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Autore: peaceandloveSB    15/11/2013    2 recensioni
-Harry..- era sempre lui a cominciare a parlare, con il nome di Harry sussurrato cominciava sempre le conversazioni importanti, importanti almeno per Harry stesso.
-dimmi Lou- Louis si era morso il labbro,forse per la prima volta in imbarazzo –ecco… vorrei dirti che.. insomma… oh, al diavolo!-
#LARRY
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Perché in fondo Harry sapeva che sarebbe andata così, che ci sarebbe stato male. Tanto.
Harry sapeva che lui sarebbe diventato il centro della sua mente.
Sarebbe diventato quel raggio di sole in una giornata buia.
Harry sapeva che avrebbe fatto di Louis il suo appiglio.
Harry, restio ai sentimenti, freddo con le persone, nauseato dall'amore e dall'affetto si era innamorato, innamorato di qualcuno di impossibile. Innamorato perdutamente, in quel modo che ti prosciuga, ti prende tutto: la mente, le energie e qualsiasi altra cosa. Innamorato in quel modo che potresti vivere di quello, non hai bisogno d’altro. Innamorato in quel modo che ogni canzone ti rispecchia. Innamorato in quel modo che sei fottuto, che capisci che ormai ne sei dipendente.

Harry non aveva mai accettato se stesso, non si piaceva, odiava la sua vita, poi aveva conosciuto Louis. Quel tipo così strano, così chiacchierone –dopo averlo conosciuto- così bello, solare, simpatico,sfacciato. Per questo lo aveva sempre odiato, era diverso. Diverso da lui, dalla sua realtà.
Ricorda la prima volta che lo ha visto. Il suo capo, Paul, era entrato nel bar dove lavorava da un paio di mesi, con un ragazzo bassino al seguito. Senza dire nulla i due gli si erano avvicinati, l’omone aveva la sua solita faccia inespressiva mentre il ragazzo più basso si guardava intorno con un sorrisetto in faccia –Harry, lui è Louis. Lavorerà qui, spiegagli come funziona e non fargli fare cazzate- e con questo Paul uscì con la solita espressione dal locale lasciando Harry con quella specie di nano-figo-e-strafottente.

Harry era sempre stato spaventato dall’atteggiamento di quel ragazzo, sembrava padrone di tutto ciò che lo circondava. Trasudava sicurezza in ogni parola, gesto o sguardo.
Per questo Harry aveva paura, lui non credeva in sé stesso, non aveva autostima e non sapeva approcciarsi alle persone. Cercava di dimostrarsi forte o quantomeno indifferente, ma dentro moriva a qualsiasi commento negativo su di sé.
Louis Tomlinson era l’opposto.

Lo guardo, mi guarda. Una di quelle persone del quale ti chiedi l’utilità,. Uno sguardo penetrante, di un blu che nemmeno il mare delle Maldive, capelli castano chiaro o biondo scuro, che dir si voglia, forse un po’ troppo lunghi e spettinati. Magro ma non troppo, basso, bello. Eppure non riusciva a non odiarlo, quello sguardo blu oltre ad essere affascinante sembrava dirti ‘sono migliore di te.’ Per questo lo aveva sempre odiato ed ignorato, aveva continuato a lavorare in quel bar come cameriere facendo finta che Louis Tomlinson non esistesse.

 Ma poi era successo, lo aveva conosciuto meglio, si era perso in quegli occhi così azzurri, così profondi, tutto era cambiato. Si era fidato di Louis, ne aveva fatto il suo appiglio, non era più in grado di stare senza, si era innamorato. Dopo una vita passata a cercare di evitare i problemi ed i sentimenti, senza grossi risultati, era caduto nella peggiore delle trappole, la più allettante ma la più dolorosa. L’amore. Ma all’inizio era tutto tranne che doloroso.

-Harry..- Louis aveva appena sussurrato il suo nome avvicinandosi al bancone e facendo sobbalzare il riccio. Da circa un mese lavoravano insieme, e durante gli ultimi giorni Harry aveva iniziato a sentire una sensazione strana allo stomaco quando Louis lo guardava, o gli sorrideva, o gli diceva ciao. Ma aveva deciso di non farci caso anche perchè a parte qualche occhiata, in cui Harry era puntualmente il primo ad abbassare lo sguardo, non si erano mai scambiati più di un ‘ciao’ al mattino e uno alla sera. Per questo motivo Harry sobbalza al suono del suo nome pronunciato dal ragazzo castano –S-si?- riesce a domandare permettendo alle emozioni di trasparire. L’altro sale sul bancone dove Harry stava pulendo una macchia inesistente e si siede esattamente davanti al riccio avvicinandosi ancora di più –mi chiedevo se ti andrebbe di uscire con me domani sera…- gli porge un biglietto scarabocchiato e scende dal bancone per poi uscire dal locale in anticipo rispetto alla fine del suo turno. Nel bar rimane un Harry con la bocca spalancata, un numero di cellulare in mano e mezzo locale da pulire.
Quella fu la sera in cui Harry cambiò definitivamente idea su Louis Tomlinson.


Ma poi lui se n'era andato, come tutti prima di lui, allora Harry era caduto, ed ora non sapeva più rialzarsi. Non aveva nessuno. Era stato egoista, e stupido. Egoista perché si era appropriato di qualcuno, ne era diventato dipendente dando per scontato che lui sarebbe stato al suo fianco, che non si sarebbe stufato... E stupido perché si era fidato, fidato del suo cuore e delle parole di qualcuno che non fosse il suo cantante preferito.

-Harry..- era sempre lui a cominciare a parlare, con il nome di Harry sussurrato cominciava sempre le conversazioni importanti, importanti almeno per Harry stesso.
-dimmi Lou- Louis si era morso il labbro,forse per la prima volta in imbarazzo –ecco… vorrei dirti che.. insomma… al diavolo!- e così, mentre erano seduti sul prato del parco di Holmes Chapel all’1 di notte, Louis gli aveva preso il viso tra le mani e lo aveva baciato di slancio, infilandogli le mani nei capelli, stringendoli e tirandoli, si era lanciato su di lui con così tanto slancio che insieme caddero all’indietro sull’erba umida, risero l’uno sulle labbra dell’altro. Felici, insieme, si baciarono perché non aspettavano altro da settimane. Felici, perché si sentivano completi.



Si era convinto che poteva lasciarsi andare, che valeva la pena di essere felice per quei due mesi, e forse nel più profondo del suo cuore pensava che Louis sarebbe rimasto con lui, sperava che non sarebbe partito. Ma si sbagliava, lui era partito. Lo aveva abbandonato. Lo aveva lasciato solo, a che fare con sentimenti troppo profondi per un qualsiasi adolescente, con un amore troppo grande da fronteggiare. Perché aveva capito di piacere almeno un po' a Louis, ma di sicuro lui non sapeva quanto grande, potente fosse quello che il riccio provava. Nessuno lo sapeva, e chi ne era al corrente non ci credeva 'troppo giovane' dicevano 'non puoi sapere cosa sia il per sempre' ma lui lo sapeva, lo aveva capito. Sapeva cosa fosse il vero amore, sapeva CHI era, ma non poteva averlo. Era destinato alla tristezza, alle lacrime, alla solitudine.

-Harry..- Louis gli era arrivato da dietro mentre lavava delle tazze nel lavandino del bar abbracciandogli i fianchi e poggiando la testa sulla sua spalla, stavano insieme da tre settimane o poco più. –si?- disse voltandosi quel tanto che bastava per depositargli un bacio sul veso da qualche parte a caso, tanto per lui, ogni centimetro di pelle di Louis era fatto per essere baciato –Parto.- Harry aveva bloccato i suoi movimenti subito e Louis lo strinse più forte –torno a Doncaster.-

All’inizio si dava del coglione, non sarebbe mai potuto interessare ad uno come Louis si diceva, eppure proprio quel ragazzo così strafottente rispose ai suoi messaggi da subito, metteva mi piace alle sue foto su Facebook, commentando qualche volta, e retwettava i suoi tweet. Cose inutili penserete, ma a Harry bastava pensare che Louis si ricordasse il suo nome, che pensasse a lui ogni tanto. Ogni tanto … appunto, Harry invece pensava a quegli occhi blu, a quella voce squillante, a quei capelli scompigliati, a quelle labbra sottili, a quel ragazzo così basso, un po' sproporzionato ma perfetto, in continuazione. Era un qualcosa di costante nella sua mente, riempiva i suoi pensieri, i suoi sogni... E poter immaginarlo mentre pensava concentrato alla risposta per i messaggi che il riccio gli mandava lo faceva stare bene.
Una volta trovò persino una sua chiamata persa, ma Louis disse che si era sbagliato. Ma oltre ai bei ricordi, c'erano anche quelli dolorosi

-Harry..- il riccio alzò lo sguardo per puntarlo negli occhi blu dell'altro, forse per l'ultima volta. Non rispose aspettando che fosse l'altro a parlare -mi mancherai...- si baciarono, non fu lungo, ma bellissimo ugualmente. E nel momento in cui si staccarono lasciando scivolare le dita le une tra le altre e sciogliendo così la loro stretta, liberandosi da ogni tipo di contatto sentirono un vuoto all'altezza della stomaco.
Harry pianse in silenzio, mentre Louis saliva su quel pullman senza voltarsi a guardarlo.


Ed arrivò il giorno in cui il castano non rispose più agli SMS o alle chiamate, in cui smise di visualizzare i suoi messaggi su Facebook, in cui smise di mettere mi piace alle foto stupide, in cui lo rimosse dagli amici e dai following.
In cui lo cancellò dalla sua vita e, per quanto ne sapeva Harry, anche dalla sua mente.
Il riccio ne rimase distrutto, qualcosa in lui si spezzò, non capiva cosa avesse fatto di sbagliato. Non capiva cosa ci fosse in lui di sbagliato, perché mandava sempre tutto a puttane.
Così Louis scomparve del tutto dalla sua vita, ma non dalla sua memoria.
Pianse per mesi ancora, in seguito.
Si sentiva perso, aveva dato tutto a Louis. Gli aveva dato la sua fiducia, il suo amore, aveva avuto con lui la sua prima volta, tutto. Forse era stato stupido, ma era quello che sentiva di dover fare, non aveva pensato ad un ‘’dopo’’, a delle conseguenze, alla possibilità di stare male, non ci aveva proprio pensato.
Scrisse, testi, diari, canzoni e storie. Tutte sul ragazzo dagli occhi blu, e finalmente dopo diversi mesi si iniziavano a vedere i primi segni di ripresa, sorrideva, di tanto in tanto. Ci provava.
Finché a distanza di un anno da quando Louis cancellò Harry dalla sua vita, qualcuno suonò il campanello di casa Styles.
Il riccio, cresciuto, più forte dopo tutto quello che aveva passato, e se possibile anche più bello, aprì la porta trovandosi davanti un ragazzo con gli occhi celesti, non blu, basso, con i capelli scompigliati, i vestiti grandi per lui, qualche tatuaggio sul braccio sinistro. Senza lasciare il tempo al riccio di dire nulla questo -ti amo Harry- Il riccio sorrise e il castano si lanciò su di lui baciandolo con trasporto, mettendoci tutta la passione possibile per far capire al riccio che non scherzava. Poco dopo però fu Harry a staccarsi lasciando Louis interdetto e -ti ho amato Louis.- disse.

 
 
SBAM!
Ciao ragazze, ho scritto questa brevissima OS (2000 parole circa) in un momento di puro sconforto, quindi un applauso a voi se siete arrivate fino qui!!!
È stata scritta abbastanza di fretta, perdonate gli errori se ce ne sono, ho inserito dei flashback per riassumere quello che era iniziato e, ahimè, finito tra Harry e Lou. Se notate cominciano tutti con la battuta di Louis, altro riferimento alla realtà (la mia ahah).
Non saprei dirvi cosa alla fine ne è uscito, non ne sono così convinta ma boh.. #misputtano ahaha
Perciò ditemi voi cosa ne pensate con una recensione, ve ne sarei grata.
Pensavo di poter fare un’altra OS (tra un po’ di tempo) che ci “”””illustri”””” cosa è successo nella testolina di Louis nel periodo durante e post-Harry. (ditemi cosa ne pensate anche di questa idea)
Per qualsiasi cosa e se vi va (cliccate sulle scritte in blu)
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3. altra OS Larry: Don’t Let Me Go
  
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