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Autore: Gens    17/11/2013    18 recensioni
"Si sentiva in apnea. Un’apnea di bugie."
Niente è semplice: la vita non è semplice, la morte non è semplice, l'amore non è semplice.
Dal primo capitolo:
"Harry continuò a fissarlo e la prima cosa che lo colpì furono i suoi occhi: fu come se ci fosse cascato l'oceano seguito dal cielo dentro. Gli occhi brillavano di un azzurro cristallino, erano puri, quasi quanto il cuore del ragazzo. Risplendevano di una luce propria, come le gemme preziose e Harry pensò che fosse sbagliato metterli in mostra in quel modo. Ma poi mosse la testa, come se fosse assurdo pensare a quelle cose."
|| LARRY ||
Genere: Azione, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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A me, perché ho desiderato scrivere questa storia con tutta me stessa.
E a Giorgia, che è una delle persone a cui voglio più bene al mondo.

 

A strange meeting



Harry camminava sulla riva, impegnato a vedere come i villeggianti si godevano gli ultimi giorni di ferie.
Una bambina bionda con un costumino rosa che correva  dove l'acqua era ancora bassa, seguita da un bambino con una pistola che spruzzandola, la faceva urlare; una signora anziana che si sistemava meglio sulla sedia piazzata sotto l'ombrellone; un uomo che accendeva una sigaretta e sua moglie, dopo averlo inchiodato con uno sguardo omicida, che la prendeva e la spegneva, spingendola con forza verso la battigia bagnata.
Harry non prestava mai attenzione ai particolari: non facevano per lui.
Non lo faceva mica apposta, ma appunto erano particolari. Harry viaggiava sul superficiale: come se l'universo fosse un unica macchia nera, e non uno sfondo nero con delle luci piccole, le stelle, e dei pianeti a riempirlo con sprazzi di luce.
Come poteva Harry occuparsi di particolari quando i suoi amici o suo padre non facevano altro che chiedergli questo e poi quello?
Coglieva i particolari solo quando questi potevano servirgli, eppure le occasioni erano proprio poche.
Capitava spesso che se ne pentisse e allora non poteva fare più niente. Non possedeva una macchina del tempo che lo riportava indietro e non aveva neanche qualcosa che gli permettesse di cambiare le cose nella sua vita come più gli pareva e piaceva. Eppure Harry, avrebbe cambiato tante cose della sua vita. Spesso si chiedeva se  avrebbe cambiato se stesso, sempre se avesse avuto la possibilità, ovvio. E rimaneva seduto ore intere, a pensarci, e non riusciva mai a trovare una risposta.
Se le scelte fossero state diverse, adesso dove sarebbe?
Se avesse impiegato più volontà a scuola, adesso dove sarebbe?
Magari come sua sorella, adesso sarebbe a studiare in qualche istituto privato, in chissà quale parte del mondo, cercando di imparare chissà che storia, chissà che lingua. E infondo non gli sarebbe dispiaciuto.
Ma se fosse partito per andare a studiare da qualche parte, avrebbe accontentato ciò che i suoi genitori volevano e avrebbe dovuto mettersi in competizione con sua sorella. E non ne sarebbe stato capace.
Ma la cosa che più di tutte sarebbe cambiata, era che non avrebbe avuto una vita vera. Perciò pensò che stava bene così.
Harry Styles e particolari sono proprio due parole che non possono essere accostate al verbo prestare accompagnato da attenzione.
Per questo non si accorse di un ragazzo che, con lo sguardo basso, gli passava vicinissimo, prendendolo in pieno petto.
“S-scusami” disse subito lui, alzando le mani.
Harry lo guardò in un modo di cui solo lui era capace. Uno sguardo pieno di rabbia, odio, nero... vuoto. Un vuoto che nessuno vorrebbe avere. E come si potrebbe?
Nessuno sceglierebbe una via oscura se l'alternativa è una piena di luce. Solo uno stolto potrebbe.
Ma Harry non era stupido, no. Lui era intelligente e aveva deciso coscientemente di scegliere la via buia, fino alla fine della sua vita. Dove lo avrebbe portato questa scelta non lo sapeva, ma la cosa più strana era che non gli interessava.
Harry guardò il ragazzo che pochi secondi prima gli era finito praticamente addosso e per un po' rimase sorpreso, perché davvero non si sarebbe aspettato di incontrare un ragazzo simile.
Era poco più basso di lui, cosa altamente positiva per lui. La sua altezza gli era sempre stata favorevole. Si sa che quando si vuole fare paura la cosa migliore che si può fare in mancanza di armi è quello di incutere terrore col proprio corpo, dimostrando di essere grande, o quanto meno più forte del tuo avversario.
E questo sembrò fare subito effetto sul ragazzo che gli si era schiantato contro.
Harry continuò a fissarlo e la prima cosa che lo colpì furono i suoi occhi: fu come se ci fosse cascato l'oceano seguito dal cielo dentro. Gli occhi brillavano di un azzurro cristallino, erano puri, quasi quanto il cuore del ragazzo. Risplendevano di una luce propria, come le gemme preziose e Harry pensò che fosse sbagliato metterli in mostra in quel modo. Ma poi mosse la testa, come se fosse assurdo pensare a quelle cose.
Perché infondo non lo era?
Continuò ad osservarlo e notò i capelli: non avevano una precisa direzione, erano 'liberi', quasi come se si muovessero a destra e sinistra proprio come i pensieri di quel ragazzo. Non erano né scuri né chiari ma avevano le punte quasi bionde, per colpa del sole probabilmente.
“Guarda dove cammini” lo rimproverò duramente Harry.
Il ragazzo si spaventò, e si poteva benissimo vedere dal fatto che fece un passo indietro e Harry sorrise, soddisfatto di aver dato la giusta impressione.
Ma il ragazzo non poteva lasciare che uno sconosciuto dai capelli ricci e gli occhi verdi potesse trattarlo così, e allora: “Sei tu quello che se n'è venuto addosso” rispose secco. Ma pensò che forse sarebbe stato meglio se avesse tenuto per sé quelle parole.
Magari poteva dirle mentre, camminando sano e salvo, continuava per il suo cammino; oppure se, raccontando tutto al suo amico, gli fosse passato per la testa di dire quello che pensava.
Perché? Perché vide lo sguardo dell'angelo degli occhi verdi diventare serio e il sorriso sparire, trasformato in una smorfia di rabbia.
Sicuramente quel ragazzo che incuteva terrore col suo corpo non era abituato ad avere qualcuno col coraggio di risponderti.
“Cerchi rogne?” chiese Harry avvicinandosi.
E il ragazzo giurò che ci fosse solo un dito a separare i suoi occhi dai verdi del ragazzo di fronte a lui. Poteva sentire il respiro di Harry, caldo, che investiva il suo volto ad una velocità direttamente proporzionale alla rabbia che si stava scatenando dentro di Harry.
Il ragazzo era paralizzato: andarsene significava essere un vigliacco, ma rimanere... beh, quello significava cacciarsi nei guai forse?
Ma infondo qui, in mezzo a tutte queste persone, che vuoi che mi faccia? pensò il ragazzo con i suoi occhi blu fissati ancora in quelli di Harry.
Il ragazzo allora cercò la via più furba per andare via di lì.
Abbassò la testa e rise. Sì, rise. Sembra una cosa da pazzi, ma al ragazzo in quel momento non venne altro che quello.
Si allontanò da Harry e si passò una mano tra i capelli, per ridare loro un po' di vita.
Dopo di che, camminò in largo a Harry, con la consapevolezza che non l'avrebbe rivisto.
Harry lo guardò andarsene senza fare niente. Rimase sbigottito, perché per una volta le cose non erano andate come di solito andavano.
Nessuno può comportarsi così.








Ho sempre desiderato scrivere una long Larry. Con tutta me stessa.
Ed eccomi qui, a pubblicare il primo capitolo su cui ho lavorato tantissimo.
Di cosa parlerà la storia, esattamente? Ancora non lo so.
Spero solo che accettiate un modesto primo capitolo e che qualcuno mi mostrerà il suo appoggio, in questa impresa impossibilmente difficile.
A presto, davvero. xx
 
  
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