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Autore: crazy640    28/04/2008    43 recensioni
NON AUTORIZZO LA PUBBLICAZIONE DELLA MIA STORIA SU ALTRI SITI: WATTPAD, ARCHIVE OF OUR OWN, E SIMILI.
"L'intero ammontare del tuo debito,soltanto nei miei confronti,ammonta a settecentomila galeoni..."Quanto vale tua moglie?-gli domandò Draco.-Hermione non ha prezzo-rispose subito Ron.
Malfoy ghignò.
-Tutti hanno un prezzo,Weasley...Il tuo è settecentomila galeoni-gli disse.
N.d.A. Salve! So che nei capitoli della Fan Fiction sono presenti diversi errori di battitura ed'ortografia... Prometto che appena la vita vera sarà meno frenetica correggerò ognuno dei capitoli. Nel frattempo vi porgo le mie scuse!
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ron Weasley, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
Capitoli:
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Anche quella notte non era tornato a casa.

Ormai accadeva quattro giorni alla settimana...

Era sempre in giro per bische,circoli e centinaia di altri posti dove era sicuro di poter giocare a credito.

Hermione,ancora sotto le coperte,si voltò nel letto dalla parte vuota dove avrebbe dovuto esserci Ron,e capì subito che l'uomo non era proprio tornato a casa:le coperte non erano state toccate e il cuscino era gelato.

Era in quei momenti che sentiva di odiarlo...E di odiare sè stessa.

Come era arrivata fino a quel punto?

Perchè gli aveva permesso di oltrepassare tutti quei limiti senza riuscire mai ad imporsi e a mettere un freno?

Quando erano ragazzi lui l'ascoltava,le dava retta,ma adesso era già tanto se riuscivano a fare una discussione civile senza alzare la voce.

Maledetto gioco!

Quello non era piu' suo marito,non era piu' la persona che aveva conosciuto sull'Espresso per Hogwarts ormai quindici anni fa...Era diventato un'altro,concentrato soltanto sui soldi e sulle carte.

Quando si erano sposati,cinque anni prima,era stato il coronamento di un sogno:dopo tutti quei tira e molla,quei tentennamenti e le litigate,adesso potevano stare insieme...Per sempre.

Lui era il solito ragazzo che conosceva da sempre e di cui si era innamorata,quello che era capace di aprire le porte del paradiso soltanto per lei e di farla arrabbiare con una semplice frase.

I primi mesi di matrimonio erano stati i piu' difficili e anche i piu' strani;non erano abituati ad essere soltanto loro due,senza la presenza rassicurante e pacificatrice di Harry fra di loro,ma con il tempo erano riusciti a trovare il giusto equilibrio fra i loro difetti:Ron aveva capito quando doveva restare in silenzio per evitare una lite e lei aveva imparato a contare fino a dieci prima di controbattere ad ogni sua affermazione polemica o sarcastica.

Nel giro di pochi mesi avevano traslocato dalla Tana,doveva avevano vissuto fin da quando si erano sposati,in un piccolo appartamento in affitto di Fulham,sopra un ristorante indiano.

Era la metà della Tana,con un soggiorno che fungeva anche da cucina con i tubi dell'acqua ben visibili sul muro,una camera da letto ed uno sgabuzzino,che con un pò di fantasia poteva essere usato anche come camera per un futuro bambino...

-Ma ti prometto che quando arriverà il nostro primo figlio,vivremo in una casa tre volte piu' grande di questa,e della puzza del cibo indiano resterà ci soltanto il ricordo-le aveva detto Ron,fiducioso.

E lei gli aveva creduto...

Tutti e due avevano trovato lavoro presso il Ministero:Ron aveva preso il posto di suo padre,che vista l'età e tutto quello che aveva dovuto affrontare a causa di Voldemort aveva deciso di godersi una sana e tranquilla vecchiaia con Molly e con i suoi nipotini;ed Hermione aveva superato il corso di Auror ed era stata assunta insieme ad Harry nelle nuove leve.

Il primo anno era passato senza problemi e senza particolari scossoni:erano una felice coppia di sposini.

Era stato a metà del secondo anno di matrimonio che Ron aveva iniziato a giocare a carte.

Le prime volte era stato per svagarsi con i suoi colleghi d'ufficio,oppure durante le pause pranzo con altri funzionari del Ministero,che Hermione neanche conosceva.

-Mi spieghi che ci trovi di tanto interessante?-aveva provato a chiedergli una volta.

Lui aveva alzato le spalle e le aveva sorriso.

-E' soltanto un modo per scaricare la tensione del lavoro...Preferiresti che passassi le ore al pub,come fanno Seamus e altri colleghi?-le aveva domandato.

E lei non aveva saputo negargli quel passatempo innocente...Se avesse saputo a cosa avrebbe portato gli avrebbe imposto di smetterla già allora.

Ma era stata cieca,oppure non aveva saputo riconoscere i sintomi e aveva lasciato che Ron continuasse le sue partite a carte con gli amici.

Con il passare dei mesi,l'uomo aveva preso l'abitudine di passare sempre piu' tempo in ufficio, arrivando alcune sere a rincasare a notte fonda,quando lei era già addormentata.

Quando lo sentiva rientrare,Hermione si voltava nelle coperte e con gli occhi ancora pieni di sonno incontrava lo sguardo di Ron,scoprendolo colpevole anche nel buio.

-Scusami...C'è stata un'urgenza-le diceva sempre.

Era possibile che ci fosse un'urgenza ogni giorno?

Ogni volta che provava ad affrontare l'argomento,Ron le diceva che si preoccupava eccessivamente e che lui giocava a poker soltanto per rilassarsi e stare con gli amici.

-Amore devi fidarti di me-le diceva sempre.

Doveva fidarsi...

Anche il secondo anno di matrimonio era passato,portandosi via quella patina dorata che avvolge tutti i matrimoni e iniziando a mostrare i primi veri problemi fra le coppie.

All'inizio del terzo anno,Hermione scoprì di essere incinta:la promessa che Ron le aveva fatto quasi un'anno e mezzo prima,di cambiare presto appartamento si stava rivelando vana.

Ron si era mostrato felice della notizia,non smetteva di abbracciarla e baciarla,accarezzandole il ventre ancora piatto.

-Diventeremo genitori-non smetteva di ripetere euforico.

Hermione,il cui piu' grande timore era che lui non fosse contento di quella gravidanza,si era sentita sollevata per il momento dai suoi dubbi.

Come poteva nasconderle qualcosa?Lei lo conosceva meglio di sè stessa.

Eppure aveva dovuto ricredersi...

Una sera,durante il quarto mese di gravidanza,Ron tornò a casa con il viso gonfio ed un labbro sanguinante.

-Che accidenti ti è successo?-gli aveva domandato mentre lo medicava.

-Niente,soltanto un'incidente con un'oggetto babbano-mentì lui.

Hermione si era fermata con la mano che stringeva il cotone imbevuto d'acqua ossigenata a mezz'aria e l'aveva guardato con aria carica di rimprovero.

-Non offendere la mia intelligenza-gli aveva detto.

Ron l'aveva guardata qualche istante,e poi le aveva confessato tutto.

A ridurlo in quello stato era stato un suo creditore:doveva dei soldi ad un'uomo da quasi sei mesi e questo stanco di aspettare aveva deciso di dargli una lezione.

-Perchè non me lo hai detto prima?-gli aveva chiesto lei,arrabbiata.

-Ti prego calmati,fa male al bambino-le aveva detto Ron.

-Perchè non me lo hai detto?-aveva ripetuto Hermione.

-Perchè mi vergognavo!Dovrei essere io quello che pensa a te,quello che ti protegge,ed invece guarda in che stato sono...-

Hermione lo aveva guardato senza dire nulla,riflettendo.

-Quanti soldi hai perso?-gli aveva domandato.

Ron si era alzato e aveva fatto un giro per la stanza,le mani fra i capelli.

-Tanti...Sui centomila galeoni-le aveva detto.

-Come hai fatto a perdere tutti questi soldi?-gli aveva chiesto scioccata.

-Li ho persi,va bene?A che serve adesso spiegare?

Metti in funzione quel cervello e dammi una mano!-aveva domandato lui alzando la voce.

Hermione lo aveva fulminato con lo sguardo:era quello il padre del suo bambino?

L'uomo di cui si era innamorata?

No,non era lui...Non poteva essere lui.

-Fai bene a vergognarti-gli aveva detto arrabbiata.

Ron l'aveva guardato sorpreso per quelle parole.

Lei si era alzata e aveva posato il cotone e l'acqua ossigenata sul tavolo.

-Io adesso me ne vado a letto...Però una cosa voglio dirtela:cerca di risolvere questa situazione al piu' presto.

Stiamo per avere un figlio,Ron,e tutto questo malumore e questa tensione non fanno bene ne a me,ne al bambino-gli aveva detto.

Poi senza aggiungere altro,se ne era andata al letto dove aveva pianto a lungo per quel matrimonio che non era quel sogno che si era immaginata da ragazza.

Quella notte Ron aveva dormito sul divano ed il giorno dopo aveva pagato il debito.

Hermione non aveva mai chiesto notizie,ma era sicura che ci fosse lo zampino di Harry in quel miracolo.

Per un pò il demone del gioco aveva lasciato in pace Ron,e le cose fra loro erano tornate quelle di un tempo.

Avevano scoperto di aspettare una femmina e avevano anche già scelto il nome:Prudence, direttamente da una canzone dei Beatles,che Hermione ascoltava quasi ogni giorno durante la gravidanza.

Ma proprio durante il finire della gravidanza,le cose avevano ricominciato ad andare male,e il giorno che Prudence era nata,Ron non era con lei.

Si era presentato il giorno dopo al San Mungo con un enorme mazzo di fiori ed un sorriso penitente sul volto, sperando che quello bastasse per essere perdonato.

-Fammi indovinare...Un'altra urgenza al lavoro-gli aveva detto lei gelida.

-Scusami amore mio...-aveva risposto Ron.

-Piu' urgente della nascita di tua figlia?-aveva domandato lei.

E lui aveva capito che era meglio tacere.

Il quarto anno,iniziato con la nascita di Prudence,mostrava delle crepe sempre piu' evidenti...

Crepe che si esprimevano in lunghi silenzi,prolungate assenze di Ron a cui non veniva data neanche una spiegazione e furiose litigate che scoppiavano all'improvviso terrorizzando la bambina e sfinendo entrambi.

Cosa era rimasto di quel grande amore che li aveva uniti?

Dove era finito quel filo che sembrava indistruttibile e che li aveva uniti nella Battaglia contro Voldemort?

-Forse abbiamo passato troppe cose brutte insieme per poter essere felici-si confidava Hermione con Ginny.

-Allora dovrebbe essere lo stesso per me ed Harry...Come mai soltanto quell'idiota di mio fratello sta sclerando in questo modo?-le faceva notare la cognata.

Hermione non aveva una risposta a quella domanda,non sapeva neanche se voleva piu' una risposta.

Voleva soltanto vivere tranquilla con sua figlia.

Prudence era il suo ritratto:aveva i suoi capelli ricci castani e la sua bocca,ma aveva preso gli occhi di Ron.

Per quando riusciva a capire,per fortuna,aveva ripreso anche il suo carattere...Non avrebbe sopportato di dover combattere per tutta la vita con la copia al femminile di Ron.

Il rapporto fra Ron e la bambina era quasi inesistente:l'uomo era quasi sempre fuori casa e quando c'era Prudence dormiva.

-Sapresti dirmi il colore degli occhi di tua figlia?-gli aveva domandato una volta Hermione in tono provocatorio durante uno dei loro litigi.

Ron l'aveva fulminata con lo sguardo.

-Sono marroni,come i tuoi-aveva detto,sicuro.

Un colpo di pistola avrebbe fatto meno male...

-Sono verdi,come quelli di suo padre-aveva detto Hermione gelida.

Ron l'aveva guardata spaesato per qualche istante,senza sapere come controbbattere a quella frase,e quando aprì la bocca per farlo,Hermione parlò di nuovo.

-Ma che ci fai ancora qui?Cosa ti lega ancora a noi?-gli domandò seria,senza nessuna animosità.

Che matrimonio era il loro?

Erano ancora innamorati?

Lei era sicura che il suo amore per Ron si era spento il giorno in cui era dovuta andare in ospedale da sola per partorire,ma non poteva dire cosa provasse suo marito per lei.

Aveva un'amante?Magari non un'amante in carne e ossa...

Le carte erano le sue amanti...Erano loro che Ron amava veramente,piu' della sua stessa famiglia.

L'ultimo anno di matrimonio lo avevano passato quasi come due estranei.

Il rapporto fra loro era basato sullo scambio di informazioni sulla salute di Prudence e sulle furiose litigate che davano ad entrambi una parvenza di normalità,di unione.

Che faceva credere a tutti e due che ci fosse ancora qualcosa da salvare...

Negli ultimi mesi,Hermione era stata piu' volte avvicinata dai creditori di Ron che,non riuscendo a trovare l'uomo,le andavano incontro quando tornava a casa con la bambina per far avere un messaggio al marito.

Dopo il primo iniziale spavento,arrivava la rabbia verso quegli esseri abietti che sembravano disposti a tutto per i loro soldi e verso Ron,che metteva così a rischio la sua vita e quella di sua figlia.

-Dì ai tuoi amici di non avvicinarsi piu' a noi!-gli ordinò una volta Hermione.

Non aveva idea di quanto ammontasse il debito di Ron,ma sapeva con certezza che quasi tutta la famiglia Weasley aveva prestato soldi all'uomo per aiutarlo a venir fuori dai guai:erano mesi che non vedeva lo stipendio dell'uomo,forse perso al gioco o usato per pagare i creditori e per riuscire a tirare avanti doveva contare soltanto sulle sue forze.

Piu' volte la famiglia le aveva offerto aiuto,ma il suo orgoglio smisurato le impediva di accettarlo;preferiva rinunciare a quasi tutto piuttosto che dover dipendere da qualcuno.

L'unica gioia della sua vita era sua figlia:Prudence cresceva bella e felice,incosapevole di tutti i problemi che sembravano affliggere i suoi genitori.

Ormai aveva un anno e mezzo ed era una bambina solare ed estroversa,capace di far amicizia con tutti,anche con i bambini piu' scontrosi del parco.

Era il ritratto di Hermione:piccoli boccoli le incorniciavano il volto,dandole un aria quasi angelica,aiutata anche dai dolcissimi occhi verde acqua che lasciavano senza fiato tutti quelli che la guardavano.

-Questa bambina ha ripreso tutto il meglio dei suoi genitori-diceva sempre nonna Weasley.

Aveva però un carattere già ben definito:sapeva cosa le piaceva e cosa no,e soprattutto come fare per ottenere sempre quello che voleva.

Era a Prudence che Hermione si aggrappa per non guardare lo sfracelo che era diventato il suo matrimonio.

Erano mesi che ormai lei e Ron non si parlavano se non per le cose veramente importanti ed inevitabili:non gli chiedeva piu' che cosa stava combinando della sua vita,anche se sapeva benissimo che continuava a giocare e che i suoi debiti non accennavano a diminuire,ma erano al contrario erano aumentati.

Aveva deciso di tirarsi fuori.

Forse non era quello che una buona moglie avrebbe fatto,ma che senso aveva perseverare?Se Ron non aveva voluto il suo aiuto allora quando potevano ancora salvare il loro matrimonio e tutto il resto,perchè avrebbe volerlo adesso?

Quando si guardava allo specchio Hermione vedeva una vigliacca:una insulsa vigliacca che non aveva il coraggio di mettere la parola fine a quel matrimonio che ormai era diventato una farsa e che stava rovinando anche i ricordi felici dei primi anni.

Erano ancora amici?

No,forse neanche piu' quello...Come si fa a restare amico di una persona che ti tradisce in modo così ignobile?

Ancora dentro il letto,Hermione si poneva tutte quelle domande,quando vide la porta della camera da letto aprirsi lentamente.

Si puntellò con i gomiti sul materasso e sorrise vedendo entrare sua figlia.

-'Giorno-disse la bambina prima di correre verso il lettone.

Hermione l'accolse a braccia aperte e la fece entrare sotto le coperte.

-Buongiorno Prue...E' da tanto che sei sveglia?-le domandò.

La bambina,con la testa sul cuscino,scosse la testa.

Hermione sorrise ancora e coprì completamente la bambina con le coperte;subito nella stanza risuonarono le risate divertite di Prudence,che la misero di buonumore,dandole la carica di affrontare una nuova giornata piena di incongnite.

Scoprì la testa della bambina e le allontanò alcuni boccoli color nocciola dal viso,incontrando i suoi occhi.

-Papà?-domandò la bambina.

Le faceva quella domanda tutte le sere,quando non lo trovava prima di addormentarsi,e le ripeteva la stessa frase quando si alzava la mattina,non trovandolo ancora.

E ogni giorno,Hermione le diceva la stessa frase,sperando che lei le credesse.

-E' dovuto correre al lavoro...Però ti manda un mare di baci-le disse.

La bambina la guardò seria per qualche istante,poi annuì.

-Hai fame?Vuoi fare colazione?-le domandò Hermione cercando di allontanare i cattivi pensieri dalla mente.

Prudence annuì di nuovo.

-Tanta fame!-le disse.

Hermione scostò il piumone e poggiò i piedi per terra,si voltò verso la figlia per parlare di nuovo,ma fu bloccata dal suono del campanello.

Si voltò verso la porta che collegava la camera da letto al soggiorno e quindi alla porta di casa,stupita da quell'improvviso suono.

Guardò la radio sveglia sul comodino:erano appena le otto di mattina.

Chi poteva essere a quell'ora?

Probabilmente Ron si era dimenticato di nuovo le chiavi,pensò infilando le pantofole ai piedi e prendendo la vestaglia dalla testiera di ferro del letto.

-Tu resta pure sotto le coperte,tesoro-disse rivolta alla bambina.

Sentì di nuovo suonare il campanello,e infilandosi la vestaglia leggera si avviò verso la porta.

-Perchè non impari a portati le chiavi di casa?-disse alla porta ancora chiusa.

Quando abbassò la maniglia con decisione e aprì la porta,si bloccò all'istante vedendo chi era davanti a lei.

-Malfoy-disse non riuscendo a nascondere il tono sorpreso.

Draco Malfoy riusciva ad essere elegante anche alle otto di mattina,anche indossando un semplice paio di jeans blu marine ed una camicia bianca perfettamente stirata,sotto un giubotto di pelle nera.

Hermione sentì su di sè lo sguardo dell'uomo compiere un'attento esame,esaminarla dalla testa ai piedi e poi farle uno dei suoi ghigni piu' seducenti.

-Che...Che ci fai qui?-gli domandò lei sorpresa.

Era stupita che conoscesse il suo indirizzo,figurarsi trovarselo davanti alla porta di casa.

-Posso entrare?-le domandò.

-Vuoi entrare?-domandò lei ancora piu' allibita.

Forse stava ancora dormendo e non se ne era accorta.

-Granger ti facevo piu' intelligente...La smetti di ripetere tutto quello che dico?-le disse Draco.

-Veramente non credo sia una buona idea farti entrare:Ron non è in casa e...-cominciò lei ritrovando il suo solito cipiglio.

-E non tornerà-la interruppe lui.

Hermione si bloccò a quelle parole:era successo qualcosa a Ron?Era colpa di Malfoy?

Ma se fosse stato così non sarebbe certo venuto a dirglielo di persona...

-Che vuoi dire?-gli domandò leggermente preoccupata.

Draco espirò leggermente e la guardò serio.

-Sono venuto a parlarti di una cosa importante...molto seria-aggiunse.

Hermione lo ascoltò in silenzio,senza perdere un movimento delle sue labbra.

-Credo sia meglio discuterne in privato,magari nel tuo appartamento...Ma se tu vuoi posso dirtelo anche qui,rendendo partecipi anche i tuoi vicini impiccioni-le disse sarcastico.

Hermione lo fulminò con lo sguardo,ma si fece da parte lo stesso per farlo entrare:in fin dei conti aveva ragione lui.

Draco fece i pochi passi che lo dividevano dall'ingresso al salotto e si guardò intorno,non riuscendo a nascondere il suo disgusto per l'ambiente in cui si trovava.

-Togliti quell'aria schifata dalla faccia-lo rimbrottò subito lei.

Draco si voltò a guardarla:era ancora accanto alla porta,con le spalle appoggiate al muro,quasi avesse bisogno di una protezione dagli attacchi dell'uomo.

-Non te l'ho chiesto io di venire qui-aggiunse Hermione.

Draco ghignò di nuovo e fece un cenno con la testa,quasi confermando le sue parole.

-Sei sola?-le domandò.

-C'è mia figlia di là-disse.

Perchè aveva fatto entrare Malfoy in casa?Non le avevano insegnato niente anni di angherie e di soprusi?

Draco si voltò verso la camera da letto,la cui porta era leggermente accostata ed annuì di nuovo.

-Perchè sei venuto qui,Malfoy?-gli domandò Hermione con voce calma e seria.

L'uomo tornò a voltarsi verso di lei e la guardò qualche istante senza dire nulla,poi tirò fuori dalla tasca della giacca un foglio di pergamena arrotolato.

Hermione lo osservò mentre si avvicinava con il braccio teso e glielo porgeva.

-Che roba è?-disse lei prendendolo.

-Leggilo-le disse lui,serio.

Hermione dispiegò la pergamena:aveva la data del giorno prima e riconobbe all'istante la scrittura di Ron.

I suoi occhi andarono subito alla prima riga,con il cuore che cominciava a battere all'impazzata.

 

"Io sottoscritto Ronald Bilius Weasley,in data odierna 25 Maggio 2003,alla presenza di Seamus Finnigan e Blaise Zabini come testimoni,onoro il mio debito di gioco nei confronti di Draco Lucius Malfoy"

Hermione rialzò gli occhi dalla pergamena e incontrò lo sguardo di Draco,che per tutto il tempo era stato fisso sul suo volto.

-Che significa?-domandò di nuovo.

-Il motivo per cui sono qui stamani.

Ho pensato che non mi avresti mai creduto sulla parola...Così ti ho portato una prova-le spiegò l'uomo.

Hermione lo guardò senza capire.

-Una prova di cosa?Che anche tu eri uno dei creditori di Ron?-gli domandò lei,cercando un senso di razionalità in quel discorso.

-Continua a leggere-le disse Draco.

Hermione lo guardò qualche istante e poi tornò a posare gli occhi sulla pergamena.

"Accetto di annullare il mio matrimonio con Hermione Jean Granger seduta stante e di cedere la sudetta e mia figlia,Prudence Lucy Weasley,a Draco Lucius Malfoy.

In cambio questi annullerà il mio debito nei suoi confronti e si impegna a pagare l'intera somma dei miei debiti presso gli altri creditori."

Le parole iniziarono a ballarle davanti agli occhi,ed Hermione dovette fermarsi per qualche istante.

Come aveva potuto fare una cosa simile?

Che razza di uomo si vende la moglie e la figlia per un debito di gioco?si domandò sentendo montare la rabbia dentro di sè.

Sentiva su di sè gli occhi di Malfoy,ma non voleva dargli ancora nessuna soddisfazione:non era ancora il momento di esternare la sua rabbia.

Prima doveva sapere se c'era dell'altro...Doveva sapere fino a che punto si era spinto Ron.

Riabbassò gli occhi sulla pergamena e riprese a leggere.

"Inoltre mi impegno a non avere piu' contatti con le sudette,siano questi cartacei,di persona o telefonici,pena l'annullamento dell'accordo con Mr Malfoy.

Da questo momento e con questo documento rinuncio a tutti i miei diritti su mia moglie e mia figlia.

In fede

Ronald Bilius Weasley"

Alzò gli occhi su Malfoy e riversò la sua rabbia sull'unico presente nella stanza:il suo "compratore".

-Che significa?-si trovò a chiedere anche se aveva capito benissimo tutto quello che era scritto sulla pergamena.

Draco la guardò qualche istante,incontrando i suoi occhi furiosi e feriti,poi finalmente parlò.

-Ron ha contratto un debito con me...-iniziò.

-Di quanto?-gli domandò lei,interrompendolo.

-Non ha importanza...-ribattè l'uomo.

-E' importante invece,visto che è arrivato a vendersi sua moglie e sua figlia!-controbattè Hermione con voce ferita.

-Vuoi sentire il resto della storia oppure vuoi restare qui a commiserarti?-le domandò Draco rude.

-Scusa la mia rabbia,ma mi hanno appena venduto come una mucca indiana-gli fece lei.

Draco espirò,cercando di calmarsi e per alcuni istanti si guardarono negli occhi senza dire nulla.

-Ok,va avanti-disse poi Hermione,quando credette di poter reggere alla notizia.

Draco annuì.

-Come stavo dicendo,Ron ha contratto un debito con me e non avendo i soldi per pagarlo,prima mi ha offerto quella topaia dove abitano da sempre i Weasley...-riprese Draco.

-La Tana?-disse Hermione sorpresa.

Aveva giurato che non avrebbe mai fatto una cosa simile...

Era arrivato a giocarsi la casa di famiglia?

-Sì,mi sembra si chiami così...Comunque,quel posto non valeva neanche la metà della metà del suo debito,così gli ho offerto quello scambio-le disse ancora Draco.

Hermione alzò di nuovo lo sguardo su di lui,sorpresa da quelle parole:era stato lui a fare quella proposta a Ron?

Era stato Draco a chiedere di annullare il debito se avesse avuto lei e la bambina in cambio...

Perchè lo aveva fatto?

-Hai fatto tu l'offerta?Credevo fosse stato Ron-disse la donna.

Draco alzò le spalle.

-Sorpresa!-le disse leggermente sarcastico.

-Perchè?Perchè non ti sei fatto dare i soldi?-gli domandò ancora Hermione,senza capire.

-Non importa perchè... Non l'ho spiegato a tuo marito e non lo spiegherò neanche a te-le disse con voce sicura.

-Ma...-cominciò Hermione.

-Nessun ma!Vuoi lasciarmi finire senza interrompere?-le domandò poi,cambiando argomento.

Hermione lo guardò improvvisamente triste.

-Cosa c'è ancora da dire?Se sei qui,vuol dire che Ron ha accettato...E il documento che hai portato come prova lo dimostra-disse alzado la mano che ancora teneva la pergamena.

Draco la seguì con lo sguardo mentre si avvicinava al vecchio divano dalla tappezzeria leggermente consunta e ci si lasciava cadere sopra,quasi senza forze,e gettava ai suoi pedi il foglio.

L'uomo fece alcuni passi nella stanza e andò a sedersi sul bracciolo del divano proprio di fronte a lei,di modo che la donna potesse guardarlo in faccia mentre le parlava.

-Ok ha accettato,ma questo non vuol dire che sia la fine del mondo per te-cominciò Malfoy.

Hermione lo guardò,colpita da quelle parole.

Draco si produsse in uno dei suoi ghigni migliori e scosse la testa.

-Avanti,adesso non venirmi a dire che questa è la vita che hai sempre desiderato da bambina...-le disse.

-Tu che ne sai di quello che volevo io?-gli domandò ritrovando il ciglio battagliero.

-Sicuramente non ti saresti mai immaginata in un'appartamento che puzza come una friggitoria!-ribatte ancora Draco,sicuro.

Questa volta Hermione dovette dar ragione a Malfoy:non aveva mai pensato di abitare in un'appartamento così piccolo,così puzzolente e con le pareti talmente sottili da sentire tutte le litigate dei vicini di casa...Probabilmente anche loro erano a conoscenza di tutti i problemi di casa grazie a quelle pareti a sfoglia.

-E scommetto che non avevi mai immaginato che il tuo matrimonio con Weasel fosse così terribile-aggiunse Draco.

-Ehi!I primi anni siamo stati felici...-gli disse cercando di proteggere quei pochi ricordi lieti che ancora le rimanevano.

Draco alzò le mani,come in un gesto di resa e scosse la testa.

-Come vuoi...-

Hermione lo guardò e un pensiero le attraversò la mente.

-Sicuramente non passerò da un giocatore all'altro-gli disse seria.

Malfoy corrugò per un' istante le sopracciglia,cercando di capire il senso di quelle parole,poi tornò a distendere la fronte e ghignò di nuovo.

-Con me puoi stare tranquilla:a differenza di tuo marito non ho bisogno di giocare per diventare ricco...Lo sono già di mio.

E' soltanto un passatempo che non mi occupa piu' di una volta al mese-le disse.

-E' quello che diceva anche Ron...-ricordò lei.

Draco la fissò finchè lei non incontrò i suoi occhi:quelle iridi argentee che non lasciavano trasparire nessuna emozione e che sembravano imperturbabili.

-Io non sono Ron-le disse serio.

No,non lo era...

Per alcuni istanti tornò il silenzio nella stanza,mentre la donna rifletteva sulle ultime parole di Draco e quest'ultimo la scrutava cercando di capire cosa sarebbe accaduto di lì a poco.

-Ascolta Granger...-disse ad un certo punto l'uomo.

Hermione tornò ad alzare lo sguardo ed incontrò di nuovo i suoi occhi.

-Cosa ti lega a questo posto?

Soltanto brutti ricordi,quindi che cosa ti impedisce di mollare tutto e di venire con me?

La mia casa è talmente grande che potrebbero passare giorni prima che ci incontriamo e non dovrai preoccuparti per tua figlia perchè sarà con te-le disse serio,cercando di convincerla.

Hermione ascoltò in silenzio le sue parole,poi un dubbio le attraversò la mente.

-Perchè mi vuoi con te?-gli domandò.

-Ti ho già detto che non rispondo a questa domanda-ribattè lui,subito sulla difensiva.

Hermione scosse la testa e si sistemò meglio sullo scomodo divano.

-No,voglio dire,perchè vuoi che venga a vivere da te.

Che cosa farei?Sarei la tua schiava?La tua cameriera?-domandò cercando di spiegare meglio il suo dubbio.

Draco alle sue domande ghignò di nuovo,ma questa volta piu' maliziosamente.

-Potrebbe essere un'idea...Ti ci vedo bene in un corto grembiulino nero-le disse provocandola.

Hermione si accese subito per la rabbia e l'imbarazzo,ma prima che potesse ribattere qualsiasi cosa,Draco parlò di nuovo.

-Ma avevo pensato ad un'altra cosa,a dire la verità-le disse.

-Ah,davvero?E sarebbe?-domandò lei ancora leggermente offesa.

Draco fece per parlare,ma questa volta fu lui ad essere interrotto.

-Mamma!-

La porta della camera da letto si era aperta senza far rumore,e Prudence era entrata nel salotto.

Hermione si voltò al suono della voce e sorrise,come faceva sempre.

-Amore...-disse aprendo le braccia verso la bambina.

La piccola corse con le sue piccole esili gambe verso la mamma e si rifiugiò fra le sue braccia,facendosi tirare sul divano accanto alla donna.

Draco guardò la bambina,quando questa fu poco distante da lui e si stupì per la incredibile somiglianza che c'era fra lei e la madre:erano identiche.

-Ciao-disse la bambina,guardandolo.

Draco alzò una mano e le fece un saluto.

-Tesoro,questo è un' amico della mamma...Si chiama Draco-disse Hermione rivolta alla figlia.

Le era sembrato persino strano pronunciare la parola "amico"...

Poi alzò lo sguardo su Draco,che a sua volta guardava la bambina.

-Lei invece è Prudence-disse facendo le presentazioni.

Draco rialzò gli occhi sulla donna e per alcuni istanti si guardarono senza dire nulla.

Poi,come in un flash,Hermione si ricordò della conversazione che aveva avuto con la bambina prima dell'arrivo di Malfoy...Una vita fa.

Con la bambina in braccio si alzò in piedi e si diresse verso la piccola cucina;poi fece sedere la bambina sul piccolo bancone da cucina e si voltò verso il frigorifero da cui tirò fuori un biberon pieno di latte.

Voltandosi verso il microonde,vide che anche Draco si era alzato e stava venendo verso di loro.

Dopo pochi istanti il microonde fece il suo suono caratteristico ed Hermione potè dare il biberon tiepido alla bambina.

-Qual'era l'idea?-domandò poi rivolta a Draco.

L'uomo la guardò incerto.

-L'idea che avevi avuto su di me-gli domandò ancora.

Draco annuì piu' volte e poi parlò.

-Come tu sai,io sono un diplomatico...-le disse per iniziare.

Hermione annuì,poi si voltò verso la credenza e prese una scatola di biscotti che mise sul bancone accanto alla bambina.

-Ho a che fare con politici,ambasciatori,alle volte anche con reali di altri paesi...-continuò Draco.

Hermione aprì la confezione e porse un biscotto alla bambina,che lo strinse fra le piccole dita,continuando a bere dal biberon.

-Vuoi un biscotto?-domandò poi Hermione rivolta a Draco.

L'uomo la guardò stupito dalla sua domanda e dopo qualche istante,scosse la testa.

Hermione alzò le spalle e prese un biscotto per sè,che portò subito alla bocca.

-Ok,ho capito...Hai un lavoro importante-gli disse tagliando corto dopo aver dato un morso al biscotto.

-Di solito però questo genere di lavori è meglio farli con una compagna o una moglie-le disse Draco.

Questa volta fu lei ad aggrottare le sopracciglia.

-Nel mio lavoro c'è la parte maschile,quella che curo io che si occupa di intrattenere e di convincere gli uomini e c'è la parte femminile.

Questa si occupa delle mogli,che sono quelle che realmente decidono in una coppia:se tu sei antipatico alla moglie,puoi star certo che non riuscirai mai a far valere le tue ragioni con il marito-le spiegò Draco.

Hermione annuì.

-Quindi tu avresti bisogno di una "compagna" che ti dia man forte con il gentil sesso-riassumè lei.

-Precisamente...Ed è qui che entri in campo tu-

Hermione rimase sorpresa da quell'offerta:perchè aveva scelto proprio lei,fra tutte le donne che conosceva e che sicuramente erano piu' Purosangue di lei?

-Come mai la tua scelta è caduta su di me?-non riuscì a trattenersi dal chiedere.

Draco sogghignò.

-Perchè tu sei colta,intelligente,educata e discretamente attraente-le disse semplicemente.

"Discretamente attraente"?

Ma come si permetteva!

-Ancora!-disse Prudence,tendendo una manina verso la scatola di biscotti.

Hermione prese un'altro biscotto e la piccola lo strinse fra le dita prima di portarlo alla bocca.

-E poi perchè sono vincolata a te da un contratto firmato da mio marito-disse lei.

Ancora non riusciva a crederci...

Draco scosse la testa.

-Sono disposto a lasciar perdere il contratto...-le disse.

Lei lo guardò senza capire.

-Che vuoi dire?-gli domandò.

L'uomo aggirò il bancone che era fra di loro e le si avvicinò di alcuni passi.

-Voglio dire che sono disposto a pagare ugualmente i debiti di Ron senza portarti via con me...A patto che tu mi dica che la tua vita ti piace così com'è-le disse serio.

Hermione incontrò di nuovo quelle iridi d'argento e ancora una volta le trovò impenetrabili:come faceva a nascondere in quel modo i suoi sentimenti?

-Puoi restare qui e continuare con la tua solita vita...Oppure puoi venire via con me e fingerti la mia compagna.

Basta che tu mi dica che sei felice,e io me ne vado.

E' una tua scelta-le disse ancora Draco.

Hermione restò in silenzio alcuni istanti,cercando di riflettere il piu' in fretta possibile:era felice?

No,non lo era ormai da anni e lo sapeva benissimo...

Ma era una mossa astuta andare con Malfoy?

Aveva sempre seguito il cuore nella sua vita ed ecco dove l'aveva portata...

E se per una volta avesse seguito la corrente?La decisione era stata presa da qualcun'altro,lei ci si doveva soltanto adattare.

Hermione annuì e lo guardò con sguardo fiero.

-Per una volta voglio sfidare il destino-gli disse seria.

Draco annuì,con un'espressione seria in volto.

-Quanto ti ci vuole per preparare le vostre cose?-le domandò.

Hermione tornò accanto a Prudence e le accarezzò dolcemente i capelli.

-Non piu' di un'ora credo...Non abbiamo molte cose da portar via-disse.

Prima che l'uomo potesse parlare,il camino si accese.

-Hermione,Hermione ci sei?-

La donna si avvicinò al piccolo camino alla destra del salotto e guardò il viso tremolante di Ginny nelle fiamme.

-Che è successo?-domandò alla cognata.

-Volevo assicurarmi che stessi bene-le disse la donna.

Subito nelle fiamme,oltre all'immagine di Ginny,apparve quella di Harry:tutti e due sembravano tesi ed agitati.

-Hermione!Grazie al Cielo-disse Harry.

-Si può sapere che vi prende a tutti e due?-domandò ancora Hermione.

Poi capì.

-Lo sapete anche voi,vero?-domandò improvvisamente seria.

I due restarono in silenzio,impacciati.

Un pensiero balenò nella mente di Hermione e la riempì ancora di piu' di rabbia.

-E'ancora lì,vero?-domandò ai due.

-Herm stai bene?Posso essere da te in neanche cinque minuti...-disse Harry cercando di trovare una via d'uscita a quella situazione.

-Tesoro non sai quanto ci dispiace-disse Ginny,veramente mortificata.

Hermione sentì crescere la rabbia anche verso i due amici di sempre che avevano dato asilo a quell'infame di suo marito.

-Hermione!-si sentì chiamare.

Si voltò e guardò Draco:aveva uno sguardo serio,ma allo stesso tempo calmo.

-Chi c'è con te?-domandò Ginny subito.

Hermione continuò a guardare Draco.

-Credo sia ora che cominci a preparare le vostre cose-disse Draco.

La donna annuì:era meglio chiudere quella faccenda il prima possibile.

Si voltò di nuovo verso il camino dove le due figure dei suoi cognati,se ancora poteva chiamarli così,la stavano guardando curiosi e preoccupati.

-Devo andare-disse seria.

-E' lì,vero?Malfoy è con te?-domandò Harry.

-Si è qui-disse la donna.

-Ascolta Herm...-disse di nuovo Harry.

-No,ascoltate voi!Dite a quell'essere che non voglio piu' vederlo.

Non voglio piu' sentire la sua voce e non deve piu' avvicinarsi ne a me o alla bambina.

Non ne ha piu' il diritto dopo quello che c'ha fatto...

Per me è come morto-disse Hermione,dando un piccolo sfogo a quella rabbia che la stava lasciando senza fiato.

Poi senza aggiungere altro chiuse la comunicazione con l'altro camino.

Si voltò verso Draco e per alcuni istanti sostenne il suo sguardo,poi tornò da Prudence e la prese in braccio prima di avviarsi verso la camera da letto.

-Ti aspetto qui...Hermione-disse l'uomo.

Lei si sorprese ad ascoltare la voce dell'uomo mentre pronunciava il suo nome.

Stava cominciando una nuova fase della sua vita...E non sapeva davvero cosa aspettarsi.

 

 

Salve a tutti!!!

Innanzitutto volevo ringraziare tutti quelli che hanno risposto così calorosamente a questo piccolo esperimento...Non ero neanche sicura di essere capace di scrivere una Draco/Herm,ma x il momento sembra andare tt bene.

Voglio scusarmi x eventuali errori di ortografia e di battitura e ringraziare tt coloro che recensiranno e leggeranno qst capitolo.

E ora i ringraziamenti:Brilu(Già,Ron nn ne esce molto bene...Ma da qualche parte dovevo pur cominciare),Gemellina(Grazie x i complimenti!Beh è una risposta difficile da dare,in fin dei conti...),Kucciolaflea(GRazie,tr buona!Come vedi,anke Herm ha capito qual'era la cosa migliore da fare),Topino88(Già è una bella sommetta...Il volere anche la figlia nn è stata una carognata stile Malfoy,ma da un'altro sentimento...aspetta e vedrai),Falalula(Grazie x i complimenti sul pezzo della partita:io nn sono una grande fan del poker,quindi ero piena di dubbi su ql pezzo!),Sorellinadolce(Spero d avere recensioni altrettanto positive x qst nuovo capitolo),Potterfanlalla(Sorpresa!E' un piccolo colpo di ispirazione che ho pensato di mettere in rete...),Giuliabaron(Grazie per i complimenti!),Valval(Grazie,tr buona!Spero di nn deluderti cn qst nuovo capitolo),Shavanna(Che te ne pare?),Lily94(I giocatori incalliti si venderebbero di tutto,quindi...),Miri(Grazie x i complimenti!),Poppi(Anche io!!!Specialmente con un tipo cm Draco...),Deidara(Grazie x aver letto anche qst storia!SPero ke qst capitolo t sia piaciuto), Chiacchia21(Grazie x i complimenti...)

Bene,x il momento io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Second star to the right"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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