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Autore: cold_fire    18/11/2013    4 recensioni
dal capitolo 9:
Ero sempre stata una ragazza forte, non avevo mai pianto dopo la morte di mia madre, ma quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Non avevo pianto alla morte di mia madre, al coma di mio padre, al suo risveglio, al trasloco improvviso, al tumore di Cecilia, agli anni passati come vittima sotto il potere che adesso faceva di Cindy (la nuova moglie di mio padre) la capo famiglia, non avevo pianto ai maltrattamenti subiti da Matteo e nemmeno davanti al suo amore violento e non ricambiato mi ero soffermata per sprecare lacrime. Ma non Roberto, non lui… e non Elisa, non lei! Come avevano potuto… il mio ragazzo e la mia migliore amica... adesso avevo solo la danza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Epilogo
Happy ending
 
This is the way you left me, I’m not pretending
No hope, no love, no glory,
no happy ending
this is the way that we love, like it’s forever,
then live the rest of our life, but not together
(happy ending – Mika)
 
Aprii svogliatamente gli occhi, facendo scivolare lo sguardo sulla mia sveglia che suonava instancabilmente, segnando le nove del mattino. Una stupida mattina d’inverno fredda e umida. Grigia, come il mio umore ogni giorno appena sveglia. Stancamente mi tirai la coperta sopra la testa, facendo cadere apposta la sveglia, sicura che si era rotta. Era la seconda che “uccidevo” dall’inizio della settimana. Ed era solo martedì.  Già… martedì 24 dicembre. La vigilia di natale. Personalmente odiavo il natale, perché ero costretta a svegliarmi presto, essere gentile con tutti e passare una giornata intera con delle persone di cui non conoscevo il nome, certa che ciò fosse reciproco. Intanto che mi perdevo nei miei pensieri sentii la voce di Cindy chiamarmi dalle scale. Svogliatamente mi alzai dal mio caldo rifugio.
 
Dove sei? Perché te ne sei andato? Mi hai lasciata sola… mi hai lasciata. Sei sparito dalla mia vita come se non ci fossi mai entrato. Non ti sei reso conto di ciò che mi hai fatto, di quanto mi hai cambiata. Di come mi hai salvata. Ma, ovviamente, come mi hai salvata mi hai anche distrutta. Sei scomparso come se le cose che mi hai detto fossero solo bugie. E adesso questa è la mia paura più grande: venire a sapere che erano davvero delle bugie. Se no che senso hanno questi ultimi mesi? Chiamate, lettere, mail, messaggi… niente di niente. Nemmeno cose anonime. Mi hai lacerato il cuore. Lo stesso cuore che io ti avevo donato. E adesso, mi hai lasciata… mi hai lasciata sola.
 
Ormai avevo perso i contatti con tutti i miei conoscenti. In due mesi non ero uscita mai di casa. Se mai per la “scuola”, se così la potevo chiamare. La prima settimana dicevo ha mio padre e a Cindy che andavo a scuola, quando in realtà me ne andavo… non so dirlo con esattezza, perché cambiavo quasi sempre posto. Centro commerciale, parco, oratorio… per far cosa? Niente. Semplicemente guardavo le persone che passavano e che mi guardavano sorridendomi, non potendo immaginare cosa mi stava capitando, o cosa mi era capitato. Purtroppo a scuola le insegnanti si erano accorte delle mie continue assenze e avevano deciso di chiamare mio padre. Ovviamente venni sgridata, ma ciò non mi impedì di fare quello che volevo. Mio padre decise dunque di accompagnarmi lui stesso a scuola, e vi rimaneva fino a quando io non entravo. E quando lui se ne andava io uscivo. Quando venne a saperlo era furibondo. Da quel giorno lui mi accompagnava fino alla profe che dovevo avere alla prima ora, quasi come un rituale. Poi questa mi accompagnava in classe e mi faceva sedere in prima fila, proprio davanti a lei. Non che mi importasse. Facevo quello che volevo e usavo il telefono davanti ai suoi occhi, senza che mi importasse più di tanto se mi vedeva o no. Dopo un po’ divenni un pezzo dell’arredamento. I miei compagni mi avevano fatta diventare una cosa normale, quotidiana. Quindi, adesso, la ragazzainprimafilacheusailcellulareenonseguesenzachegliimportidelleprofe era una cosa normale. Molto bene. Tutti mi trattavano normalmente. E Matteo… bè, Matteo se ne era andato dopo quella notte non si era più fatto vivo. Le profe dicevano che si era traferito con la sua famiglia e che sarebbe ritornato tra qualche mese. Io speravo che quel “tra qualche mese” fosse il più tardi possibile.
 
Ero uscita per andare a fare i regali di natale che fino a quel giorno non avevo voluto fare. E che nemmeno quel giorno avevo voglia di fare, per la cronaca. In effetti ero stata obbligata da Cindy. Aveva detto che dovevo uscire e stare all’aria aperta. Ovviamente era una cazzata, lei voleva solo che io comprassi gli ultimi regali, in modo che non era lei a dover crepare di freddo. Ero arrivata al centro commerciale, che negli ultimi due mesi di fuga era stata la mia casa principale. Entrai e vidi subito dei vecchietti indaffarati con le ultime compere. Alcuni erano lì perché avevano voluto aspettare gli ultimi sconti, altri probabilmente si erano scordati del natale. In giro non c’era nessun ragazzo della mia età, e per questo ringraziai il cielo. Non volevo essere costretta a parlare con persone di cui non mi importava nulla. O almeno, così pensavo. Ad un certo punto sentii una musica provenire da un negozio nelle vicinanze. Era familiare. Musica classica… il lago dei cigni, chiaro come il sole. Quella canzone mi riportò alla mente alcuni messaggi ricevuti negli ultimi due mesi.
 
- Flash back -
Ehi Claire, come va? Penso di aver capito cosa ti è successo… hai saputo? Senti non devi buttarti giù. Scusa se non te l’ho detto ma pensavo che Filippo te lo volesse dire di persona. Mi dispiace. Vedi di non demoralizzarti, ciao –Ines
Ehi, come va? Tutto ok? Ti sei demoralizzata, vero? se hai bisogno di qualcosa chiamami. –I
 
Senti… puoi rispondere ai messaggi? Dai, chiamami, ok? Sai che ti voglio bene… ciao –I
 
Claire! che fine hai fatto? Chiamami! –I
 
Ok, ci rinuncio, fai quello che vuoi! Non mi importa più niente di te e delle tue crisi, se proprio sei così testarda da non venire a danza! –I
 
Senti… vedi di rimetterti. Sai, Ines può aver reagito male ma era solo sorpresa. Noi ci teniamo a te Claire, ricordatelo. Vedi di tornare presto. Ciao –Chris
 
Ok… abbiamo parlato con Cecilia. Non vieni a danza da tre settimane, è ovvio che ti è successo qualcosa, no? Le abbiamo spiegato tutto. Ha detto che se non torni deve dare la tua parte a qualcun’altra. Ti prego, rispondi ai miei messaggi! -I
 
Ehi… come stai? Ines e Chris mi hanno spiegato tutto… mi dispiace ma se non torni il posto di Odile devo darlo a qualcun’altra. Vedi di rimetterti presto, ciao –Cecilia
 
Tu sei scema! Due mesi… torna a danza! Ormai il posto di Odile è stato assegnato a quella scema di Anne… quella biondo tinta, hai presente? Comunque, mi sono dimenticata di dirti che Chris interpreterà Siegfried! Non è stupendo? Sì che lo è! Ti prego rispondi, adesso devo andare, ciao. –I
 
Ehm… nel messaggio di prima non ti ho detto una cosa… buon natale –I
 
Claire, mi dispiace ma ho dovuto assegnare il tuo ruolo ad un’altra. Mi dispiace ma non ti fai viva da due mesi. Per favore rispondi ai messaggi. Buon natale. –Cecilia
 
Ehi Claire! indovina un po’! interpreterò Siegfried al saggio! Non  stupendo? Io! Protagonista! Un sogno che diventa realtà! Vedi di tornare presto. Ti voglio bene. Buon natale. –Chris
 
-fine flash back –
 
Mi incamminai verso il bar da cui proveniva la musica e decisi di ordinare qualcosa di bollente, come un caffè. O qualsiasi altra bibita che potesse ustionarmi la lingua, almeno avrei avuto un vero motivo per soffrire. Ad un certo punto sentii il telefono vibrarmi in tasca. Di sicuro Ines, in effetti mi scriveva ogni dieci minuti, anche solo per sapere come stavo. Ovviamente non rispondevo. E ovviamente il messaggio non era di Ines… un attimo! Non era di Ines? Numero sconosciuto… il cuore mi balzò in gola. E se fosse stato Fili… no, impossibile. Non potevo nemmeno dire quel nome. Lessi il messaggio più e più volte. Non poteva essere vero. E in fatti non lo era:
sono tornato
diceva il messaggio. Mi girai di scatto per vedere se era proprio lui… e la mia più grande paura si confermò. Sì, era lui. Matteo. E questo era il mio “happy ending”.
 
 
Lo so, sono cattiva! Non ditemi che per un micro secondo avete davvero sperato che questa storia potesse avere un buon finale! Pensavo che mi conosceste… ;P
E ovviamente ci sarà il seguito. Cosa pensate? Non sono così meschina! Forse… XD
Ringrazio tutte le persone che hanno seguito questa storia, che hanno recensito, le persone che l’hanno messa tra ricordate o preferite e ringrazio anche le/i lettrici/ori silenziose/i. senza di voi questa FF non sarebbe mai stata conclusa! Vi voglio bene! Spero di sentirvi al seguito, come spero che continuerete a seguire la mia storia! Grazie di tutte. Comunque, ho deciso di postare oggi, perché è un giorno importante per me… oggi compi tredici anni!!! HAPPY BIRTHDAY TO ME!!! XDXDXD spero che recensiate in tante. Vi voglio bene. Alla prossima da,
bacioni da cold_fire
 
P.S. ho deciso di mettere una foto. Non è di un personaggio, è solo una foto che ho trovato e che mi andava di mettere perché… bè, stava bene con questo finale. Se non la vedete avvisatemi in una recensione
 

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