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Autore: e m m e    16/11/2013    0 recensioni
[Loki e i suoi figli]
La raccolta vuole dare spazio, in ogni capitolo, ad ognuno dei figli di Loki, perché anche quando si è dei mostri vorremmo essere amati.
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autore: emme
Fandom: 
Mitologia Norrena

Titolo: Le due realtà del mondo
Personaggi: Loki, Hel
Riassunto:  Al di sotto del mantello con cappuccio che costantemente la nasconde, Hel sa già di chi si tratta e sospira, felice e arrabbiata.
Rating: G
Word: 722
Generi: Introspettivo, Generale, un po’ di Angst
Avvisi: Ho dato un’interpretazione tutta mia al carattere e soprattutto alle caratteristiche di Hel, spero che sia comprensibile e soprattutto godibile.
Note: Suppongo che tutti gli appassionati di mitologia nordica sappiano chi sia Hel e da dove venga. Ma visto che non posso esserne, come al solito, sicura, ecco un breve accenno alla sua storia:
Loki si unì (carnalmente, sì, lol) ad una gigantessa e da questa strana unione nacquero tre figli: il lupo Fenrir, il serpente gigante Jörmungandr e Hel, colei che verrà posta a guardia dell’entrata dell’Oltretomba. (Chi nota assonanze tra Hell, inferno, e il suo nome sappia che non è un caso XD).
Essa però non è una normale fanciulla: metà del suo corpo è sano, giovane e bello, l’altro è scheletrico, corrotto dalla malattia e dalla putrefazione. Splendida metafora tra la morte e la vita, direi.
Tuttavia in questa sorta di Ade nordico non possono arrivare tutte le anime: quelle dei guerrieri vanno, ovviamente, nel Valhalla, tutto il resto (donne, bambini, morti per incidenti, malattie o vecchiaia) se li prende lei.
Note#2: Questa storia è stata scritta per il Writing Norse Day, della Community 24hours_of_fun che co-gestisco assieme a Geilie. I giochi sono ancora aperti, se volete partecipare.
Note#3: Il tentativo è quello di scrivere una breve raccolta in cui compaiano tutti i figli di Loki. Tra drabble e flash fic spero di finire entro il week end.

Beta: Nessuno.



Le due realtà del mondo

Chi è bella senza fronzoli lo è doppiamente.

G.E. Lessing

 

La fila di anime è lunga, troppo lunga per poterne vedere la fine. Per la maggior parte sono donne e bambini – i guerrieri hanno già trovato il loro posto nel Valhalla – ma se si osserva con sufficiente cura è possibile scorgere anche vecchi, indeboliti dalla malattia e giovani uomini che hanno scelto di non combattere, di non appartenere alla stirpe guerriera.
Hel osserva dall’alto della scogliera quel lento ondeggiare di morte: ne è per metà compiaciuta e per metà disgustata.
È solo un attimo, un fuggevole sguardo, che le permette di scorgere anche un’altra figura, un po’ discosta dalle anime dei morti, avvolta dal verde e dal rosso. Al di sotto del mantello con cappuccio che costantemente la nasconde, Hel sa già di chi si tratta e sospira, felice e arrabbiata.
Scivola giù dalla scogliera, sfiorando le rocce come se a muoversi sotto il mantello fosse solo del fumo e, invisibile, plana vicino alla lunga striscia di cadaveri che si inoltra nelle profondità del terreno.
Li osserva ancora un attimo, ma per raggiungere la figura colorata deve attraversare il loro cammino. Essi si fermano, permettendole di passare indisturbata, non vista, in uno piccolo corridoio: alla sua sinistra facce morte di una madre e una bambina che ancora le stringe la mano, alla sua destra la schiena incurvata di un vecchio, piagata dalla malattia.
Hel sorride ai suoi cadaveri, con quel sorriso morto e vivo al tempo stesso, e passa oltre.
Egli è seduto a gambe incrociate su di un masso sporgente e la notte si fa un poco più scura attorno a lui, come se fosse messaggero di sventure. Sta masticando qualcosa e Hel si accorge solo quando è ormai vicinissima che la sua mano destra stringe una mela mezza mangiata.
«Padre» esordisce quando si trova finalmente davanti a lui, che sorride, come sempre.
Loki, il Dio degli Inganni, lancia lontano la mela ancora da finire ed essa si spiaccica a terra in un suono liquido e solido al tempo stesso.
«Hai gradito il mio regalo, figlia?» domanda Loki alzandosi in piedi e posando entrambe le mani sulle spalle di Hel. Lei sa che cosa suo padre sta tastando: una spalla rotonda, delicata e calda e l’altra scheletrica, putrefatta e corrosa. Ma Loki non sembra farci caso, così come non ha mai fatto caso a nessuna delle mostruosità che caratterizzano i suoi figli. Hel lo ama un po’ per questo, ma un po’ anche lo odia.
«Non dovreste seminare zizzania e pestilenze a Midgard solo perché io possa ricevere più anime, padre. Esse mi appartengono, e benché mi piaccia vederle tutte insieme qui, adesso, sapete anche che soffro nell’osservare i loro volti.»
Il sorriso di Loki non accenna a diminuire e Hel, come sempre, lo associa al ghigno di suo fratello Fenrir. Tendono tutti a sbagliarsi nel dire che Loki ha acquisito la dentatura del figlio-lupo: Hel è sempre stata convinta che sia Fenrir colui che somiglia maggiormente a quel padre umano e mutaforma.
«Lo so» risponde il Dio degli Inganni e accenna a volerle scostare il cappuccio dal volto. Lei si tira indietro, come sempre.
«Non vuoi che tuo padre ti guardi negli occhi?» le domanda lui, beffardo.
«No» risponde Hel e poi subito si corregge: «Sì.»
Loki torna a sedersi, scuotendo piano la testa, e adesso sua figlia può liberamente osservarlo dall’alto in basso, come prima era impossibilitata a fare.
«È sempre stato difficile farti dei regali: quando sei felice al contempo sei triste, quando sei annoiata al contempo sei intrigata. Il tuo è un dono, figlia mia: riesci a vedere sempre le due realtà del mondo, le due facce della medaglia. Dovresti esserne felice, dovresti mostrare il tuo volto a tutti.»
Hel si stringe nelle spalle, arricciando labbra che lui non può vedere e dice soltanto: «Non posso, padre. Lo sai bene.»
Loki lo sa bene, in effetti, e a dimostrazione di questo fatto annuisce piano, alzandosi in piedi ormai pronto ad andare. «Spero comunque che tu abbia gradito il mio regalo» conclude, prima di darle le spalle.
«L’ho molto gradito, padre» sussurra Hel, osservando il mantello verde del Dio che ondeggia nella notte.
L’ultima cosa che sente è la risata di Loki, è una risata divertita, ma al contempo un poco amara, perché lui è il Dio degli Inganni e sa sempre quando gli viene detta una menzogna.

 

  
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