anita- bugia. Ma va bene. -Si è vero professore, mi perdoni- lanciandomi un occhiata di dubbio ci manda hai nostri posti.
Le cinque ore passano in fretta. Mi fermo a parlare con Adrianne e il mio amico Daniel nel corridoio. -Venite al bowling oggi pomeriggio?- domanda. Amo il bowling. -Non posso- affermo. -Perché?- chiede Adrianne. -Devo portare Andy da tuo padre- mi riferisco al padre di Dani che è un pediatra. -Oh, va bene, Adrianne tu?- chiede poi. -No, l’accompagno- mi sorride. -No, vai se vuoi- ricambio il sorriso. -Sicura?- mi chiede. -Certo, vai, poi fatti accompagnare a casa mia- i suoi occhi si illuminano. -Grazie!- mi abbraccia. Guardo l’orologio di Dani. -Ma sono le due e mezza?!!- urlo. -Oddio! È tardissimo devo andare a prendere Andy!- grido saltando in macchina e volando all’asilo. Appena arrivo la maestra è con la mia piccola sulla porta. Ci sta aspettando. -Mi scusi tantissimo! Ero a scuola!- grido prendendo in braccio Andy. -Signorina Collesanto, le vorrei parlare- mi dice la mastra.  Ci sediamo dentro l’ufficio mentre Andy gioca.  -Possiamo darci del tu?- chiede la maestra. -Certo, chiamami Anita- le sorrido. -Io sono Holly, piacere- sorride a sua volta. -Allora, posso sapere quanti anni hai?- mi domanda. -Diciotto- rispondo. -Ah, bene, io ne ho venticinque- più di quanti pensassi. -Sei sola?- chiede ancora. -Ho mia madre, la mia amica, e mia figlia, loro mi bastano- affermo decisa. -Tuo padre?- domanda. -Ha un’altra famiglia in un altro paese- è vero, mio padre è risposato, ha una nuova moglie, Sofia, e una figlia di due anni, più piccola di Andy, Alice. Vivono in Italia. -E..se posso, il padre di Andy?- mi irrigidisco. Sento gli occhi pizzicare. -Lui..non so dove sia. Non sa di avere una figlia, se n’è andato prima che nascesse- non so perché sto raccontando tutto questo a questa donna, ma sento che in qualche modo è la cosa giusta.
Guardo l’ora, le due e quaranta. Oddio! Alle tre c’è l’appuntamento dal pediatra! -Scusami, Alle tre devo portare Andy dal pediatra, è tradissimo!- la saluto prendendo Andy e guidando spedita a casa, sono le tre meno dieci. Preparo al volo un panino per lei con i formaggini e poi riparto facendoglielo mangiare in auto. Appena arriviamo la segretaria sta chiamando il nostro turno. Entriamo frettolosamente nello studio e il padre di Daniel comincia a visitare Andy.
-Non è nulla di grave, dalle questo sciroppo una volta al giorno e in una settimana sarà guarita- sospiro. Avevo paura che la mia piccola si fosse ammalata, invece ha solo un po’ di tosse. -Grazie infinite- dico. -Di niente, ah e Daniel mi ha detto di dirti che riporterà Adrianne per le cinque- Un ora prima. Va bene. -Bene, grazie ancora Dottor MackBurne- Usciamo dallo studio. Mi avvicino alla segretaria per prendere un altro appuntamento. -Possiamo fare fra un mese?- chiede. -Ehm..scusi, che giorno è oggi?- domando. -Oggi è tredici, tredici settembre- Oddio.. -Cosa?- domando. La segretaria mi guarda storto. -Ehm..si, fra un mese è perfetto..arrivederci- Firmo la conferma dell’appuntamento segnandomelo sul cellulare. Oggi. È. Il. Suo. Compleanno. Aiuto.
***
Una volta a casa mi siedo sul divano togliendo ad Andy il cappotto ed il cappellino di lana. La prendo in braccio e la porto in camera sua per il riposino pomeridiano, ormai sono le quattro. -Mamma, perché io non ho un papà? - domanda. Mi irrigidisco. -Perché me lo chiedi?- domando. -Aaron dice che tutti hanno un papà..però io non ce l’ho, allora gli ho detto che sbagliava e abbiamo litigato, però mamma, lui ha ragione, perché io non ce l’ho?- mi spiega. -Amore tu hai un papà..- sento le lacrime scendermi lentamente sulle guance e cerco di fermarle. -E dov’è?- chiede. -Non lo so..non ci vediamo da tanto tempo- rispondo tirando su col naso, piango ancora. -Ma lui mi vuole bene?- “Se ti conoscesse te ne vorrebbe, è me che odierebbe” Penso. -Certo- ecco altre lacrime. Non posso fermarmi. -E a te?- Coltellata al petto. No, non me ne vuole, non me ne ha mai voluto. Come spiegargli che suo padre ha soddisfatto i suoi bisogni e poi mi ha abbandonata? -Non più amore- sento qualcosa spezzarsi dentro. Solo io, e forse Adrianne, sappiamo quanto mi è mancato in questi anni. -Ma tu si vero?- chiede capendo perché piango. -Molto- rispondo. -Avete litigato?- domanda. -Si, amore- No. Non abbiamo mai litigato. È semplicemente sparito. Lo ricordo perfettamente.
Erano tutti e cinque qui, per promuovere il loro primo tour. Up All Night. Io e Adrianne eravamo pazze di loro, avevamo poster, sapevamo a memoria tutte le canzoni. Adrianne aveva un debole per Harry, io non resistevo al fascino di Niall. Eravamo fiere di farci chiamare Directioners. In fondo a quindici anni di cosa ti devi preoccupare? Di vivere a pieno!
Daniel, vecchio amico di Niall, li aveva invitati alla festa. E aveva invitato anche noi. Stavo seduta su un divanetto mentre Harry ed Adrianne ballavano. Quando una chioma bionda mi si avvicina. Uno o due bicchieri di troppo e la serata si conclude in una camera di un albergo vicino.
-A cosa pensi?- chiedo sdraiata con la testa sul suo petto dopo la notte più bella della mia vita. -Che sei bellissima- risponde. Mi giro e lo bacio con trasporto. -È stata la notte più bella della mia vita- sussurra dolce sulle mie labbra. -Dovresti dormire- gli dico. -Anche tu- risponde. -Prima una cosa però..- mi dice, lo ascolto. -Io non so se sia possibile, ci conosciamo da pochissimo..ma credo di essere veramente, pazzamente, profondamente innamorato di te- “Truly Madly Deeply in love whit you”. Lo bacio ancora. -Sai la cosa strana? Anche io- rispondo. Ci addormentiamo insieme poco dopo. La mattina seguente mi sveglio sola. C’è solo un biglietto sul comodino. “Devo andarmene. Addio” secco. Mi sentii talmente male. 
Un mese dopo capii di aspettare Andy. A scuola quasi più nessuno mi parla a parte i prof, la preside, Daniel e Adrianne. Lui non c’era mentre tutti di mi davano della troia a scuola. Lui non c’era mentre mi svegliavo la notte con i dolori alla schiena. Lui non c’era quando mi svegliavo la mattina e correvo a vomitare. Lui non c’era quando avevo terribilmente paure di dirlo a mia madre. Lui non c’era quando partorii. Lui non c’era alla prima parola di Andy. Lui non c’era al primo compleanno. Lui non c’era al primo dentino. Lui non c’è mai stato eppure era l’unico che volevo.
Metto Andy a dormire e poi mi stendo sul divano, vorrei evitarlo ma crollo come un sasso.
_*Niall’s Pov_
Oggi è il mio compleanno, ricevo la telefonata di auguri di mio padre. -Ciao papà!- lo saluto. -Ciao figliolo, auguri- mi dice. -Grazie- sorrido. -Senti Niall, quando vi danno la pausa?-  chiede. -Ehm..settimana prossima possiamo tornare a casa, e poi abbiamo un mese libero prima di ripartire per l’America, perché?-  domando. -Niall, sto per sposarmi..e vorrei che tu e Greg veniste a conoscere Lucia e sua figlia- sgrano gli occhi. -È fantastico! Ci sarò!- sorrido ancora. -Benissimo- posso sentirlo sospirare. -Papà devo andare, ciao- alludo a Zayn che mi fa strani gesti per farmi capire che dobbiamo riprendere a registrare. -Ok, ciao figliolo- attacco dopo averlo salutato ancora. -Mio padre si sposa!- esclamo entrando. Tutti si congratulano. -Piuttosto, pensa alla festa di stasera- mi ricorda Hazza.  -Si tranquillo, non mancherò alla mia festa di compleanno-
_*Anita’s Pov_
“Driin Driin!” il campanello di casa suona svegliandomi e facendomi cadere dal divano. Mi maledico per aver lanciato un urletto appena mi ricordo che mia figlia dorme. Un mal di testa dovuto al pianto mi assale. -Ciao!- esclama Adrianne appena apro la porta. -Shh! Andy dorme!- sussurro zittendola. -Scusa- fa altrettanto. -Entrate- con lei c’è anche Dan. -Bella maglia- sussurra lui. -Grazie, che ore sono?- domando. -Le cinque e mezza, scusa, ho tardato un po’- gli rispondo di non preoccuparsi. -Adrianne, puoi per favore andare a svegliare Andy, senno poi stanotte non dorme- Prontamente Zia Adrianne sale le scale e si dirige in camera della piccola. -Non ho mai visto tua figlia sai?- dice Daniel. -Davvero? È uguale a suo padre- mi faccio scappare. -Immagino sia difficile per te..- prova lui, nego. -Lei è la cosa più bella della mia vita- mi brillano gli occhi.
-Eccoci!- esclama Adrianne dalla cima delle scale. Andy ancora assonnata, col ciuccio in bocca, si stropiccia gli occhi. Subito la mia amica me la porta in braccio. -Amore, lui è Daniel, un amico di mamma, lui è il figlio del tuo dottore-  è molto silenziosa appena sveglia. -Ciao piccola! Cavolo è bellissima!- fa Dan. -Grazie- sorrido.
 Non appena Daniel se ne va io metto Andy a guardare Peppa Pig alla televisione e porto Adrianne in cucina. -Oggi mi ha chiesto di suo padre- le dico. -Oddio- si porta una mano alla bocca. -Gli ho detto che era lontano..e..sono scoppiata a piangere- proprio come adesso. Mi butto fra le braccia della mia amica singhiozzando. -Shh..calmati, tu sei più forte e lui è un bastardo- mi stringe di più. Tremante, tiro su col naso e mi calmo. -Avanti...lo sai che è così-  si è vero. -Grazie- la stringo fermando le lacrime.
Più tardi, quando torna mia madre, Adrianne va a casa. Mentre io e mamma, insieme, prepariamo la cena, ricevo una telefonata. -Pronto?- dico. -Principessa! Come stai?- è mio padre. -Bene papà- dico con nonchalance. -Non vedo l’ora di vederti!- esclama. -Vedermi?- sono cinque anni che non lo vedo. -Si, per il matrimonio si tua madre! Pensi che me lo perderei?- Matrimonio? Cosa? -Cosa!?- mia madre salta. Evidentemente ha capito. -Scusa, papà..devo parlare con la mamma, evidentemente ha dimenticato di dirmi che si sposa!- urlo più arrabbiata che mai attaccando il telefono. -Quando pensavi di dirmi che ti sposi?!- urlo. -Stasera a cena, ma tuo padre mi ha battuta sul tempo..- fa colpevole. -Mamma non capisci? Papà non sa di Andy! Cosa gli dirò!? Io non voglio la conosca!-  Volglio bene a mio padre ma non voglio assolutamente conosca mia figlia. Non voglio e basta. Non voglio che lei conosca mio padre, senza sapere dov’è il suo. -Amore lo so benissimo..ma prima o poi dovrai dirglielo. È comunque sua nipote-  più arrabbiata che mai me ne vado sbattendo la porta della cucina. Salgo le scale fino in camera mia. Anche lì sbatto molto forte la porta e sento Andy iniziare a piangere. Oddio che ho fatto. Prima che possa rendermene conto sono già di sotto e la stringo in braccio. -Shh..va tutto bene piccola- L’ho spaventata. La porto di sopra con me. -Scusami piccola, stai calma, mamma è qui- la stringo, siamo sedute sul mio letto. Si calma. -Non lo fare più- mi chiede abbracciandomi, capisco a malapena quello che dice per via del ciuccio. -Tranquilla piccola..- l’abbraccio ancora. Mi sdraio tenendola cavalcioni sulle mie gambe. Sbuffo. Che giornata. -Adesso l’unica cosa che vorrei è che tuo padre fosse qui- dico senza rendermene conto. Mi tappo la bocca poco dopo, ma troppo tardi. Andy mi guarda con gli occhi che brillano, arrossati dal pianto. Non mi accorgo che anche mia madre è sulla porta. -Mi hai sempre detto che era un ragazzo che hai conosciuto in un bar, che non ne sapevi nemmeno il nome. Ma la mancanza non si prova per uno sconosciuto- afferma seria avvicinandosi. -Hai ragione- dico. Non penso di dirle la verità. -Chi era allora?- chiede pacata. -Non lo conoscevi. Era  un amico di Daniel, ora non so dove sia- In fondo non sto proprio mentendo. -Lo amavi?- chiese mia madre. -Lo amo, ma per lui non è lo stesso- sento la mia voce tremare.  -Senti, tra una settimana ci trasferiremo a casa di Clark, tu ed Andy avrete la vostra stanza e noi la nostra, Clark ha due figli, il maggiore è sposato ed abita a due isolati da qui, il minore è sempre in viaggio con la sua band ma quando torna, ovviamente, è a casa, cerca di essere gentile- Sbuffo. -Quindi cambiamo casa mamma?- chiede Andy. -Pare di si tesoro-
_*Niall's Pov_
La festa sta andando a gonfie vele, Alcool e ragazze non mancano di certo. Eppure io ho sempre quel chiodo fisso. Prendo Zayn da parte, come al solito. -L’hai vista?- gli chiedo. -Niall! Ma come cavolo pensi che possa essere qui?- risponde. -Hai ragione, scusami, è che non riesco a togliermela dalla testa- Anita, Anita. Questo nome mi gira in testa continuamente. Non la dimenticherò mai. La notte più bella della mia vita. Cosa fa? Dov’è? Con chi è? Mi ha già dimenticato? Mi odia?
Io non riesco a dimenticarla, sento che qualcosa di forte mi lega a lei. Bellissima. Occhi profondi. Capelli perfetti. Fisico fantastico. Labbra..oddio morirei anche solo per un altro suo bacio. Dove sei? Non sono mai riuscito a dimenticarla, ne a cercarla. Ho odiato doverla lasciare. Doverle dire addio. A ero costretto. Sarei stato via un anno per via del tour che iniziava quella mattina. Avevo il volo alle sette e fui costretto a dirle addio.
-Scusa Zayn, va a divertirti- Tre anni. Tre dannati anni e non riesco a togliermela dalla testa. Sarà cambiata? Mi odierà?
Non riesco nemmeno più a godermi il mio compleanno. Si ricorderà che è oggi? Non ho nemmeno il suo numero. Cosa so di lei? È Italiana ma vive a Mullingar. Si chiama Anita. È Bellissima. E non la rivedrò mai più.


Writer comment:
Good morning!!! This is the first chapter of the first saga that I have ever wrote! Yeeee! Okay, I start to say that I am writing this space now, and now I have already started the second history of the saga. Okay? In this chapter (so long) we can understand the intro of the general history. Do you like it? I hope. So, prepare yourself for this space ‘cause maybe will be very strange and crazy, like..me. Hahahah ok goodbye.
A massive massive thank you
                                                                                                                               The Writer:
                                                                                                                       Bo Grace Ellis Styles xx

  
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