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Autore: ImagineMonkeys    16/11/2013    2 recensioni
"Mi hanno chiamata in moltissimi nomi dalla prima media in poi.
Inizialmente ero la "sapientona", perchè ero l'unica che sapeva fare le espressioni algebriche senza calcolatrice.
Poi divenni la "solitaria", perchè nessuno mi invitava alle feste.
Da solitaria passai a "Psicopatica",per i continui scatti di ira per le persone che mi facevano salire l'estremismo islamico.
Poi sono diventata "asociale", "schizofrenica", "sfigata", "radioattiva","attaccabrighe", "irresponsabile" e per finire "incendiaria".
Me ne hanno dette davvero di tutte, ma "Mezzosangue" non mi ha mai chiamato nessuno"
≈≈≈
Sono Renee Allen, e sono io la causa dell'incendio.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HitlerMort


 





-Renee Allen.-
Una voce femminile chiama il mio nome, ma io non ho la minima intenzione di alzare la testa dal banco.
Sento qualcuno ridacchiare alle mie spalle, ma chi se ne frega, sto così bene in questa posizione da bradipessa deceduta.
-Allen?-
La tizia ripete il mio nome, io mi limito a fissare la mia matassa bionda ed informe; ma quanto sono stopposi i miei capelli? Ew, devo fare assolutamente uno sh…
-SIGNORINA ALLEN!-
Una mano sbatte sul mio banco, alzo la testa di scatto e frusto con una ciocca la mia compagna di banco, la mia professoressa è scazzata e ventiquattro occhi delineati da borse ed eyeliner mi fissano, tutto ciò mi ha colpita dritta in faccia come un proiettile in piombo in una manciata di secondi.
-Si?-dico soffocando uno sbadiglio, chissà che aspetto orribile che ho in questo momento, meglio non pensarci e fingere dispiacere.
La professoressa sbuffa sonoramente e ritorna alla cattedra, poggiando il suo fondoschiena quadrato sul legno (si, è praticamente una versione femminile di Spongebob Squarepants, lascio fluire la vostra immaginazione).
-Prima di interrompere il suo sonnellino, Allen.-dice con una nota di sarcasmo, qualche alunno accenna una risatina falsa, io mi limito a roteare gli occhi.-Le volevo porre un quesito.-
-Del tipo?- cerco di sembrare sicura, anche se sono spaventata a morte, la professoressa Gordon è estremamente orribile.
-Qual è l’ultimo argomento di storia che stiamo trattando, Allen?-
Sono diventata l’attrazione principale della classe, la quale non mi stacca gli occhi di dosso, mi preoccupo sul serio su cosa sia l’intrattenimento per i giovani di questa generazione.
-Uhm…abbiamo studiato le…le religioni delle civiltà antiche.-butto a caso, la professoressa Gordon ticchetta le unghie smaltate di rosa sulla superficie della cattedra.
-Quale, in particolare?-
Fottute domande a trabocchetto.
-La…la…-cerco gli occhi di uno dei secchioni della classe, ma sembrano presi da tutt’altro e distolgono subito lo sguardo da me appena mi volto, maledetti.-I…i greci?-
La professoressa sogghigna, gelida, impassibile, quella donna è la reincarnazione di Hitler e Voldemort, Hitlermort, si, d’ora in poi la chiamerò così.
Non ho il tempo di assimilare il mio soprannome buffo, che Hitlermort mi fa un’altra domanda.
-Esatto, la religione dei greci, che come ben sai, si basava sul-
-Politeismo.-taglio corto, non mi va di prolungare questa pallosa interrogazione, voglio solo che suoni la campanella per dormire durante l’ora di algebra, almeno per recuperare energie prima della partita di pallavolo.
-Infatti, credevano in tanti dei.-dice, sistemandosi gli occhiali.-Come Zeus, Dio dei fulmini e del cielo, oppure Ermes, messaggero degli dei, o Atena, dea della saggezza, ma…ci sono anche degli dei minori, sempre importanti, naturalmente.-
Scrollo le spalle e inizio a torturarmi le mani, pregando nel mio cervello di farla smettere di farmi domande assurde.
-Sai nominarmene almeno tre?- continua.
Mi fissa dritta negli occhi, magari pensa che io le dia veramente una risposta, pff, che ingenua.
-Non me ne viene in mente nessuno.-dico facendo spallucce, Hitlermort non si scoraggia.
-Neanche uno? Dai, uno dei più importanti…-
Abbasso lo sguardo e fisso il mio banco; non so come rispondere, non so cosa dire, sono così imbarazzata da confondermi con il bianco del legno, quando improvvisamente, leggo uno scarabocchio su di esso.
Devo averlo fatto io in un momento di pura noia o di istinti omicida durante l’ora di storia antica, eppure, quello scarabocchio senza senso, rappresentante un viso indistinto con su una scritta indecifrabile, stava prendendo vita.
Le lettere della frase iniziano a muoversi, mi passano davanti agli occhi ad una velocità ultrasonica e si mettono in posizioni diverse, mutando anche forma dal modo strano in cui le avevo scritte.
Il viso si muove e si volta verso di me, i tratti a matita diventano più definiti, ha preso vita di punto e in bianco sul mio banco.
Dio, sto impazzendo sul serio.
La prima lettera, che aveva una forma simile ad un tre al contrario, si arrotonda e assume la forma della E.
 
-E…-
Leggo ad alta voce la prima lettera, ma in quel preciso istante, suona la campanella.
Chiudo gli occhi e scuoto la testa velocemente: le lettere sono di nuovo nella loro forma strana, il viso non mi fissa più con i suoi occhi inespressivi e nessuno sembra essersi accorto della mia espressione sconvolto, bene.
Tutti si alzano in piedi e si dirigono verso l’uscita, io prendo la gomma da cancellare e la strofino velocemente sul banco, sono eccessivamente spaventata.
Non che fosse la prima stranezza che mi capiti, la mia dislessia e poca capacità di concentrarmi mi fa avere delle strane visioni di tanto in tanto, ma questa volta mi sono davvero intimorita.
Afferro i libri di fretta e furia e mi catapulto nell’aula di algebra.
Mi siedo al mio posto, affianco a quella pseudo amica che mi ritrovo, Gill. Non siamo molto amiche in fin dei conti, cioè, non ci raccontiamo delle nostre cotte segrete, non ascoltiamo musica da auricolare a testa o non facciamo pigiama party il sabato sera, ci limitiamo a scambiare quattro chiacchiere nelle ore che abbiamo in comune e commentiamo i balletti ridicoli delle cheerleader, ma si, devo dire che è l’unica persona normale in questa prigione.
Non ho molti amici in questa nuova scuola, la “Baltimore”, un liceo nel centro preciso della città, frequentato per lo più da figli di avvocati o persone di affari.
 Come faccia ad esserne convinta? Sinceramente non lo so, ma dal colloquio genitori/insegnanti della settimana scorsa credo di aver fatto un bel resoconto.
La professoressa di algebra I entra in classe, soffoco un grugnito di frustrazione che Gill percepisce in qualche modo, quella ragazza ha un udito tremendo.
-Riusciremo a sopportare quest’ora, dai.-mi incita con un sorrisetto, io scrollo le spalle e do un’occhiata al banco, sospirando;
Nessuna traccia di disegni che prendono vita, pfiew.

 
 
 
 
 
{Angolo me}
SBAM
ei
*Nico di Angelo le offre la mano e si solleva da sottoterra con un happy meal in mano* kiao.
Sono tornata con questo nuovo capitolo che fa letteralmente SCHIFO.
Non ho avuto il tempo di correggerlo, so be kind to me k thx :)
Allora, che ne pensate? Renee è una pazza psicotica o ha veramente qualche strano potere? Avete intuito di chi possa essere figlia? NAH, I DON'T THINK SO.
ah, ed ho scelto Hannah Murray per interpretarla, non so, ma me la immagino esattamente come lei gngn.
Ho finito di scrivere il prossimo, dovrò solo ricontrollare gli errori, intanto recensite , vuol dire molto per me :')
X,
Lucrezia


 
  
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