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Autore: BebaTaylor    16/11/2013    3 recensioni
Era difficile per lei non pensare a lui. Difficile come trattenere il respiro troppo a lungo. Sospirò e appoggiò la testa sulla scrivania, sopra al quadernino dalla copertina verde smeraldo che usava come diario.
Sospirò e chiuse gli occhi, lì riaprì e se ne pentì subito. Davanti a lei la foto, quella foto, quella che avevano fatto qualche anno prima.
Lui e lei, vicini, stretti in un abbraccio; sullo sfondo l'oceano Atlantico.
Alison sospirò nuovamente e alzò la testa, lo sguardo sempre fisso sulla foto, sul sorriso di lui, su quelle labbra morbide che avrebbe voluto baciare ancora, su gli occhi blu in cui avrebbe voluto perdersi nuovamente.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan James, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.


Ocean, blue sky and happiness


Capitolo Sette


Oggi

Alison entrò nel vagone del treno della metropolitana un attimo prima che le porte si chiudessero dietro di lei, si aggrappò a un sostegno e ripensò agli ultimi giorni.
A Duncan.
Lo aveva lasciato entrare e non sapeva neanche lei il perché. O forse sì. Le mancava, ogni giorno, ogni minuto, ogni volta che guardava Emily.
Ma soffriva ancora troppo per poterlo perdonare. O solamente per pensare di farlo.
Sospirò e chinò la testa, sentendo un peso troppo grande sulle spalle. Duncan piaceva a Emily, gli sorrideva ogni volta che lo vedeva e allungava le braccia verso di lui per farsi prendere in braccio, e lei non voleva. Non voleva che Emily si affezionasse troppo a Duncan, Alison non voleva che sua figlia soffrisse, temeva che Duncan la illudesse con false promesse. E lei non voleva. Alzò la testa e si accorse di essere quasi arrivata. Si avviò alla porta e dopo qualche secondo scese.
Venti minuti più tardi Alison ed Emily camminavano verso casa.
«Oggi viene?» domandò Emily guardando la madre.
«Di chi parli?» chiese lei, anche se sapeva già la risposta.
«Duncan.»
«Non lo so.» rispose. «Penso di no.»
Emily si fermò, «Perché?» domandò.
Alison s'inginocchiò davanti alla figlia. «Perché ha i suoi impegni, non può venire tutti i giorni a trovarci.»
accarezzò i capelli della figlia e sorrise.
«Chiamalo e digli di venire!» protestò la bimba. Alison chiuse gli occhi e li riaprì, «È impegnato, non può venire.» disse, anche se non ne era certa.
«Mammina... chiamalo!» piagnucolò Emily. «Mammina!» aggiunse gettando le braccia al collo della madre. Alison abbracciò la bambina e sospirò.
«Lo faccio a casa, va bene?» esclamò alzandosi con in braccio Emily. Sperò che a casa, davanti al televisore e con un paio di biscotti in mano, Emily dimenticasse Duncan.
Le sfiorò la schiena e riprese a camminare, anche se una parte di lei voleva fermarsi, prendere il cellulare e chiamare Duncan.
Svoltò l'angolo e aprì la bocca quando vide la persona che stava camminando nella sua direzione. Era molto diversa dall'ultima volta che l'aveva vista.
Charlene non aveva più i capelli lisci e castani, era tornata al suo colore naturale e i capelli ricci ricadevano sulle spalle.
Alison la fissò per qualche secondo, fino a quando anche Charlene non la guardò, solo allora distolse lo sguardo. Le due s'ignorarono quando passarono l'una di fianco all'altra.
Alison la superò e si voltò per guardarla. Scosse la testa e continuò a camminare, ormai mancavano pochi metri e sarebbe stata a casa.
Sospirò e pensò che Charlene era l'ultima persona al mondo che voleva vedere.
Pochi minuti dopo Alison e la figlia entrarono in casa.
Alison si chinò per slacciare la giacca della bambina e l'accompagnò in bagno e l'aiutò a lavarsi le mani.
Accese il televisore, fece sedere Emily sul divano e le diede un paio di biscotti al cioccolato. Aprì la lavastoviglie e sistemò i piatti e i bicchieri puliti. Dal frigo prese un brick di succo alla pesca, infilò la cannuccia e lo diede alla bambina. «Fai la brava che la mamma deve sistemare.» le disse. La bambina prese il succo e annuì, tutta concentrata a guardare la tv.
Alison chiuse lo sportello della lavastoviglie, prese la spugna azzurra, la sciacquò sotto l'acqua e pulì il tavolo e il top della cucina, quella mattina non aveva fatto in tempo a fare le pulizie perché si era svegliata tardi.
«Mammina?»
Alison trattenne il respiro e si voltò verso sua figlia, sperò che non le chiedesse di Duncan. «Dimmi» mormorò sedendosi accanto a lei e abbassando il volume del televisore.
«Duncan?» domandò la bambina e succhiò rumorosamente il succo di frutta.
Alison la guardò non sapendo cosa dirle. «Non viene.» disse, «Mi ha chiamato e ha detto che non viene.» mentì.
Emily piegò le labbra in una smorfia e Alison si sentì male nel vedere la figlia sul punto di piangere. La prese in braccio e le baciò i capelli.
«Tesoro mio... Duncan verrà quando non avrà impegni.» le disse e la strinse a sé, cullandola dolcemente. La bambina singhiozzò e Alison si sentì dispiaciuta. Le baciò nuovamente i capelli e si sistemò meglio sul divano. Fissò la borsetta sul tavolino e per un attimo le balenò l'idea di chiamare sul serio Duncan. Respirò a fondo e cambiò idea. Posò la testa sulla spalliera del divano e chiuse gli occhi, sentendosi esausta.

***

Duncan fissò lo schermo dell'iPhone, indeciso su cosa fare. Chiamare o aspettare?
Sbuffò e piegò la testa, fissò per qualche secondo il soffitto e chiuse gli occhi. Non voleva essere assillante, ma allo stesso tempo voleva sentire la voce di Alison e la risata di Emily.
Era rimasto stupito quando Alison l'aveva fatto entrare, quel giorno. E anche il giorno dopo e quello successivo.
Ma erano un paio di giorni che non le vedeva, un po' per i suoi vari impegni, un po' perché temeva di essere troppo assillante. Non voleva che Alison lo cacciasse.
Guardò lo schermo del cellulare e sorrise nel vedere la foto di Emily. La bambina aveva le guanciotte rosse, un biscottino mangiato a metà e il viso cosparso di briciole. Sfiorò lo schermo con il pollice e sorrise; decise di inviare un SMS ad Alison, voleva sapere come stavano lei e la bambina.
Inviò il messaggio e fissò l'iPhone in attesa di una risposta, dopo alcuni minuti mise il cellulare sul tavolino, decise di andarsi a fare una doccia con la convinzione che, al suo ritorno, avrebbe trovato una risposta.

***

Alison fissò il cellulare, indecisa su cosa rispondere. Era più di un'ora che ci pensava e, altro a un breve “Stiamo bene” non le veniva in mente nient'altro. Sbuffò e scosse la testa, decise di non pensarci, aprì il frigo e rese il piatto con le bistecche che aveva tirato fuori dal freezer quella mattina.
Mise le due bistecche nella padella e le fissò, rendendosi conto che Duncan le mancava. Le mancava il modo in cui la guardava, come sorrideva dolcemente a Emily. Sorrise ripensando al modo in cui Duncan giocava con Emily, come se lo avesse fatto da sempre e non da pochi giorni. Sospirò e afferrò il cellulare.
“Stiamo bene, grazie. Quando vuoi vieni a trovarci.”
Alison fissò il messaggio non ancora inviato e sospirò nuovamente. Ripensò a Charlene e le venne in mente quel giorno, quello in cui aveva scoperto Duncan insieme a quella che lei considerava la sua migliore amica. Scosse la testa, confusa, cancellò la seconda frase del messaggio e lo inviò.

***

Duncan sospirò rumorosamente e trattene l'impulso di lanciare il telefono contro il muro.
“Stiamo bene. Grazie.”
Solo quello, Alison gli aveva scritto solo quelle tre parole. Respirò profondamente e cercò di calmarsi. Si sarebbe aspettato qualcosa in più.
«Non dirmi che ti aspettavi un invito a cena.» esclamò Lee sedendosi sul divano. «Dalle tempo.»
«Cinque anni mi sembrano sufficienti.» replicò Duncan.
«Vedi il lato positivo: non ti chiude la porta in faccia.» disse Lee infilando la mano nel sacchetto delle caramelle gommose. «Mi sembra un ottimo risultato.» aggiunse e s'infilò in bocca una manciata di caramelle.
Duncan sbuffò e fissò il televisore. «Sì, lo so... è solo che volevo....» si fermò e si voltò verso l'amico, «Voglio rivederla, voglio spiegarle come sono andate realmente le cose.» si alzò in piedi e afferrò l'iPhone.
«Io vado.» esclamò.
«Dove?» domandò Lee, piegandosi in avanti per raggiungere la birra sul tavolino.
«Da Alison.» rispose Duncan.
«Adesso?» chiese Lee e Duncan si limitò ad annuire. «Ma è quasi mezzanotte! Dormiranno.» fece notare. «Sicuramente Emily starà dormendo.»
Duncan lo guardò e annuì, «Hai ragione.» disse e si sedette. «Non voglio svegliare Emily.» Fissò il cellulare e decise di mandare la buona notte ad Alison, anche se non era sicura che lei avrebbe risposto.
Si alzò nuovamente e andò in bagno, quando tornò in sala, pochi minuti più tardi, Lee gli disse che era arrivato un SMS.
Duncan afferrò il telefono con il cuore in gola, chiuse gli occhi e li riaprì lentamente.
“Buonanotte anche a te :)” Sorrise e si sentì più leggero, anche se erano solo quattro parole. Era lo smile sorridente che gli fece sperare per il meglio.
Era sicuro che tutto sarebbe andato a posto, che le cose si sarebbero sistemate.

Scusate il ritardo ma è un periodo un po così, in cui l'ispirazione scarseggia -.- ero bloccata a metà capitolo, poi l'ispirazione è tornata!
Comunque ringrazio tuttel le persone che stanno leggendo questa storia. Grazie :)
   
 
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