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Autore: Balaclava    16/11/2013    1 recensioni
"E non potevo più nascondermi. Ero nuda, in ogni senso. E non riuscivo a ricordare perché mi fossi coperta per tutto quel tempo. Cole era davanti a me. E io potevo scegliere come volevo che finisse. E scelsi la cosa che per me era la più pericolosa, più stupida e meno appropriata a Isabel Culpaper."
Per chiunque abbia voglia di riscoprire i lupi di Mercy Falls e, in particolare, Isabel e Cole ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti confesso di avere paura

e non mi era ancora successo.

Paura del modo,

di te

e a volte di me stesso.

(Il battito animale, Raf)

 

ISABEL

 

Se prima pensavo che la guerra mi sarebbe piaciuta, ora mi rimangiavo tutto.

Non avevo ottenuto ciò che desideravo: passeggiavo per casa con la collana di Devon sempre addosso, ma lui sembrava non vederla e quando gli parlavo lui rispondeva neutro.

Mi stava irritando davvero troppo.

Quella mattina, quando scesi a colazione, trovai soltanto lui in cucina.

-Dove sono Sam e Grace?- chiesi, ancora assonnata.

-Credo che siano andati a fare la spesa.- ecco, niente frecciatine, prese in giro, battutine o commenti velenosi. Niente di niente.

A sorpresa, il cellulare sull'isola squillò, era Devon. Non volevo rispondere, ma non volevo neanche rifiutare la chiamata, perchè Cole aveva visto il nome sul display. Non potevo dare corda a Devon, ma neanche dimostrare a Cole che stavo recitando da giorni, riguardo a lui.

Così mi portai il cellulare all'orecchio, ma invece di premere il tasto verde premetti il rosso.

-Ciao Devon.- risposi con una voce piena di allegria, felicità e anche un po' roca.

Anche se Cole era di schiena, riuscii a scorgere le sue dita che stringevano fin troppo la tazza.

-Non so quanto resterò qui, piccolo. Lo so, lo so, anche tu mi manchi- mi sentivo un po' idiota a parlare da sola, ma calcai comunque sull'ultima frase.

-Certo che indosso la tua collana. È bellissima, non la tolgo neanche di notte.- a Cole andò di traverso il caffè.

-Devo andare ora.- soffiai. Rimisi il cellulare sul piano della cucina e chiesi a Cole del caffè. Come se non fosse successo nulla.

Lui sbattè la tazza sul tavolo e uscì.

 

COLE

 

Era rabbia quella che stava nascendo nel mio petto?

Si, credo proprio che fosse così.

Mi aveva davvero messo da parte con tanta facilità? No, non credevo fosse possibile.

A sorpresa, mi tornò in mente il periodo felice vissuto a Mercy Falls, quando Grace stava male.

Le mie mani erano scivolate così tante volte sul suo corpo e avevano tolto molte magliette.

Non avrei resistito a lungo, a vederla con la collana di un altro, al telefono con un altro.

Non sopportavo l'immagine di lei tra le braccia di qualcun altro, insieme. No, no, no.

Lei era mia.

 

Dopo aver passeggiato fin troppo a lungo, addentrandomi nel bosco della penisola come mai avevo fatto, ripercorsi i miei passi fino all'ex rifugio. Avevo riflettuto e infine deciso: me ne sarei andato, altrimenti avrei finito per dire a Isabel cose sconvenienti.

Avrei atteso il matrimonio a Mercy Falls.

Appena entrai, intuii subito che Grace e Sam erano tornati: si respirava aria di casa, il camino era di nuovo acceso e la casa era di nuovo rumorosa, per quanto potesse esserlo un'abitazione così grande abitata da quattro persone.

Così, decisi di comunicargli la mia decisione.

-Grace, Sam, me ne vado.-

Entrambi si voltarono verso di me. La prima a reagire Grace, come sempre.

-Perchè?- e Sam la seguì subito dopo:-Dove?-. Naturalmente risposi solo alla domanda di Sam: quella di Grace era troppo complicata.

-A Mercy Falls-. Grace sembrò notare alquanto che non le avevo risposto, ma mi concesse un “Ok”, solo con la promessa che di quando in quando mi sarei fatto vivo.

 

ISABEL

 

Che idiota.

Non lo sopportavo più.

Sentii Cole, nell'altra stanza, rovistare nei cassetti.

Nel pomeriggio, avevo ascoltato Cole. Non Cole la persona, il Cole racchiuso nei dischi.

Avevo sentito tanti, troppi tipi di canzoni: certe parlavano del mondo e di come stesse andando a puttane, altre-praticamente il novantanove per cento- parlavano di Cole. Di come si sentiva, di come si comportava, di come vedeva il mondo intorno a se e di come il mondo intorno a sé vedeva lui.

Per una volta, ascoltai Cole che diceva la verità.

Oh, se l'avevo cercata. L'avevo cercata nei suoi gesti, nelle sue parole, nei suoi comportamenti e nelle pagine di un diario. E la verità da Cole non l'avevo mai ottenuta. Chi l'avrebbe detto che mi sarebbe bastato ascoltare le sue canzoni?

E dopo di quello era troppo rischioso stargli vicino, avrei finito per dirgli cose sconvenienti.

Di sotto, una porta si chiuse: Grace e Sam dovevano essere tornati.

Raccolsi le mie cose e le chiusi di nuovo in valigia, dopodiché scesi a comunicare la mia decisione ai due futuri sposi.

 

SAM

 

Cole era appena uscito dalla porta, quando anche Isabel trascinò la sua valigia giù per le scale.

-Grace, Sam, me ne vado.-

Solo allora compresi l'improvvisa fuga di Cole, e anche quella imminente di Isabel. Il motivo di Cole era Isabel e quello di Isabel era Cole. Avrebbero mai risposto le armi? O sarebbero andati avanti così per sempre, finchè non avessero esaurito le forze?

 

I muri non servono a niente, quando è da noi che dobbiamo difenderci.*

 

E anche Isabel uscì dalla porta. Forse, e solo forse, l'avrebbero capito.

 

I muri non servono a niente quando è da noi che dobbiamo difenderci.

 

ISABEL

 

Ed ecco, mi accingevo a trascorrere il tempo che mancava al matrimonio a Mercy Falls.

Lontano da Cole, forse avrei potuto schiarirmi le idee.

 

 

 

 

 

 

*frase presa da tumblr

Giorno !!!!

come va? Bè, la situazione è comica: entrambi vogliono allontanarsi l'uno dall'altro e finiscono per avvicinarsi ancora di più.

Il prossimo capitolo sarà...particolare, spero che venga come l'ho immaginato. Un bacione, alla prossima!!

 

  
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