Era
mattina presto, il sole faceva capolino dalle leggere tende color
crema della mia cabina. Mi girai per la trentesima volta nel letto,
non sapevo perché quella mattina il mio corpo si era
svegliato così
presto, non era da me, di solito dormivo fino a metà
mattinata.
Law
accanto a me dormiva beato, nella sua perfetta posizione di lato, con
la mano sotto il cuscino. La sua espressione non si poteva definire
serena neanche mentre dormiva, infatti anche durante il sonno il suo
viso rimaneva freddo e tirato, lasciando spazio solo a qualche
ghigno, sicuramente dato da un sogno poco casto.
Decisi finalmente
di alzarmi e vestirmi con calma. Optai per una corta gonnellina
bianca e una camicia a maniche corte rossa e uscii dalla cabina.
Nel
corridoio non c’era un’anima, sicuramente erano
tutti ancora a
letto.
Salii le scale e mi diressi sul ponte per respirare un po’
di brezza marina.
Il leggero venticello mi soffiò attraverso i
lunghi capelli ramati facendoli finire davanti ai miei occhi. Con un
gesto lento li scostai, avvicinandomi alla balaustra della nave.
Una
volta giunta lì, non potei non pensare a ciò che
era successo il
giorno prima: a causa di una virata improvvisa, e non calcolata,
stavo per finire in mare, ma un ragazzo dalla strana capigliatura
verde mi aveva salvato. Era successo tutto così velocemente,
un
attimo prima ero sul ponte e un attimo dopo ero sospesa in aria
pronta a dire addio alla mia vita. Ma lui come un prode cavaliere mi
aveva salvato, guardandomi con quel suo profondo sguardo e
chiamandomi, mocciosa! E sì, altro che prode cavaliere,
quello era
un buzzurro bello e buono! Non mi era ancora scesa giù
quell’affermazione! Anche se mi aveva salvato, rimaneva lo
stesso
un grande cafone che, invece di presentarsi, mi aveva beffeggiata con
quello stupido soprannome.
Sbuffai ripensando a quella faccia da
schiaffi e mi ripromisi di non volerlo più vedere, anche se
dentro
di me non desideravo altro.
All’improvviso sentii dei passi
veloci dietro di me, seguite da delle urla.
-Maledetto
ingordo, vieni qua! Se ti prendo ti cucino per colazione!- disse un
ragazzo biondo con in mano una padella.
-Daiii Sanji scusaa,
avevo fame!- disse il moro con il cappello di paglia che, il giorno
prima, papà aveva trascinato per un orecchio per tutto il
ponte,
stava correndo con dei croissant in mano e altrettanti in
bocca.
Sorrisi a quella scena, finché il moro, distratto
perché guardava l’amico dietro di lui rincorrerlo,
non mi finì
addosso rovesciandomi non so cosa sulla mia camicetta.
Ero
sdraiata a terra con sopra il moro che mi guardava con un grande
sorriso, non avevo mai visto nessuno sorridere così.
-Scusa!-
disse continuando a sorridere mentre mi porgeva la mano per
alzarmi.
Guardai la sua mano per qualche secondo prima di
afferrarla. Una volta in piedi guardai la mia camicetta ed una vena
sulla mia fronte iniziò a pulsare violentemente. La mia
adorata
camicetta rossa, macchiata con della… cioccolata?
SDENG
Non
resistetti alla tentazione di dargli un pugno in testa per aver
rovinato il mio capo d’abbigliamento preferito. Lui si
accasciò a
terra tenendo le mani premute in testa.
-Oh mio dolce fiore
cosa ti ha fatto questo idiota?- disse il biondo cuoco una volta che
ci aveva raggiunti. -Lascia che ti aiuti a pulire la tua camicia!-
disse allungando una mano verso il centro del mio petto.
SDONG
Così
cadde a terra anche il biondo pervertito, il quale invece di
piagnucolare per il dolore, sembrava felice e, anzi, sanguinava dal
naso. Forse lo avevo colpito troppo forte ed adesso aveva qualche
trauma celebrale, ma presto, seguendo il suo sguardo, vidi che stava
benissimo, ancora per poco visto che continuava a fissarmi le gambe
mezze nude.
Collerica decisi di lasciare quei due sul ponte e mi
avviai di nuovo verso la mia cabina per cambiarmi.
Aprii
lentamente la porta per non svegliare Law, ma lui appena
sentì il
cigolio della porta si svegliò, così mi ritrovai
subito i suoi
penetranti occhi grigi addosso.
-Uhm rossa, già sveglia?-
disse con voce leggermente roca.
-Sì, sono andata a fare una
passeggiata sul ponte- dissi richiudendo la porta e dirigendomi in
bagno per cambiarmi.
Lo sentii alzarsi e camminare per la
stanza, finché la porta del bagno non si aprì. Mi
abbracciò da
dietro ed iniziò a baciarmi il collo. Ci sapeva fare Law,
sapeva
come far sciogliere una ragazza con i suoi baci, come farla cedere al
suo volere, soprattutto se il ragazzo in questione era anche
completamente nudo. Infatti Law amava dormire senza nessun indumento
indosso, cosa che non mi aveva mai dato nessun fastidio, anzi. Mi
abbandonai ai suoi baci, ai suoi tocchi. Iniziò a
sbottonarmi la
camicetta mentre sentivo la sua erezione urtare contro il mio
fondoschiena. Era da tanto che non mi sentivo così, forse
quella
vacanza ci avrebbe realmente riavvicinati, forse avrei abbandonato
l’idea che il nostro amore non fosse duraturo, forse dovevamo
solo
passare un po’ più di tempo insieme.
Le sue dita fredde
sfiorarono il mio ventre, accarezzandolo ed avanzando sempre
più su,
verso il petto. Buttai la testa all’indietro appena le sue
mani
iniziarono a sfilarmi il reggiseno ed a torturare i miei capezzoli,
il piacere era sempre più profondo
finché…
TOC TOC
TOC
Qualcuno bussò delicatamente alla porta della nostra
cabina. Decidemmo, con uno sguardo, di ignorare chiunque fosse,
finché una voce molto familiare iniziò a
chiamarmi ed a bussare più
forte.
-Nami su muoviti, abbiamo una lezione di kendo a cui
andare! Dai alzati Nami!- disse Bibi facendo tremare la
porta.
Allontanai un po’ di mala voglia le mani di
Trafalgar, che corrugò la fronte contrariato. Fra lui e Bibi
non
c’era mai stato feeling, anzi diciamo che non si sopportavano
proprio. Velocemente mi vestii e aprii la porta.
-Alla buon
ora, siamo in ritardo!- disse la turchina picchiettando un tacco sul
legno della nave.
-Sono pronta possiamo andare, anche se non
ne ho molta voglia- dissi.
-La tua poca voglia centra con
Trafalgar mezzo nudo in bagno?- disse maliziosamente.
Arrossii
allungando il passo per raggiungere la palestra dove, da quel che
avevo capito il giorno prima, si tenevano le lezioni di kendo.
Fuori
dalla palestra, sedute su delle sdraio c’erano Kaya e Robin.
-Ciao
ragazze!- le salutai felice.
-Ciao Nami!- dissero in
coro.
-Allora Kaya muoviti, siamo già in ritardo per colpa di
Nami che invece di muoversi giocava al dottore con Law!- disse con
una smorfia di disgusto, Bibi.
-E brava la nostra Nami, vedo
che tra te e il bel chirurgo va meglio- disse Robin ammiccando.
-Più
o meno, non lo so ancora- dissi totalmente in confusione. Realmente
non sapevo cosa rispondere a Robin, era tutto così confuso
ancora.
-Su andiamo!- disse Bibi spingendomi dentro la
palestra insieme a Kaya, mentre Robin restò fuori a leggere
un
libro.
La palestra era davvero enorme, con una ventina di
attrezzi sul lato destro e dei bastoni di legno sul lato
sinistro.
L’immensa sala era già quasi piena, e stranamente
al
corso si erano iscritte solo donne.
Che il kendo fosse il nuovo
sport dell’anno per il genere femminile?
Io, Bibi e Kaya ci
avvicinammo alle altre ragazze, le quali parlavano tutte animatamente
di chissà chi o cosa.
Dopo qualche minuto nella sala entrò una
ragazza più o meno della mia età con i capelli
tagliati in un
ordinato caschetto scuro e degli occhiali dalla montatura
nera.
-Bene signore, disponetevi in ordine grazie- disse con
una voce squillante e fastidiosa –Io sono Tashiji e sono una
dei
vostri istruttori. Il corso di kendo è un corso serio.
Quindi prego
tutte coloro che sono venute qui, solo per fare la corte
all’istruttore Roronoa, di andarsene e lasciare lavorare in
pace
coloro che hanno voglia di imparare.- disse acida.
-Ecco
adesso si spiega tutta questa affluenza femminile!
L’istruttore
Roronoa deve essere proprio un bel tipo!- disse Bibi.
-Si ma
dov’è adesso?- sussurrò Kaya.
Come se qualcuno l’avesse
sentita, la porta d’ingresso della palestra si
aprì, e un uomo
alto e muscoloso entrò.
Dalla mia posizione infondo all’aula
non riuscivo a vedere bene l’uomo, anche perché
era subito stato
assalito da metà delle donne iscritte al corso. La folla che
lo
aveva assalito si spostava seguendo ogni suo passo, mentre lui non le
degnava di una sola parola o di un solo sguardo.
-Signore ai
vostri posti!- urlò isterica Tashiji, forse era un
po’ gelosa
delle attenzioni che riservavano al suo collega.
Appena la
folla si dileguò potei vedere la faccia
dell’istruttore, e ne
rimasi sconvolta. Era quel brutto buzzurro deficiente che mi aveva
salvato la sera prima. Colui che si era ostinato a chiamarmi con quel
vezzeggiativo anche dopo avergli ripetuto per due volte il mio nome.
No, non potevo essere così sfigata o, in realtà
ero solo
fortunata?
I due istruttori parlottarono per qualche minuto,
più che altro era Tashigi che parlava mentre lui annuiva e
grugniva
senza neanche ascoltarla.
Finalmente la lezione iniziò, ognuno di
noi iniziò a fare un po’ di stretching ed io
scoprii di avere i
muscoli davvero addormentati, erano mesi che non facevo della seria
ginnastica; per fortuna il mio fisico non lo dava a vedere, infatti
ero sempre in perfetta forma.
Dopo il riscaldamento e le
continue battutine maliziose rivolte all’istruttore, una
volta da
una donna, una volta da un'altra, ci ordinarono di impugnare il
bastone che ognuna di noi aveva inizialmente riposto accanto.
Lo
impugnai con decisione come se fosse una vera arma e dovessi
combattere da un momento all’altro. Gli istruttori passavano
attraverso le varie file per controllare l’impugnatura e
correggerla. Fissavo quel bastone con un po’ di insicurezza,
non mi
stavo divertendo affatto, avrei preferito stare fuori con Robin a
fare quattro chiacchiere, mi sarei sicuramente divertita di
più;
invece che stare qui a tenere tra le mani un bastone.
All’improvviso
due forti e calde mani si sovrapposero alle mie, e sentii uno strano
brivido salirmi per la schiena.
Sussultai. L’ampio petto di
Roronoa era completamente schiacciato sulla mia schiena, le sue
muscolose braccia mi avvolgevano completamente e le sue dita, grosse
e ruvide, erano sovrapposte alle mie, piccole e delicate. Mi sentivo
strana, un improvviso calore mi pervase, facendomi arrossire
violentemente, non riuscivo neanche a spiaccicare una parola.
Le
sue mani si spostarono insieme alle mie più giù,
sulla corretta
impugnatura del bastone.
-Ecco, questa è la corretta
posizione…- disse sussurrandomi sensualmente
all’orecchio.
Aprii
la bocca senza emettere una sola parola, mi aveva preso alla
sprovvista.
-Attenta con il bastone, potresti fregiare le tue
mani da mocciosa…- continuò.
A quelle parole non ci vidi
più dalla rabbia. Perché continuava a chiamarmi
in quel modo così
odioso? Era così difficile per gli uomini imparare il mio
nome?
Presa dalla rabbia conficcai il tacco del mio sandalo nel
centro del suo piede, così che lui mollasse la presa su di
me per
ringhiare insulti per il dolore.
-Ben ti sta! Almeno la
smetterai di chiamarmi mocciosa, il mio nome è Nami!-
scandii
orgogliosa, mentre il resto della classe mi guardava iraconda per
aver osato anche solo toccare il loro prezioso istruttore.
-Nami,
ma cosa combini?- mi chiese Bibi, con un’espressione confusa
in
volto.
Senza neanche aver il tempo di rispondere, arrivò
l’altra istruttrice, Tashiji, che con un gesto delicato
sfiorò la
spalla di Roronoa e disse –Vieni Zoro, lascia stare questa
ragazzina, la lezione è finita!-
Non so perché, ma già odiavo
quella tizia, mi aveva chiamata ragazzina? A me? Ma si rendeva conto
che avevamo la stessa età, più o meno? Ma molto
probabilmente era
cieca visto che portava quei tappi di bottiglia sugli occhi.
Zoro,
questo era il nome con cui l’aveva chiamato quella serpe, si
voltò
verso di me, ghignò e disse –A domani mocciosa!
Sta attenta a non
cadere dalla nave!- e uscì dalla palestra insieme a Tashigi.
Rimasi
per la seconda volta in quella mattinata a bocca aperta,
c’era
qualcosa in lui che mi irritava come non mai, ma allo stesso tempo,
c’era anche qualcosa che mi attraeva come una calamita. In
quel
breve attimo in cui il suo corpo era stato sovrapposto al mio, mi ero
sentita come completa, ma forse era solo colpa degli ormoni ancora in
subbuglio dopo la vicinanza di Law, ma lo avrei scoperto solo
più
avanti.
Fuori dalla palestra
nel frattempo, Robin stava parlando con il ragazzo dal cappello di
paglia. Lui le si era avvicinato dopo averla vista sola a leggere
già
da qualche minuto. Il ragazzo sentiva una strana sensazione quando
vedeva quella donna, come se fosse il piatto più buono mai
assaggiato ma che era irraggiungibile per lui.
Si era avvicinato
chiedendole se desiderava qualcosa:era pur sempre un cameriere su
quella nave, anche se il suo grande sogno era diventare capitano, un
giorno.
La donna aveva declinato l’offerta con un sorriso,
continuando a leggere. Rufy però non si perse
d’animo e si sedette
accanto alla sdraio della donna, iniziando a parlare.
-Io mi
chiamo Rufy!- disse sorridendo
-Nico Robin, piacere- disse lei
guardandolo con i suoi intensi occhi azzurri.
Per un secondo
il ragazzo rimase senza fiato, per poi continuare –Io faccio
il
cameriere, tu invece sei in vacanza con le tue amiche? Ci siamo
incontrati ieri se ricordi!- disse stringendo il cappello di paglia
tra le mani, chissà se si ricordava di lui.
-Certo, ricordo!
Il padre della mia amica Nami, Genzo, ti reggeva per un orecchio,
cosa avevi combinato?- disse chiudendo il libro, quel ragazzo
iniziava a starle simpatico, non era come tutti gli uomini che aveva
conosciuto e che l’avevano fatta soffrire, era…
diverso.
-Ah
beh, Genzo mi ha beccato mentre stavo assaggiando il pranzo da
recapitare in camera di un cliente e, si è un po’
arrabbiato! Anzi
un bel po’!- disse ridendo di gusto e contagiando,
debolmente,
anche la donna.
-Poi mi ha trascinato in cucina a lavare i
piatti per punizione! Per fortuna che c’era Usop con me,
almeno mi
sono divertito mentre mi raccontava delle sue mille missioni. Sai
devi sapere…- disse avvicinandosi all’orecchio di
Robin per non
farsi sentire –Che lui è un agente segreto sotto
copertura, ma non
devi dirlo a nessuno, è un segreto!-
-Si, si non
preoccuparti non lo dirò a nessuno!- disse la mora ridendo
–Ma
come mai un agente segreto fa il cameriere? Non potrebbe trovarsi una
copertura migliore?- chiese la donna stando al gioco, il ragazzo
sembrava credere seriamente che il suo amico fosse un agente
segreto.
-Uhm… in effetti! Mi sa che lo chiederò ad Usop!-
-Ehi Robin siamo tornate!- disse Bibi camminando verso di
lei, seguita dalle altre due amiche.
-Ciao ragazze, com’è
stata la lezione?-
-Divertente! Soprattutto quando Nami si è
messa a litigare con l’istruttore!- disse Bibi ridendo.
-Smettila
non è divertente, e poi è lui che è un
cafone!- si scusò la
rossa.
-Un gran bel pezzo di cafone!- disse la turchina
punzecchiandola ad un fianco con il gomito.
-Vedo che vi siete
divertite, sono contenta per voi!- disse Robin.
-E tu che ci
dici, chi è questo ragazzo?- chiese Bibi.
Nami non aveva
ancora fatto caso al ragazzo, ma appena lo riconobbe disse
–Tu, tu
sei quello che stamattina mi ha travolto e sporcato la camicetta con
un croissant al cioccolato!- disse nervosa.
-Ehm si, piacere
io sono Rufy!- disse un po’ impaurito dalla rossa.
-Rufy mi
ha tenuto compagnia mentre voi eravate a lezione- disse la
mora.
-Uhm qualcuno si è trovato un amico sulla nave…-
punzecchiò anche lei Bibi –ma adesso dobbiamo
andare a prepararci
per il pranzo, finalmente conosceremo il capitano!-disse entusiasta
all’idea.
-Ciao Rufy ci vediamo…- disse Robin salutando il
moro con un sorriso.
-Ciao Robin…- sussurrò lui quando la
ragazza era ormai già andata via con le amiche. Quella donna
era
speciale, se lo sentiva. Non gli era mai successo di sentirsi
così,
non vedeva l’ora di rincontrarla.
ANGOLO
AUTRICE:
Ciao a tutti!!!
Quanti mesi sono passati…ehm,
quasi sei dalla pubblicazione del primo cap? Scusateeeeeeee!!!!! Sono
davvero dispiaciuta!! Ma la verità e che, non sapevo come
procedere
con questa storia, poi si è aggiunta la pigrizia estiva e la
completa attenzione per altri progetti, ma adesso finalmente
l’ho
ripresa e non intendo mollarla!
Allora ci ho pensato molto e,
come alcuni avranno potuto notare dalla scheda iniziale, ho cambiato
alcune cose. Niente più Yaoi, in questi mesi
l’idea che avevo per
questa storia si è completamente stravolta! Ho aggiunto
anche
l’avvertimento OOC perché alcuni personaggi
potrebbero risultare
un po’ diversi, ma cercherò di non cambiarli,
soprattutto quelli
principali! Spero che la storia, anche se con questi cambiamenti, vi
interessi ancora. Io posso solo promettervi che ce la
metterò tutta
e continuerò a scriverla finché non la
finirò! Mi scuso ancora per
il ritardo e, spero, che qualcuno voglia comunque continuare a
seguirla e lasciare qualche recensione, e solo per voi che la
continuo!
Grazie a tutti coloro che hanno letto, seguito,
recensito e inserito tra le varie sezioni!