15) Specchi e riflessi
Fratello.
Una parola che non aveva alcun significato per Vegeta.
Lui
era il solo e unico erede della stirpe reale…
-…O forse no?-
Il saiyan boccheggiava senza emettere una parola; ogni suo
pensiero al quale avrebbe voluto dar voce, gli si spegneva in gola e non aveva
la forza di uscire.
Dal canto loro Trunks e Bra avevano appena appreso di
avere uno zio e un cugino, entrambi con sangue saiyan.
-Raysell…mio…cugino…- Pensò la principessina sgranando i grandi occhi blu e voltandosi in direzione del muta-forme.
“Stai mentendo!! Ti sei inventato solo un mucchio di stronzate
per impietosirmi!!”
“Ti sbagli, Vegeta. Non ti ho affatto mentito. E non ho
bisogno di impietosirti dato che ti ucciderò in un batter d’occhio grazie al
potere della Corona. Sono un saiyan e te lo dimostrerò con immenso
piacere…”
“Tu…Fantasma del mio passato! CHI SEI TU?!?”
“Il mio nome è
Utsumi, Lord Utsumi, e non hai tutti i torti definendomi un fantasma: lo sono
stato per tutta la vita. Ma ora, finalmente, siamo alla resa dei conti. Dopo una
vita di debolezza e ardue battaglie per sopravvivere, potrò dimostrare
all’intero universo tutta la mia vera potenza!”
“Tsk! Non aspetto altro…Fatti
sotto, fratellastro!”
“Come desideri, piccolo
principe!”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!”
“WHAAAAAAAAAAAAAA!!!”
I due guerrieri, fratelli separati dalla distanza dell’odio,
si lanciarono in un combattimento all’ultimo sangue.
“Bra! Andiamo via di qui!” urlò Trunks prendendo in braccio la
sorellina e correndo il più lontano possibile dalla battaglia, scattando in
direzione della porta principale.
-Devo proteggere Bra e portarla al
sicuro da quest’inferno!-
Ma una figura si parò davanti a lui.
Un giovane dagli occhi
grigi, ferito in precedenza dai colpi di Vegeta e ansimante per il dolore, gli
impediva la via di fuga.
“Calmo, frocetto… Dove credi di scappare?” gli
disse, strafottente, con un sorrisetto di sfida sulle labbra.
Trunks rimase un attimo sconcertato.
Non si era nemmeno
accorto della presenza di quel tizio con i capelli verde-scuro, tanta era la sua
preoccupazione per Bra e suo padre.
Ma poi si riprese subito e, dopo aver
pensato alle parole taglienti che quello gli aveva appena rivolto, rispose a
tono.
“Scusami tanto…Non mi ero accorto di te. Per tua informazione sto
portando mia sorella lontano da qui: non ho alcuna intenzione di farla soffrire
ancora! E, tanto meno, a causa di un essere viscido come te! Perciò spostati e
lasciami uscire immediatamente!”
Raysell posò il suo sguardo prima sul ragazzo con la spada, poi
sulla piccola e dolente Bra. E si accorse, con sgomento, che vederla soffrire
era per lui la peggiore delle torture.
Ma non poteva ignorare la sua
missione…
Da anni, ormai, viaggiava di pianeta in pianeta alla ricerca della
Corona, volendo porre fine alla lenta agonia del padre e volendo vendicarsi
degli eredi al trono saiyan.
-È colpa loro…È tutta colpa loro se la
nostra vita è stata travagliata e colma di sofferenze…-
Si ripeteva Raysell, affinché il suo cuore non gli dettasse
l’azione sbagliata: non voleva commettere sciocchezze.
Non poteva buttare via
i suoi ideali di una vita intera, le convinzioni che sempre lo avevano
accompagnato nel corso delle sue malefatte.
Il muta-forme, nonostante le sue condizioni svantaggiate,
attaccò il saiyan dai capelli glicine con un violento calcio negli
stinchi.
Trunks non ebbe il tempo di rendersene conto e cadde a terra,
evitando, per un pelo, di schiacciare Bra sotto il proprio
peso.
“Truuuuuunks!!” urlò la bambina gattonando faticosamente accanto al
fratello.
“Fratellone! Stai bene??”
“S-sì, piccola…Mi ha soltanto preso
alla sprovvista”
“…Per favore…Cerca di non fargli del male!”
“Coooosa? Ma
sei impazzita!?”
“Lui…non è…cattivo…”
Raysell assisteva alla scena senza muovere un muscolo.
Se
non fosse intervenuta Bra di certo avrebbe già finito l’opera con quel
mezzo-sangue.
Ma ora…ascoltava, colpito, le parole della principessa
azzurra.
-Ooh, Bra…Nonostante tutto il male che ti ho causato sei
ancora disposta a perdonarmi e, per di più, a persistere in questa tua sciocca
opera di convincimento. Quando imparerai a diffidare delle persone e… a capire
che in me non c’è nulla di buono!? Scendi da quel castello incantato sulle
nuvole, in cui tutti sono puri di cuore e disposti ad aiutare il prossimo;
smetti di vivere nell’illusione che il Bene sia ovunque.
Io sono un mostro e
non merito il tuo perdono… Non merito quella luce meravigliosa che risplende nei
tuoi occhi limpidi di speranza.-
“Bra…Allontanati da qui. Corri via!”
“Ma…ma no…Io non
voglio lasciare te e papà!”
“Fai come ti dico, prima che sia troppo
tardi!!”
“No…”
“Vattene!”
La bambina, spaventata dal fragore dello scontro fra Utsumi e Vegeta e dalle urla di suo fratello, decise di seguire il consiglio; così si avviò, più velocemente che poteva, verso la grande porta.
Bra passò accanto a Raysell, guardandolo con la coda dell’occhio e sperando che l’avrebbe lasciata passare.
Vedendo la bambina muoversi verso l’uscita Raysell non si mosse.
La guardò di sottecchi e, quando si trovarono l’uno accanto all’altra, i
loro sguardi si incontrarono.
Blu nel grigio.
Bra riuscì ad imboccare il corridoio che l’avrebbe condotta
fuori dal palazzo e, forse, in salvo.
All’interno della sala di pietra rimasero le due coppie di
sfidanti:
Lord Utsumi contro Vegeta e Raysell contro Trunks.
Raysell si scagliò nuovamente sul suo avversario, assestandogli una serie di pugni nello stomaco e, inizialmente, il ragazzo fu in serie difficoltà; ma poi Trunks trovò la forza di reagire quindi, dopo esserselo scrollato di dosso, impugnò la spada e la puntò contro Raysell.
Nel frattempo la lotta fra i due fratellastri procedeva senza
esclusione di colpi e Vegeta non si stava certo risparmiando: aveva utilizzato
già svariate volte il Big Bang Attack, ma senza risultati.
Lord Utsumi, avendo riacquistato i pieni poteri, era agilissimo e la sua forza
distruttiva avrebbe intimorito chiunque.
…Chiunque tranne il principe dei
saiyan, che cominciava a godere di quell’ebbrezza e di quel fomento tipici di una
battaglia.
Il suo spirito di guerriero, assopito da anni, si stava poco a
poco risvegliando.
Era un leone che aveva dormito troppo a lungo e che poi,
inseguendo una preda, riprendeva coscienza del suo vero modo di
essere.
Ma l’erede dalla profonda cicatrice non era uno sprovveduto:
dopo aver ripreso il controllo delle proprie capacità, non avrebbe certo esitato
ad usarle tutte.
Fu così che, senza preavviso, Utsumi divenne Vegeta.
Una
metamorfosi perfetta e degna di un muta-forme purosangue.
Il principe dei saiyan
aveva dinanzi una copia di sé stesso.
“Eh! Eh! Credi di spaventarmi con un trucchetto del genere?
Sbagliato: io non temo nulla!!”
Vegeta combattè contro un altro Vegeta, abile
e scaltro quanto lui.
Un gioco di specchi e di riflessi.
“Non hai paura di niente, giusto?” Domandò, ghignando
Utsumi.
“No, di niente!”
“Ah, sì??...”
Vegeta, o meglio, Lord Utsumi con il corpo di Vegeta, si
smaterializzò per un istante.
-Ma che diamine…!?-
Tornò pochissimi secondi dopo con una bambina fra le braccia,
una bambina dai capelli turchini.
“Papà! Mettimi giù!!” Urlò la piccola
dimenandosi, usando le poche forze che le rimanevano.
Utsumi aveva usato il teletrasporto per riprendere Bra, che, dopo tanta fatica per uscire dal castello, si ritrovava nuovamente all’interno del suo peggior incubo. Perché suo padre l’aveva afferrata con violenza e riportata nella “sala delle torture”? Non capiva.
“Allora, Vegeta…Sei ancora convinto che nulla ti possa
spaventare? Eh?”
“Bastardo…”
“Ah! Ah! Ah! Sì…in effetti lo sono in tutti i
sensi! Ma che vuoi farci? Come diceva sempre Shiniko…oggi a te, domani a
me!”
-Cosa sta dicendo? E poi perché ci sono due papà… Aiuto, non ci capisco più niente! Voglio andare a casa!-
“Non pensare nemmeno di venire qui a riprendertela, mio caro! Se tu o tuo figlio provate a fare un solo movimento giuro che questa graziosa bimbetta non rivedrà mai più la luce del sole! Ma tanto…credo che ciò non avverrà in ogni caso…”
Stallo. Pausa.
Trunks e Raysell avevano interrotto il loro combattimento e
assistevano, ansiosi, alla scena.
Vegeta si sentiva inutile e
impotente.
Tentò di elaborare un piano, una soluzione qualsiasi per salvarla,
ma, per quanto si sforzasse, non riusciva a ragionare; proprio lui, che tanto si
era vantato del proprio coraggio e sangue freddo, in quella situazione si
riscopriva debole e fragile.
Il possente leone che sentiva dentro di sé poco
prima, aveva lasciato il posto ad un piccolo cucciolo impaurito.
Vegeta si
lasciò cadere a terra, sulle ginocchia, trovandosi carponi sul ruvido pavimento.
Sbattè con forza i pugni.
-Bra... Cosa ti accadrà adesso!? Io sono venuto fin qui per salvarti e invece…adesso, per colpa della mia arroganza, quel mostro sta per portarti via sotto miei occhi. Mi dispiace, Bra…Non so che fare! Perdonami…-
“Allora, Vegeta? Che fine ha fatto tutta la tua baldanza di
prima? Non fai più il gradasso, eh!”
“…”
“Beh? Non hai nulla da dirle? Io,
fossi in te le chiederei scusa…”
“…”
“In questo caso…”
Utsumi creò una sfera di energia nera. La teneva nel palmo della
mano, a poca distanza dal corpo della bambina.
Ancora pochi istanti e Bra
sarebbe stata cancellata per sempre dalla faccia dell’universo.
Raysell era l’unico che poteva fermare tutto questo.
Non
poteva accettare il fatto che Bra sarebbe scomparsa per sempre.
Non poteva…e
non voleva.
-Non voglio lasciarla morire così…-
“Addio, principessina!”
“…Allora, Bra… hai una pallida idea di cosa sia una
sottrazione?”
“No, cos’è?”
“Se tu hai dieci regoli e ne togli uno, quanti
regoli ti sono rimasti?”
“Eeeeehm…nove?”
“Brava. In breve la sottrazione è
questa: è il calcolo di ciò che rimane di una cifra dopo avergli tolto un’altra
cifra!”
No. Non se ne sarebbe andata anche lei.
“Lesyar?”
“Uh?”
“…Tu ce l’hai un
amico?”
No, non poteva fare finta di niente e assecondare quella crudeltà.
“No! Non lasciarmi sola!”
Non poteva abbandonarla.
“Io non potrei avere paura di te”
“Ah, no? E come
mai, di grazia?”
“…Perché sei mio amico!”
Doveva proteggerla.
“Ora vai via ma dopo ritorni, vero?”
Prima l’aveva lasciata al proprio destino: non sarebbe accaduto di nuovo.
“Pensavo fossi mio amico!!!”
Forse lo era.
“…Per favore…Cerca di non fargli del
male!”
Non le avrebbero più fatto del male.
L’avrebbe strappata al
suo triste destino.
E la salvò.
Usando il teletrasporto arrivò in un attimo da suo
padre.
Spintonò via Bra e la sfera distruttiva…lo prese in pieno.
L’azione
fu così veloce che nessuno si rese conto di ciò che era accaduto.
Fatto stava
che Bra non era stata colpita e che Raysell, invece, era stato sbalzato lontano
finendo addosso alla parete opposta.
Il muta-forme giaceva al suolo,
ricoperto di sangue.
Tutti i presenti si voltarono in quella direzione e osservarono,
sbigottiti, il corpo esanime di Raysell. Nessuno credeva ai propri
occhi.
Soprattutto Lord Utsumi.
“RAYSEEEEEEELL!!!”
Bra, incurante della stanchezza e delle
ferite riportate, gli corse incontro.
Lo raggiunse e
si chinò su di lui, sollevandogli la testa per potergli parlare meglio.
Il sangue sporcò le sue piccole e candide mani.
Ancora
una volta calde lacrime sgorgarono da quei limpidi occhi blu e caddero, pesanti
come non mai, sul petto seminudo del giovane.
“R-Raysell? M-mi senti? Raysell!” Urlava Bra mentre
lo scuoteva leggermente. Per qualche secondo non ottenne risposta, ma, poi, una
fioca e debole voce le parlò.
“Ti sento…”
“Ah! Sei ancora vivo!!”
“Più
o meno…”
“Perché l’hai fatto?!”
“…Perché sì”
“Il perché sì non è
una risposta! Me lo hai detto tu…”
“Perchè…tu…sei la luce”
“Eh? La luce?
Scusami, non ti capisco!”
“La luce che…mi ha reso un uomo migliore, anche se
per poco”
“Io credo che ti stia sbagliando: non ho fatto niente...”
“Oh, sì, invece.
La leggenda narra che la Corona venga tramandata solo agli eredi destinati a
fare qualcosa di grande…E sai perché è passata a te? Perché…tu hai fatto qualcosa di
grande...Tu mi hai cambiato. Tu...mi hai salvato”
“Raysell…”
“Non piangere, ragazzina. Non ne
vale la pena, credimi”
“Ma tu sei mio amico…”
“A-anche tu lo
sei”
“Allora la prossima volta che ti chiedo se hai un amico, tu mi dovrai
rispondere, ok??”
“Bra. So-sono felice di averti
conosciuta...”
“Raysell??”
“…Non sono mai stato…più…felice…”
Poi, tutto era immobile.
Tutto era spento.
Spenta
l’illuminazione di una stanza…
Spento l’affetto di un padre…
Spenta la
speranza di una bambina…
…Spenti gli occhi grigi di Raysell.
……………
Hueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! Sto piangendo!!
Rayseeeeeell!!!
Ti sei sacrificato per la luce della tua vita!
Comunque
non temete, ragazzi: questo non sarà l’ultimo capitolo,
contenti?^^
Capirai…dopo ce ne sarà un altro solo.
Comunque…che ne
pensate? Io ho le lacrime agli occhi, non sto scherzando: probabilmente a voi
non importerà un fico secco di quel che è successo, ma per me che ho inventato
il personaggio sì,
perdindirindina!!
Huuuueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!
-Si
becca un martello gigante in testa da parte dei lettori-
Ok…cerco di
ritornare in me perché devo assolutamente ringraziare le mie carissime lettrici
fidate^^:
Angelo Azzurro, Sexxxychichi, Lady_melody, Umpa_lumpa, Sgt,
LadyDreamer e Kikka994!
Siamo quasi alla fine, amiche mie… Preparatevi!
Al
prossimo capitolo!
Un bacione a tutti!
P.s: Credo che stanotte sognerò Raysell…TT_____TT
°Satsuriko°
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