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Autore: Hendy    18/11/2013    0 recensioni
“Riesci ad usare la tua abilità ora?”
Mikoto allora prese un respiro profondo. Aprì il palmo della mano e cercò di concentrarsi, chiudendo gli occhi. Con suo grande dispiacere però, riuscì solo a creare una piccola sfera di energia, prima che un capogiro prendesse il sopravvento su di lei.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Misaka Mikoto, Shirai Kuroko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mikoto era particolarmente felice. Finalmente era all’aria aperta, finalmente un po’ di libertà. Non ne poteva più di stare al dormitorio, soprattutto perché la sua compagna di stanza quella mattina si era rivelata una vera rompi scatole.
“Onee-sama, è meglio se ti metti una sciarpa più tardi. Non vorrai prendere freddo.”
“Onee-sama, ricordati di non abbuffarti troppo.”
“Onee-sama, mi raccomando, se sentì qualcosa avvertimi immediatamente.”
“Onee-sama…”
“Onee-sama…”
“Onee-sama…”
Le sue parole le riecheggiavano ancora nelle orecchie. Le due ragazze si stavano dirigendo al Julian come stabilito. Passando per il parco, Mikoto si fermò davanti alla macchinetta vendicatrice. Come suo solito, girò su se stessa, e piazzò un calcio rotante all’apparecchio.
“CHASER!”
Probabilmente era uno dei pochissimi metodi che garantivano la fuoriuscita di una lattina.
“Onee-sama!! Non dovresti…”
“…sforzarti troppo, lo so. Rilassati Kuroko. Sto bene ti ripeto. Vuoi favorire?” le fece l’occhiolino. 
Gli occhi di Kuroko si illuminarono.
“Vuoi dire che vorresti un b-bacio i-indiretto con me? Oh, quanto ho aspettato questo momento. Finalmente hai accettato ciò che provo per te!””
“Eh? N-no, aspetta, non intendevo questo! Non ti avvicinare!”
Non avevo previsto questo sviluppoAccidenti” pensò.
Mikoto teneva con una mano la lattina e con l’altra pizzicava la guancia di Kuroko che tentava disperatamente di abbracciare la sua Onee-sama. Non sapendo come cavarsela, sviò il discorso.
“Oooh guarda che ore sono. Su, Kuroko andiamo o faremo tardi!”
In verità erano in largo anticipo, ma ogni scusa era buona. Raggiunsero il Julian dove attesero l’arrivo di Kazari e Ruiko che arrivarono insieme. Mentre stavano per entrare, Mikoto si scontrò con una persona che stava uscendo in quel momento, e cadde a terra. La persona in questione si scusò prima che…
“Scusami, non stavo prestando atten…zio…ne. Eeeh? BiriBiri?!”
A queste parole Mikoto alzò la testa di scattò.
“Tu!! Il mio nome è Misaka Mikoto!” si rialzò puntando il dito contro di Touma.
“HA! Ora non mi puoi scappare! Ti sfido! Qui e subito!”
“Che? Veramente avrei un po’ di fretta. Che sfortunaaaa…”
E con queste parole spiccò una corsa.
“Stavolta non mi sfuggirai!” Gli urlò di rimando.
Mikoto stava per mettersi a correre a sua volta quando una mano la fermò.
“O n e e – s a m a. Dove credi di andare?” Mikoto rabbrividì.
“Aah, ecco.. Noo, io non avevo intenzione di fare nulla.” Disse con voce innocente.
“Ah no? Ma poco fa non stavi forse pensando: ‘Oh, finalmente ho incontrato quell’idiota. Ora potrò fargliela pagare e fargli vedere chi è il più forte una volta per tutte.’ Ti ricordo che non puoi ancora usare la tua abilità, o l’hai forse dimenticato?”
“Io? Ma certo che no. Che ci facciamo ancora fuori? Forza su, andiamo a mangiare. Eheh.”
L’ora successiva passò senza intoppi. Le quattro ragazze pranzarono in tranquillità dopodichè Ruiko prese la parola.
“Aaah, sono così piena. Ora che si fa? Misaka-san, te la senti di stare fuori ancora o preferisci rientrare?”
“Non ti preoccupare Saten-san. Non sono affatto stanca. Che ne dite se facciamo un giro al Game Center?”
“Io ci sto.”
“Anch’io!”
“Solo perché oggi è una giornata speciale, dedicata ad Onee-sama.”
“Però prima dovrei andare un attimo in bagno. Uiharu, mi accompagni?”
E con questo Ruiko e Kazari si allontanarono mentre Kuroko e Mikoto decisero di aspettarle fuori.
Erano in piedi da pochi secondi quando qualcosa tagliò la guancia di Mikoto e ferì superficialmente  la spalla di Kuroko. Mikoto si toccò la piccola ferita sulla guancia.
Sangue? Come?” pensò.
Dopodichè guardò Kuroko. Le due si scambiarono uno sguardo interrogativo.
“Cos’è stato?” dissero all’unisono.
Poco dopo videro quelli che sembravano aghi puntare verso la loro direzione. Mikoto senza pensarci due volte creò una barriera elettromagnetica e li spazzò via.
“Ci stanno attaccando! Da dove?” urlò Kuroko.
Le due cercarono di individuare il colpevole, ma il parcheggio era completamente vuoto. Un terzo paio di aghi si diresse verso di loro. Dopo aver creato un’altra barriera, Mikoto lanciò un fulmine in direzione degli alberi lì vicino, dove sembrava fosse partito il colpo. Ma subito dopo arrivarono altri aghi da due direzioni opposte. Creando un’altra barriera, si difesero dall’attacco, ma gocce di sudore iniziarono ad uscire dalla fronte dell’Electromaster.
Sono già stanca dopo solo qualche stupido attacco? Accidenti. Devo sbrigarmi a scovare il loro nascondiglio. Mali estremi, estremi rimedi.
“Onee-sama, torna dentro, ci penso io qui.”
“Kuroko. Stai dietro di me.”
“Che intenzioni hai? Non puoi!”
Ma Mikoto non sentì queste parole perché in quel momento lanciò una serie intermittente di fulmini in tutta la zona davanti a lei. Una volta finito l’attacco, si ritrovò con il fiatone.
“Così…devo… averli… sistemati.”
“Stupida! Potevamo trovare un’altra soluzione!” l’ammonì Kuroko.
In quel preciso istante videro una persona scendere da uno degli alberi in questione, e avvicinarsi alle due ragazze. Teneva in mano qualcosa. Appena Mikoto cercò di mettere a fuoco ciò che teneva in mano, un suono, quel suono, si divagò nell’aria.
*
Kuroko e Mikoto erano appena state ferite da qualcosa.
“Aghi?” pensò Kuroko. Le due si scambiarono uno sguardo interrogativo.
“Cos’è stato?” dissero all’unisono.
Alcuni aghi sbucarono da un punto imprecisato degli alberi davanti a loro. “Come pensavo…”
Mikoto usò i suoi poteri per difendere entrambe. Le stavano attaccando. Ma da dove? Kuroko si guardò intorno, incerta. Altri aghi si diressero verso di loro e ancora una volta la Railgun richiamò la sua abilità di Electromaster. Eppure dopo solo pochi attacchi, già sembrava vicina allo sfinimento.
Accidenti. Se lasciassi qui Onee-sama per cercare chi lancia questi aggeggi, rischio che qualcuno la attacchi direttamente. Devo pensare a qualcosa, non può stare qui a combattere nelle sue condizioni. Il posto più sicuro sembra essere dentro al Julian.
“Onee-sama, torna dentro, ci penso io qui.”
La ragazza però sembrava avere altre intenzioni per la testa.
“Kuroko. Stai dietro di me.”
“Che intenzioni hai? Non puoi!”
Ma ormai il contrattacco di Mikoto era partito. Fulmini intermittenti colpirono ogni cosa che le capitava a tiro.
Così si farà solo del male!” L’attacco durò una manciata di secondi ma stremò la ragazza che ora boccheggiava in cerca di ossigeno.
“Così…devo… averli… sistemati.”
“Stupida! Potevamo trovare un’altra soluzione!” l’ammonì Kuroko.
In quel preciso istante videro una persona scendere da uno degli alberi in questione, e avvicinarsi alle due ragazze. Era un uomo. Portava una maschera nera, con due fessure, ed era piuttosto tarchiato. Nella giacca era visibile un simbolo: un cerchio bianco con al suo interno un tribale che ricordava molto un uccello.
 Mikoto si toccò la testa, come in preda ad un capogiro.
“Onee-sama? Che succede?”
“Kuroko… quel suono…”
La Teleporter osservò l’uomo il quale sembrava tenere in mano qualcosa, una sottospecie di radiolina. L’uomo parlò.
“Vedo che stai soffrendo già, Level 5. Ma forse se faccio così…”
L’uomo toccò un bottone della radiolina, come se fosse intenzionato ad alzare il volume di qualcosa, e Mikoto si fece scappare un urlò. Le sue gambe cedettero e si inginocchiò a terra.
“…dovresti sentirlo meglio, o sbaglio? Ahahah”
“…Maledetto...” Imprecò Mikoto. Sopra la sua testa iniziarono a formarsi scintille minacciose.
“Onee-sama, calmati. Qui ci penso io.” Le sussurrò.
Kuroko si sentiva ribollire il sangue. Nessuno  aveva il diritto di far del male alla sua Onee-sama.
“Ehi tu! Che le stai facendo?! Lasciala stare!” detto questo si mise davanti a lei e si preparò a combattere. Lanciò una delle sue punte di metallo contro l’uomo misterioso il quale, di rimando, scagliò uno dei suoi aghi.
Allora dopotutto era veramente lui che lanciava questi aghi. In ogni caso, devo sbrigarmi a distruggere quella radiolina o quello che è.
Kuroko lo vide alzare le braccia. In quel momento comparvero otto aghi ‘volanti’ attorno a lui che vennero lanciati contro le due studentesse. Per schivarli, la più giovane si teletrasportò qualche metro più indietro, portando con sé Mikoto, che mise al sicuro dietro una macchina parcheggiata lì fuori.
“Aspettami qui.”
“Kuroko… non…”
La ragazza la interruppe, dicendole di non preoccuparsi. Dopodichè si riteletrasportò davanti all’Esper nemico. Kuroko lanciò altri tre dei suoi aghi.
“Pensi che questo basti a fermarmi mocciosa?!”
L’uomo fermò con facilità i tre oggetti ma ciò di cui non era a conoscenza era che l’obiettivo di questo attacco era la radiolina. La distrazione creata dalle tre punte metalliche aveva permesso a Kuroko di teletrasportare un quarto ago contro la radiolina stessa, che scoppiò.
Appena l’uomo se ne accorse, maledisse la Teleporter.
“Tu… come hai osato…”
“Ti conviene arrenderti subito. Fra non molto arriverà l’AntiSkill.”
Il loro breve scontro infatti aveva attirato l’attenzione della clientela del Julian che era accorsa a chiamare le forze dell’ordine.
“Presto avrò la mia vendetta.” Con queste parole, l’uomo lanciò a terra un fumogeno. Appena il fumo si diradò, di lui non c’era più traccia.
“E’ scappato eh?” sospirò. Poi si ricordò di Mikoto e corse al suo fianco. La ragazza era già stata affiancata da Ruiko e Kazari.
“Onee-sama! Come ti senti?”
“H-ho avuto giorni migliori.” Mikoto aveva una brutta cera. Era incredibilmente pallida, e non si reggeva in piedi.
“E’ meglio portarla da qualche parte a riposare” suggerì Uiharu.
“Portiamola alla Judgment e chiamiamo il dottore. Voglio scoprire chi era l’uomo mascherato di prima.”
  
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