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Autore: applestark    17/11/2013    2 recensioni
Sandy ha 18 anni ed un passato difficile alle spalle. Si è trasferita a Baltimora da poco ed è intenzionata a trovare suo padre, il quale è sparito dalla sua vita senza dirle il motivo.
Jack Barakat è il chitarrista degli All time low, ed è intenzionato a togliersi di dosso l'immagine dell"idiota".
Il loro incontro cambierà un bel pò di cose. Capiranno entrambi che la perfezione non esiste, ed è inutile continuare ad inseguirla.
"Now all I do is sit and count the miles from you to me. Oh, calamity!"
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Nuovo personaggio, Rian Dawson, Zack Merrick
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XIX
 
Jack
 
Passeggiavo con Sandy lungo le strade di Baltimore, eravamo diretti verso il mercatino natalizio che avevano allestito nei pressi del porto, e lei non faceva che saltellare e strattonarmi il braccio come se fosse una bambina piccola.
Io la trovavo adorabile e, soprattutto, ero molto più rilassato da quando aveva ufficialmente abbandonato il suo lavoro da Scottie.
Per assicurarmi che tutto andasse bene, su consiglio del signor Wate, ero stato presente al momento del suo auto-licenziamento.
Avevo detto tre semplici parole: “Io. Mi. Licenzio. “ ed ovviamente il proprietario perverso del ristorante non aveva avuto obiezioni.
Dalle cucine Flores e la ragazza francese della quale non ricordavo mai il nome avevano assistito alla scena ridendo, e, per festeggiare il tutto , Sandy aveva deciso di passare il pomeriggio insieme a me.
Quel giorno niente prove, anche perché le vacanze di Natale erano vicinissime e anche l’inizio del nostro  tour, previsto per la prima settimana di Gennaio.
Ormai al Natale mancava solo una settimana, e la gioia che solitamente mi invadeva in quel periodo sembrava essersi spenta a causa  della mancanza della mia ragazza, che proprio nel periodo più bello dell’anno non ci sarebbe stata.
Molto probabilmente lei se n’era accorta, ero con la testa tra le nuvole, oppure le rifilavo gli occhioni dolci e il labbruccio, giusto per farla sentire un tantino in colpa.
-Jack, non credi che queste decorazioni siano bellissime?-
La voce di Sandy mi fece cadere dalle nuvole, così spostai lo sguardo su di lei e sulle campane dorate che aveva appena preso da una bancarella.
-Si, sono molto carine-
-Infatti, mi piacciono molto. Ma stai bene?-
Mi scrutò preoccupata, ed io scrollai le spalle con un sorriso. –Certo, penso solo che tu sia bellissima, più delle campane-
Sperai che  quel complimento avrebbe trascinato via le sue preoccupazioni, e così fu, visto che arrossì e sorrise.
Era davvero bella, indossava un capellino di lana beige perfettamente abbinato ai suoi capelli lunghi e castani, e un sorriso capace di illuminare l’intera città.
-Però, Jackie, non voglio che hai quel faccino triste!-
-Va bene piccola, ti prometto che cercherò di sorridere- annunciai, e le mostrai una faccina buffa, per non farla preoccupare.
Annuì convinta e mi prese la mano , trascinandomi a una bancarella con dei pupazzi. Vi erano renne, Babbo Natale di ogni genere e pupazzi di neve, e il sorriso di Sandy era praticamente estasiato.
-Non sono troppo carine queste cose?!-
-Certo, le adoro-
Presi un peluche di Frosty e me lo rigirai tra le mani, era davvero molto morbido.
Più avanti invece ci soffermammo a guardare gli alberi di Natale, ed io pensai che sarebbe stato bello poter addobbare un albero con Sandy, lei però non c’era e ciò mi rattristava, non c’era niente da fare.
-Jack, sei sempre così pensoso, ma che ti succede?-
Sbottò all’improvviso, ed io mi rammaricai molto. La mia Sandy non era per niente stupida, ed io non sapevo come prenderla.
-Niente, lo giuro-
Le accarezzai la testa e cercai invano di rassicurarla,  ma lei piantò le  mani nelle tasche della sua giacca a vento e iniziò a camminare verso la fine della strada, in silenzio.
-Okay okay, Sandy, fermati e ti dirò tutto!-
Mi aveva messo alle strette, certe volte le ragazze sapevano essere davvero insopportabili.
-Sono tutt’orecchi- disse fiera.
-Mi sento giù perché tra una settimana te ne andrai, e mi dispiace troppo! E non guardarmi in quel modo, dovete pur capire che oltre alla mia apparente costante stupidità e volgarità, ho dei sentimenti!- sbottai, facendo rimanere Sandy un po’ attonita.
-Jack io non ho mai pensato che tu sia un idiota, che tu non abbia sentimenti…-
-Lo so, lo so. E’ che… è difficile anche per me questa situazione. Cioè, non sono mai stato innamorato prima d’ora e…-
Mi interruppe , facendo un cenno con la mano. –Capisco, ti è difficile abituarti a questa nuova situazione. Ma non capisco, mi stai lasciando?-
Strinsi la mia mano in un pugno e la guardai con fare scocciato. –Cazzo, no! Non fraintendermi!-
-Tu non iniziare con la tua schiera di parolacce. E soprattutto non urlare che c’è gente che si gira a guardarci e mi da fastidio.- disse a denti stretti, allora io la afferrai per il polso e me la trascinai con la forza fino alla strada periferica antecedente al porto dove avevamo postato il mio abitacolo. Lei non disse nemmeno una parola, solo furono cinque minuti passati a suon di sbuffi e “Jack, ma cosa ti succede?”.
-San,  non ti voglio lasciare. Ti sto solo dicendo che questo fatto di averti, di amarti…mi fa sentire “Nuovo”, “diverso”. –
Sandy, dopo essere entrata nell’auto ed essersi tolta di dosso la giacca al vento, mi guardava ancora stupida, e anche un po’ irritata.
-E tutto ciò ha qualcosa di positivo, caro mio?-
-Certo! E’ tutto positivo…. –
Iniziavo a sentirmi confuso e stupido, avevo pregato tanto che quella ragazza mi facesse capire cos’eravamo e adesso che l’avevo ottenuto mi sentivo strano.
Ovviamente non volevo ritornare sui miei passi e lasciarla, però quel fatto che dovesse andarsene proprio per Natale, proprio dopo così poco tempo passato insieme da coppia… mi infastidiva troppo.
-Allora qual è il tuo problema, Barakat?-
-Il mio problema è questa tua immensa voglia di tornare in Irlanda!-
-Vado lì per vedere MIA madre, ho bisogno di stare un po’ con lei. Ti ho promesso che torno, cercherò di convincerla a venire a vivere in America… più di questo che posso fare?-
La sua  voce era stridula, e le punte dei suoi capelli castani sembravano volersi drizzare, mentre gli occhi da verde malachite sembravano essere quasi marrone scuro.
Era arrabbiata, e per giunta a causa mia.
-Tutto okay. Ma io ho una cazzo di paura che non torni più! Lì c’è qualche ragazzo a te interessato?-
Mi rivolse uno sguardo capace di fulminarmi.
-Mi hai preso per una sgualdrina? E poi fatti una ragione che nessuno mi caga a Leitrim, perché sono brutta-
-Brutta un cazzo, Sandy.-
-Oh Dio buono, mi stai facendo innervosire e pure un sacco-
-La cosa è reciproca allora. - risposi, con un po’ di noncuranza della quale mi sarei pentito da subito.
-Va bene, allora io torno a piedi a casa, va al diavolo Jack.- disse con rabbia Sandy, aprendo lo sportello della macchina.
-Fanculo Sandy, quando fai così mi irriti come pochi, ma dove cazzo vai?-
La presi per il polso e nonostante lei si dimenasse  le tenni le mani tra le mie e richiusi la porta, non avrei mai permesso che se ne andasse.
-Eccolo! Eccolo il ragazzo che mi stava per mettere sotto con l’auto, eccolo qua quell’idiota stronzo!-
Iniziava anche lei a degenerare e a urlare come una pazza, però io non potei fare a meno di notare che quando s’arrabbiava era ancora più sexy del solito.
-Grazie per tutti questi complimenti, miss tutto-mi-va-male!-
Sapevo che chiamarla in quel modo  la urtava in maniera esorbitante, però non riuscii a trattenermi dal affibbiarle quel nomignolo cattivo.
-Mi hai rotto, mi hai rotto Jack! Fammi uscire subito. Subito. Togli quella dannata chiusura di sicurezza oppure chiamo la polizia.-
-E cosa dici?- la provocai, lasciando andare la presa nella quale avevo imprigionato le sue mani.
-Dico che c’è una rockstar che vuole molestarmi-
Sandy rise, ed io compresi che la battaglia era quasi finita. Ridacchiai anche io, e prima che potesse dire qualcos’altro ancora con quella sua vocetta stridula la baciai sulle labbra, portando una mano sul suo fianco.
-Noi stavamo nel bel mezzo di una questione, Jack!-  provò a ribadire, ma il suo tono di voce era così poco convinto che mi venne da ridere, e quindi continuai a baciarla indisturbato e per giunta portai la mia mano sotto il suo maglioncino, e lei non disse nemmeno.una.parola.
Con lei ero sempre dolce e romantico, ma non potei fare a meno che pensare: “finalmente me la da”.
Ero pur sempre Jack Bassam Barakat, e dovevo assolutamente difendere la mia reputazione. Anche perché dovevo dimostrare al caro Alexander Gaskarth che non ero diventato un rammollito frigido come aveva osato chiamarmi qualche giorno prima alle prove.
Ritornai con i miei pensieri al bacio avventato che io e Sandy ci stavamo scambiando, e nonostante lei sembrasse così appagata si staccò dalle mie labbra e mi guardò negli occhi.
-Siamo in un automobile in mezzo alla strada.-
Sospirai. –Qual è il tuo problema, San?-
Addolcii il tono, sempre andare cauti su certe cose se non si vuole rimanere fregati.
-Non mi va.- rispose infastidita.
-Andiamo a casa…- azzardai, sperando vivamente che il suo “Non mi va” fosse riferito solamente alla squallida location della sua presunta prima volta.
-Molto meglio.-
“Dio esiste” pensai, ma poi le presi il mento con la mano e le stampai un bacio sulle labbra.
-E’ un “to be continued?”- le chiesi ironico.
-To be continued- ripetè lei, con un sorriso che era un misto tra panico-ansia-agitazione-paura.





CIAAAAAAAAAAAO!
Me ha molta ispirazione in questi giorni, quindi tadaaaan...nuovo capitolo u.u
Vi adoro, a presto :3
  
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