Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: RedMarauder    14/11/2013    15 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 6
Il Brivido di una Provocazione
 
 
 
 
 
 
 
Hermione passò quella domenica con Harry e Ron in biblioteca. La loro mole di compiti aveva raggiunto la stessa altezza della Torre di Astronomia, perciò furono costretti a cedere alle minacce di Hermione, lasciandosi trascinare in biblioteca. Tutta Hogwarts, a parte gli studenti del quinto e del settimo anno, era fuori in mezzo alla neve, a divertirsi. Hermione sorrise, guardando dalla finestra un gruppo di Corvonero intenti a darsi battaglia con le palle di neve. La loro guerra era stata decisamente più epica!
Dopo ore di studio, Ron si alzò per andare a cercare un libro nella sezione Trasfigurazione. Era completamente guarito. Hermione e Harry erano andati a prenderlo in infermeria subito dopo pranzo, per poi trascinarlo in biblioteca, nonostante le sue proteste.
Mentre Ron era assente, Harry rivolse strane occhiate ad Hermione, abbassando lo sguardo sul suo tema di Divinazione ogni volta che lei alzava il suo. Un paio di volte aprì bocca per parlare, ma la richiuse due secondi dopo, tornando a concentrarsi sui compiti.
Alla terza occhiata furtiva, Hermione chiuse il libro di scattò e lo fissò scocciata.
- Harry, chiedimi quello che hai intenzione di chiedere e falla finita!- lo rimproverò.
Il Prescelto rimase a bocca aperta per un secondo, poi la richiuse e arrossì leggermente.
- Mi chiedevo..se stessi bene!- disse.
Hermione aggrottò la fronte. – Tutto qua?-
Harry fece spallucce e annuì. Era visibilmente imbarazzato.
Hermione, con un sospiro paziente, si alzò, fece il giro del tavolo e si sedette accanto all’amico. Con una mano, gli fece cenno di parlare.
- Ok!- cedette lui. – Ho notato che, ultimamente, sei piuttosto distratta!-
Lei annuì. – Sì, è vero!- ammise.
Harry fu colpito da quello slancio di sincerità e continuò. – Mi chiedevo..va tutto bene? Insomma, è una cosa..insomma..posso aiutarti in qualche modo?-
Hermione provò un moto fortissimo di tenerezza per il suo migliore amico. Sorridendo, lo abbracciò, stringendolo forte.
- Lo prendo come un sì?- chiese lui, ridendo.
Quando Hermione lo lasciò andare, vide che l’amico era visibilmente più rilassato. Forse aveva paura che, affrontando l’argomento, l’avrebbe fatta infuriare.
- Non c’è niente che puoi fare, al momento! Ma se avrò bisogno, te lo farò sapere! Grazie!- rispose lei, sincera.
Harry annuì. – Posso chiederti solo..ehm..- balbettò. Sistemò gli occhiali sul naso e la guardò, arrossendo leggermente. – Tu..e lui..state..?-
- Insieme?- lo aiutò lei.
Harry annuì e Hermione scosse la testa. – No. È difficile da spiegare..è una specie di..attrazione!- concluse, rabbrividendo come sempre a quella parola. Se non altro, era riuscita a pronunciarla ad alta voce! Anche se, dovette ammetterlo, una sola parola difficilmente avrebbe spiegato quella situazione assurda.
- E?-
- E niente! Diciamo che per adesso non ne parliamo. Sto seguendo l’istinto. Sinceramente, non so nemmeno che cosa ne pensi lui. Quel che sarà, sarà!-
Harry la guardò sbigottito. – Sicura di stare bene?-
- Perché?-
- Perché la Hermione Granger che conosco io non direbbe mai una cosa del genere!-
- E cosa direbbe la Hermione Granger che conosci tu?- chiese lei, curiosa di sentire un parere su se stessa dal suo migliore amico.
- Be’ come prima cosa, sicuramente, lo trasformerebbe in un armadio delle scope, e poi direbbe di essere troppo impegnata a studiare per permettersi distrazioni! Insomma, la Hermione che conosco io, - aggiunse,- non gli permetterebbe mai di metterla in difficoltà come ieri sera a cena, o comunque lo ripagherebbe con la stessa moneta!-
Hermione scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
- Che ho detto di così divertente?- chiese Harry, confuso.
- Oh, Harry! In cinque minuti sei arrivato alla mia stessa conclusione, solo che io ci ho messo due giorni per capirlo!- rispose, sinceramente colpita dal fatto che lui la conoscesse così bene.
- Tu sai che io non ho capito assolutamente niente di quello che hai detto, vero?- chiese lui, aggrottando la fronte.
Hermione si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia. – Ed è meglio per te che tu non lo capisca mai!- mormorò, ma sorrideva. Si alzò e tornò al suo posto.
- Sai, in questa scuola dovrebbero insegnarci a capire le donne. Altro che Divinazione!- borbottò, lanciando sguardi scocciati al suo tema finito per metà.
Hermione lo guardò e chiese. – Nessuna novità con Cho?-
Harry scosse il capo. – Non ci vediamo quasi mai..- borbottò.
- Forse Harry dovresti rivolgere la tua attenzione..altrove!- mormorò lei.
Lui la fissò confuso. – Che intendi?-
Lei lo ricambiò con un’espressione saccente. – Harry, dubito seriamente che Cho sia la persona adatta a te! Piuttosto che combattere una causa persa, io mi fermerei seriamente a chiedermi se ci fosse qualcosa di meglio intorno a me!-
- Hermione, se la persona giusta per me fosse in questo castello, a quest’ora me ne sarei accorto!-
Lei sbuffò. Quanto potevano essere stupidi, gli uomini!
- Allora ti consiglio di guardarti meglio intorno. Potrebbe essere molto più vicina di quello pensi!- rispose lei.
Harry la fissò incuriosito, ma lei non aggiunse altro. Videro Ron avvicinarsi da lontano e Hermione sollevò di scattò la testa, cercando gli occhi dell’amico.
- Harry, Ron..-
Ma lui la interruppe. – Credi che io sia davvero così scemo da andare a raccontarglielo?- chiese, visibilmente offeso. Si voltò a guardare l’amico che, dopo aver contato i libri che aveva in mano, si rese conto di qualcosa, probabilmente di averne lascio uno indietro, e ritornò sui suoi passi, scomparendo tra gli scaffali.
Harry si girò verso Hermione e si sporse verso di lei. – Penso che potrebbe infastidirlo!-
- Ma dai, non mi dire!- sbottò Hermione sarcastica.
- Sai, è suo fratello!-
- Solo per quello?- indagò Hermione.
Harry soppesò le sue parole. – Che cosa sai?- chiese, sospettoso.
Lei fece spallucce. – Ginny mi ha detto che ha una cotta per me!-
- Aveva!-
- Cosa?-
- Aveva una cotta per te. Ora ha una cotta per Lavanda!-
Hermione rimase a bocca aperta.  Questa proprio non se la sarebbe mai aspettata!
- Stai scherzando?-
- No!- rispose lui sorridendo. – Non da molto comunque! Un paio di settimane! Lei sembra essere interessata, ma Ron non si muove a fare passi avanti!- borbottò Harry.
- Il che, detto da te..-
- Ehi! Stavamo parlando di Ron, non di me!- la rimbeccò lui. – Comunque, secondo me se la prenderebbe in ogni caso, anche se gli interessa un’altra. Perché tu non hai scelto lui, ma suo fratello! Il che darebbe fastidio a chiunque!-
- Io non ho scelto nessuno!-
- Ma se hai appena detto che sei attratta da lui!-
- Sì, ma per quanto ne so potrebbe finire domani!-
Bugiarda!
Harry scosse il capo. Ci rinunciava: non poteva capire le donne!
- Il punto è che, scelto o no, a Ron darà sicuramente fastidio sapere che frequenti suo fratello!-
- “Frequentare” non è esattamente il termine esatto..-
- Hermione, falla finita!- sbottò lui e lei tacque. – Dobbiamo andarci piano con Ron! Meglio tenerlo allo scuro per un po’!-
- Magari per sempre!- borbottò lei, improvvisamente preoccupata al pensiero di quello che sarebbe successo se Ron li avesse beccati.
Harry sorrise. – Dubito che riuscirete a nasconderglielo per sempre! E se vi innamorate? E se vi sposate? Ehi, potreste dirglielo il giorno del vostro matrimonio!- propose, ridendo.
Hermione spalancò la bocca indignata. – Io non sposerò Fred! Che razza di problemi avete tu e Ginny con questa storia del matrimonio?-
- Ginny?- chiese lui, perplesso.
- Lascia perdere!- borbottò Hermione.
- Sta tranquilla, Hermione! A Ron ci penso io! Magari si innamora di Lavanda e si dimentica del tutto di te!-
- Speriamo!- mormorò Hermione.
Ron stava tornando verso il tavolo, perciò i due tacquero e non tornarono più sull’argomento per tutta la giornata. Mentre studiavano, Hermione rivolse un’occhiata a Ron. Provò ad immaginare come avrebbe reagito l’amico se, uscendo la sera prima, avesse assistito ad una scena come quella nella nicchia. Sarebbe svenuto. O li avrebbe uccisi. Rabbrividì e decise di non pensarci più. Sperò con tutto il suo cuore che Lavanda fosse abbastanza interessata a Ron da distrarlo..
 
 
 
Quando arrivò l’ora di cena, Harry e Ron avevano finalmente finito i compiti. Hermione li seguì in Sala Grande, mentre parlavano eccitati dell’allenamento di Quidditch del giorno seguente. Ginny era già seduta al tavolo di Grifondoro. Alzò il braccio e fece cenno loro di raggiungerla. Fred, George e Lee erano seduti a pochi posti di distanza. Hermione non aveva mai incrociato Fred, per tutta la giornata. C’era da dire che era sempre stata chiusa in biblioteca, dove, difficilmente, avrebbe potuto imbattersi in Fred Weasley!
Hermione sedette al tavolo ignorandolo e lui fece lo stesso. Per tutta la cena, parlò con Ginny del più e del meno. Con la coda dell’occhio, vide Fred rivolgerle qualche occhiata di tanto in tanto, ma continuò a fingere che non esistesse. Il suo nuovo piano “Ignora Fred Weasley” stava funzionando.
Evidentemente, il suo atteggiamento doveva aver infastidito Fred, perché, una volta radunati in Sala Comune, passò la serata a lanciarle sguardi profondi e ghigni maliziosi. Sedette affianco a loro assieme al gemello e impiegò tutte le energie possibili per infastidirla.
- Allora, come è andata la ronda ieri sera?- chiese, indifferente.
Hermione rabbrividì mentre pensieri proibiti cominciavano a formarsi nella sua mente, ma mantenne uno sguardo impassibile.
- La solita seccatura!- rispose tranquilla.
- Non è stata una passeggiata piacevole?- chiese, marcando bene l’ultima parola.
Lei sorrise. – In effetti, è stata più noiosa del solito!- rispose, marcando l’aggettivo il più possibile.
Fred non sembrò scomporsi minimamente per quel commento. Ginny nascose un sorriso dietro Il Quidditch attraverso i Secoli.
- Ti sarai spaventata a pattugliare quei corridoi sola soletta!- la prese in giro.
Hermione dovette congratularsi mentalmente con Fred per quell’uscita. Era difficile trovare una risposta abbastanza convincente.
- Io non ho paura di niente!- sbottò, alla fine.
Fred continuava a sorridere. Eppure le sembrava di essere stata convincente.
- E’ difficile spaventare Hermione!- intervenne Ron, mentre sistemava la scacchiera sul tavolo fra lui e Harry.
- Non direi, fratellino. Chiunque si spaventerebbe, se venisse attaccato alle spalle!- ribatté Fred.
Hermione tremò leggermente. Ron aveva fornito a Fred la possibilità di attaccarla nuovamente con una battuta. Maledicendo l’amico, Hermione rifletté su quelle parole e una visione fugace delle braccia di Fred che la avvolgevano le travolse la mente. La scacciò via, cercando di non pensarci. Era più difficile del previsto.
- Hermione non è stupida! Non si fa cogliere di sorpresa alle spalle!- continuò Ron, difendendola. – E poi ha sempre la bacchetta con sé, durante le ronde!-
Dannazione, Ron!
Fred sembrava sul punto di mettersi a saltare per la gioia.
- Sempre ammesso che non la perda!- commentò, fingendosi serio.
Ginny alzò perplessa lo sguardo dal libro, chiedendosi forse se si fosse persa qualche parte della conversazione.
Hermione cercò di bloccare la sua mente, ma quel dannato cervello iperattivo aveva già lasciato vagare le immagini davanti ai suoi occhi.
 
Il rumore di una bacchetta che cade a terra, una mano sulla sua bocca, la nicchia buia, i suoi occhi che la scrutavano nell’oscurità..
 
- Non capisco perché Hermione dovrebbe perdere la bacchetta! Pedone in C6!-
- Nei corridoi di Hogwarts può succedere di tutto!- rispose Fred, ghignando.
 
 
Frasi sussurrate, le sue mani sulla sua pelle, la sua bocca, le sue labbra, la sua lingua che assaggiava avida il suo collo, brividi intensi lungo la schiena...
 
 
- Io dico che stiamo facendo un discorso senza senso! Harry questa mossa potevi risparmiartela! Ti sei giocato buona parte della partita!-
- Io dico che dovreste smetterla!- sbottò Hermione. – Se non ve ne siete accorti, io sono qui!- disse, sventolando la mano.
Fred sorrise. – Oh, ciao Hermione! Come stai?-
Hermione gli rivolse uno sguardo infuocato. La rabbia spazzò via le immagini dalla sua mente e il suo cervello riassunse la consueta concentrazione.
- Stavo meglio quando te ne stavi a chilometri di distanza!- mormorò fra i denti, concentrandosi sulla partita di scacchi fra Ron e Harry.
- Hai mangiato Pallini Acidi a colazione?-
- Hai affilato la lingua di recente?- sbottò Hermione, senza guardarlo. Ma prima ancora di aver pronunciato l’ultima parola, si rese conto dell’errore madornale che aveva appena fatto. Un grosso, enorme, gigantesco errore!
Ci furono dei secondi di silenzio che a Hermione sembrarono secoli, poi la stoccata arrivò.
- Credo che te ne saresti accorta, se lo avessi fatto!- mormorò Fred.
Riluttante, Hermione passò lo sguardo da Harry e Ron, che stavano discutendo con i loro scacchi, ad alta voce, a che George parlava con Lee poco più in là. Nessuno sembrava essersi accorto della battuta. Nessuno. Tranne Ginny, ma lei non era un problema. Hermione tirò un sospiro di sollievo e si voltò a fulminare Fred.
Erano seduti vicini, leggermente lontani dal tavolo sul quale Harry e Ron stavano giocando a scacchi, ecco perché l’aveva sentito nonostante avesse parlato a voce bassa. Hermione dovette ammettere che, se avesse voluto veramente fare il bastardo, l’avrebbe detto a voce molto più alta, ma non si fece abbindolare troppo da quello strano moto di gentilezza. Si sporse vero di lui e lo fissò con furia crescente.
- Fallo di nuovo, Weasley, e giuro che userò la tua testa come zucca per la notte di Halloween!- sbottò, a bassa voce.
- Halloween è già passato!- puntualizzò lui.
Hermione lo fissò torva, senza battere ciglio.
Lui sorrise beffardo. – Va bene! Scusa, Granger, ma me l’hai servita su un piatto d’argento!-
- Perfetto, però adesso piantala!-
- Che c’è? Non ti piacciono le mie battute?-
- Dubito che ci sia qualcosa che mi piaccia di te!- sbottò, distogliendo lo sguardo per nascondere la palese bugia.
- Eppure non mi sembra che tu ti sia lamentata tanto della mia lingua affilata, ieri sera!-
Hermione doveva imparare a cucirsi la bocca. Si voltò di scatto e trovò il volto sorridente di Fred che la sfidava a contraddirlo.
La sua lingua...
No! Hermione, resta concentrata!
Sfoderando il suo migliore sorriso ironico, mormorò: - Sinceramente, Weasley, mi aspettavo di meglio!-
Hermione provò un moto di soddisfazione quando vide il dubbio insinuarsi negli occhi del ragazzo. Purtroppo però, Fred la sapeva lunga. Recuperò immediatamente il suo sorriso spavaldo e disse: - Non sei capace a dire le bugie, Granger!-
Dannazione, era vero! Non era capace a dire le bugie, ma aveva pur sempre la testa dura come la corazza di uno Schiopodo Sparacoda, paragone non troppo carino ma efficace!
- O forse sono estremamente brava!- commentò, guardandolo dritto negli occhi senza indugiare.
Questa volta nessun lampo di incertezza attraversò i suoi occhi. – Non provocarmi, Granger!-
- Perché, altrimenti che succede?- chiese, sprezzante.
Fred rise piano, ma non rispose alla domanda. – Hai qualche lamentela da porgere riguardo a ieri sera?-
Hermione si finse dubbiosa. – E’ che non saprei proprio da dove cominciare!-
- Se vuoi ti rinfresco la memoria! Anche se dubito che tu ne abbia bisogno!- aggiunse, malizioso.
Hermione arricciò le labbra, attenta a non lasciarsi prendere dal panico. – Hai ragione! Certe brutte esperienze sono difficili da dimenticare!-
Fred rimase impassibile. – Continua a ripetertelo, magari prima o poi ci credi!-
- Ne sono già convinta!- rispose lei.
Lo sguardo di Fred si fece improvvisamente intenso, si avvicinò e sorridendo mormorò: - E se ti dicessi che non hai ancora visto il meglio di me?-
La sicurezza di Hermione vacillò. Stava bluffando, vero? Eppure, dentro di sé, sapeva che quello doveva essere solo l’inizio. Sapeva che mentiva a se stessa dicendo che aveva tante cose di cui lamentarsi. Perché non c’era niente di cui lamentarsi! Ma non lo avrebbe mai ammesso, probabilmente nemmeno sotto Veritaserum! Fred Weasley ci sapeva fare. E pure tanto!
Evidentemente, Fred aveva capito subito il dilemma avvenuto nella sua mente, perché il suo sorriso si allargò.
- Togliti quel sorrisetto dalla faccia!- sbottò nervosa.
- Chi è che ha la lingua affilata, adesso?-
Hermione decise di ripagarlo con la stessa carta. – Non mi sembra di aver sentito lamentele in proposito!-
- Perché non ho niente di lui lamentarmi, Granger!- rispose lui.
Hermione arrossì, sentendosi improvvisamente nervosa.
Mentiva? O diceva sul serio?
- Non ti sto mentendo!- disse lui, rispondendo a quella domanda muta che aveva sicuramente letto nei suoi occhi e nelle sue guance rosse per l’imbarazzo.
- Di che state parlando voi due?- chiese Ron, mentre preparava la scacchiera per la seconda partita.
- Di niente!- rispose Hermione, distogliendo lo sguardo da Fred. – Io vado a dormire!- annunciò lei, scattando in piedi.
- Salgo con te!- disse Ginny alzandosi.
Fred la seguì con lo sguardo finché non scomparve. Una volta sole in camera di Hermione, Ginny scoppiò a ridere e non smise nemmeno quando Hermione si fermò a guardarla con le braccia incrociate e l’espressione scocciata.
- Hai sentito tutto, vero?-
- Ogni parola!- rispose l’amica, tra le risate. – Hermione, ammetterai che ti sta provocando come si deve!-
- Non ho mai sostenuto il contrario!- sbuffò lei, sedendosi sul letto.
- Be’, guarda il lato positivo!-
- Perché? C’è un lato positivo?- chiese Hermione, avvilita.
Il sorriso di Ginny era carico di malizia. - Certo! Se questo era solo l’inizio, pensa a come sarà dopo!-
Fu molto veloce a evitare il cuscino che Hermione le lanciò.
- Sei peggio di lui!-
Ginny fece spallucce, restituendo il cuscino a Hermione. – Io, se fossi in te, non vedrei l’ora di metterlo alla prova! Hai bisogno di un po’ di sano divertimento!-
Hermione le rivolse uno sguardo torvo, ma qualcosa dentro di lei si mosse. Il meglio doveva ancora venire? Sì, era curiosa. Doveva ammetterlo. Ginny aveva ragione. Se quello era stato solo l’inizio, allora Fred Weasley riservava davvero delle sorprese. Belle sorprese. Molto belle.
- Ci stai pensando, vero?- si intromise Ginny, sorridendo e puntandole un dito contro.
Per tutta risposta, Hermione ringhiò e si gettò stesa sul letto, con la faccia premuta contro il cuscino, sperando di soffocare.
- Se vuoi un consiglio..-
- Non credo di volerlo!- borbottò, la voce ovattata dalla stoffa.
- Io te lo dico comunque! Hai due possibilità: o prendi a calci il tuo orgoglio, scendi disotto, lo trascini nella Stanza delle Necessità e verifichi la veridicità delle sue parole, oppure..- si interruppe.
Hermione alzò la testa dal cuscino e la fissò. – Oppure?-
- Oppure, e questa è davvero un’idea geniale, continui con il tuo piano iniziale, ma giocando come si deve, provocandolo e impedendogli di riprendere le redini. Fred è uno tosto, dubito che riuscirai davvero a soffiargli di mano il controllo!-
Hermione la fissò, aspettandosi l’altra parte del suo brillante consiglio, ma visto che Ginny non proseguiva, le chiese sarcastica. – Quale sarebbe, allora, la parte geniale?-
L’amica sorrise. – Non è ovvio?-
- No!-
Sollevando gli occhi al cielo, Ginny si acciambellò sul letto di Hermione, che si mise a sedere per guardarla.
- Non riuscirai a soffiargli di mano il controllo, ma non è quello il tuo obiettivo!-
- Ah no?- chiese lei, perplessa.
Ginny scosse il capo. – Cercando di controllarlo, lo provocherai e lo spingerai a dare sul serio il meglio di sé, ed è proprio questo il tuo obiettivo!-
- Continuo a non capire!- mormorò lei, ma un’idea stava prendendo forma nella sua mente. E non la calmava nemmeno un po’!
Ginny sbuffò. – Hermione esci da quel guscio e divertiti per una volta nella tua vita. Lasciati andare! Sei attratta da lui, lui è attratto da te! Questo basta! Ne vale la pena, fidati di me!-
Hermione rifletté sulle sue parole poi commentò: - Quindi che io scelga la prima opzione o la seconda, l’obiettivo è comunque..- si interruppe, incapace di concludere.
- Farti mio fratello!- concluse Ginny, saggiamente.
- Perché devi essere sempre così diretta?-
- Sono una Weasley, buon sangue non mente! Comunque, provo a dirtelo in modo meno diretto. Il tuo obiettivo è rispondere a quell’attrazione, lasciarti trascinare dai sentimenti che provi! Scoprirai dove ti stanno conducendo solo se gli permetterai di portarti con loro!-
Hermione sorrise. – Questo sì, che è un gran consiglio!-
Ginny la abbracciò. – Sono davvero curiosa di sapere se quel che dice di se stesso è vero!-
- Ginny!- esclamò, scostandosi bruscamente. – E’ tuo fratello!-
- Lo so! Non prendermi per una malata mentale, ma visto quel che ha fatto finora...- lasciò in sospeso la frase.
Hermione, purtroppo, dovette concordare!
- Inoltre, pensa alla faccia che farà quando scoprirà che puoi tenergli testa!- disse Ginny.
In quel momento, una scarica di adrenalina attraversò Hermione. Le sembrò di sentire un ruggito nel suo cuore. Ginny aveva usato le parole giuste. Lei era Hermione Granger e poteva tenere testa a chiunque! Compreso Fred Weasley!
Hermione scosse la testa, sempre sorridendo. – Se si aspetta veramente che non reagirò, allora è più stupido di quanto pensassimo!-
Fred le aveva detto che, giocando con il fuoco, si sarebbe scottata..e le sarebbe piaciuto!
Era ora che lo capisse anche lui!
- Che intendi fare?- chiese Ginny, saltellando eccitata.
- Oh, nulla di che!- ironizzò Hermione con un ghigno. – Voglio solo insegnargli a scottarsi un pochino!-
 
 
 
 
 
La Sala Comune era deserta. Lee Jordan stava appendendo un nuovo annuncio per trovare studenti disposti a testare le Merendine Marinare. Non sentì i passi in arrivo alle sue spalle, ma sobbalzò quando Hermione e Ginny lo afferrarono, trascinandolo su una poltrona e costringendolo a sedersi.
- Ragazze, ma che..?-
- Shh!- lo zittì Ginny.
Lee strinse il foglio fra le sue mani e guardò Hermione. – Pagherò le conseguenze per questo?-
Lei scosse la testa e sorrise. – Non mi interessa delle Merendine Marinare!-
Lee la fissò a bocca spalancata. Era un sogno! Non poteva averlo detto veramente! Sarebbe stato come sentire Draco Malfoy decantare le qualità di insegnante di Hagrid!
- Ti senti bene?- chiese allibito.
- Benissimo! Lee ti ricordi della scommessa?-
- Quella che avete perso?- aggiunse Ginny.
Lee annuì ma non commentò.
- Be’, prima o poi decideremo quale penitenza toccherà a te e alla tua squadra. Ma potremmo dimenticarci di te, se tu...ci fai un piccolo favore!- propose Hermione.
Lui la fissò, leggermente spaventato. – E’ una cosa pericolosa?-
- No! In realtà è semplicissima! Ma non dovrai dirlo ad anima viva, o sarà pericoloso per davvero!- rispose Ginny. Lee notò che il suo sguardo malefico e ribelle assomigliava tremendamente a quello dei gemelli.
- Di cosa si tratta?-
Fu Hermione a rispondere.
- Mi servono gli orari delle tue lezioni!-
- Tutto qua?- chiese sorpreso.
- No!- rispose lei e cominciò a spiegare.
Quando finì, Lee guardò accigliato le due ragazze e pensò che sarebbe stato decisamente meglio pagare la penitenza di quella scommessa persa!
 
 
 
 
Per tutta la mattinata, Hermione era stata visibilmente nervosa. Quando arrivò l’ora di Storia della Magia, subito dopo pranzo, dileguò Harry e Ron con la scusa di un forte mal di testa, dicendo che avrebbe saltato la lezione di Ruf. I ragazzi la guardarono come se si fosse trasformata improvvisamente in un Avvincino, ma lei scappò via prima che potessero reagire. Corse nel dormitorio, posò la borsa con i libri e scese rapidamente, correndo verso il passaggio e poi fuori dalla Torre di Grifondoro. Si avviò verso il quinto piano.
Era il piano più assurdo che le fosse venuto in mente, ma Ginny era convinta che fosse brillante. Coinvolgere Lee era stato rischioso, ma era troppo terrorizzato da Ginny: non le avrebbe tradite.
Quando raggiunse il quinto piano, rallentò e cominciò a camminare con aria tranquilla, come se si trovasse lì per caso. Il fatto era che non era assolutamente lì per caso. A metà corridoio, come previsto, una porta si spalancò e ne uscì Fred Weasley, intento a riparare una bruciatura che aveva aperto un buco nel suo maglione.
Grazie a Lee, era venuta a conoscenza del fatto che, durante le ore vuote della giornata, lui, Fred e George sperimentavano nuovi prodotti in un’aula in disuso del quinto piano. Era una zona piuttosto isolata del castello. A quell’ora, nelle aule in uso lì intorno, non era in corso nessuna lezione. Era il posto perfetto!
- Una delle tue invenzioni ti si è ritorta contro?- chiese Hermione divertita.
La testa di Fred scattò rapidamente nella sua direzione. Quando la vide, davanti a sé, sorrise.
- Granger, non dovresti essere a lezione?-
- Non hai risposto alla mia domanda!-
- Tu non hai risposto alla mia!-
- Ma te l’ho fatta prima io!- rispose lei, testarda.
Alzando gli occhi al cielo, Fred indicò la bruciatura. – Stiamo provando a creare un nuovo Fuoco Forsennato, ma George e Lee oggi avevano di meglio da fare che aiutarmi a non prendere fuoco!- sbottò.
Hermione trattenne un sorriso. Oh sì, avevano sicuramente di meglio da fare.
- Tocca a te, Granger!- esclamò Fred.
Lei sorrise. – Ho saltato Storia della Magia!-
Fred sgranò gli occhi. – Scherzi!-
- Fred, sono qui davanti a te! Come posso essere anche a Storia della Magia?- sbottò lei, in tono saccente.
- Hermione Granger che salta una lezione!- mormorò sbalordito. – Scusa, ma è un evento degno di nota!-
- Anche le brave ragazze si prendono una pausa, a volte! Sono i perdigiorno come te ad essere casi irrimediabili!-
- Adesso sì che riconosco la vera Hermione Granger!- esclamò, ridendo.
- Se vuoi posso aiutarti con quel Fuoco Forsennato!- propose lei, indicando il maglione bruciato del ragazzo.
Lui sollevò un sopracciglio. – Qualcuno ha corretto il tuo succo di zucca?-
- Weasley è risaputo che sono migliore di te con gli incantesimi!- disse lei, ignorando la battuta.
Fred parve valutare la proposta, forse cercando di capire se dietro ci fosse un tranello. Fece esattamente quello che Hermione si aspettava che facesse: riaprì la porta dell’aula e le fece cenno di entrare. Nel dubbio, avrebbe giocato su un terreno sicuro, prendendosi il tempo di studiare le mosse dell’avversaria. Hermione si trattenne dall’esultare. Era fin troppo prevedibile!
Hermione osservò la stanza. Era piena di banchi accostati alle pareti, talmente attaccati da formare una specie di gigantesco unico tavolo. Sui muri vide i segni delle bruciature lasciati dai Fuochi. Il vetro di una finestra era rotto e un vento freddo entrava nella stanza, che, tuttavia, era calda per via delle varie esplosioni che erano avvenute al suo interno. La lavagna era stata staccata dalla parete e appoggiata in un angolo. Il soffitto era pieno di ragnatele e alcune travi sembravano essere in pessimo stato. La cattedra era scomparsa.
Guardandosi intorno, Hermione si appoggiò a uno degli estremi di quella specie di tavolo formato dai banchi e ci salì sopra agilmente, accavallando le gambe. Il suo sguardo cadde su Fred, che la stava fissando, ancora perplesso.
- Che c’è?- chiese lei.
- Sto cercando di capire in che modo cercherai di farmi espellere! Sempre che funzioni!- aggiunse, spavaldo.
Hermione sorrise. – Non sono qui per farti espellere!-
- Ah no?- chiese, rilassandosi.
Hermione scosse la testa, estrasse la bacchetta e la puntò verso il maglione di Fred. La bruciatura scomparve e la stoffa tornò integra.
Fred guardò il maglione poi Hermione. – Sei qui per insegnarmi a riparare i vestiti?- chiese divertito, avvicinandosi.
Buffo come i ruoli si fossero invertiti. Ora, era Fred a servirle le battute su un piatto d’argento.
- No, sono qui per toglierti i vestiti!-  rispose, seria.
Fred alzò lo sguardo di scatto e la fissò come se si fosse appena trasformata nella Umbridge.
- C-cosa?-  balbettò.
Come vorrei la macchina fotografica di Colin!
L’espressione stupefatta di Fred fu la goccia che rovesciò completamente il vaso dell’indecisione di Hermione. Provò un piacere sadico nel comprendere che effetto avesse su di lui. Sapeva di averlo in pugno e si sarebbe goduta quell’istante fino all’ultimo respiro.
Con un sorriso malizioso, afferrò i lembi del maglione di Fred all’altezza del petto e lo attirò verso di sé. Sciolse le gambe e le aprì leggermente, in modo che stessero ai lati di quelle di Fred. Con un dito scese lungo il petto del ragazzo, disegnando una linea immaginaria sul suo torace, sui suoi addominali, prima di fermarsi sul bordo dei pantaloni. Lo guardò senza arrossire, nessuna traccia di incertezza sul suo volto, e sorrise di nuovo.
- Sai, siamo davvero partiti con il piede sbagliato!- mormorò.
Fred si schiarì la voce, mentre Hermione continuava a disegnare cerchi immaginari lungo il suo corpo, accarezzando prima gli addominali, poi il petto, scendendo giù lungo il fianco e tornando su verso il collo. L’altra mano di Hermione stringeva ancora saldamente il maglione.
- Tu dici?- chiese Fred, fingendosi indifferente, ma il tremolio nella sua voce parlava chiaro.
Hermione annuì e il suo dito cominciò a disegnare i contorni della labbra di Fred, che si aprirono leggermente.
- Insomma, perché girarci intorno e non goderci questo momento?-
Fred chiuse gli occhi e li riaprì, pensando forse di essere ancora nel suo letto nella Torre di Grifondoro a sognare. Ma Hermione era reale. Eccome se lo era!
- Mi prendi in giro, Granger?- chiese serio.
- Ti sembra che abbia voglia di scherzare?- sbottò lei, con una smorfia.
Sulle labbra di Fred si stese un sorriso beffardo, così malizioso che, se Hermione non avesse dovuto mantenere il pieno controllo della situazione, le avrebbe fatto tremare violentemente le gambe.
- Non credo!- rispose Fred, avvicinandosi. – Eppure mi sembra di avere ancora tutti i vestiti addosso!-
Giocare con Fred Weasley e sfidarlo non era per niente facile, Hermione lo aveva capito fin da subito. Ma non aveva nessuna intenzione di essere sconfitta. Quello era il suo momento!
Con un movimento rapido, il maglione di Fred volò in un angolo indefinito della stanza. Sorridendo, Fred calò le sue labbra su quelle di Hermione e la rapì con un bacio travolgente. Scossa nel profondo dall’oblio che solo i suoi baci sapevano regalarle, Hermione spese cinque minuti buoni della sua vita per concedersi a lui, dimenticando di avere un piano, un obiettivo. Lasciò che il suo bacio la stordisse, godendosi quella strana sensazione che le regalava.
Decise che il momento di lasciarsi andare era finito e tornò, seppur a fatica, con i piedi ben saldati a terra. Le sue mani cominciarono a slacciare lentamente il nodo della cravatta, che cadde a terra pochi secondi dopo. Le mani di Fred si insinuarono sotto la camicia di Hermione e cominciarono ad accarezzarle la schiena. Sapeva che Fred non se ne sarebbe stato immobile, ma era preparata e poteva farcela. Lentamente, separò la bocca dalla sua e scese a stuzzicargli il collo come lui aveva fatto la sera prima. Morse il lobo dell’orecchio e scese sulla pelle chiara, leccando con avidità, mentre le sue dita slacciavano i bottoni della camicia. Le mani di Fred non avevano smesso un secondo di accarezzarla, ma si bloccarono quando lei gli morse la spalla e un sospiro sfuggì dalle sue labbra. Hermione sorrise compiaciuta sulla sua pelle. Risalì lentamente lungo il collo, mentre le sue mani esploravano il fisico asciutto del ragazzo. Seguì la linea dei suoi addominali, per poi risalire lungo il torace e accarezzargli lentamente il petto, mentre la sua bocca tornava su quella di Fred, e un nuovo bacio soffocava i loro respiri sempre più affannosi. C’era qualcosa di magico nel modo in cui la sua lingua lottava per possederla, per dominarla. Ma Hermione non poteva essere dominata, non quel giorno! Non aveva più freni, non c’era più niente a trattenerla.
Una mano scivolò di nuovo verso il basso, passando per i suoi addominali, ma prima che potesse proseguire oltre, Fred la afferrò, ridendo sulle sue labbra.
- Non così in fretta, Granger!- sussurrò.
Prima che Hermione potesse reagire, Fred le strinse la vita con la mano ancora insinuata sotto la camicia e la spostò all’indietro, stendendola sui banchi dietro di sé. Il suo braccio scivolò via e la sua mano corse ad afferrare l’altra di Hermione. Le circondò i polsi e li immobilizzò sul legno sopra la sua testa. Si stese sopra di lei, senza pesarle addosso e la sua bocca cominciò a segnarle il collo di baci e morsi finché fu Hermione a lasciarsi sfuggire un gemito, quando Fred strinse più forte la pelle fra i denti. Non era nemmeno lontanamente doloroso. Anzi, non esisteva nulla di più piacevole. La stabilità di Hermione stava vacillando. La sua concentrazione era sempre più debole.
Tenendole i polsi con una mano sola, percorse con l’altra la gamba di Hermione, accarezzandole la coscia, fin sotto la gonna. Un brivido le attraversò la schiena, e il suo corpo si inarcò, sfiorando quello di Fred. Il suo equilibrio vacillò e, mentre le piegava la gamba, stringendola al suo fianco, scivolò su di lei. Hermione sentì la sua erezione nello stesso istante in cui Fred le catturò di nuovo le labbra, soffocando il gemito di entrambi.
L’oblio incombeva su di lei. Voleva trascinarla giù, non avrebbe resistito ancora per molto.
Era giunto il momento di riprendersi ciò che le spettava.
Fred aveva abbassato la guardia, quindi ora o mai più. Liberò velocemente i polsi dalla sua presa e lo afferrò per le spalle. Con uno scatto agile, lo spinse di lato e rotolò assieme a lui. Si ritrovò stesa sul suo corpo perfetto, i bacini di nuovo a contatto. Una scarica potente le attraversò il corpo, distraendola. Cercò di riprendersi velocemente. Sollevò il bacino quel tanto che bastava, poi tornò avida sulla sua bocca. Le mani di Fred accarezzarono  le sue gambe, risalendo poi verso la schiena, dove si insinuarono sotto la camicia. Rendendosi forse conto che Hermione era ancora del tutto vestita, Fred le tolse il maglione con un gesto rapido e impaziente. Con un potente colpo di reni, sollevò la schiena e circondò Hermione con le braccia, stringendola a sé. Fu inevitabile. I loro bacini si scontrarono e una potente scarica di desiderio trascinò Hermione sull’orlo dell’oblio.
Le labbra di Fred scesero sul suo collo mentre le sue mani le slacciavano la camicia.
Stava per precipitare, se lo sentiva.
Strinse i suoi capelli fra le mani e aprì gli occhi. Il muro grigio e malandato della stanza ricambiò il suo sguardo. Un briciolo di lucidità brillò nella sua mente e le ci si aggrappò con tutte le sue forze.
Afferrò le mani di Fred e le allontanò dalla sua camicia. Lo spinse verso il basso, premendo sul suo petto poi, senza dargli il tempo di reagire, cominciò a baciarlo, tracciando una scia lungo il suo corpo. Passò lentamente la lingua sui suoi addominali e lo sentì trattenere il fiato. Ogni suo muscolo era contratto e si stringeva ancora di più quando Hermione ci passava sopra, baciando o mordendo. L’oblio continuò ad allontanarsi, mentre Hermione riprendeva le redini e tornava in sé. Con una mano scostò il lembo della camicia che era rimasto sul suo fianco e lo accarezzò, mentre la sua bocca si fermava sull’orlo dei pantaloni. Afferrò il bottone con i denti e tirò, slacciandolo. Bacio lentamente la sua pelle, sfiorando con la lingua l’orlo dei boxer. Poi, lentamente, sollevò lo sguardo e, con un sorriso malizioso, strisciò lungo il suo corpo, risalendo fino a trovarsi occhi negli occhi con lui. Fred aveva lo sguardo lucido, scosso dallo stesso desiderio che stava bruciando lei. Le sue labbra erano umide e rosse. Hermione scese sulla sua bocca e lo baciò, lentamente. Spiazzato da tanta delicatezza, Fred chiuse gli occhi e si lasciò trasportare. Era talmente distratto dal bacio di Hermione, che non si accorse subito che la ragazza si era staccata. Hermione balzò giù dal banco, afferrò il maglione e la bacchetta e lo guardò sorridendo.
Era una visione che Hermione non avrebbe mai dimenticato.
Era seduto sull’orlo del banco, i capelli scompigliati, la camicia aperta, lo sguardo perso. La fissava senza capire, sconvolto perché tutto era finito all’improvviso. Poi un lampo di consapevolezza attraversò i suoi occhi ancora carichi di desiderio. Sorrise, scuotendo il capo e guardò Hermione con rinnovato stupore.
- Ti ho sottovalutata, Granger!-
- Puoi dirlo forte, Weasley!- mormorò lei, avvicinandosi.
Lo baciò un’ultima volta, si allontanò e uscì sorridendo dalla stanza. Camminando lentamente, si infilò il maglione e riallacciò i primi bottoni della camicia. Si sistemò la gonna e i capelli, sperando di non aver un aspetto troppo bizzarro.
Percorse la strada fino al dormitorio camminando a tre metri da terra. C’era riuscita! Era riuscita a controllarsi! Era riuscita a controllarlo, a tenerlo in suo potere anche se per pochi istanti. Aveva deciso lei come, quando e dove iniziare ed era stata lei a decidere che doveva finire. Sapeva perfettamente di aver appena innescato una bomba.
Si lasciò cadere su una poltrona nella Sala deserta. Tutti gli studenti dovevano essere ancora a lezione.
Fred si sarebbe vendicato. Eccome!
Hermione pensò a quello che era appena successo e una ribelle parte di sé desiderò ardentemente che quella vendetta arrivasse presto!
 
 
 
 
Nell’aula abbandonata del quinto piano, Fred era steso sui banchi, la camicia ancora slacciata. Fissava il soffitto pieno di ragnatele, incapace di realizzare quanto era appena successo.
La Granger lo aveva preso in giro. Miseriaccia, ci era riuscita. E pure bene. Si era fatto incantare dalle sue parole, dal suo sguardo sicuro, dai suoi baci ardenti. Aveva abbassato la guardia.
Si guardò intorno e pensò all’improvviso impegno di George e Lee. Scoppiò a ridere da solo come un idiota, capendo al volo che il gemello e il suo amico avevano donato la loro lealtà alla sua “nemica”.
Saltò giù dal banco e cominciò a riallacciarsi la camicia! Era ora di andare a riportare la loro lealtà al giusto posto! Perché ora aveva bisogno di un piano!
Doveva vendicarsi! E sarebbe stata una vendetta lenta e molto, molto piacevole. Una tortura che avrebbe rischiato di far crollare anche lui, ma non gli importava.
Se doveva davvero precipitare nell’oblio, allora lei sarebbe venuta giù con lui!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dice l’Autrice:
 

 
 
Salve a tutti! : )
L’ho detto e lo ripeto: GRAZIE! Per le recensioni, per seguire e leggere la storia, per gli incoraggiamenti e per tutto! Siete davvero fantastiche, non so come farei senza di voi!
Come avevo leggermente anticipato, cose strane stanno cominciando ad accadere nei corridoi..e nelle aule vuote : D Non ho molti commenti da fare su questo capitolo, o comunque, al momento, non mi viene in mente niente! Harry è un personaggio difficile su cui scrivere, so che lo sto eclissando un po’ dietro le quinte, ma prometto che avrà maggiore scena nei prossimi capitoli! Anche perché adoro il suo rapporto con Hermione (vedi l’inizio del capitolo!).
Potteriani, in alto le bacchette sempre e fatemi sapere che ne pensate del capitolo! : )
Baci
Amy : )
 
  
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: RedMarauder