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Autore: formerly_known_as_A    17/11/2013    4 recensioni
I compiti non avrebbero potuto aspettare l'indomani. Farli insieme significa essere distratto dal movimento del polso di Makoto, dal suo profilo mentre ondeggia la testa a ritmo di una musica che sente solo lui -e ogni tanto mormora anche, è segno di concentrazione- ma è ben disposto a sopportarlo quando è possibile.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche se è sabato sera, non ci sono stati videogiochi o giochi con i fratelli di Makoto e, sorprendentemente, Haru è esausto, più che in quelle occasioni che comprendono lunghe corse ed assalti improvvisi dagli armadi.

No, il compito che devono consegnare Lunedì non ha permesso nessuna distrazione e ora che si è buttato a faccia in giù nel letto di Makoto, sente che nulla può tenerlo sveglio. Il compagno di classe russa tranquillamente accanto, ancora vestito, troppo stanco per mettersi sotto le coperte.

"Ti verrà il raffreddore." borbotta, dentro al cuscino, nonostante sia del tutto impossibile che lo senta.

Chiude gli occhi, sentendosi sprofondare nel torpore, ma ha la prontezza di pizzicarsi una guancia con pollice ed indice, per mantenersi ancora sveglio.

I compiti non avrebbero potuto aspettare l'indomani. Farli insieme significa essere distratto dal movimento del polso di Makoto, dal suo profilo mentre ondeggia la testa a ritmo di una musica che sente solo lui -e ogni tanto mormora anche, è segno di concentrazione- ma è ben disposto a sopportarlo quando è possibile.

L'indomani sarà il suo compleanno. E Rei ha organizzato, insieme a Gou, qualcosa che hanno descritto in coro come grandioso e meraviglioso, che li terrà occupati per buona parte della giornata. Quindi niente compiti, a meno che Nagisa non dia fuoco a qualcosa e siano obbligati ad interrompere i festeggiamenti prima.

Ci sarà anche Rin, con loro e Haru si scopre nervoso al pensiero. Vorrebbe poter pensare che, da quando si sono chiariti, non rischiano di esserci problemi con l'amico, ma lo conosce abbastanza bene per prevedere qualche suo capriccio.

D'altra parte, non è l'unico a mascherare i propri sentimenti con parole affilate o dietro un silenzio.

Sospira, sfregando la testa sul cuscino. Il piano era aspettare la mezzanotte con Makoto ed augurargli buon compleanno lontano dagli occhi e dalle orecchie di tutti, riuscendo magari ad elaborare qualcosa di bello da dire. Non ha osato chiedere a nessuno un aiuto, anche se magari Rei avrebbe avuto qualche consiglio da dargli, vista la sua fissazione per la bellezza. Testardo com'è, ha pensato davvero che sforzandosi, qualcosa di bello si sarebbe formato nella sua testa, come per magia.

Ma tra i compiti che hanno prosciugato tutte le sue energie e la propria naturale tendenza ad essere poco romantico, si è ritrovato mezzo addormentato in attesa della mezzanotte e senza neppure una parola da dire.

Sbuffa, attento a non svegliare Makoto, rotolando su un fianco per guardarlo. Come sempre, c'è qualcosa di incredibilmente caldo in mezzo al petto, come un piccolo incendio che neppure l'acqua riesce a spegnere. Ma non ci sono parole. C'è il tremore della mano quando si posa sulla sua fronte per spostargli i capelli dagli occhi, il rossore che sente colorargli le guance, ma nemmeno una frase, neppure banale.

Si è chiesto a lungo cos'avrebbe potuto regalargli per questo compleanno, ma ha avuto risposta soltanto quando si è ricordato che quello non è solo il suo ragazzo. Makoto è il suo migliore amico. A volte gli sembra sbagliato pensare a lui in questi termini, ma non c'è dubbio sul fatto che pensi di lui anche questo.

Non ha smesso di essere la persona con cui è più a proprio agio, ora che agita qualcosa nello stomaco, quando lo guarda in un certo modo.

E allora niente dichiarazioni passionali, niente proposte indecenti, nulla di quello che le riviste che Gou legge -a parte Muscolo Magazine- hanno proposto come soluzione.

Haru gli ha preparato due cupcake da dividere a mezzanotte. Al cioccolato, con un delfino ed un'orca sopra di pasta di zucchero. E una sciarpa. Perché fa freddo e quelle che Makoto ha sono ridicolmente corte. Ci ha cucito sopra una piccola orca e probabilmente Makoto comincerà ad odiarle, ma pazienza, da anni gli regala cose con le orche, non può smettere solo perché tra loro ci sono baci e carezze ben diverse da quelle che due amici dovrebbero scambiarsi, no?

Scende dal letto sentendo le gambe deboli e si dice che è colpa del sonno, della posizione che ha assunto mentre studiavano, della posizione delle stelle in quel momento. Dannato Venere in Capricorno.

Cerca di ignorare il calore sulle guance e il nervosismo che sente, mentre scende fino alla cucina dei Tachibana e recupera i dolci. Per fortuna i gemelli non li hanno visti, quindi sono interi, animali marini, granella arcobaleno e tutto il resto.

Afferra il sacchetto con la sciarpa, esitando un momento prima di salire le scale di nuovo e tornare nella stanza di Makoto.

Lancia un'occhiata all'orologio. Mancano soltanto tre minuti a mezzanotte.

Posa i due cupcake sulla sua scrivania e tiene il sacchetto tra le mani, non sapendo cosa farne. È chiuso con un nastro, soltanto, perché non aveva idea di come fasciare una sciarpa. Lo appende alla sedia, inginocchiandosi accanto al letto per posare la guancia sul materasso, in attesa.

Di nuovo le dita si muovono per toccare il suo viso, ma questa volta il movimento sembra sbagliato, perché Makoto si sveglia per starnutire.

Lo osserva, mortificato, dicendosi che ancora non aveva deciso se valesse davvero la pena di svegliarlo o se quei festeggiamenti di mezzanotte potessero essere rimandati. Osservando il suo viso preoccupato, però, sente il cuore saltare un battito ed alza la testa per seguirne il movimento, fino al dolce.

Troppo tardi per nasconderlo.

"Buon compleanno, Makoto." mormora, la bocca quasi nascosta dalle mani posate sul materasso, la voglia di sparire da qualche parte perché, no, avrebbe dovuto dormire e non pensare di avere quei dieci minuti solo per loro.

"H-haru." ribatte Makoto, le guance rosse e lo sguardo che torna a lui, che sembra voler diventare tutt'uno con il letto.

Non si aspetta che l'altro lo sollevi per farlo tornare accanto a sé. Non si aspetta l'abbraccio che di sicuro gli spacca due costole, da quanto è stretto. Ma c'è qualcosa di piacevole in quei movimenti goffi, perché sono riservati a lui e lui soltanto.

"Ti ho regalato una sciarpa." gli dice e Makoto scoppia a ridere, facendolo dondolare un poco.

Haru pensa che sia infantile, ma d'altronde lo è anche il suo modo di dirgli sempre cosa gli ha regalato, prima ancora che apra il sacchetto.

Riesce a liberarsi per porgerglielo e quasi grida di frustrazione mentre l'altro ragazzo scioglie il nodo con innata pazienza. Vorrebbe dirgli che può strappare il sacchetto, ma rimane a fissare le sue dita per tutto il tempo, dicendosi che più tempo ci metterà, più ritarderà il momento dell'atroce scoperta.

Ma Makoto riesce ad aprire il sacchetto e ne tira fuori la sciarpa blu, gli occhi brillanti come se gli avesse appena regalato qualcosa di molto più prezioso. Si fanno lucidi quando vede l'orca.

O forse sono quelli di Haru che si appannano un poco, quando vede che accarezza con un dito la sua pinna.

C'è di nuovo quello strano calore dentro il suo stomaco, la sensazione di avere dentro la testa abbastanza parole da riempire un romanzo, ma il collegamento tra testa e bocca è sicuramente guasto, perché si accontenta di fissarlo e di imprimere nella memoria il suo ringraziamento.

Makoto lo abbraccia e, improvvisamente, non gli importa più di tanto che non ci siano altre parole.

   
 
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