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Autore: Hana S    14/11/2013    4 recensioni
La storia si svolge dopo l'avventura del film. Ora Jack e Sally sono sposati ed hanno una bambina. Racconterò come penso si possano svolgere la loro vita, cosa succederebbe se il Bau Bau tornasse e seguiremo passo passo la crescita della principessa di Halloween Town.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Skeletron, Nuovo personaggio, Sally, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 6 – Sola

Il re sedeva nel suo studio immerso nel silenzio della notte, con i gomiti appoggiati alla scrivania e teneva la testa fra le mani. Erano sei anni che non provava più pace, erano sei anni che sfogava tutta la sua rabbia nella sua festa e nonostante tutti gli anni fosse un successo, lui non riusciva più ad essere felice. Aveva già provato questa sensazione, ma era più forte che mai; negli anni si era ingigantita fino a pervaderlo completamente.

Improvvisamente la porta del suo studio si spalancò e la piccola fiammella della candela, unica luce della stanza, tremolò.

«Jack! Jack!» il sindaco entrò di corsa, ma si arrestò non appena Skeleton alzò il suo sguardo e lo fissò. L’espressione seria di Jack si tramutò in sorpresa quando vide entrare Babbo Natale.  

«Jack, ho qualcosa di importante da riferirti …»

Sally aveva visto per caso Babbo Natale entrare nello studio di Jack e si era avvicinata alla porta, non voleva disturbare, ma era curiosa di sapere cosa ci facesse ad Halloween Town quell’uomo.

Ascoltò il racconto: due piccoli elfi nel regno degli umani avevano conosciuto una bambina, un piccolo scheletro dai capelli rossi; tenuta prigioniera da un essere la cui descrizione corrispondeva a quella di Oogie Boogie. La donna si portò una mano alla bocca, come per soffocare i singhiozzi che seguirono le sue lacrime e ritornò nella sua stanza.

 

Qualche tempo dopo …

Il vento agitava il mare, nuvoloni grigi tuonavano la loro potenza e nel vecchio faro faceva molto freddo. Scaramuccia, o per meglio dire Skelbi, era rannicchiata in un angolo avvolta in una coperta. Si udivano anche gli scricchiolii del legno e la piccola sperava che un topolino dal musetto simpatico facesse capolino da un momento all’altro; ma non accadeva niente. Erano ormai giorni, forse settimane che era chiusa in quella stanza, spaventata e sola. Il mondo che fino a qualche giorno fa girava intorno a lei era improvvisamente crollato, era tutta una menzogna. Si stese di fianco sul pavimento e singhiozzò ripetutamente e sentì le lacrime scorrergli lungo il viso.

La porta si aprì improvvisamente e Oogie Boogie entrò «Su mangia Scaramuccia» le posò un vassoio sul pavimento ed uscì di nuovo. La piccola si mise a sedere e si asciugò le lacrime «Io mi chiamo Skelbi …» sussurrò nel silenzio che era ripiombato nella stanza. Non parlava più con quell’essere, preferiva vivere in eterno nel silenzio piuttosto che rivolgergli ancora una sola parola.

‘Jack, li hai mandati tu!?’ quell’urlo liberatorio dell’uomo nero riecheggiava nella sua mente, ne era sicura, Jack era sicuramente suo padre e forse la donna dai capelli rossi che spesso sognava era la sua mamma. Un tuono fece vibrare la finestra e la piccola trasalì. Per un attimo, solo per qualche istante, Skelbi volle immaginare come sarebbe stato quel momento se i suoi genitori fossero stati lì.

Sarebbe corsa da mamma e papà, nel loro lettone. “Chissà come sono morbide le loro coperte …” pensò la piccola.

La mamma l’avrebbe stretta a sé dicendole che non doveva avere paura; Skelbi poté quasi sentire il calore di quell’abbraccio.

Papà si sarebbe avvicinato e, anche lui, l’avrebbe rassicurata. Dicendole che per quella notte poteva dormire con loro. Infine si sarebbero abbracciati.

Ormai la realtà e la fantasia si erano uniti e sentendo il calore delle persone che amava, Skelbi si addormentò.

 

Qualche giorno dopo …

Ribbon si guardava intorno , la stanza era completamente vuota e soqquadro, la finestra aperta lasciava entrare il vento primaverile ed il violino era completamente distrutto, la piccola elfa diede un’ultima occhiata alla stanza prima di uscire.

Gli elfi stavano perlustrando la zona intorno alla casa, altre squadre perlustrano luoghi disabitati e solitari nei dintorni. Ma per ora nessuno ha visto una bambina-scheletro dai capelli rossi.

Ribbon alza il suo visino verso il cielo azzurro e chiude gli occhi “Dove sei amica mia?”

Skelbi era in piedi al centro della stanza, così riusciva a vedere il cielo dalla piccola finestra posta troppo in alto perché potesse raggiungerla, sperava che tutto filasse liscio. Udì il suono dei passi di Oogie Boogie dietro la porta e si voltò “Ora o mai più”

C’era un particolare che da qualche tempo aveva notato, il mostro lasciava sempre a chiave nella serratura quando entrava nella sua stanza.

Skelbi si appoggiò al muro, in modo da rimanere nascosta dalla porta quando lui l’avrebbe aperta. Il cuore le batteva forte e osservò il fagotto che aveva posizionato contro il muro di fronte a lei.

Oogie Boogie entrò si diresse verso quello che in realtà era un ammesso di oggetti coperto con un lenzuolo, ma che pareva una bambina rannicchiata «Dai Scaramuccia, non mi saluti più adesso?». Non appena si abbassò per spostare il lenzuolo, Skelbi schizzò fuori dalla stanza e richiuse la porta dietro di se.

Prese la chiave dalla serratura ed iniziò a correre «Apri immediatamente!» non sarebbe tornata indietro!

Sentì un tonfo, la porta era stata sfondata. Si lanciò da una finestra aperta, non sapeva cosa ci fosse oltre, se un tappeto d’erba morbido o dei sassi appuntiti e freddi; ma di una cosa era sicura, in quella stanza non tornava!

Cadde nella fredda acqua del mare, non sapeva nuotare e presto perse i sensi. Si risvegliò su una spiaggia che non conosceva, era notte fonda ma la luce della luna le permetteva di distinguere il paesaggio. Era allo scoperto, ma probabilmente molto lontano dal faro. Corse a nascondersi fra dei cespugli, si sedette e udì uno strano suono Crack si alzò di scatto e vide delle piccole scaglie colorate blu, gialle e rosa per terra.

Pyon-pyon questo verso proveniva dal boschetto poco più avanti. Nascosta dietro un albero la bambina osservò un piccolo coniglietto bianco, con uno zainetto rosso intento a nascondere qualcosa.

«Questo era l’ultimo, si torna a casa! Pyon- Pyon» detto questo saltellò via. Skelbi si avvicinò al cespuglio davanti al quale, prima, si trovava il coniglietto. Trovò l’oggetto nascosto, aveva gli stesso colori delle scaglie di prima, e profumava di buono, la bambina non aveva mai sentito un odore così prima. Lo ripose al suo posto e corse nella direzione che aveva preso il coniglietto.

Una strana curiosità la pervase e silenziosamente raggiunse il piccolo animale, questi si guardò intorno e subito dopo si rintanò in un buco dentro un albero “Abbastanza grande per farmi passare!” pensò la bambina. Si avvicino e guardò all’interno della cavità, si sporse un po’ troppo e cadde. Pensava di sbattere la testa da un momento all’altro, ma non successe. Continuò a cadere per alcuni minuti, poi vide una luce sul fondo e in men che non si dica atterrò su un morbido cuscino.

Alzò lo sguardo e vide tanti coniglietti fissarla, erano uno diverso dall’altro; alcuni bianchi, altri neri, dal pelo grigio, rossiccio … ma tutti con un aria spaventata.

«Uno scheletro!» urlò qualcuno e in un attimo fu il panico, c’erano coniglietti che saltavano e correvano in direzioni diverse, chi si scontrava, inciampava o correva in cerchio.

Skelbi trovò divertente quella scena, ma capì che doveva andarsene e si dileguò senza che nessuno se ne accorgesse.

Camminò un bel po’ allontanandosi da Easter Town, come diceva il cartello in principio del paese. La sua attenzione fu catturata da una collina solitaria che scorgeva all’orizzonte e si avviò verso quel luogo.

 

Halloween Town …

Jack sentì suonare il telefono (regalo di Babbo Natale per tenere in contatto tutti i regni) e si precipitò a rispondere.

«Pronto …» non finì la frase che una vocina spaventata e piuttosto acuta, gli trapanò i timpani.

«Jaaaack Skeletooon! Vieni subito a riprenderti quel tuo piccolo scheletro! E ordina ai tuoi di non fare più scherzi del genere!» perplesso e confuso, Jack annuì . Cosa intendeva il coniglio di Pasqua?

Convocò tutti gli abitanti di Halloween Town, ma non mancava nessuno. “Un piccolo scheletro …” si fermò, un pensiero, una speranza si appropriò di lui.

 

 

Note:

Ciao,

volevo ringraziare tutti coloro che seguono la mia storia :) e mi farebbe piacere sentire cosa ne pensate di questo capitolo.

Qui il coniglio bianco è un riferimento ad Alice nel paese delle meraviglie; come del resto la curiosità che spinge Skebi a seguire i coniglio, è la stessa che spinse Alice e la portò in un mondo fantastico.

A presto :D

  
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