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Autore: _Rossyj_    14/11/2013    4 recensioni
Thadastian Week 2013
1. Cliché
2. Parigi
3. Alternative Universe
4. Lezioni Noiose
5. Cucina
6. Regalo di Compleanno
7. Daddies/Thadastian
8. The Day of Firsts
Buona week a tutti gente!
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Le cose che ci attraggono...

Continuo a chiedermi sempre di più perché Nick e Jeff abbiano invitato anche me in vacanza a Parigi se poi i loro piani erano quelli di mollarmi da solo in giro per andare in luoghi da coppiette innamorate.

“Thad, è Parigi, la città dell’amore!” mi ha risposto Jeff quando ho osato lamentarmi di questa cosa. Ma il peggio è che è riuscito lo stesso a farmi sentire in colpa.

E ora mi ritrovo ai piedi della Tour Eiffel a guardarmi in giro sconsolato mentre una marea di persone mi passa a fianco, si fa foto sorridendo e parlando francese.

Io invece sono del tutto solo, abbandonato come un cane, mentre quei due sono scomparsi dopo dieci minuti!

Lo giuro, stasera preparo le valigie e prenoto un volo in anticipo. Siamo qui da quasi una settimana e ogni giorno finisce sempre così: loro chissà dove a fare i piccioncini e io che mi sento così solo da isolarmi nel bar qui vicino.

Infatti quello di andare da Jiselle, l’amica di Nick che ci ha offerto di stare per qualche settimana da lei, e chiederle di venire a bere un caffè era il mio intento. Certo, anche se parla poco con me dato che preferisce la compagnia degli altri due. Insomma, nessuno mi vuole!

Sbuffo aggrappandomi alla mia tracolla, regalo dei miei compagni Warblers, e tento di raggiungere una panchina, o un qualcosa su cui possa sedermi: pur avendo mal di gambe, ho accettato comunque la “proposta”, che in realtà era un ordine, di Sterling di uscire.

Dopo aver scansato due gruppi di turisti intenti a far foto ovunque, riesco a sedermi su un muretto.

Stavo per prendere la mia macchina fotografica, almeno avrei fatto qualcosa di utile e non così noioso anche se la sua memoria chiede pietà per le troppe immagini immagazzinate, quando qualcuno mi tocca la spalla.

“Je peux...?”

Alzo lo sguardo già pronto a rispondere con “Sono americano, non capisco” quando mi ritrovo davanti un ragazzo molto alto, con indosso un paio di jeans e una maglietta a righe a maniche corte, ha i capelli castani acconciati in modo perfetto, un sorriso da far invidia a chiunque e due occhi verdi ipnotizzanti. Solo dopo noto che in mano ha un blocco e una matita e sta indicando il posto affianco al mio, occupato dalla mia borsa.

“Ehm…oui.”

Lui mi guarda ridacchiando mentre sposto in malo modo la borsa rovesciando la metà di cose che c’erano dentro.

“Non sei di qui, eh?”

Lo guardo ad occhi sbarrati e arrossendo un po’, intanto lui mi passa la tracolla e si siede.

“S-sono messicano. Ma vivo in America, in Ohio, a Westerville.”

“Si vede.”

Mi guarda ancora, come se fossi un oggetto prezioso e di inestimabile valore, poi abbassa la testa sul suo quadernetto.

Ma, aspetta…si vede? E’ una cosa brutta? Magari era un’offesa.

“O forse era solo perché ha notato i tuoi graziosi lineamenti ispanici, cretino!”

Chiudo gli occhi sospirando, poi mi volto per vedere che sta facendo: se mi devo annoiare preferisco farlo con qualcuno.

E’ lì che disegna, molto concentrato da quel che vedo; ad un certo punto torna a fissarmi e io rimango immobile ad aspettare un suo movimento.

Mi sposta una ciocca di capelli all’indietro mentre io rimango impietrito. Solitamente, se uno sconosciuto avesse fatto una cosa del genere gli avrei tirato un ceffone e me ne sarei andato, ma ora sono rimasto così, con lui che mi guarda un’altra volta critico.

“Devi stare fermo.”

No, ma chi si crede di essere? Faccio una faccia contrariata mentre lui mi osserva con l’aria di chi ha ragione e si aspetta di vedere eseguito l’ordine appena dato.

“Fermo?! Perché dovrei?”

“Perché ti ho detto di farlo.”

Questa è bella, non sapevo esistessero persone così arroganti prima di oggi.

“Bhè sai, non tutti gli sconosciuti che passano per strada ubbidiscono così ai tuoi ordini! E ora scusa ma…”

“Ok. Pretenzioso e difficile, bene.”

Mi sorride e mi prende per un braccio quando vede che mi alzo per andarmene. Io lo guardo subito male invece, fulminandolo per gli aggettivi utilizzati.

Pretenzioso e difficile.

“Quindi…” Si schiarisce la voce continuando a tenermi il braccio ma con una stretta meno forte. “Scusa, potresti stare fermo?”

“No. Dimmi perché e poi forse lo farò.”

Lo vedo aggrottare la fronte e sbuffare contrariato mentre io ho un sorriso da stronzetto in faccia.

“E testardo!”

Lui abbassa di nuovo lo sguardo riprendendo in mano la matita.

“Allora, me lo dici o no?”

“Ti disegno, genio!”

La mia bocca va a formare una piccola “o” mentre lo guardo ammirato.

“Perché mi disegni?”

“Perché sì.”

Sinceramente non so perché mi incuriosisce tanto questo tipo, forse è quell’alone misterioso che si porta dietro o forse il fatto che mi rechi queste attenzioni.

Si crea un momento di silenzio, io alterno il mio sguardo fra lui e la folla di passanti che popola Parigi.

“E…disegni spesso le persone che incontri per strada?”

Lo sento sbuffare ma io continuo a guardare dritto davanti a me, come lui continua a lavorare.

“Stai parlando ancora. Comunque no, disegno solo ciò che mi attira.”

Aggrotto la fronte assumendo un’aria dubbiosa e contrariata.

“Non mi hai detto di stare zitto, ma fermo. E che vuol dire che ti attira?”

“Tanto testardo. Le cose che mi attirano, a volte sono paesaggi, a volte persone, altre volte delle scene.”

Ancora le sue parole mi affascinano e mi smuovono qualcosa; non so bene cosa di preciso ma è come se ci fosse una sensazione positiva che mi dice di stare lì, ad ascoltarlo.

“Avrai molti disegni allora, qua c’è un via vai di gente bellissima e di paesaggi che non puoi trovare da altre parti.”

“Sinceramente sono pochi i soggetti che mi attirano.”

“Pochi? Perché?”

“Non sono molte le cose che mi attirano. E poi non è sempre la bellezza ad attirare le persone: la particolarità, quel qualcosa che sembra ti chiami, come se fossi magnetizzato a esso. Quello è ciò che mi interessa.”

Questo ragazzo, di cui non conosco nemmeno il nome, gioca con le mie emozioni a suo piacimento: prima mi fa sentire uno scemo, poi mi fa arrabbiare e ora…ora il mio stomaco ha dei problemi.

Riporto il mio sguardo su di lui.

“E perché me?”

Il ragazzo si ferma un momento, poi alza il viso e punta i suoi occhi nei miei.

“Bhè…”.
“California girls, we're unforgettable 
Daisy Dukes, bikinis on top…”

 
Prendo il cellulare che, avendo la cover di California Gurls mia, di Jeff e Nick (un po’ brilli) impostata per le chiamate del mio migliore amico, comincio a maledire prima di rispondere seccato ed imbarazzato.

Il ragazzo intanto se la ride, così mi allontano un pochino.

“Jeff, che cosa vuoi?!”

“Ehy, che cos’è questo tono aggressivo? Io e Nick non ti abbiamo più visto e non eri nemmeno al bar, cos…”

“Non sono un bambino, so la strada per tornare a casa di Jiselle e potete pure stare tranquilli, non scappo senza le mie valigie.”

“No caro, e se ti fossi perso? Non avrei più avuto il mio migliore amico e con chi mi potrei lamentare di Nick?”
“Lamentare eh…”

“Zitto Nicky e no, non…mhh…”


“Ok, io vi lascio! Non voglio sapere nulla, l’importante è che il mio letto rimanga candido e pulito!”

“Sì sì, ciao Thad!”

Jeff mi ha chiuso il telefono in faccia con una risposta un poco strascicata.

Mi vengono i brividi pensando alle cose che ha visto la loro camera in una sola settimana così smetto di pensarci e mi rigiro con l’intento di scusarmi con il ragazzo misterioso.

Probabilmente non ero un soggetto così interessante dato che quando mi volto lui non c’è più.

Sconsolato mi risiedo, tanto non ci posso tornare all’appartamento e al bar non ho voglia di andare; quello che il mio “artista” ha detto è vero però, ci sono cose che ti attirano, e anche io dovrei saperlo essendo un gran fotografo.

Faccio per prendere di nuovo la mia macchina fotografica dalla borsa ma noto un foglio sotto ad essa.
 
“A volte il bello non mi attrae, e probabilmente quello che ho notato in te non è solo bellezza.
Ah, complimenti per la gran cover, non sembra tanto da ragazzo difficile e pretenzioso.
                                                                                                                                                                      S.S.”
 
Anche non essendo qui è riuscito a smuovermi le emozioni di prima. Ma quando ho girato il foglio son rimasto incantato.

Non abbiamo parlato molto, sarò rimasto con lui per mezz’ora circa, eppure è riuscito a fare un capolavoro: mi ha disegnato in maniera perfetta ma in un modo particolare, in modo che non sembri un’immagine stampata.

Son rimasto senza parole e vorrei tanto ringraziarlo, ma non so nulla di lui, non posso contattarlo né altro.
 
Riprendo a respirare, non mi ero nemmeno accorto di stare trattenendo il fiato.

Dopo aver messo il foglio nella borsa punto lo sguardo sulla Tour Eiffel pensando a quanto sia bella Parigi e che prima di andarmene devo trovare quel ragazzo.
 
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Sono sul mio letto, ancora a fissare quel disegno prefetto e la sua scrittura così elegante, poi lascio finalmente il foglio sul comodino e prendo la mia fotocamera e il computer per poter scaricare le immagini e dare un po’ di sollievo alla memory card.

Sto guardando le foto, una ad una, per cancellare quelle meno importanti o venute male, quando noto una cosa: lui.

Mi ritrovo davanti ad un’immagine fatta da Jeff, dove ci sono io sorridente con un basco francese e un croissant, mi pare che sia stata scattata il primo giorno che siamo venuti in Francia.

Quello che però mi attira è la figura che s’intravede nell’angolo della foto: c’è questo ragazzo dai capelli castani che mi guarda, tenendo comunque la testa un po’ bassa verso il quadernetto dove sta disegnando.

Da ora sono determinato: devo trovare quel ragazzo a tutti i costi.

Ma prima devo ringraziare Jeff e Nick per avermi invitato a Parigi. 

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Le cose che ho da dirvi:

Sì, sono ancora viva! -Più o meno...- 
Scusate tantissimo, sono in ritardissimo! >_<  Ho avuto degli impegni con la scuola però in questi giorni ç.ç pensate che non sono ancora riuscita a leggere le altre storie per la Thadastian Week!!! *disperazione*

Bene, comunque questo sarebbe il secondo capitolo, quello su Parigi! Devo dire che, confrontandolo con il precedente mi vengono tantissime incertezze, ma dovevo darvi il capitolo, ce l'ho qua semi finito da due giorni e non ho proprio il tempo di riscriverlo o altro.
Però bho, l'idea di Sebastian/artista a Parigi mi piaceva -ringraziamo una puntata di "Zack & Cody sul ponte di comando" per l'ispirazione!-. 

E basta, vi dico solo che i prossimi prompt arriveranno...non so quando ma arriveranno entro la settimana prossima!! *^* 

Ok, per oggi è tutto, grazie mille per tutte le visite e le recensioni stupende che mi avete lasciato! *-* il mio cuoricino vi è debitore <3

 
See you soon,
_Rossyj_ 
  
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