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Autore: ellis134    18/11/2013    0 recensioni
Ti rendi conto di aver detto qualcosa di strano quando inarca le sopracciglia.
"Scusi prof, scusi, cosa mi ha detto? Mi sono distratta"
Lui fa un sorriso che definiresti illegale.
"Sei stata abbagliata dal mio fascino, è naturale"
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Sono le 5,30 del 19 Giugno e stai malissimo.
Sei andata a letto all’una per finire di ripassare quella stronza di seconda guerra mondiale. É il tuo periodo preferito ma in questo momento odi tutto e tutti.
Nemmeno alzarsi alle 5 per andare a correre ha funzionato.

Non che tu ti sia alzata alle 5 volontariamente. Non hai semplicemente dormito. 
Sono le 5,30 e tra tre ore sarai in un corridoio della tua scuola a sostenere la Prima Prova del tuo esame di Maturità. 
Non potrebbe andare peggio.

 

“Clarissa, ti sei ricordata tutto?”
“Sì Pa’.”
“Sei sicura? l’astuccio, il dizionario, l’acqua, qualcosa da mangiare?”
“Sì, Pa’”
“La testa?”
Ti giri a guardarlo e non puoi fare a meno di sorridergli. Te lo diceva sempre, quando uscivate di casa e tu eri soprappensiero. 
“Sì Papi. Non è il massimo ma me la sono ricordata”

Siete arrivati nella via di fianco a scuola e ti stai scaraventando fuori. 
Hai già visto Luca e la Cami nel vostro angolo di cortile, lui impassibile come sempre, lei che per una volta ha abbandonato l’espressione menefreghista per fumare una sigaretta dietro l’altra con nervosismo. 
Li raggiungi e nessuno riesce a parlare. State lì come tre automi, a guardarvi. 
Vi rendete conto di essere arrivati al punto di non ritorno. 
Varcherete quella soglia e sarà la vostra ultima esperienza da liceali, l’ultima insieme...

“Clari? C’è qualcuno che potrebbe interessarti...”
Non ha nemmeno usato una voce fastidiosamente insinuante, cosa che ti fa preoccupare seriamente e insieme alzare la testa per guardarla. 
Dietro la sua spalla, tesa in una linea dritta, vedi lui camminare verso l’ingresso della scuola, una sigaretta tra le labbra e la camicia con l’ultimo bottone aperto. 
Guardi le tue mani e pensi a tutte le volte che le hai usate per slacciare quei bottoni, per togliergli quella camicia e per perderti in lui.
Ti manca.
Non lo ammetterai mai ad alta voce, ma Cami e Luca non lo nominano più tanto spesso, e credi sia perché hanno capito che ci stai male. 
Senti una mano stringerti leggermente il braccio ed è Luca che ti riporta alla realtà.
“Clari, non è questo il momento di perdersi...Ripassiamo un po’.”
Vi mettete a parlare di Pirandello, D’Annunzio e Calvino mentre dentro di te ti ripeti quanto siano fantastici i tuoi amici, finché non compare la vostra professoressa di italiano.

Giovane, riccia ed affascinante, ha lasciato la sua espressione tranquilla per una smorfia tesa che la fa sembrare una maturanda.
“Ragazzi, venite dentro. Siamo pronti.”
Merda, stra merda, ancora merda. É finita. O meglio, è iniziata.

La Cami, nel banco di fronte al tuo, si gira a rileggere i suoi appunti e ti senti per la prima volta sola. Luca, di fianco a te nel corridoio, ha un’espressione tranquilla ma risoluta che associa ai grandi sforzi intellettuali.
Prendi l’ennesimo profondo respiro mentre allinei un’altra volta le penne sul banco. 
Calma, respira, è solo la prima prova. 
I professori fanno avanti e indietro dispensando sorrisi e consigli su come affrontare lo stress. Stanno dando il meglio di loro stessi, noti. 
Ognuno mette da parte le proprie tensioni per spingerci a impegnarci al massimo. 
La prof di italiano è già passata a dirti che non dovresti avere problemi, e ti ha un po’ tranquillizzata. 
Continui a pensare a lui e non dovresti, decisamente no, anche perché non devi farti distrarre.

“Buongiorno Mancini”
Ecco, questo è distrarre. 
“Buongiorno Prof”
Ti volti verso di lui e subito te ne penti, non appena senti la tua temperatura corporea alzarsi a livelli disumani e la tua pelle del viso diventare aragosta. Lo guardi con sguardo implorante, e sai che capisce cosa cerchi di dirgli.

Non ora, non posso farcela. Per favore.
Dopo quella notte ci sono state altre serate, altri baci rubati nei corridoi, altri sguardi di fuoco sulle scale. E qualcuno l’ha notato.
Senti un sapore acido in bocca mentre ricordi le parole della tua professoressa di inglese-che ti odia, e per fortuna è esterna- su quanto il vostro modo di interfacciarsi fosse “inappropriato” e “preoccupante”. 
Vecchia arpia. 
Non c’erano prove e non ci sono stati provvedimenti, per fortuna, ma hai deciso di non vederlo più del necessario, ovvero oltre le due ore scolastiche. Certo, qualche incontro fortuito nella scuola c’è stato...e continui a pensare a lui a intervalli di più o meno 30 secondi. 
Quindi, per tutte queste ragioni, il suo salutarti la mattina della prima prova non è accettabile.

“Scusami, hai ragione, non volevo distrarti. Volevo augurarti..in bocca al lupo. E so che suona come una battuta patetica, ma ti assicuro che il lupo sarò io. Tra pochissimo. Ti lascerò stare giusto il tempo di farti prendere questo voto incredibile e poi sarai mia. Ricordatelo bene...quindi adesso concentrati e scrivi come hai sempre fatto, chiaro?”
Lo guardi e non sai se essere più sconvolta dal fatto che abbia detto delle cose quasi tenere o più nervosa per la sua specie di promessa. 
Come se fosse pronto ad aspettarti. 

“Va bene Prof, adesso ho bisogno di concentrarmi. E avere lei vicino non è il modo migliore, se capisce a cosa mi riferisco..”
Riesci ad imbastire uno sguardo quasi malizioso e lo vedi illuminarsi. 
“Bene, ottimo. In bocca al lupo Mancini, non mi deluda.”
Ha alzato la voce alle ultime parole e noti che la Cami sta scuotendo la testa lievemente, prima di girarsi a lanciarti un’occhiata interrogativa. 

In quel momento la professoressa di italiano esce da un’auletta con un grosso fascicolo in mano e il tuo intestino si annoda come potrebbe fare un marinaio di lunga data, senti i muscoli facciali che si ritirano lasciandoti una smorfia assolutamente tesa e poco umana. Poi tutto succede troppo velocemente, la prof sembra stia correndo verso di te e con un “In bocca al lupo” sussurrato ti lascia cadere il foglio davanti. 

Merda.

Apri il fascicolo, decisa a fare il saggio breve storico. 
Hai già in mente una serie di possibili persone da intervistare..
Leggi la traccia e un brivido gelido ti scende lungo la schiena. É un argomento bello ma assolutamente banale e, soprattutto, su cui avete già fatto la simulazione. 
Pensi rapidamente che rischieresti di ripeterti, ed è una cosa da evitare assolutamente visto che la prof di italiano ti ha corretto anche la simulazione.
Dieci minuti dopo la consegna del fascicolo il tuo cervello è completamente immobilizzato nel terrore più nero.
Poi inizi a sfogliare il fascicolo febbrilmente, fino a rallentare con il sorriso. Eccola, la tua prima prova.
Prendi un respiro profondo e inizi a leggere e prendere appunti.

 

“Clari ma sei matta? Quel Magris lì, l’avevi mai sentito nominare?
Certo che no.
Lo ripeti ad alta voce e ti viene restituito uno sguardo colmo di orrore.
“Dai Cami, non era fondamentale sapere chi fosse, le domande erano su tutt’altro! Penso di averla fatta bene.”
“Tu fai sempre tutto bene, piccola cagnetta inopportuna”
Spalanchi gli occhi e inizi a ridere in modo incontrollato, sentendo finalmente la tensione che svanisce e si disperde nel caldo soffocante di questo Giugno. 
Arriva Luca, perfetto ed etereo come al solito, e vi racconta del perfetto saggio breve a tema artistico che il suo genio ha trasformato in realtà.
In quel momento un messaggio di tuo padre -benedetto uomo che dopo anni ha imparato ad usarli- ti avverte che stai per reimmergerti nella realtà dello studio. 
Per l’indomani dovrai soltanto ripassare un po’ di letteratura inglese, e that’s all. 

Hai appena rimesso il telefono in tasca e noti una figura alta e imponente sulle scale dell’ingresso. 
Ti vede e anche da quella distanza distingui un occhiolino impertinente scoccato nella tua direzione. 
Vedi che sillaba qualcosa con le labbra e cerchi di mettere a fuoco meglio.
“Domani, ti sta dicendo domani. Con espressione da porco o quella la vedo soltanto io?”
Grazie, Luca.
“Clari, diciamo che domani vi fermate da me a studiare per la terza prova, così se lui si fa sentire o dice qualcosa hai già una copertura con i tuoi, ok?”“Cami, se non sapessi che il tuo unico obiettivo è sapere in tempo reale cosa succede ne sarei quasi commossa.”
Vi guardate e come sempre, non c’è bisogno di dire altro.

 

  
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