Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: yingsu    17/11/2013    2 recensioni
Avevano lasciato il gruppo per andare a fare una passeggiata da soli e stare un po’ insieme, ed oramai era una decina di minuti che camminavano nella pineta, seguendo il suono del ruscello che lentamente scorreva verso il basso, fino a raggiungere il prato fuori città. Liv rideva stringendogli la mano, cozzando ogni tanto la spalla contro il suo braccio: camminava come se fosse ubriaca, ubriaca di lui, dei suoi baci e del suo amore, perdendo ogni tanto l’equilibrio quando l’altro la costringeva a girare ancora su se stessa.
▪ PREQUEL de "I'm frozen to the bones" and de "Die on the front page, just like the stars"
▪ | Liv Nerys & Roel Flos | DISTRETTO 2 | a radioactive ♡ |
▪ Presenza di Linguaggio Forte. Il Rating è arancione perché Ruth dovrebbe essere vietato ai minori.
Genere: Demenziale, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Anche la neve morirà domani.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A radioactive, sperando possa perdonarmi

per codesto scempio

 

 

Non li cambierei per nulla al mondo.

 

 

 

 

 

 

 

La primavera era arrivata già da qualche settimana, portando con sé una brezza tiepida ed il dolce profumo dei fiori che – in un tripudio di colori ed odori – tinteggiavano il prato nel quale stavano comodamente seduti, godendosi il sole pomeridiano.

«Mi sono rotto di giocare…» borbottò Ruth lanciando le carte da gioco che stringeva nella mano sinistra, lasciandole ricadere fra le gambe della ragazza accanto a lui che, in risposta, gli tirò una gomitata.

«Tu non hai mai voglia di fare niente, quindi non è una novità!» ribatté la mora raccogliendo il mazzo sparso sull’erba, mentre Thyra, qualche centimetro più in là, si guardava attorno con fare dubbioso.

«Dove sono finiti Liv e Roel?» domandò la ragazza, fissando la pineta nel quale i due fidanzati erano spariti qualche tempo prima.

«Saranno a scopare, tanto non sanno fare altro» le rispose Ruth stringendo fra i denti un lungo filo d’erba, mentre Hoyt – che fino ad ora non si era azzardo ad aprir bocca – sospirò con fare rassegnato.

«C’è anche solo un secondo della tua vita in cui tu non pensi al sesso in una delle sue svariate forme?» gli chiese per lo più retorico il ragazzo dalla pelle scura, alzandosi poi da terra e tendendo la mano a Thyra, invitandola a seguirlo.

L’amico ridacchiò stendendosi sul prato, ignorando palesemente la domanda «Non puoi dire che non è vero, quante volte noi usciamo e loro si chiudono in casa a darci dentro?».

«Lo dici perché tu non scopi mai…» lo prese in giro Olympia, la ragazza dai capelli castani a cui poco prima aveva lanciato addosso le sue carte. Dopotutto era vero: Ruth si comportava tanto da sciupa femmine, ma le sue ragazze non duravano più di un giorno o due – se non addirittura solo qualche ora.

«Fanculo, lo dico perché solo uno stronzo pianta i suoi amici per la figa!» affermò convinto, quando in realtà era lui il primo a comportarsi in quel modo.

 

  

 

Roel sorrise sollevando il braccio, facendo fare l’ennesima giravolta alla sua ragazza, bellissima nel vestito bianco che si gonfiava appena all’altezza delle cosce. Avevano lasciato il gruppo per andare a fare una passeggiata da soli e stare un po’ insieme, ed oramai era una decina di minuti che camminavano nella pineta, seguendo il suono del ruscello che lentamente scorreva verso il basso, fino a raggiungere il prato fuori città. Liv rideva stringendogli la mano, cozzando ogni tanto la spalla contro il suo braccio: camminava come se fosse ubriaca, ubriaca di lui, dei suoi baci e del suo amore, perdendo ogni tanto l’equilibrio quando l’altro la costringeva a girare ancora su se stessa.

«Roel!» ridacchiò quando il ragazzo la prese per il fianco, facendola ruotare e poi poggiare contro il tronco di un albero. «Tu sei matto…» mormorò guardandolo negli occhi, posando entrambi i palmi sul suo petto.

«E tu hai degli occhi bellissimi…» le sussurrò lui sulle labbra, facendola arrossire – cosa che la rendeva ancora più bella, secondo il suo parere.

«Sono cinque anni che lo ripeti…».

«Sono cinque anni che ti ripeto anche che ti amo, ma non mi sembra che la cosa ti infastidisca tanto» ribatté poggiando subito dopo le labbra sulle sue, evitando così che lei rispondesse. Erano questi i momenti in cui Roel si rendeva conto di quanto l’amasse: quando anche un bacio bastava a mandargli il cuore in subbuglio, facendolo sentire non solo felice, ma anche strano e fragile: perché lei era il suo punto debole, e per ferirlo sarebbe bastato inferire su di lei. La baciò ancora godendosi il tocco delle dita di Liv fra i suoi capelli, sul collo e la schiena, facendole scorrere lentamente la mano sulla coscia scoperta, fino alle natiche.

«Hai anche un bel sedere, se è per questo» mormorò saggiando appena il muscolo sodo, ricevendo in cambio uno schiaffo.

«Sei un cretino, davvero» borbottò lei fingendosi offesa, staccandoselo di dosso.

«Anche tu tocchi il mio…» si giustificò Roel prendendola di nuovo per i fianchi, premendosela contro.

La ragazza lo guardò con un finto broncio facendo temere all’altro che fosse realmente irritata, ma poi sorrise esordendo con un «Ma io posso!», tentando di respingerlo di nuovo – invano.

«Non mi ricordo di averti mai dato un permesso scritto» ribatté il ragazzo, incastrandola di nuova fra la corteccia e il suo corpo – le mani ancora sulle dolci curve dei fianchi, a stringerle la stoffa del vestito.

Liv scosse il capo lasciandolo fare: non le dispiaceva averlo così vicino, e anche volendo non sarebbe mai stata in grado di contrastare la sua forza fisica – avrebbe potuto tirargli una ginocchiata fra le gambe, ma ci teneva a costruire una famiglia con lui, quindi non le parve il caso di utilizzare metodi così… drastici. «Nemmeno io ti ho mai dato il permesso scritto di infilarmi le mani nei pantaloni, ma lo stai facendo comunque» borbottò poggiando la mano su quella di Roel, bloccandone la discesa verso l’inguine.

«È perché non indossi i pantaloni…» le soffiò il ragazzo sulle labbra prima di baciarla, passandole le braccia sotto le cosce per sollevarla e prenderla in braccio. Sentì le mani di Liv aggrapparsi alle sue spalle, le gambe abbracciargli la vita e i seni di lei, premuti contro il suo petto, colmare la breve distanza che separava i loro corpi. «Ti amo» sussurrò piano, posandole subito dopo le labbra sulla gola.

«Me lo hai già detto…» ridacchiò la ragazza in risposta, scompigliandogli le corte ciocche bionde.

Roel le mordicchiò un po’ il collo, lasciando poi l’ennesimo bacio sul segno rosso che le aveva lasciato. «Era per sottolineare il concetto» le rispose prima di tornare a lambire quelle labbra morbide, di un rosso acceso.

Liv si abbandonò fra le sue braccia sospirando, stringendogli le spalle ed i bicipiti, pregando dentro di sé che nessuno passasse di lì per caso.

 

  

 

«Io l’ho detto che stavano scopando!» affermò divertita una voce che entrambi conoscevano fin troppo bene, ma nonostante la compagnia Roel continuò imperterrito quello che stava facendo, limitandosi a mostrare il dito medio all’amico.

Ruth rise iniziando a riprodurre versi dalla dubbia provenienza, costringendo i due fidanzati a separarsi. «Certo che se hai già fatto sei piuttosto scarso, Flos» commentò tirando una pacca sulla spalla a Roel che – lasciata libera Liv – si stava passando le dita fra i capelli, cercando di dargli una parvenza di falso ordine.

Il biondo sospirò commentando con un «Disse quello dei tre minuti» prima di raggiungere Hoyt, seduto sopra una pietra qualche metro più in là.

«Comunque non abbiamo fatto niente» mormorò Liv lisciandosi la gonna del vestito, spintonando il ragazzo dai capelli scuri che si cimentava in quella che – con molta fantasia – avrebbe dovuto essere la riproduzione di un atto sessuale.

«Non mi toccare con quelle mani, chissà dove le hai messe!» strillò come un deficiente cercando di allontanarla, ma Liv gli tirò un pugno sulla spalla, facendolo borbottare. «Flos, la tua gattina mi prende a pugni» piagnucolò massaggiandosi la zona colpita, osservando la ragazza raggiungere soddisfatta il suo fidanzato.

«Fa bene!» ribatté Roel con una risata, abbracciando Liv prima di sfiorarle la clavicola con un leggero bacio.

Thyra sospirò distogliendo lo sguardo dalla coppietta, poggiando la schiena al tronco di uno degli alberi. Era odioso averli sempre davanti agli occhi, sempre avvinghiati come se non si vedessero da anni: la infastidiva il solo pensiero di saperli assieme, figuriamoci il vederli. «Cosa facciamo, adesso?» domandò tentando di distrarli e farli separare in qualche modo, ma nonostante l’attenzione rivolta verso di lei, Roel continuava a tenersela stretta.

«Noi andiamo a casa…».

«A finire quello che avete iniziato qui?» chiese retorico Ruth, tirando una pacca sul sedere dell’amico che, per tutta risposta, lo colpì dietro il collo con una sberla, lasciandogli lo stampo delle cinque dita.

«Vado a farmi una doccia…» lo corresse chinandosi a lasciare un bacio sulla fronte della sua fidanzata «…con Liv» aggiunse poi ridacchiando, mentre l’altra arrossiva guardandolo male.

«Attento Flos, prima che le salti in mente di fare sciopero!» scherzò di nuovo il moro prima che Liv lo colpisse, facendolo finire con la schiena sul terreno.

Hoyt scosse il capo sospirando, domandandosi che cosa avesse fatto di male per trovare degli amici del genere.

Ma nonostante tutto, pensò, non li cambierei per nulla al mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella vera amicizia, quella che intendo io, le anime si mescolano, si intrecciano, si confondono l’una con l’altra in un legame così stretto da annullare e far dimenticare la connessione che le ha unite. Se qualcuno volesse farmi dire perché volevo bene a un amico, sento che potrei solo rispondere: perché era lui, perché ero io.

 

MICHEL DE MONTAIGNE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA;

 

Sono di nuovo io, vi do il permesso di sputarmi e prendermi a pugni, se volete.

Insomma, questa è… niente, perché non è nulla, in sostanza. Volevo provare a dare un po’ di vita alla compagnia di amici di Roel e Liv, ed ecco qua cos’è successo: un mare di volgarità e cose senza un senso.

Insomma, io me li sono immaginata un po’ come le compagnie dei nostri giorni, quindi vedete voi… sì.

Il Rating arancione è dovuto alla presenza di Ruth, lui essere immondo (povero) che non sa parlare senza inserire intercalari volgari. Lavati la bocca con il sapone, come direbbe la mamma di Roel.

Giuro che mi vergogno di tutto questo per il semplice motivo che – non solo è scritto con i piedi – ma non ha un senso/trama, è l’ennesimo spaccato di vita quotidiano di questi strani esseri. Sto tirando fuori la parte animale di Roel che – da bravo diciassettenne fidanzato – ha i suoi bisogni da animale/maiale, e quindi sì. Perdonatemi, se potete, altrimenti lapidatemi pubblicamente in una piazza a vostra scelta.

Non è betato, quindi se ci sono strafalcioni scusatemi, l’ho riletta – che cosa orrenda – e ho visto quel che ho visto.

Perdonami radioactive per la Shot demenziale senza una logica.

Detto questo posso nascondermi e fuggire al riparo, sì.

Scappo. ~

 

 

~yingsu.

 

Ta ta ta tà… pubblicità.

 

§  I’m frozen to the bones [73rd Hunger Games | Roel Flos | Distretto 2] di yingsu

§  Die on the front page, just like the stars [72nd Hunger Games | Lyosha and Ariel Isaacs | Distretto 8] di radioactive

§  Quando si muore, si muore soli [19th Hunger Games | Narek Yakir | Distretto 4] di radioactive

§  Se non sei tu l’amore, l’amore non esiste [Roel e Liv (Loel) | Distretto 2 | Pre-Hunger Games] di yingsu

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: yingsu