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Autore: Domithilda    18/11/2013    1 recensioni
[GrayxJuvia]
"Gray non ragionava più lucidamente avrebbe voluto uscire dalla gilda e dare il via alle ricerche urlando per tutta la città quello che era successo voleva correre via, voleva assimilare tutte le gocce della pioggia..della lluvia....della sua Lluvia"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aaaaallora! Cough cough...non è vero. U.U(?) ok scuuusaaateeeeeeeeeeee scusaaateemiiiii!!! >.< per vari problemi sono andata a sforare catastroficamente!!!!!!! Mi dispiace un saaaaaaccoooooo >AAA< davvero!! Scusate!! non l'ho fatto a posta(?) mi dispiaceeeeee ;AA; detto ciò...ti prego Kurapikt non mi uccidereeee :D...

 

 

Non ti lascerò

 

Non poteva crederci. Gli sembrava impossibile. Lei, in qualche modo, in un modo incomprensibile, aveva scelto lui. Uno stupido, idiota, incapace di leggere nei propri pensieri,nei propri sentimenti. Aveva scelto colui che da tempo aveva osservato, bramato. Non il ragazzo dai capelli argentati, dal sorriso sfrontato, ma lui. Il ragazzo dai capelli blu scuro, sicuro di aver capito come girava il mondo, quando quello che aveva capito era meno di zero. Eppure era stato scelto da lei, da quella che aveva ritenuto un'amica per molto, troppo tempo, non rendendosi conto di quanto in realtà contasse per lui.

 

-Bene, e ora direi che te ne puoi benissimo andare...o sbaglio?- grugnì il master al ragazzo seduto per terra, con il naso sporco di sangue.

 

-...-

 

-Sei uno stolto. Pensavi davvero di scamparla? Ebbene ti sbagliavi. Hai fatto una cosa terribile, te ne rendi conto?-

 

-...-

 

Non rispondeva. Non voleva rispondere. Che cosa avrebbe potuto dire? Scusate, ma la amavo? Ho capito di aver sbagliato? Scosse la testa. Un manrovescio lo spinse a terra.

 

-Non ho capito la risposta.-

 

-...so cosa ho fatto...ma non posso pentirmi.-

 

-Sparisci. Non farti più rivedere qui o nei dintorni, spero per te che un giorno potrai redimerti, potrai capire di aver sbagliato e potrai vergognarti di come sei adesso e cercare di cambiare, di non rifare più questi errori. Forse allora potrai rifarti vivo, o forse no.-

 

Si avvicinò Natsu.

 

-...qui tutti ti odiamo e non ti sopportiamo più, sai perché? Perché hai mentito. Non perché sei innamorato di un nostro membro, ma perché sei stato così crudele e vile da non rispettarla; perché l'hai ferita e hai ferito noi. Volevamo fidarci e abbiamo sbagliato, abbiamo provato a farti diventare un nostro compagno ma ci hai traditi, ti abbiamo dato la possibilità di portarla via, credendo che lei avesse scelto te e tu le hai mentito-

 

Lyon alzò gli occhi. Lo guardò, rimase spiazzato; pensava di avere di fronte un'espressione d'odio e subdolo rancore, invece vi trovò solo compassione, tristezza, ma, soprattutto, delusione. Fu quella a turbarlo: delusione. Se fosse stato odio, allora, non l'avrebbe pensata così...l'odio gli avrebbe fatto meno male, anche lui lo provava, era più facile, era più bello, la strada che lo conduceva al medesimo era libera, lineare, non un ostacolo, invitante, così invitante da essere impossibile da ignorare, quasi accecante; lo aveva trascinato via, inoltrandolo in un mondo deformato dalla tristezza, dai tradimenti e dalla vendetta. Fece scivolare gli occhi sulle persone accanto, ognuna aveva dipinta la stessa espressione. Si sentì in trappola, braccato. Cercò quegli stupendi occhi azzurri, ma non li trovò, o, per meglio dire, lì trovò, ma non guardavano nella sua direzione. Erano rivolti a terra, quando si accorsero di essere fissati, si portarono sulla persona accanto: Gray. Che li protesse portando un braccio sulle spalle della proprietaria, un moto d'odio s'impossessò di Lyon. Distolse lo sguardo.

 

-Perfetto. Ho capito che qui non sono il benvenuto.- si alzò dolorante e zoppicò fino alla porta. Gli occhi di un'intera gilda puntati su di lui. Pazzi. Siete solo pazzi. Avete forse disgusto di me? Ah ah ah. Io vi compatisco. Non voi. Stava per imboccare la porta quando una voce lo richiamò, era cristallina, era musica.

 

-Aspetta.-

 

Si voltò: Lluvia. Quegli occhi che poco prima aveva bramato, ora lo ferivano. Trapelavano delusione e tristezza.

 

-io...sono ferita da quello che hai fatto. Prima ho reagito violentemente, ma mi hai davvero delusa. Io contavo su di te, probabilmente ho commesso un'errore imperdonabile: non ho ascoltato il mio cuore. Lui continuava a urlare un solo nome, io ho continuato a ignorarlo, credendo nelle tue parole, lasciandomi trasportare da te, dal tuo sguardo, dal tuo dolce sorriso. Avrei voluto essere almeno una tua amica, nel caso in cui non sarei riuscita a dimenticarlo. Eppure...tu mi hai tradita spudoratamente. Non so come hai fatto a far sparire Gray quella sera ma sappi che io ti ho creduto, che io ci ho provato...ho provato ad amarti, ho provato a conoscerti, eppure tu...-

 

Lyon la fissava, immobile. Quelle parole lo ferivano più di ogni altra cosa.

 

-Lluvia...-

 

-Non osare pronunciare il suo nome. Ne ora ne mai.- grugnì con rabbia Gray, l'altro lo guardò spaesato, poi si riportò sulla ragazza.

 

-...io non ho mentito sui miei sentimenti, mai.-

 

-Non è per questo. Hai mentito su altre cose, forse anche più importanti. E mi hai ferita.-

 

-Questo mi dispiace molto, ma cerca di capirmi! Ero e sono pazzo di te! Però tu avevi occhi solo per lui! Cosa potevo fare se non cercare di portartelo via?-

 

-potevi dirmelo. Io ti avrei ascoltato, non ti avrei riconosciuto come possibile ragazzo però mi sarei impegnata a conoscerti meglio a diventare tua amica. Ora non più, ora non potrai ottenere il mio perdono, ora vivrai con il tuo sbaglio, senza pentirtene. Ti sembra bello? Non pentirtene, intendo. Il rimpianto è doloroso, sai? Forse un giorno capirai di aver sbagliato, forse allora ti potrò perdonare, ora no. Vattene, non tornare, continua per la tua strada.-

 

Lyon non seppe che provare. Rabbia? Tristezza? Si voltò, ma, ancora una volta, venne fermato da una voce, stavolta più roca, maschile.

 

-Torna alla Gilda sapendo che mentre cammini io informerò il tuo Master.-

 

Un passo e fu fuori. In qualche modo aveva perso tutto e niente. Quasi sicuramente non avrebbe più rivisto la sua amata, consapevole che ora lei era felice con quel Gray. Eppure al contempo non era stato privato di nulla. Vederla sbavare dietro a quello non gli faceva per niente piacere, quello che poteva fare lo aveva fatto. La cosa che lo infastidiva di più era di saperla con lui.

Aveva smesso di piovere. Un sole bruciante gli solleticava la pelle, l'unico suono udibile era quello dei suoi passi; le vie erano vuote, i bambini erano nelle loro case, ignari del suo passaggio e di quello che era accaduto. Ironico. Lui aveva preso in giro un sacco di persone, un sacco di maghi, eppure solo in pochi lo sapevano, probabilmente, nessun altro ne sarebbe mai venuto a conoscenza.

Mmh...per tornare alla mia Gilda la strada è lunga. Sarà meglio prendere un passaggio.

Buttò un occhiata in giro. L'unica cosa che vide fu un carro e un uomo ben piazzato pronto a salire.

 

-Scusi! Buon uomo! Posso sapere dove è diretto?-

 

-Alla gilda di Lamia Scale.-

 

-D...davvero?- chiese sgranando gli occhi.

 

-Si. Cerco qualcuno che mi faccia un lavoro ma lo voglio chiedere direttamente, senza annunci-

 

Lyon scoppiò in una risatina liberatoria.

 

-Ma allora capitate a proposito! Io sono un mago di Lamia Scale! Se mi portate alla gilda mi offrirò subito ai suoi servigi! Affare fatto?-

 

-...Va bene. Puoi salire.-

 

Lyon salì agile sul carro. Era stato fortunatissimo, pensò, mentre dondolava sui primi metri di terreno, osservando il paesaggio cambiare lentamente, scomparendo, con la consapevolezza che, insieme al paesaggio, si offuscava anche la sua amata.

 

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Gray era immobile, incredulo. Era davvero tutto finito? Così presto, così facilmente. Troppo facilmente. Guardò la persona accanto a sé. Gli sembrava impossibile. Era forse più bella di quanto se la ricordasse. Però, ora, non sapeva che dire. Era come se tutti i pensieri, i sentimenti che aveva provato fino ad allora fossero scivolati via dalla sua mente. La sua tesa si era svuotata, non riusciva più a mettere in fila due parole sensate. Infine articolò qualcosa.

 

-...s...sc...scusa...- si stupì. Perché aveva detto una cosa così idiota? Non riusciva più a parlare con una ragazza? Si sentì uno stupido. Arrossì involontariamente.

 

-Co...cosa? Io dovrei scusarmi! Sono una scema! Ti ho detto delle cose orribili! Mi dispiace un sacco...- disse muovendo le mani freneticamente.

 

-...ragazzi...sembrate due bambini che hanno rotto il vaso della mamma e ora non sanno come dirglielo.- commentò con tono accorato Mira. Per tutta risposta loro rimasero in silenzio.

 

-Lluvia...ti va di fare una passeggiata?-

 

-...si-

 

-Come? Ve ne andate? Ma ora dobbiamo festegg- Natsu fu interrotto da una gomitata in piena pancia di Lucy che lo fece arretrare di qualche passo.

 

-...andate pure! Noi organizzeremo un bel banchetto così al vostro ritorno festeggiamo per bene il ritorno di Lluvia!-

 

Si mossero contemporaneamente verso il portone e uscirono in religioso silenzio, alcuni maghi li guardarono interrompendo le faccende che stavano svolgendo.

Si trovarono per strada. Il cielo era limpido, i raggi di sole solcavano la loro pelle lasciando una calda sensazione, gli occhi bruciavano. I passi rimbombavano nella via desolata, la stessa percorsa da Lyon, dopo qualche minuto di camminata si ritrovarono davanti al piccolo parco, in cui per Gray si era consumata la tragedia più grande.

 

-Entriamo?-

 

-Volentieri...-

 

Si ritrovarono nel prato. L'erba aveva ancore le tracce delle gocce d'acqua, delicate e fredde come rugiada di mattina.

 

-...andiamo sulla panchina?-

 

Lluvia per risposta, annuì lievemente e si diressero alla panca. Stettero in silenzio per altri minuti, poi Gray parlò.

 

-Sai? Non mi riconosco. Non sono più il ragazzo rozzo di una volta...prima non avrei esitato a parlarti, prima ero più sfrontato, idiota, incosciente, privo di intelligenza...sei stata tu a cambiarmi, non so se in peggio, ma di sicuro sono diverso, mi sento meglio e a guardare il passato non mi riconosco...grazie infinite.-

 

Guardava i piedi, non aveva la forza né il coraggio per voltare lo sguardo e piantare i suoi occhi in quelli di lei. Pian piano tutto svanì intorno a lui, il prato e gli alberi vennero mangiati da un bianco slavato, puntellato di verde, rosa, giallo, rimaneva limpida solo la panchina e loro due. Lui sentiva gli occhi di lei puntati addosso.

 

-...Gray...-

 

Si si sforzò di guardarla, quello che vide lo ripagò completamente, i loro visi erano distanziati da qualche millimetro, fu colto dalla voglia di colmare quella distanza, il mondo prese a vorticargli intorno, riusciva a stento a respirare, perso a contemplarla.

 

-...Si...?-

 

-Ti amo.-

 

Quelle parole lo risvegliarono da un lungo sonno, sgranò gli occhi, incredulo, l'universo si era fermato, insieme al suo respiro, il mondo era tornato immobile. I fruscii si sovrapponevano in un rumore assordante. Gli sembrò di morire, le aveva aspettate, bramate, sentirsele dire fu una liberazione. Poi successe una cosa ancora più sconvolgente, forse ancora più bella. Anche quella, nel profondo, l'aveva aspettata, perché a colmare la distanza che c'era tra i due fu il movimento calmo ma deciso di lei. Si avvicinò piano alle labbra di lui, dischiuse leggermente dallo stupore e, semplicemente, le fece combaciare. Gray sgranò gli occhi, poi sentì una nuova forza, una dolcezza mai provata, avvolgergli pacatamente lo stomaco, fu come cadere addormentato eppure restare cosciente, incantato dall'incantesimo più potente mai esistito. Le sue braccia si mossero da sole, si avvinghiarono affettuosamente attorno al corpo di lei, proteggendola. Solo allora capì: Lluvia non era una semplice ragazza, era la ragazza che lo avrebbe accompagnato per il resto della sua vita, in tutti i suoi viaggi, in tutte le sue avventure. Non l'avrebbe mai abbandonata, forse agli occhi di altri potevano sembrare una normale coppia, ma non lo erano, loro erano di più, loro erano qualcosa di indescrivibile, qualcosa di unico. E forse parte del merito la dovevano attribuire a Lyon, dopotutto grazie a lui e solo lui, erano diventati quello che erano.

Gray si staccò da quel contatto estasiante, rimanendo abbracciato.

 

-Non ti lascerò mai più, mai. Ti amo da impazzire.-

 

-Anche io.-

 

chiusero gli occhi e rimasero immobili, abbracciati, finalmente uniti.



Bene...spero vi sia piaciutooo!!! *A* e...scusate ancora...*inchino* e per la cronaca...questo era il penultimo capitolo ^^' ci vdiamo nell'epilogo ;)

  
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