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Autore: selegon_93    15/11/2013    1 recensioni
Questa sera... la terra di Helden conoscerà la fine.
Questa sera... il destino sarà innegabile. Le fronde cadranno, le città bruceranno, le nuvole si squarceranno, e l'oscura ombra inghiottirà... ogni cosa.
Questa sera... tutto ciò che voi patetici esseri conoscete, svanirà nel silenzio del nulla. Non esiste la speranza. Non esiste l'amore. Non ci sarà il lietofine. Non tornerai a casa felice e contento con i tuoi cari. Le favole sono finite.
Questa sera... l'unica cosa assoluta, sarò io.
Genere: Azione, Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Archey'ss, capitale dell'impero di Gre'kahal.
Dei passi risuonavano tra i lunghi corridoi del palazzo imperiale, con un suono di armatura che tintinnava ad ogni passo. Dinnanzi all'entrata della stanza del trono, una figura apparve. 
A guardia dell'enorme porta argentea, decorata da numerosi disegni, c'erano due soldati d'elite, vestiti con dorate armature e stoffe pregiate. Essi, alla vista dell'uomo daanti a loro, diedero un colpo di tallone per terra, sollevando lo sguardo in segno di obbedienza, e lo fecero entrare.
Il grande portone si aprì lentamente, mostrando il lucente interno della stanza. L'uomo avanzò attraverso le bianche colonne che si ergevano ai lati, e camminando lentamente sul lucido pavimento marmoreo, si fermò al centro della sala, inginocchiandosi. Davanti a lui, una figura siedeva sul maestoso trono; essa, alzando lo sguardo, parlò:
-Bentornato Eldingar... hai i rapporti che attendevo?-
-Si mio signore. Ho portao a termine la mia missione senza intoppi. Ma per quanto riguarda l'esplosione avvenuta vicino a Sydur...-
-Dunque, le mie paure erano fondate?-
-Temo di si, mio signore...-


                                         *


Noctinghal, nello stesso momento.
Selegon e gli altri cacciatori di taglie erano seduti a un grande tavolo di forma circolare, attendendo. Il ragazzo era parecchio annoiato; del resto, dopo due giorni di camminata e una compagnia inattesa, una riunione non era al massimo, specie per una persona solitaria come lui. tenendo il capo appoggiato alla mano, guardava il soffitto con aria seccata, pensando a chissà cosa.
Il suono di una porta ruppe l'attesa; un rumore di passi riecheggiò per la sala, attirando l'attenzione di tutti. Un uomo spuntò dall'angolo, avanzando verso il tavolo. Era alto sul metro e ottanta, con capelli biondi dalle punte platinate che gli cadevano sulla schiena, e aveva occhi grigiastri che davano al suo volto un espressione pacata.
Sulle spalle portava un mantello grigio con cuciture dorate, legato al collo da due grandi medaglioni d'ottone uniti da una catenella; al di sotto di esso si poteva intravedere una divisa bianca ricca di ricami giallo miele e decorazioni, che le davano un impressione molto prestigiosa.
L'uomo si fermò dinnanzi al tavolo, e i cacciatori si alzarono in piedi, come segno di rispetto.
-Prego, sedetevi pure- disse tranquillamente, e tutti si riaccomodarono.
-dunque, prima di iniziare, vorrei dare il benvenuto alla gilda dei manto del sud, che si è venuta a creare da poco, e al cacciatore Selegon, soprannominato "Il bianco"-. vi faccio le mie personali congratulazioni.- Disse sorridendo. Selegon si guardò intorno con la coda dell'occhio, come per invitare gli altri a non incrociare il suo sguardo; poi tornò a guardare l'uomo.
-Inizierei quindi col presentarmi: il mio nome è Calasaar, e sono il gran maestro della gilda del fuoco fatuo, la più grande e forte attualmente in circolazione. Come tale, ho indetto questa riunione; immagino vi starete chiedendo il motivo per cui siete stati richiamati con tanta urgenza... ebbene... qualche settimana fa, un terremoto è stato avvertito nei pressi della città-fortezza di Octal'em, nel medio oriente imperiale.-
-Un terremoto?- disse l'uomo seduto di fianco a Selegon.
-Esatto. e le scosse continuano di giorno in giorno, aumentando di intensità e frequenza.-
Una donna intervenne:-Causata da?-
-Abbiamo motivo di credere con fermezza che sia causata... da un drago ancestrale.-
Tutti i presenti sbarrarono lo sguardo, e per la stanza si alzò un brusio, che aumentò di intensità: 
-Un drago ancestrale? non è possibile!-
-Non può essere!-
-Io non ci credo...-
Calasaar alzò il tono di voce: -Signori! vi prego...-
Il brusio si abbassò fino a cessare; il gran maestro delle donnole bianche parlò: -I draghi ancestrali sono estinti da millennei... questa è un ipotesi infondata!-
-Wulfras...- intervenne Calasaar -sai bene che è più che fondata... non c'è bisogno di approfondire il perchè.-
-... si... beh, quindi come si intenderebbe agire?- chiese l'uomo accarezzandosi la lunga barba bruna.
-Per questo vi ho convocati. Le intenzioni di questo drago sono ignote, ma come ben sappiamo, il suo risveglio non preannuncia nulla di buono. Sfortunatamente l'impero non può fornirci il supporto dei generali per questioni top secret, quindi avremo solo l'aiuto di alcuni ufficiali e truppe imperiali; di conseguenza abbiamo bisogno che più cacciatori o gilde possibile diano man forte in caso di attacco a Octal'em.-
-Credete davvero che la nostra forza basti a fermare un drago ancestrale?-
-Beh, anche volendo non abbiamo altra scelta.-
-Altra scelta? ci state chiedendo in pratica un suicidio di massa!- intervenne un altro.
-Si esatto! non abbiamo forza sufficiente! noi non...- il battibecco fu interrotto da Wulfras: -Allora l'unica soluzione sono gli ottantotto!-
Nella stanza calò il silenzio.
-Wulfras zanna d'orso, parli seriamente?-
-Si. Perchè non dovremmo richiamarli?-
Selegon aguzzò l'orecchio.
-Sono sempre intervenuti per situazioni del genere!-
-Del genere? ...credi che l'attacco di un solo drago ancestrale valga l'antico richiamo? vorrei rammentare al gran maestro Calasaar la gravità delle situazioni in cui abbiamo chiesto il loro soccorso...-
-...effettivamente kushal ha ragione. Sai che questa situazione non è paragonabile a "quelle passate"...-
Selegon intevenne schiettamente: - qui non si parla nè dei Dodici flagelli del cielo, nè tantomeno dei Celestiali.-
Tutte le persone sedute al tavolo si girarono verso di lui, come pietrificati da quel nome. Sentirono un brivido scendere dalla loro schiena, al solo udire quella parola, che come un tuono aveva fatto irruzione nel discorso; e Le loro espressioni parlavano per loro, agghiacciate come avessero avuto il più terribile degli incubi.
Delle voci bisbigliarono: -non ci credo... lo ha detto...-
-Bianco...- disse Calasaar severamente -sai benissimo che non devi pronunciare il loro nome.-
-Non vedo motivo per non chiamare una cosa con il suo nome.- rispose il ragazzo annoiato.
A questa frase il Gran maestro alzò il tono: -Vuoi essere sedutastante espulso?-
-...no.- disse Selegon bofonchiando, guardando di lato.


                                          *


Nel frattempo, Lily e Ky'lam stavano attendendo i rispettivi compagni all'esterno.
-Senti...-chiese la ragazza a bassa voce -posso chiederti una cosa, visto che mi hai spiegato tutto questo?-
-si, dimmi pure!-
Lily si girò verso di lui: -Beh... prima hai accennato agli "innominabili"... ma avevi un espressione piuttosto cupa... posso sapere il motivo per cui è così sconfortante parlarne?-
L'uomo abbassò il capo: -b... beh...-
-è successo qualcosa?-
-...si. Beh, immagino di dover partire dall' inizio:
Quando la razza umana fuggì da "loro", come ti ho detto, trovò questo mondo. Ebbene, prima di noi, queste terre erano abitate da creature leggendarie, ora chiamate "Draghi ancestrali".-
-...Draghi ancestrali?-
-Si. Erano diversi dai draghi e dalle viverne di oggi... erano più grandi e forti, e avevano la capacità di parlare; si narra che abbiano creato loro le prime lingue scritte.-
-E che fine fecero?-
-quando arrivammo qui, avevamo perso ogni cosa. La nostra terra, le nostre conoscenze, tutto. Fu così che entrammo in contatto con queste creature; esse ci insegnarono ciò che sapevano, ci tramandarono la loro antica lingua, e ci insegnarono a preservare queste terre... ma la sete di potere fa parte della nostra natura. Così la razza umana si espanse prendendosi la terra dei Draghi, i quali, alla fine, si estinsero. C'è chi dice che siano ancora vivi, in un lungo sonno... e queste teorie hanno dei fondamenti.-
-Cioè?-
-Nella storia, è capitato diverse volte che alcuni Draghi ancestrali si siano risvegliati; Tuttavia come si può immaginare, essi sono adirati con noi, per via di quel che in passato gli abbiamo fatto... e oltre questo, il risveglio di uno o più Draghi è stato un preludio a un evento terribile.-
-...Evento terribile...-
-Già. Quello che ti sto per dire, accadde quattromila anni fa.
Allora non eravamo molto diversi da adesso, la nostra civiltà era così come lo è adesso... le enormi distese di Vees' Thol erano state teatro di alcune battaglie territoriali tra alcuni feudi locali, poichè l'impero di Gre'kahal era ancora poco esteso...
Un giorno, tra quelle lande, accadde che un Drago ancestrale si risvegliò: Kahamzhik, così lo chiamammo. Esso era uno dei più forti mai esistiti, ed era il leader di un piccolo gruppo di Draghi che si opposero alla decisione degli altri di "insegnare agli umani"... chissà, magari aveva ragione...-
-E cosa successe poi?-
-Naturalmente attaccò gli umani, scatenando una battaglia contro i feudi locali, che crollarono in breve tempo sotto i poderosi attacchi della creatura. Altri paesi vicini accorsero, dando vita a una vera e propria guerra contro Kahamzhik. Malgrado era da solo, esso riuscì a provocare una battaglia di tale ferocia, da far sbiadire anche i ricordi dei precedenti attacchi di Draghi. 
Ma quando la guerra giunse al suo atto finale, esso scomparve nel nulla... come se fosse ritornato nel suo sonno... come se... qualcos'altro arrivasse.
E poi... arrivò il giorno...- Ky'lam abbassò il capo.
-...Il giorno?- chiese Lily stranita.
-Lui arrivò. Così come ci aveva promesso... lui ci avrebbe trovato... e avrebbe compiuto l'opera di evirazione della nostra specie.-
-Parli di...-
-Esatto. Lui... uno degli innominabili, piovette dal cielo...- l'uomo aveva un espressione agghiacciata da quel che stava dicendo. -La bianca luce che il suo corpo emanava, riesco a sentirla anche io, nei ricordi dei miei antenati... il bagliore cristallino che emetteva, la sua luminosa figura sfocata... ciò che di lui si vedeva chiaramente erano gli occhi: i suoi occhi completamente arancioni... non sapevi se ti guardavano o no, ma tu sapevi che lui ti stava osservando. Anche se ti trovavi dietro a un muro, lui ti vedeva. non potevi nasconderti... nè tu, ne i tuoi pensieri...-
-Pensieri?- chiese la ragazza a bassa voce, mentre guardava Ky'lam, che continuava a fissare per terra davanti a sè, sentendosi la schiena pervasa da un gelido brivido.
-Lui poteva leggere le menti delle persone. Ci leggeva come se fossimo libri... e appena trovava qualcuno, lo uccideva. 
Ia sola idea di non poter pensare a nulla, a dover tenere il tuo pensiero fissato sul vuoto per poter sopravvivere... è agghiacciante. Uno a uno... lui trovò tutti. Non bastò molto; in meno di una settimana, tutto fu distrutto. Ogni cosa che conoscevamo fu ridotta a un mucchio di cenere, e il novanta per cento della popolazione mondiale fu sterminato.- 
Lily deglutì, inquietata da quella terribile storia: -E poi che successe?-
-...L'umanità trovò il suo faro di luce. L'imperatore, i guardiani e gli ottantotto si unirono insieme, combattendo contro il comune nemico. Fu una battaglia eroica... i superstiti si unirono alla resistenza, lasciando cadere le divergenze per aiutarsi l'un l'altro; L'albero della vita divenne ancora più luminoso, illuminandoci la strada, e il pianeta stesso sembrò spingerci in avanti: spingerci a non arrenderci, spingerci ad avere il coraggio di andare avanti, di combattere, e di non spegnerci come una candela nella notte.
E così l'umanità dimostrò ancora una volta che la luce non si spegne fin quando noi non lo decideremo. Finalmente la pace era tornata nel nostro mondo, e dopo alcuni secoli, la nostra civiltà rifiorì dalle proprie ceneri, ancora più forte.-
Lily rimase senza parole dal racconto di Ky'lam.
-E quindi è questa la storia degli innominabili... capisco il motivo per cui li temete così tanto...- la ragazza guardò in avanti, poi riprese a parlare. -e non si sa null'altro su che fine abbiano fatto gli altri?-
-No purtroppo. Anche per questo motivo ne parliamo con tanta paura; nessuno sa dove siano finiti, nè se ci stanno cercando ancora... per quanto ne sappiamo, potrebbero tornare in qualunque momento...-
Ancora una volta, la ragazza si sentì gelare il sangue, mentre guardava le nuvole, che lentamente si muovevano lungo il pallido cielo azzurro.


                                            * 

 
All'interno dell'edificio, la riunione continuava.   
-...nonostante l'intervento fuori luogo...- ribadì Calasaar -Il bianco non ha tutti i torti... dobbiamo cavarcela da soli questa volta. Con le sole nostre forze dobbiamo dimostrare di essere capaci di difendere Octal'em.- Egli guardò le persone al tavolo: -chi darà manforte ai fuochi fatui?-
Wulfras alzò la mano, gli altri invece, si astennero.
-Beh? nessun altro?- Calasar si girò -Hi'yoko?- disse, guardando un ragazzo dai lunghi capelli neri tirati indietro, e un abbigliamento appariscente in stile orientale.
-Nah- rispose il giovane ragazzo -dubito che Kro'v accetterà.-
-Immaginavo una risposta simile... disinteressato come al solito. Invece che mi dici tu, Alyn?-
La giovane ragazzina scosse la testa: -Sapete già la risposta di Zarickaf.-
-Capisco... nessun'altro?-
Solo poche altre mani si alzarono.
-Selegon?-
-Non credo di essere adatto a una cosa del genere.-
-... e va bene. Dunque siamo due gilde più tre piccoli gruppi. Chi si è astenuto può lasciare questa stanza, gli altri vengano con me. Con questo la seduta è aggiornata.-
Calasaar si alzò con tranquillità e fermezza, seguito da chi prima aveva alzato la mano; gli altri si diressero invece verso l'uscita.
Selegon camminava guardando davanti a se, sbuffando per aver fatto tanta strana per nulla. Il suo sguardo si perse mentre si dirigeva verso l'uscita, e incrociò quello di un uomo che gli veniva incontro, sorridendo.
Neri capelli corti gli cadevano sul viso bonario, e gli pendevano davanti agli occhi marroni che adornati da delle scure occhiaie nere, ne accentuavano l'espressione.
A giudicare dal medaglione sulla spalla che gli teneva il mantello, doveva venire dal continente di Io, all'esterno dell'impero. Egli si avvicinò al ragazzo, salutando con un inchino: -Salute, Bianco.- disse -potrei rubarvi qualche istante?-
Selegon lo guardò: -come mai un messaggero di Io ha percorso migliaia di chilometri per vedere me?
-Il re richiede i vostri servigi per un "certo incarico", non posso svelare molti altri dettagli.-
-Non mi avete risposto. Qui è pieno di cacciatori molto migliori di me. Come mai proprio io?-
-Beh, abbiamo cercato molto, poichè il compito che il re vorrebbe assegnarvi è molto particolare. Purtroppo servono delle abilità che non si limitano solo alla forza bruta, quindi nessuno fu in grado di aiutarci. Sono spiacente, ma nemmeno io conosco i dettagli, sono affari interni che vi verranno spiegati dal re in persona. Ci è stato detto che voi potete svolgere questo compito.-
-Vi è stato detto?-
-Purtroppo non mi è dato dirvi chi ci ha dato quest' informazione, per semplice questione di privacy. Questa è la lettera ufficiale di sua maestà- disse, porgendo al ragazzo una busta. Egli la aprì, e ne lesse il contenuto.
-Mh... missione di recupero...- mentre leggeva sobbalzò: la pietra che portava al collo aveva come emesso un impulso, che Selegon sentì pervedergli il corpo. Rimase qualche istante con un espressione basita, cercando di spiegarsi quel che era appena successo. Era come se la pietra avesse cercato di parlargli.
-Qualcosa non va?- chiese l'uomo stranito.
-No... sto bene.- rispose il ragazzo. -accetto l'incarico.-
-Meraviglioso! vi aggrada partire domattina?-
-Per me non c'è alcun problema.-
-Allora è deciso! Vi ringrazio per la disponibilità. domattina partiremo, fino a quel momento vi auguro una buona serata!- e diede a Selegon un biglietto con scritto l'indirizzo d'incontro.
-Domani alla dieci in punto?-
-D'accordo.-
Separatosi dal misterioso messaggero, il ragazzo tornò all'esterno, riunendosi a Lily e Ky'lam.
-Ehi, Selegon!- disse l'uomo sorridendo -com'è andata?-
-Lunga storia.-
-Ehi!- intervenne Lily -sai? Ky'lam mi ha spiegato un sacco di cose!-
-Ottimo. Lo prenderò come un "non farò più domande inutili.-
La ragazza guardò offesa da un altra parte.
Ky'lam li interruppe: -scusate se mi metto in mezzo alle vostre romanticherie...-
-Romant...- 
-Ahah! devo scappare, il mio compagno sta uscendo! ci vediamo vecchio mio!- e strinse l'avambraccio di Selegon.
-Hah, tu che mi dai del vecchio è il colmo.- rispose egli, salutandolo.
Ma malgrado la sua naturalezza, lui sentiva che qualcosa stava per succedere, a cominciare dal comportamento del suo ciondolo. Qualcosa all'orizzonte, stava cambiando...


                              "Il mio sonno è finito"
                                [Helden: Prelude]
                           
                                                      

--spero di non aver fatto troppi errori di battitura! purtroppo nonostante abbia i capitoli già pronti, ci metto un pò a scriverli a pc.
colgo l'occasione per ringraziare chi mi segue! spero seguirete questa avventura fino alla fine!--
  
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