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Autore: kiko90    17/11/2013    9 recensioni
Nami, una ricca ereditiera decide di fare una crociera insieme al suo ragazzo, sulla Sunny la più famosa nave da crociera dei sette mari.
Durante la vacanza la donna si renderà conto di quanto la sua vita non la soddisfi ma presto qualcuno le farà cambiare idea.
Intrecci amorosi e un misterioso delitto sconvolgeranno la tranquilla vacanza sulla Sunny.
Niente sarà più come prima!le coppie verranno stravolte e le vite dei passeggeri subiranno dei drastici cambiamenti!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Era mattina presto, il sole faceva capolino dalle leggere tende color crema della mia cabina. Mi girai per la trentesima volta nel letto, non sapevo perché quella mattina il mio corpo si era svegliato così presto, non era da me, di solito dormivo fino a metà mattinata.
Law accanto a me dormiva beato, nella sua perfetta posizione di lato, con la mano sotto il cuscino. La sua espressione non si poteva definire serena neanche mentre dormiva, infatti anche durante il sonno il suo viso rimaneva freddo e tirato, lasciando spazio solo a qualche ghigno, sicuramente dato da un sogno poco casto.
Decisi finalmente di alzarmi e vestirmi con calma. Optai per una corta gonnellina bianca e una camicia a maniche corte rossa e uscii dalla cabina.
Nel corridoio non c’era un’anima, sicuramente erano tutti ancora a letto.
Salii le scale e mi diressi sul ponte per respirare un po’ di brezza marina.
Il leggero venticello mi soffiò attraverso i lunghi capelli ramati facendoli finire davanti ai miei occhi. Con un gesto lento li scostai, avvicinandomi alla balaustra della nave.
Una volta giunta lì, non potei non pensare a ciò che era successo il giorno prima: a causa di una virata improvvisa, e non calcolata, stavo per finire in mare, ma un ragazzo dalla strana capigliatura verde mi aveva salvato. Era successo tutto così velocemente, un attimo prima ero sul ponte e un attimo dopo ero sospesa in aria pronta a dire addio alla mia vita. Ma lui come un prode cavaliere mi aveva salvato, guardandomi con quel suo profondo sguardo e chiamandomi, mocciosa! E sì, altro che prode cavaliere, quello era un buzzurro bello e buono! Non mi era ancora scesa giù quell’affermazione! Anche se mi aveva salvato, rimaneva lo stesso un grande cafone che, invece di presentarsi, mi aveva beffeggiata con quello stupido soprannome.
Sbuffai ripensando a quella faccia da schiaffi e mi ripromisi di non volerlo più vedere, anche se dentro di me non desideravo altro.
All’improvviso sentii dei passi veloci dietro di me, seguite da delle urla.

-Maledetto ingordo, vieni qua! Se ti prendo ti cucino per colazione!- disse un ragazzo biondo con in mano una padella.

-Daiii Sanji scusaa, avevo fame!- disse il moro con il cappello di paglia che, il giorno prima, papà aveva trascinato per un orecchio per tutto il ponte, stava correndo con dei croissant in mano e altrettanti in bocca.

Sorrisi a quella scena, finché il moro, distratto perché guardava l’amico dietro di lui rincorrerlo, non mi finì addosso rovesciandomi non so cosa sulla mia camicetta.
Ero sdraiata a terra con sopra il moro che mi guardava con un grande sorriso, non avevo mai visto nessuno sorridere così.

-Scusa!- disse continuando a sorridere mentre mi porgeva la mano per alzarmi.

Guardai la sua mano per qualche secondo prima di afferrarla. Una volta in piedi guardai la mia camicetta ed una vena sulla mia fronte iniziò a pulsare violentemente. La mia adorata camicetta rossa, macchiata con della… cioccolata?

SDENG

Non resistetti alla tentazione di dargli un pugno in testa per aver rovinato il mio capo d’abbigliamento preferito. Lui si accasciò a terra tenendo le mani premute in testa.

-Oh mio dolce fiore cosa ti ha fatto questo idiota?- disse il biondo cuoco una volta che ci aveva raggiunti. -Lascia che ti aiuti a pulire la tua camicia!- disse allungando una mano verso il centro del mio petto.

SDONG

Così cadde a terra anche il biondo pervertito, il quale invece di piagnucolare per il dolore, sembrava felice e, anzi, sanguinava dal naso. Forse lo avevo colpito troppo forte ed adesso aveva qualche trauma celebrale, ma presto, seguendo il suo sguardo, vidi che stava benissimo, ancora per poco visto che continuava a fissarmi le gambe mezze nude.
Collerica decisi di lasciare quei due sul ponte e mi avviai di nuovo verso la mia cabina per cambiarmi.
Aprii lentamente la porta per non svegliare Law, ma lui appena sentì il cigolio della porta si svegliò, così mi ritrovai subito i suoi penetranti occhi grigi addosso.

-Uhm rossa, già sveglia?- disse con voce leggermente roca.

-Sì, sono andata a fare una passeggiata sul ponte- dissi richiudendo la porta e dirigendomi in bagno per cambiarmi.

Lo sentii alzarsi e camminare per la stanza, finché la porta del bagno non si aprì. Mi abbracciò da dietro ed iniziò a baciarmi il collo. Ci sapeva fare Law, sapeva come far sciogliere una ragazza con i suoi baci, come farla cedere al suo volere, soprattutto se il ragazzo in questione era anche completamente nudo. Infatti Law amava dormire senza nessun indumento indosso, cosa che non mi aveva mai dato nessun fastidio, anzi. Mi abbandonai ai suoi baci, ai suoi tocchi. Iniziò a sbottonarmi la camicetta mentre sentivo la sua erezione urtare contro il mio fondoschiena. Era da tanto che non mi sentivo così, forse quella vacanza ci avrebbe realmente riavvicinati, forse avrei abbandonato l’idea che il nostro amore non fosse duraturo, forse dovevamo solo passare un po’ più di tempo insieme.
Le sue dita fredde sfiorarono il mio ventre, accarezzandolo ed avanzando sempre più su, verso il petto. Buttai la testa all’indietro appena le sue mani iniziarono a sfilarmi il reggiseno ed a torturare i miei capezzoli, il piacere era sempre più profondo finché…

TOC TOC TOC

Qualcuno bussò delicatamente alla porta della nostra cabina. Decidemmo, con uno sguardo, di ignorare chiunque fosse, finché una voce molto familiare iniziò a chiamarmi ed a bussare più forte.

-Nami su muoviti, abbiamo una lezione di kendo a cui andare! Dai alzati Nami!- disse Bibi facendo tremare la porta.

Allontanai un po’ di mala voglia le mani di Trafalgar, che corrugò la fronte contrariato. Fra lui e Bibi non c’era mai stato feeling, anzi diciamo che non si sopportavano proprio. Velocemente mi vestii e aprii la porta.

-Alla buon ora, siamo in ritardo!- disse la turchina picchiettando un tacco sul legno della nave.

-Sono pronta possiamo andare, anche se non ne ho molta voglia- dissi.

-La tua poca voglia centra con Trafalgar mezzo nudo in bagno?- disse maliziosamente.

Arrossii allungando il passo per raggiungere la palestra dove, da quel che avevo capito il giorno prima, si tenevano le lezioni di kendo.
Fuori dalla palestra, sedute su delle sdraio c’erano Kaya e Robin.

-Ciao ragazze!- le salutai felice.

-Ciao Nami!- dissero in coro.

-Allora Kaya muoviti, siamo già in ritardo per colpa di Nami che invece di muoversi giocava al dottore con Law!- disse con una smorfia di disgusto, Bibi.

-E brava la nostra Nami, vedo che tra te e il bel chirurgo va meglio- disse Robin ammiccando.

-Più o meno, non lo so ancora- dissi totalmente in confusione. Realmente non sapevo cosa rispondere a Robin, era tutto così confuso ancora.

-Su andiamo!- disse Bibi spingendomi dentro la palestra insieme a Kaya, mentre Robin restò fuori a leggere un libro.

La palestra era davvero enorme, con una ventina di attrezzi sul lato destro e dei bastoni di legno sul lato sinistro.
L’immensa sala era già quasi piena, e stranamente al corso si erano iscritte solo donne.
Che il kendo fosse il nuovo sport dell’anno per il genere femminile?
Io, Bibi e Kaya ci avvicinammo alle altre ragazze, le quali parlavano tutte animatamente di chissà chi o cosa.
Dopo qualche minuto nella sala entrò una ragazza più o meno della mia età con i capelli tagliati in un ordinato caschetto scuro e degli occhiali dalla montatura nera.

-Bene signore, disponetevi in ordine grazie- disse con una voce squillante e fastidiosa –Io sono Tashiji e sono una dei vostri istruttori. Il corso di kendo è un corso serio. Quindi prego tutte coloro che sono venute qui, solo per fare la corte all’istruttore Roronoa, di andarsene e lasciare lavorare in pace coloro che hanno voglia di imparare.- disse acida.

-Ecco adesso si spiega tutta questa affluenza femminile! L’istruttore Roronoa deve essere proprio un bel tipo!- disse Bibi.

-Si ma dov’è adesso?- sussurrò Kaya.

Come se qualcuno l’avesse sentita, la porta d’ingresso della palestra si aprì, e un uomo alto e muscoloso entrò.
Dalla mia posizione infondo all’aula non riuscivo a vedere bene l’uomo, anche perché era subito stato assalito da metà delle donne iscritte al corso. La folla che lo aveva assalito si spostava seguendo ogni suo passo, mentre lui non le degnava di una sola parola o di un solo sguardo.

-Signore ai vostri posti!- urlò isterica Tashiji, forse era un po’ gelosa delle attenzioni che riservavano al suo collega.

Appena la folla si dileguò potei vedere la faccia dell’istruttore, e ne rimasi sconvolta. Era quel brutto buzzurro deficiente che mi aveva salvato la sera prima. Colui che si era ostinato a chiamarmi con quel vezzeggiativo anche dopo avergli ripetuto per due volte il mio nome. No, non potevo essere così sfigata o, in realtà ero solo fortunata?

I due istruttori parlottarono per qualche minuto, più che altro era Tashigi che parlava mentre lui annuiva e grugniva senza neanche ascoltarla.
Finalmente la lezione iniziò, ognuno di noi iniziò a fare un po’ di stretching ed io scoprii di avere i muscoli davvero addormentati, erano mesi che non facevo della seria ginnastica; per fortuna il mio fisico non lo dava a vedere, infatti ero sempre in perfetta forma.

Dopo il riscaldamento e le continue battutine maliziose rivolte all’istruttore, una volta da una donna, una volta da un'altra, ci ordinarono di impugnare il bastone che ognuna di noi aveva inizialmente riposto accanto.
Lo impugnai con decisione come se fosse una vera arma e dovessi combattere da un momento all’altro. Gli istruttori passavano attraverso le varie file per controllare l’impugnatura e correggerla. Fissavo quel bastone con un po’ di insicurezza, non mi stavo divertendo affatto, avrei preferito stare fuori con Robin a fare quattro chiacchiere, mi sarei sicuramente divertita di più; invece che stare qui a tenere tra le mani un bastone.
All’improvviso due forti e calde mani si sovrapposero alle mie, e sentii uno strano brivido salirmi per la schiena.
Sussultai. L’ampio petto di Roronoa era completamente schiacciato sulla mia schiena, le sue muscolose braccia mi avvolgevano completamente e le sue dita, grosse e ruvide, erano sovrapposte alle mie, piccole e delicate. Mi sentivo strana, un improvviso calore mi pervase, facendomi arrossire violentemente, non riuscivo neanche a spiaccicare una parola.
Le sue mani si spostarono insieme alle mie più giù, sulla corretta impugnatura del bastone.

-Ecco, questa è la corretta posizione…- disse sussurrandomi sensualmente all’orecchio.

Aprii la bocca senza emettere una sola parola, mi aveva preso alla sprovvista.

-Attenta con il bastone, potresti fregiare le tue mani da mocciosa…- continuò.

A quelle parole non ci vidi più dalla rabbia. Perché continuava a chiamarmi in quel modo così odioso? Era così difficile per gli uomini imparare il mio nome?
Presa dalla rabbia conficcai il tacco del mio sandalo nel centro del suo piede, così che lui mollasse la presa su di me per ringhiare insulti per il dolore.

-Ben ti sta! Almeno la smetterai di chiamarmi mocciosa, il mio nome è Nami!- scandii orgogliosa, mentre il resto della classe mi guardava iraconda per aver osato anche solo toccare il loro prezioso istruttore.

-Nami, ma cosa combini?- mi chiese Bibi, con un’espressione confusa in volto.

Senza neanche aver il tempo di rispondere, arrivò l’altra istruttrice, Tashiji, che con un gesto delicato sfiorò la spalla di Roronoa e disse –Vieni Zoro, lascia stare questa ragazzina, la lezione è finita!-
Non so perché, ma già odiavo quella tizia, mi aveva chiamata ragazzina? A me? Ma si rendeva conto che avevamo la stessa età, più o meno? Ma molto probabilmente era cieca visto che portava quei tappi di bottiglia sugli occhi.

Zoro, questo era il nome con cui l’aveva chiamato quella serpe, si voltò verso di me, ghignò e disse –A domani mocciosa! Sta attenta a non cadere dalla nave!- e uscì dalla palestra insieme a Tashigi.

Rimasi per la seconda volta in quella mattinata a bocca aperta, c’era qualcosa in lui che mi irritava come non mai, ma allo stesso tempo, c’era anche qualcosa che mi attraeva come una calamita. In quel breve attimo in cui il suo corpo era stato sovrapposto al mio, mi ero sentita come completa, ma forse era solo colpa degli ormoni ancora in subbuglio dopo la vicinanza di Law, ma lo avrei scoperto solo più avanti.





Fuori dalla palestra nel frattempo, Robin stava parlando con il ragazzo dal cappello di paglia. Lui le si era avvicinato dopo averla vista sola a leggere già da qualche minuto. Il ragazzo sentiva una strana sensazione quando vedeva quella donna, come se fosse il piatto più buono mai assaggiato ma che era irraggiungibile per lui.
Si era avvicinato chiedendole se desiderava qualcosa:era pur sempre un cameriere su quella nave, anche se il suo grande sogno era diventare capitano, un giorno.
La donna aveva declinato l’offerta con un sorriso, continuando a leggere. Rufy però non si perse d’animo e si sedette accanto alla sdraio della donna, iniziando a parlare.

-Io mi chiamo Rufy!- disse sorridendo

-Nico Robin, piacere- disse lei guardandolo con i suoi intensi occhi azzurri.

Per un secondo il ragazzo rimase senza fiato, per poi continuare –Io faccio il cameriere, tu invece sei in vacanza con le tue amiche? Ci siamo incontrati ieri se ricordi!- disse stringendo il cappello di paglia tra le mani, chissà se si ricordava di lui.

-Certo, ricordo! Il padre della mia amica Nami, Genzo, ti reggeva per un orecchio, cosa avevi combinato?- disse chiudendo il libro, quel ragazzo iniziava a starle simpatico, non era come tutti gli uomini che aveva conosciuto e che l’avevano fatta soffrire, era… diverso.

-Ah beh, Genzo mi ha beccato mentre stavo assaggiando il pranzo da recapitare in camera di un cliente e, si è un po’ arrabbiato! Anzi un bel po’!- disse ridendo di gusto e contagiando, debolmente, anche la donna.

-Poi mi ha trascinato in cucina a lavare i piatti per punizione! Per fortuna che c’era Usop con me, almeno mi sono divertito mentre mi raccontava delle sue mille missioni. Sai devi sapere…- disse avvicinandosi all’orecchio di Robin per non farsi sentire –Che lui è un agente segreto sotto copertura, ma non devi dirlo a nessuno, è un segreto!-

-Si, si non preoccuparti non lo dirò a nessuno!- disse la mora ridendo –Ma come mai un agente segreto fa il cameriere? Non potrebbe trovarsi una copertura migliore?- chiese la donna stando al gioco, il ragazzo sembrava credere seriamente che il suo amico fosse un agente segreto.

-Uhm… in effetti! Mi sa che lo chiederò ad Usop!-

-Ehi Robin siamo tornate!- disse Bibi camminando verso di lei, seguita dalle altre due amiche.

-Ciao ragazze, com’è stata la lezione?-

-Divertente! Soprattutto quando Nami si è messa a litigare con l’istruttore!- disse Bibi ridendo.

-Smettila non è divertente, e poi è lui che è un cafone!- si scusò la rossa.

-Un gran bel pezzo di cafone!- disse la turchina punzecchiandola ad un fianco con il gomito.

-Vedo che vi siete divertite, sono contenta per voi!- disse Robin.

-E tu che ci dici, chi è questo ragazzo?- chiese Bibi.

Nami non aveva ancora fatto caso al ragazzo, ma appena lo riconobbe disse –Tu, tu sei quello che stamattina mi ha travolto e sporcato la camicetta con un croissant al cioccolato!- disse nervosa.

-Ehm si, piacere io sono Rufy!- disse un po’ impaurito dalla rossa.

-Rufy mi ha tenuto compagnia mentre voi eravate a lezione- disse la mora.

-Uhm qualcuno si è trovato un amico sulla nave…- punzecchiò anche lei Bibi –ma adesso dobbiamo andare a prepararci per il pranzo, finalmente conosceremo il capitano!-disse entusiasta all’idea.

-Ciao Rufy ci vediamo…- disse Robin salutando il moro con un sorriso.

-Ciao Robin…- sussurrò lui quando la ragazza era ormai già andata via con le amiche. Quella donna era speciale, se lo sentiva. Non gli era mai successo di sentirsi così, non vedeva l’ora di rincontrarla.







ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti!!!
Quanti mesi sono passati…ehm, quasi sei dalla pubblicazione del primo cap? Scusateeeeeeee!!!!! Sono davvero dispiaciuta!! Ma la verità e che, non sapevo come procedere con questa storia, poi si è aggiunta la pigrizia estiva e la completa attenzione per altri progetti, ma adesso finalmente l’ho ripresa e non intendo mollarla!
Allora ci ho pensato molto e, come alcuni avranno potuto notare dalla scheda iniziale, ho cambiato alcune cose. Niente più Yaoi, in questi mesi l’idea che avevo per questa storia si è completamente stravolta! Ho aggiunto anche l’avvertimento OOC perché alcuni personaggi potrebbero risultare un po’ diversi, ma cercherò di non cambiarli, soprattutto quelli principali! Spero che la storia, anche se con questi cambiamenti, vi interessi ancora. Io posso solo promettervi che ce la metterò tutta e continuerò a scriverla finché non la finirò! Mi scuso ancora per il ritardo e, spero, che qualcuno voglia comunque continuare a seguirla e lasciare qualche recensione, e solo per voi che la continuo!
Grazie a tutti coloro che hanno letto, seguito, recensito e inserito tra le varie sezioni!

   
 
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