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Autore: The Chemist    15/11/2013    4 recensioni
Chi ha detto che l'amore necessita di baci e abbracci?
Ghost!Louis & Depressed!Harry
Genere: Angst, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The Day After Tomorrow
Day 1




 
«Non avrò un figlio pazzo! Mi rifiuto!» Le urla di Jack rimbombavano per le quattro pareti che confinavano con la stanza del ragazzo. «Dove cazzo si sono mai sentite storie del genere?» Una lacrima sulla guancia. «No, no e no! Mio figlio non si farà guarire da uno stupido strizzacervelli. Imparerà da solo a dire meno minchiate».
«Jack, ti prego». La voce fine di Anne cercava di risultare meno squillante e irata di quella dell'uomo, ma era comunque orecchiabile da quelle quattro mura nella quale in una di esse, il ragazzo si era appena lasciato scivolare sulla schiena, per assumere una posizione rannicchiata su se stesso. «Si vede che sta impazzendo, e magari saranno anche cavolate quelle che dice, ma bisogna aiutarlo prima che ricorra a... Metodi poco piacevoli, non credi?» La voce di Anne sembrava persuasiva. Che avesse cercato di calmare il proprio marito?

«Okay, uno, due e tre!» Louis si era imbattuto in una sfida a braccio di ferro con Stan, sigaretta alla bocca, e alcuni boccali di birra appoggiati al tavolo. I muscoli di Louis sembravano rigonfiarsi sempre di più, le vene di un verdastro sempre più tese, i denti che schiacciavano uno contro l'altro, e il filtro della sigaretta che venne appiattito dal troppo attrito delle labbra che lo circondavano. «E dai, cazzo! Che checche che siete!» Urlò Zain sorseggiando dal suo boccale di birra alla spina con riluttanza. Quest'ultimo si cimentò a dare una pesante pacca sulla spalla di Louis da spronarlo a spingere di più con i suoi bicipiti. Il braccio di Stan venne scaraventato con una mossa fulminea verso il tavolo, che fece tremare la birra all'interno dei bicchieri enormi, quasi facendola uscire fuori da essi.
Egli alzò le braccia in segno di esultanza, accompagnate da dei woo, woo, ad alta voce, facendosi riconoscere dalle altre persone che affollavano il pub quella sera.

Il ragazzo dai capelli ricci, Harry, così si chiamava, indossò il primo giubbino che trovò nel suo guardaroba, per poi ficcare le sue mani fredde nelle tasche. Non prese soldi, non prese il cellulare, non prese i documenti d'identità, non prese nulla, se non le sue stesse lacrime. Si asciugò gli occhi con la manica del suo indumento, per poi uscire silenziosamente dalla stanza, e avviarsi all’uscio principale dell’abitazione. Riusciva ancora a sentire le urla dei suoi genitori in lontananza. «Deve smetterla! Metodi piacevoli o non piacevoli, deve finirla con queste cazzate! Deve imparare a crescere! Cazzo, ha sedici fottuti anni, e pensa ancora a giocare!» Ed un’altra lacrima si andò a posare leggera sulla guancia del ragazzo. Aprì la porta, e uscì.
Era una serata fredda, non da battere i denti, ma sicuramente necessitava di indossare almeno un giubbotto sulle spalle. L’umidità era in giro, e le strade erano bagnate per la pioggia che aveva cessato di cadere da qualche oretta. Camminava a passo spedito senza meta, non sapeva dove andare, non aveva neanche un recapito telefonico, o i documenti d’identità, no, non aveva nulla.
Non era la prima volta che i suoi genitori litigavano per lui, quando raccontò la situazione ad Anne lei sembrava capirlo, ma alla fine, capì che non gli credeva. Cercava di comprenderlo, seppur la situazione era difficile, ma lo aiutava. Anzi, cercava di aiutarlo. Il padre, al contrario, era molto frustrato all’idea 1di avere un figlio… Pazzo? Era così che Harry si poteva catalogare? Come “pazzo”? Sì, evidentemente era pazzo. Anne cercò in tutti i modi di convincere Jack a mandarlo da un buon psicologo ma l’idea dell’uomo era sempre negativa, non c’erano santi che potevano tenere, per lui doveva smetterla di pigliare tutti per il culo e andare avanti. Ma Harry non aveva minimamente intenzione di “prendere per il culo” i suoi genitori, né tantomeno se stesso.
«Harry, che stai facendo? Torna a casa, non è una buona idea!»
«Niall lasciami stare» Disse laconico. Alla presenza dell’amico che si presentava ogni volta per aiutarlo. «Devo farla finita con questa situazione, e smettila di parlarmi, potrebbero prendermi per stupido».
«Stupido?» Niall rise. «Non c’è nessuno che possa vederti, e comunque non stai parlando da solo».
«Devo ricordarti che sto effettivamente parlando da solo?»
«Smettila! Non stai parlando da solo affatto, stai parlando con me, Niall!»
«Niall perché continui a fare l’idiota? Tu… Sei…»
«Morto? Lo so».
«Devo anche ricordarti come?»
«Io so perfettamente come sono morto. Non c’è bisogno che tu me lo dica. Però, fidati di me, non andare avanti, potrebbe succedere qualcosa di brutto». E la sua presenza svanì all’istante.
Esatto, Harry Styles riusciva a parlare con i fantasmi, le anime che ancora girovagano per la terra con la speranza di portare a termine la missione per la quale si è nati. Riusciva a vedere il suo migliore amico, morto alcuni mesi prima per un cancro ai polmoni. La sua mancanza, all’inizio era stata davvero dura per Harry. Andare avanti sembrava quasi impossibile, quando poi Niall iniziò a comparirgli in sogno. «Fidati, Harry, andrà tutto bene e io continuerò ad essere con te perché io qui non ho finito di fare una cosa». Gli disse quella notte. «Cosa?» Domandò Harry speranzoso. «Non te lo dirò. Lo capirai alla fine di tutto questo». E da lì, Niall non iniziò solamente ad apparirgli in sogno, ma nella vita di tutti i giorni. Sicuramente Harry si spaventò a trovarsi davanti l’anima di una persona, neanche lui immaginava di avere questo potere. Ma ora era una cosa normale, per lui. Questa storia non iniziò sicuramente con Niall, quando era più piccolo, riusciva a vedere la sua dolce e tenera nonna, infatti ogni tanto la indicava esclamando «Nonna!» ma Anne non riusciva a capire, e metteva tutto sul piano dell’infanzia.
Harry continuava a camminare con le mani nelle sue tasche, i riccioli che pendevano dalle sue guance, e gli occhi verdi che brillavano alla luce di ogni lampione.

«Forse è meglio che andiamo». Annunciò Zain, «Non sono ancora ubriaco e posso ancora guidare».
Louis e Zain si alzarono dal tavolo, salutando Stan, che lasciava intravedere uno sguardo da insoddisfatto dalla serata. «Fanculo, volevo sballarmi un po’». Disse Stan quasi arrabbiato.
«Ci sballeremo un’altra volta, ora trovati qualche bella figa da scoparti stanotte e vedrai che concludi la serata perfettamente».
Un pugno di Stan si andò a battere sulla spalla di Louis in segno amichevole.
Più tardi, uscirono dal pub, camminando per la strada bagnata con l’intento di raggiungere la macchina di Zain. «In effetti – Louis fece una pausa con la voce – sono d’accordo con Stan. Volevo ubriacarmi un po’ stasera».
«Eravamo solo tre questa sera, chi guidava? Di solito eravamo di più e Liam si teneva sempre sobrio per riportarci a casa, ora è meglio che siamo sobri tutti». Commentò Zain mentre si fermò per aspettare che il semaforo dei pedoni diventasse verde.
Successe tutto in un secondo. Forse anche meno.
Il ragazzo col giubbotto attraversò la strada noncurante di una macchina che sfrecciava ad alta velocità sulla strada bagnata, Louis «Che cazzo sta facendo?» si chiese in pred’al panico, per poi correrergli incontro e spingerlo via.
Un secondo, Harry si ritrovò accasciato a terra, dall’altra parte della strada, Louis, poco più avanti di lui, spinto dalla stessa macchina che ora era ferma, con i fari accesi, musica alta che l’autista si apprestò ad abbassare fulmineamente, e Zain, che con gli occhi rossi dalla rabbia, panico e bagnati dalle lacrime corse verso l’amico insanguinato. «L-Louis» balbettò, inginocchiandosi davanti a lui. Posò le mani sul suo avambraccio, per farlo stendere sulla schiena. Il diaframma di Louis non si muoveva, era del tutto fermo, con gli occhi visibilmente aperti, quell’azzurro che li colorava, non vedeva più nulla.
Harry assisteva la scena dalla sua posizione, poco più lontana dalla macchina. Gli ci volle un po’ per realizzare che quel ragazzo dal nome sconosciuto si era sacrificato per lui. Si alzò a scatti, indolenzito per la spinta, e si avvicinò pian piano al corpo per terra. Si alzò a scatti, indolenzito per la spinta, e si avvicinò pian piano al corpo per terra. «Io…» Si limitò a dire.
Zain gli riservò uno sguardo minaccioso, ma i volti dei due si spostarono verso l’autista che corse verso i ragazzi con un «Mi dispiace tanto. Mi dispiace davvero tanto…».
L’amico di Louis si alzò quasi senza forze. «Mi fai schifo, mi fai davvero schifo». E un pugno si abbatté verso la guancia dell’uomo che aveva appena ucciso il suo amico.
«Che cosa ti avevo detto Harry? Dovevi tornare indietro! Dio mio, hai appena ucciso quel ragazzo!» Niall comparve dietro la sagoma di Harry. Egli non gli rispose, ma si limitò ad ascoltare e lasciarsi impregnare di quelle parole dentro di sé. Era stata davvero colpa sua? Aveva davvero ucciso quel ragazzo?
Harry non si spiegò neanche come pochi minuti dopo, la strada vuota e deserta venne affollata da polizia e ambulanze, cercando di rianimare inutilmente il corpo.
Alcune domande erano riservate a Harry «Si sente bene?», «Come si chiama?», «Se la sente di dirci cos’è successo?», «Ha i suoi documenti con sé?», ma Harry non seppe rispondere a nessuna di queste.
Harry e Zain vennero scortati in ospedale, insieme al corpo senza vita di Louis. Entrambi erano stati sedati con dei calmanti, in modo tale da non prendere un eventuale attacco di nervosismo all’interno dell’ambulanza. Zain sembrava shockato, Harry sembrava deluso da se stesso.
Era solo il 13 Ottobre 2010, e il 13 Ottobre 2010, per colpa di Harry, una persona era morta. Harry aveva ucciso quel ragazzo.
























Ciao a tutti!
Questa è una fan fiction che tengo molto che voi leggiate, perché come con "As Big As Sea" che potrete trovare a questo link http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2266567&i=1
ci sto mettendo tutta me stessa. Questa ff , come voi avrete ben capito parlerà del fantasma di Louis e di Harry. Sarà una fan fiction leggermente triste, ma spero vi piacerà!
Ora scappo, ho una seduta dallo psicologo, spero che recensirete in molti! Ciao!

The Chemist
   
 
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