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Autore: Karmilla    15/11/2013    7 recensioni
Ci dirigiamo insieme verso la finestra e le faccio vedere l'enorme quercia dove tutti i giorni il suo papà l'aspetta per cullarla per ore e ore, e poco importa se è tutto un sogno.
Il nostro amore è reale, ed è tutto ciò che conta.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kaname Kuran, Yuki Cross
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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dream

A Kaname, perchè mai nessun personaggio di un manga mi ha emozionato quanto lui. Il colorize è della bravissima Maika (http://xewonyan.deviantart.com/)





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Apro la tenda che regala alla nostra stanza un po' di penombra e lo trovo lì, dove lo avevo lasciato prima di addormentarmi.

Quella sedia a dondolo sembra ormai essere diventata la sua seconda casa e confesso che comincio ad esserne gelosa. Mi sento sciocca per questo pensiero, ma non posso fare a meno di guardare con tenerezza, amore e anche un pizzico di invidia questa scena che ormai si ripete uguale, giorno dopo giorno.

Kaname, il mio Kaname, è seduto su quella sedia con la nostra bimba in braccio e la dondola, la culla, la tiene stretta a sé come se avesse paura che da un momento all'altro la piccola potesse svanire.

Sono bellissimi, loro due insieme. Sono un mondo a parte chiuso a tutto e a tutti, solo loro due, padre e figlia stretti insieme, uno più fragile dell'altra mentre a vicenda si proteggono e si danno forza.

E Kaname sorride, sorride felice mentre il vento agita le fronde di quell'enorme quercia che regala loro un po' di ombra, permettendo però alla luce del sole di filtrare tra i rami e le foglie regalando degli splendidi giochi di luce sui loro volti.

Esco anche io, come faccio tutti i giorni e mi avvicino incerta, avendo quasi paura di rompere quell'incantesimo e quell'idillio.

Il vento scompiglia anche i miei capelli, che per un attimo nascondono Kaname e la nostra bambina.

Quando la loro figura torna nitida, vedo Kaname che mi guarda, mi sorride e mi tende la mano, senza parlare.

“Ciao...”, gli sussurro.

“Ciao, Yuuki, ti stavo aspettando”, mi risponde lui con quel solito tono di voce che mi fa diventare le gambe molli e mi manda brividi lungo tutta la spina dorsale.

La voce di Kaname ha un timbro al quale non mi abituerò mai.

“Cosa c'è, piccola Yuuki?”, mi chiede senza distogliere lo sguardo da me.

“Niente...pensavo solo alla tua voce...”

“Alla mia voce?”

“Sì. Mi piace...voglio sentirla in eterno...per sempre...” gli dico con uno strano senso di tristezza che non capisco da dove stia provenendo.

Kaname sorride, buttando leggermente indietro la testa e lasciando che il suo viso venga completamente illuminato dalla luce del sole.

Dio, è bellissimo!

Le nostre mani sono ormai una dentro l'altra e io mi siedo sul bracciolo della sedia a dondolo, cingendo con un braccio le spalle di Kaname e con l'altro la schiena della nostra piccola, mentre lui passa un braccio dietro alla mia schiena e appoggia una mano sulla mia gamba.

“Yuuki, mi hai fatto un regalo meraviglioso...”, mi dice appoggiando la guancia sulla testolina addormentata di nostra figlia, inspirando profondamente quell'inconfondibile profumo di bimbo che emana la sua pelle.

“Mi hai reso felice...”, continua, stringendomi a sé.

Il cuore mi balza in gola.

Conosco Kaname da sempre, ho vissuto con lui per tantissimo tempo eppure mi sorprendo nello scoprire questa sua inaspettata dolcezza.

Kaname è sempre stato un uomo estremamente dolce, il suo calore e la sua presenza accanto a me sono il primo ricordo che ho, però devo ammettere che la dolcezza che mi ha sempre dimostrato non ha nulla a che vedere con quella che dimostra a nostra figlia.

E ne sono gelosa.

Percepisco in Kaname una pace e una serenità che non ha mai avuto quando era solo con me, e so che la colpa è mia. Non ho saputo amarlo, non ho saputo capirlo, non ho saputo dargli quel calore che cercava e che invece adesso questo minuscolo esserino è capace di dare, come se non avesse fatto altro fino ad ora.

E non importa se davanti alla fornace Kaname mi ha detto che da me ha ricevuto tanta felicità, perché so che non è così. Avrei dovuto fare molto di più, avrei potuto fare molto di più se solo avessi capito cosa vuol dire perderlo.

Non voglio perderlo mai più, non adesso che l'ho ritrovato.

“Sai, Yuuki, temevo che non arrivassi più, oggi”, mi dice guardandomi negli occhi, con una velatura di tristezza e di timore in quei suoi bellissimi occhi amaranto.

“Ma cosa dici! Mi sono solo addormentata...”

“Lo so, hai ragione...scusa....Ma qui, senza di te fa freddo, fa così freddo...”, sussurra triste, come se stesse parlando tra sé e sé.

Non cambierà mai, il mio Kaname. Sembra una roccia, il Principe Vampiro che tutti temono e che non ha paura di nessuno, ma in realtà è così fragile ed insicuro che a volte temo possa andare in mille pezzi da un momento all'altro.

“Resterò sempre con te, lo sai, non hai motivo di avere questo timore”, gli dico cercando di rassicurarlo.

Guardo la nostra piccola e sorrido nel notare le somiglianze con Kaname.

“Ti somiglia!”, gli dico fiera.

“No, è identica a te quando sei nata”, mi corregge lui.

“E' come te, piccola come lo eri tu”, continua prendendo tra le sue mani una delle minuscole dita della bimba.

“E hai tenuto anche me come stai facendo con lei?”, gli chiedo ridendo.

Lui ride di cuore, una risata che gli illumina il viso e che mi fa tornare in mente la volta in cui, da bambini, ha riso fino alle lacrime quando ha visto mentre tentavo di vestirmi da sola, a casa di Kayen Cross.

Credo di essermi innamorata di lui in quel preciso momento.

“No”, mi dice “Juury aveva paura che ti facessi cadere, quindi mi permetteva di prenderti in braccio solo se c'era lei presente...”.

Alzo lo sguardo al cielo e penso a lei, a Juury Kuran.

Mamma...saresti fiera di noi adesso? I tuoi bambini sono cresciuti e hanno messo al mondo una figlia che non conoscerai mai, come io non ho conosciuto te. Il ricordo del sacrificio di mia madre mi lacera ancora adesso. Troppe persone si sono sacrificate per me, troppe.

“Yuuki, devi farmi una promessa”.

Il tono fermo di Kaname mi scuote dai miei pensieri.

“Dimmi”.

“Devi promettermi che non permetterai mai che nostra figlia cresca senza l'amore dei suoi genitori. Nostra figlia non deve crescere come è successo a noi, non deve soffrire di solitudine, non deve sentirsi abbandonata e deve sapere sempre che ha due genitori che la amano.”

La richiesta di Kaname mi travolge come una doccia ghiacciata.

“Ma certo...cosa ti viene in mente...perché?”

Non riesco ad andare avanti, perché le parole mi muoiono in gola.

“Kaname...cosa...”

“Yuuki, ascoltami bene. Qualunque cosa accada, nostra figlia deve sapere chi siamo, chi sono, e quanto amore la circonda...”

Le lacrime mi scendono senza che io possa fare nulla per fermarle.

So cosa vuole dire, so cosa sta per succedere e non voglio, non voglio!

“No, Kaname, ti prego, no...”

“Shhh...”, mi dice alzandosi e prendendomi per mano, mentre continua a cullare la nostra piccola che dorme beata sul suo petto, sicura e protetta.

Mi stringo a Kaname e lascio che mi accompagni in casa.

Mi fa stendere a letto, mi sussurra di addormentarmi e mentre gli occhi diventano pesanti lo vedo accarezzare con la sua guancia il viso della bimba.

“Kaname...” gli chiedo con la voce già impastata di sonno ridotta ad un sussurro “voglio che mi baci...mi mancano i tuoi baci...”

“Shhh....dormi Yuuki...è ora”

“No...no”, dico piangendo “Non abbiamo ancora scelto il nome della nostra piccola...” gli dico nel tentativo di convincerlo a farmi rimanere sveglia.

“Me lo dirai la prossima volta...sono certo che riuscirai a trovare il nome adatto alla nostra principessa...”, mi dice posandomi un leggero bacio sulla fronte.

“No...Kaname...no...”

“Shhh, Yuuki, è ora...I'll also show you another sweet dream next night...

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Mi sveglio di soprassalto, piangendo, madida di sudore.

Mi giro verso la culla in cui dorme la nostra piccola e sorrido, mentre le lacrime continuano a scendere.

La guardo e non riesco a fare a meno di notare tutte le somiglianze con Kaname, benché lui mi abbia detto che somiglia più a me.

“Ciao piccola! Il tuo papà ti ama tantissimo, lo sai?”, le dico prendendola in braccio, sperando di trovare su di lei il profumo della pelle di Kaname.

“Sei la sua principessa, e quando sta con te sul suo viso brilla la luce dell'estate”.

La piccola continua a dormire e io mi avvicino alla finestra, sperando di vedere ancora quell'immagine che so bene non essere reale.

La triste realtà mi colpisce duramente, ma lo sguardo mi cade sulla rosa nella resina che mi ha regalato Kaname, e mi ricordo della promessa che ha chiesto.

Kaname ha mantenuto la sua promessa, io devo mantenere la mia.

Va bene, Kaname, se è questo che vuoi...

Ritorno dalla nostra piccola, la nostra principessa, il miracolo che ha dato la felicità a Kaname e mi rendo conto che due parole continuano a ballarmi nella mente estate...principessa...estate...principessa...e sorrido, perché anche questa volta Kaname ha espresso il suo volere.

“Diavolo di un Kaname...se volevi che la chiamassi così, non potevi dirlo apertamente?”

Sorrido, prendendo il braccio la piccola.

“Ciao, Himeka* Kuran!”

Ci dirigiamo insieme verso la finestra e le faccio vedere l'enorme quercia dove tutti i giorni il suo papà l'aspetta per cullarla per ore e ore, e poco importa se è tutto un sogno.

Il nostro amore è reale, ed è tutto ciò che conta.





* Non conosco il giapponese, però il significato di questo nome dovrebbe essere “Principessa d'Estate”. Se qualcuno ha correzioni da fare, ben vengano!

   
 
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