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Autore: RedMarauder    18/11/2013    9 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 7
Non puoi resistermi
 
 
 
 
 
 
Erano passati quattro giorni dall’incontro avvenuto al quinto piano con Fred. Quattro giorni in cui nessuno dei due aveva minimamente accennato all’accaduto. A cena e in Sala Comune si erano stuzzicati come sempre, battibeccando per ogni cosa, ma niente al di fuori della consueta normalità. Hermione cominciava a preoccuparsi. Era convinta che Fred non avrebbe perso tempo e che avrebbe osato di tutto pur di vendicarsi. Al contrario delle aspettative, Fred si era comportato come sempre, infastidendola più con battute legate alla sua spilla da Prefetto che a quello che era successo durante la ronda o al quinto piano. Hermione notò, con un certo stupore, che era diventato perfino gentile. A tavola, le chiedeva di passarle il cibo senza sussurri provocatori e occhiate maliziose, chiedendo sempre “per favore” e ringraziandola ogni volta con un sorriso...normale!
Durante le  lunghe riflessioni nel suo letto, prima di addormentarsi, o con Ginny nella loro ala segreta del sesto piano, Hermione cercava di capire il comportamento di Fred. Si era aspettata di tutto. Tranne l’indifferenza! Da una parte, si ritrovò più volte a tirare un sospiro di sollievo. Per quanto si ostinasse a mostrarsi forte e impassibile, aveva vissuto i primi due giorni assalita continuamente da attacchi di paranoia. Una parte di sé, temeva veramente la vendetta di Fred.
Invece, la parte  ribelle di sé, quella che l’aveva condotta su quella via tortuosa, cominciò a muoversi nervosamente nei meandri del suo cervello. Hermione avrebbe preferito confessare che il suo professore preferito era Piton, piuttosto che disintegrare il suo orgoglio ammettendo che era delusa! Sì, era delusa, perché quella vendetta lei l’aveva aspettata! Era arrivata perfino a desiderarla. Perché era quello il suo piano, no? E il comportamento di Fred in quei giorni ne aveva annunciato il fallimento.
Ginny continuava a dirle di stare tranquilla. Secondo lei, tutta quella moderata e gentile indifferenza era parte del piano malefico del gemello.
- Vuole farti sentire così! Vuole che il dubbio si insinui nella tua mente. E quando ti sentirai veramente al sicuro, colpirà senza pietà!- le disse, di giovedì sera nella Sala Comune deserta.
- Ginny, detto così lo fai sembrare Voldemort!- aveva borbottato Hermione.
Nonostante avesse reagito paragonando Fred al mago più oscuro di tutti i tempi, Hermione dovette ammettere che le parole dell’amica avevano affondato le radici nel suo cervello e avevano cominciato a germogliare.
E se fosse stato veramente così?
Sarebbe stato geniale, solo uno stupido non l’avrebbe ammesso. Per due giorni, Hermione aveva vissuto nel panico, aspettandosi qualunque cosa in qualunque momento, sapendo di avere un nemico invisibile che avrebbe attaccato nell’ombra e sapendo, soprattutto, di non poterlo prevedere e di non avere armi con cui combattere. Poi, lentamente, la sua ansia si era sciolta come neve al sole, trasformandosi in qualcosa di ancora più difficile con cui convivere. Di notte, lottava contro i ricordi di quello che era successo, cercando di impedire a quelle immagini di tormentarla. Era una battaglia molto più difficile di quanto fosse disposta ad ammettere. Perché nel profondo aveva desiderato la vendetta di Fred. Aveva davvero desiderato di scoprire cosa le sarebbe successo, voleva davvero mettere alla prova quell’odioso essere dai capelli rossi. Ma non era successo niente e questo pensiero la indisponeva parecchio.
Di giorno, si comportava come se nulla fosse. Ogni volta che incontrava i suoi occhi, assumeva un’espressione di salda indifferenza, ma dentro di sé le immagini riprendevano a scorrere e, bene presto, Hermione si rese conto che desiderava ancora quelle labbra. Desiderava ancora quelle mani che la accarezzavano. Desiderava ancora i suoi baci.
Lo desiderava ancora. Punto.
Hermione era talmente distratta da dubbi, incertezze e strane emozioni che le attanagliavano lo stomaco, da non pensare al fatto che, magari, fosse esattamente questo quello che Fred voleva. Che si distraesse, che dimenticasse di avere un conto in sospeso con lui. Ginny glielo fece notare quella sera davanti al fuoco, ma Hermione era talmente presa da tutti quei pensieri, che a malapena la ascoltò. Eppure, una piccolissima parte del suo cervello cominciò a ragionare febbrilmente. Eppure, nei meandri del suo cervello, le radici del dubbio avevano affondato gli artigli.
Aveva senso. Era addirittura logico. Quello era il suo piano.
Poi l’incertezza l’aveva travolta di nuovo e la giostra di pensieri aveva ricominciato il suo solito giro.
Era stata la settimana più lunga della sua vita.
 
 
 
 
Mentre uscivano dall’aula di Trasfigurazione, chiudendo ufficialmente le lezioni di quella settimana, Harry e Ron ricominciarono a parlare di Quidditch, riprendendo il discorso, iniziato durante la lezione, da dove lo avevano lasciato quando Hermione, già nervosa di suo, aveva minacciato di appenderli a testa in giù per le caviglie se non avessero smesso di distrarla.
Quel sabato, Grifondoro avrebbe giocato contro Corvonero. Nei corridoi si parlava solo di probabilità di vittoria, di tattiche, di cori, di possibili scherzi e di potenziali festeggiamenti. I giocatori delle due squadre si erano allenati tutta la settimana, pressati dai rispettivi Capitani. Harry e Ron tornavano tutte le sere zuppi dalla testa ai piedi. George si era beccato un raffreddore tremendo e Fred si era addormentato durante Incantesimi, bruciando per sbaglio la gamba del tavolo quando la bacchetta gli era scivolata di mano. Katy e Alicia sembravano due fantasmi. Angelina non consumava un pasto decente da giorni, aveva le occhiaie e lo sguardo folle. Nessuno si azzardava a chiederle niente. Braccava Harry e gli altri giocatori in giro per la scuola, bloccandoli fuori dalle aule per parlare di tattiche o per rifilargli ramanzine assurde che nessuno di loro ascoltava. Sembrava una versione femminile di Baston. Faceva quasi paura!
Comunque, fu proprio l’argomento Quidditch a sbilanciare l’equilibrata indifferenza che Fred riservava a Hermione.
La sera prima della partita, erano tutti in Sala Comune. Fuori la tempesta scuoteva il castello e i ragazzi della squadra erano tornati in pessimo stato dopo l’allentamento. Si stavano finalmente rilassando, quando Angelina li rapì per una riunione dell’ultimo minuto, radunandoli attorno a sé in un angolo della Sala, dopo aver urlato contro alcuni studenti del secondo anno che stavano giocando a scacchi troppo rumorosamente per i suoi gusti. Ginny e Hermione si scambiarono un’occhiata spaventata e ripresero a studiare nel silenzio più assoluto. Dopo quasi un’ora, Angelina li lasciò andare e si avviò su per le scale come una furia, borbottando che doveva cercare di dormire o i suoi nervi avrebbero ceduto e si sarebbe ritrovata ad Azkaban per duplice omicidio. Harry raccontò alle ragazze che, due giorni prima, si era trovata in disaccordo con i gemelli che volevano mantenere la tattica di difesa provata per ore e ore, invece di cambiarla all’ultimo minuto e prepararla in soli due allenamenti. Quella sera, l’argomento era stato ripreso e i tre si erano ritrovati a litigare..di nuovo!
Hermione, che comunque continuava a non capire una Pluffa di Quidditch, cercò di ascoltare la spiegazione di Harry e George e dovette purtroppo concordare con i gemelli!
Fred se ne stava seduto in poltrona con la testa fra le mani e i gomiti appoggiati alle ginocchia. Era talmente stanco e dolorante che non aveva nemmeno la forza di tenere gli occhi aperti.
- Rimpiango Baston!- borbottò, fra le dita.
Ginny sorrise. – Vuole solo vincere! Sta cercando di tirare fuori il meglio di voi!-
George, sollevò le sopracciglia. – Di questo passo non arriveremo interi alla partita! Perderemo per esaurimento nervoso!-
- Non perderete!- esclamò  lei, incoraggiante.
Ma la squadra, ormai, aveva cominciato a lamentarsi, bisognosa forse di sfogarsi.
Harry scosse la testa, massaggiandosi una spalla. – Oggi mi ha fatto fare le flessioni e un sacco di altri esercizi, perché dice che il mio braccio sinistro scatta più lentamente di quello destro e rischio di perdere il Boccino-
- Ma tu usi il braccio destro!- commentò Hermione perplessa.
- E’ quello che le ha risposto lui!- intervenne George, - Poi lei ha afferrato la mia mazza da Battitore e gli ha detto “Se ti colpissi con questa mazza, rompendoti il braccio destro, saresti in grado di catturarlo con il sinistro? Allenati!”. Nessuno ha avuto il coraggio di contraddirla!- concluse, scuotendo la testa.
- Ti ha restituito la mazza con così tanta furia che pensavo ti avesse rotto le costole!- commentò Fred, alzando lo sguardo.
Poi toccò a Ron lamentarsi. – A me ha fatto fare una valanga di esercizi e alla fine mi ha fatto schivare Bolidi per un’ora, dicendo che scansare  Bolidi è un ottimo allenamento per riflessi e reazioni rapide! Ho rischiato di perdere la testa un paio di volte! Li colpiva come se avesse avuto la forza di Hagrid!-
- Vogliamo parlare di quello che ha fatto fare a Katy e Alicia?- intervenne Harry, - Ha appesantito la Pluffa con un incantesimo e le ha costrette a tirare a distanza verso gli Anelli, cercando di fare punto! Poi ci ha costretti tutti a fare da ostacolo mentre lei e le altre due passavano a razzo per fare punto! Mi sono beccato una spallata di Alicia che mi ha quasi buttato già dalla scopa!-
- Almeno tu non sei stato costretto a parare Bolidi con la scopa rivolta al contrario, a testa in giù! Ho la schiena a pezzi!- borbottò Fred.
George annuì, con un mezzo sbadiglio. – Ci sta preparando ad ogni inverosimile evenienza! Nemmeno i Bulgari si allenano così!-
Lee, che si era unito a loro pochi minuti prima, sembrava piuttosto divertito. – Abbiamo un Capitano un tantino irascibile quest’anno!-
- E’ peggio di un Ippogrifo in preda ad un attacco d’ira!- brontolò Ron.
Fu l’intervento di George a sconvolgere il precario equilibrio di Hermione.
- Fred, pensi di poter tornare con lei almeno fino alla fine del campionato? Magari riesci a calmarla!- chiese al gemello, e sembrava piuttosto serio.
Lee scoppiò a ridere davanti allo sguardo omicida di Fred. – Magari sfoga su di te la sua rabbia repressa!-
Ron guardò il fratello con una nuova speranza negli occhi azzurri. – Fred sacrificati! Ti  saremo eternamente riconoscenti!-
In quel momento, Hermione sentì qualcosa di fastidioso risalire la sua gola e inacidirle la bocca. Bruciava come Ardemonio e aveva lo stesso sapore di una Pozione Polisucco scaduta. Hermione impiegò solo pochi secondi a capire che quello era il sapore della gelosia! Il pensiero che Fred tornasse con Angelina aveva scatenato in lei un’ondata di gelosia così forte da farle venire la nausea. Con la coda dell’occhio, notò lo sguardo di Fred posato su di lei per pochissimi ed insignificanti secondi. Fred rivolse un sorriso al gemello, indeciso se infierire o lasciar perdere. Hermione sapeva che doveva aver notato qualcosa. Provò ad immaginare la sua espressione facciale e, visto che ciò che vide non le piacque per niente, provò a rilassarsi, accorgendosi, solo in quel momento, di quanto fossero tesi e ferrei i muscoli del suo viso. Tentò di assumere un’aria impassibile, anche se nessuno, a parte Fred e forse Ginny, sembrava aver notato la scintilla furente che aveva immobilizzato il suo sguardo.
- Sai, ora che mi ci fai pensare..- mormorò Fred, lasciando la frase in sospeso.
Harry annuì con sentimento. – Facci sapere cosa deciderai! Altrimenti George si fingerà te e onorerà la causa al posto tuo!-
- George non onorerà la causa di nessuno e non si sacrificherà al posto di nessuno!- commentò lui stesso, parlando di sé in terza persona. – Quella donna mi spaventa!-
- Non è poi così male, una volta che si calma!- intervenne Fred, scacciando l’aria con la mano.
La bile risalì velocemente nella bocca di Hermione, che avrebbe dato qualsiasi cosa in cambio di un bicchier d’acqua che la aiutasse a deglutire.
Tutti scoppiarono a ridere e Hermione costrinse la sua bocca a fare lo stesso. Ginny, approfittando di quel momento, si avvicinò a lei sul divano e le rivolse un sorriso complice e solidale.
- Comunque, scherzi a parte- aggiunse poi Fred, - non funzionerà! Angelina non tornerebbe mai con me, e io ho di meglio da fare che convincerla!-
La bile si prosciugò e Hermione provò lo strano impulso di mettersi a ridere, ma si trattenne.
- E cioè?- chiese Lee, curioso e ficcanaso come sempre.
– Inventare altri geniali prodotti per farci guadagnare mari di Galeoni, ad esempio!- rispose Fred, trovando l’approvazione del fratello.
- Concordo, copia mal riuscita del sottoscritto, ma la prossima volta che fai un esperimento aspetta che persone migliori di te assistano ai tuoi tentativi: non vorremmo che Silente fosse costretto a chiudere il quinto piano per incendio!-
Oh, miseriaccia..
Hermione era paralizzata. Tutti aveva riso alla battuta di George, senza capire il reale significato di quelle parole. Hermione stava scivolando nel panico più totale. George aveva insinuato qualcosa o si stava semplicemente riferendo all’incidente con il Fuoco Forsennato? Eppure Hermione aveva riparato il maglione di Fred, perciò come faceva George a saperlo?
Benissimo, la risposta era facile. George stava insinuando ben altro, dietro a quella battuta. Hermione aspettò con ansia il momento in cui Fred avrebbe aperto bocca. La vendetta tanto temuta stava arrivando a piccole dosi, e quella doveva essere sicuramente la prima. Strinse i pugni, fissando il pavimento di pietra dove la luce del fuoco si rifletteva in un gioco di luce dai toni rossi e gialli.
- La prossima volta ti avviserò! E comunque sono più bello di te!-  rispose Fred, sorridendo.
Hermione riuscì a convincere se stessa di aver sentito male. Nessuna battuta. Nessuna insinuazione. Fred non aveva sfruttato l’occasione d’oro. Normalmente, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di aver un’occasione simile. E invece, non l’aveva sfruttata. Ma allora perché George lo aveva detto? Era stata una coincidenza? Una casualità? Doveva cominciare a credere che il suo cervello non funzionasse più come una volta? Doveva farsi ricoverare al San Mungo?
Attanagliata da quei pensieri, Hermione quasi non si accorse che tutti si stavano alzando per andare a dormire. Prima di salire le scale, Fred le rivolse un rapido sguardo, sorridendole, e poi seguì  gli altri nel dormitorio maschile.
Contemporaneamente, lei e Ginny si voltarono l’una verso l’altra, con la stessa espressione di incredulità sui volti.
- Ho le allucinazioni?- chiese Hermione.
- Non lo so, ma forse io ho una teoria!- rispose Ginny.
- La stessa di ieri sera?-
- Temo di sì!-
- Sono spacciata!-
Ginny scosse la testa. – Sai, è davvero strano vedere Fred tenersi le battute per sé. È surreale!-
Hermione si voltò di scatto. – Ginny, non so se lo hai notato, ma tutta questa situazione è surreale!-
- No, questa situazione è surreale solo per il tuo cervello di brillante Strega! Perché per quello dei comuni mortali è una situazione fin troppo scontata!- puntualizzò Ginny.- Vieni a dormire?- chiese.
Hermione scosse la testa. – No, voglio finire questa traduzione! Domani c’è la partita e se Grifondoro vince ogni membro della Casa dovrà festeggiare o verrà dato in pasto ai Serpeverde!- borbottò, senza preoccuparsi di lasciar trapelare l’indignazione.
Ginny sorrise e si allungò per darle un bacio sulla guancia. – Questo si chiama spirito di appartenenza!-
- No, si chiama istinto di sopravvivenza!-
- Buonanotte!-
- Notte!-
Hermione rimase da sola nel silenzio più assoluto. Il fuoco si stava spegnendo, ma irradiava ancora calore. Le luci delle candele danzavano disegnando ombre lungo le pareti. Hermione stirò la schiena e si allungò sul divano, con il libro di Antiche Rune in mano. Stese la pergamena sulla pagina aperta e cominciò a scrivere le prime parole della traduzione. Era talmente assorta da non accorgersi dei passi alle sue spalle.
- Smetti di studiare, Granger! Fa male alla salute!-
La sua voce la sorprese, facendola sobbalzare. Il libro cadde a terra con un sonoro tonfo.
Hermione chiuse gli occhi e li riaprì, dopo un lento respiro. Si mise a sedere sul divano e si girò verso Fred, seduto sulla poltrona accanto, sorridente come sempre.
- Uno di questi giorni ti ritroverai affatturato, Weasley!- sbottò lei, raccogliendo il libro da terra e posandolo accanto a sé sul divano.
- Possibilmente non prima di domani mattina!- puntualizzò lui – Se mi succede qualcosa e Angelina scopre che è colpa tua, verrà a cercarti e ti crucerà personalmente!-
Hermione assottigliò lo sguardo, ma non commentò. – Cosa ci fai qui?- chiese, invece.
Fred scosse le spalle e allungò la mano sul tavolino, afferrando la sua bacchetta. – Avevo dimenticato la bacchetta!-
- Fantastico! Be’, buonanotte!- disse lei, alzandosi.
Effettivamente, Hermione sapeva quanto fosse stupido pensare di potersela svignare così facilmente. Ma la speranza era sempre l’ultima a morire.
- Perché tanta fretta?- chiese lui, seguendola.
- Ho sonno!-
- Bugiarda!-
- Vai a dormire anche tu Weasley! Non vorrei che un Bolide ti disarcionasse domani!-
- Ho colto del sarcasmo!-
- Pensa un po’...-
Una mano le afferrò il polso e la costrinse a voltarsi. Si ritrovò schiacciata contro la parete. La presa sul suo polso si allentò fino a scomparire. Hermione rimase immobile, senza nemmeno respirare. Fred appoggiò gli avambracci contro la parete, ai lati della sua testa e la guardò sorridendo.
- Pensavi veramente che mi fossi dimenticato del tuo scherzetto?- sussurrò.
La sua voce era bassa, calda e suadente. Nei suoi occhi, Hermione vide una flebile luce dello stesso desiderio che li aveva accesi in quell’aula abbandonata. Sentì il corpo avvolgersi in una spira di calore, mentre la mente cercava di frenare quelle sensazioni. Batté rapidamente gli occhi, sperando di riacquistare lucidità, ma l’intensità dello sguardo di Fred la stava disarmando. La guardava come non l’aveva mai guardata prima. La spogliava e la desiderava con lo sguardo. Hermione sentì le guance ardere e il cuore battere furioso. Come poteva disarmarla così, solo con lo sguardo? Perché non era capace di resistergli? 
Fred si avvicinò, ma non troppo, in modo che i loro occhi continuassero a incontrarsi.
- Pensavi che non mi sarei vendicato?- sussurrò.
Hermione si sentì in dovere di rispondere. Raccolse a sé tutte le forze in suo possesso, cercando di non far tremare la voce.
- Pensavo che non avresti sprecato tempo!- rispose beffarda. La sicurezza nella sua voce convinse perfino se stessa.
Fred sorrise. – Hai ragione, mi sono fatto attendere. Sai perché?- mormorò.
Hermione scosse la testa e desiderò di non ricevere una risposta.
- Sai, ho pensato – sussurrò, senza lasciare andare i suoi occhi – a quanto sei stata crudele. Lo ammetto, sei stata brava! Ma hai ancora tante cose da imparare! Ti aspettavi una vendetta rapida e indolore. Perché regalarti questa soddisfazione?- chiese ironico, ridendo piano.
Lentamente, la sua bocca si avvicinò all’orecchio di Hermione. Lei chiuse gli occhi, mentre il cuore si fermava, incapace di proseguire oltre la sua corsa.
- Ho deciso che mi vendicherò – disse piano al suo orecchio.
Poi scese lungo il suo collo, sfiorando la pelle con la bocca, ma senza baciarla né toccarla veramente.
- Ma sarà una tortura lenta- mormorò sulla sua pelle.
Hermione represse un brivido, mentre il respiro le si fermava in gola.
- E smetterò solo quando ti avrò privato di ogni briciolo di orgoglio e spavalderia-
Lentamente risalì fino all’orecchio. Un altro brivido scosse il corpo di Hermione.
- Arriverai a desiderarmi talmente tanto da non riuscire a resistermi-
Scivolò di nuovo sul collo, con una carezza lenta delle labbra. Hermione strinse le dita sulla pietra fredda della parete, cercando di rimanere lucida e di non scivolare a terra. La verità era che diventava sempre più difficile.
Dal collo, la sua bocca salì verso l’alto. I loro nasi si sfiorarono, ma Fred fece attenzione a non toccare le sue labbra. Hermione aprì gli occhi, sentendo la forza dello sguardo di lui. Incontrò quegli occhi intensi e un’ondata di calore la travolse, rischiando di farle esplodere il cuore. Ricominciò a respirare, ma non mosse un solo muscolo. Rimase immobile, ancorata alla parete di pietra, braccata da quegli occhi che continuavano a vederla in profondità.
- Allora spero tu sia molto paziente, Weasley, perché non accadrà mai!- sussurrò. Questa volta, la voce le tremò e Fred colse la sua insicurezza.
- Smetti di lottare contro te stessa, Hermione! Ti fai solo del male!- mormorò.
Le sorrise, prima di chinarsi e sfiorare le sue labbra. Fu un contatto rapido e così leggero da sembrare quasi invisibile. Hermione provò l’innato impulso di afferrarlo e baciarlo per davvero, di trascinarlo con sé su quel pavimento gelido, liberandosi di ostacoli e freni inutili. Provò l’impulso di maledire la sua faccia tosta, di prendersi ciò che le spettava anche a costo di regalargli una soddisfazione. Per fortuna, si trattenne.
- Buonanotte!- sussurrò lui, con un ultimo sorriso.
Hermione non rispose. Non era sicura di poter aprire bocca senza rischiare di scattare in avanti e avvicinarsi di nuovo a lui per baciarlo. Rimase immobile contro la parete e lo guardò andare via.
Velocemente, si staccò dalla sua piccola ancora di salvezza e corse su per le scale. Si gettò vestita sul letto, cercando di calmare il respiro affannoso e il cuore impazzito.
La vendetta, alla fine, era arrivata. Hermione si chiese se fosse tremenda come Fred l’aveva appena descritta. La risposta alla sua domanda era ovvia, ma Hermione finse di non saperla. Scacciò ogni pensiero e cercò di addormentarsi, sperando con tutta se stessa di essere abbastanza forte da resistere. Abbastanza forte da resistergli.
Poco prima di sprofondare nel sonno, però, si chiese se ne valesse la pena.
 
 
 
 
 
 
La partita di Quidditch arrivò. Praticamente tutta Hogwarts era ammassata sulle tribune per assistere. I Serpeverde non persero tempo a dimostrare la loro antipatia per la squadra rosso-oro e, dalla loro tribuna, si sollevarono subito cori di scherno. Mentre aspettavano il fischio di inizio, Hermione raccontò tutto a Ginny, mormorandole all’orecchio gli eventi della sera prima.
- Visto? Era come ti dicevo io!- rispose lei. – Almeno ora sei preparata a quello che sta per accadere!-
- Non mi è di conforto la cosa!- rispose Hermione, tremando.
Ginny scoppiò a ridere. – Hermione, rilassati! Andrà tutto bene!-
- Odio il tuo ottimismo!- borbottò lei.
Ginny la abbracciò e indicò il campo. – Ora concentrati! La partita inizia!-
Lee cominciò la cronaca e l’attenzione di Hermione si concentrò completamente sulla partita. Grifondoro stava giocando bene, ma i Corvonero non andavano sottovalutati. Dopo due reti di Angelina, Corvonero segnò la sua prima rete. Un Bolide passò a un soffio da Alicia. Fred lo colpì con forza e lo indirizzò contro un Cacciatore della squadra avversaria. Poco dopo, il Battitore dei Corvonero intercettò Katy che lasciò cadere la Pluffa. Corvonero pareggiò pochi minuti dopo. Lo stadio esplose quando Angelina riprese il controllo del gioco e segnò. Fu un’azione talmente veloce che perfino Lee si confuse nel raccontarla al microfono.
George salvò la vita a Harry quando un Bolide gli si avvicinò pericolosamente. Dopo prese spettacolari e schivate teatrali, Angelina e Alicia segnarono altre due reti a testa.
Cho Chang sorvolava il campo, tallonando Harry. Il Prescelto improvvisò una mossa per sviarla, ma lei fu abbastanza rapida da non perdere il controllo della scopa. Un Bolide rischiò di disarcionare Angelina. George lo rincorse e lo spedì rapido contro una Cacciatrice di Corvonero che perse la Pluffa. Alicia la afferrò al volo e segnò un’altra rete.
- Che partita!- esclamò Dean.
- Gli allenamenti intensi di Angelina sono serviti!- esclamò Ginny, sopra il baccano dello stadio. – Non hanno mai giocato così bene!-
Hermione dovette concordare, mentre urlava e applaudiva per l’ennesima rete di Angelina. Poi Corvonero segnò tre reti di fila. Ron era stato distratto da un Bolide e aveva fatto passare la prima. Le altre due erano arrivate così velocemente da metterlo in difficoltà. Grifondoro era comunque in vantaggio, e la curva rosso-oro stava facendo tremare lo stadio. La professoressa McGranitt applaudiva forte, cercando, allo stesso tempo, di darsi un contegno. Silente, sorridendo beato, seguiva il gioco con interesse. Piton sembrava appena uscito da un bagno nel Lago Nero in compagnia della piovra.
Dopo altre due reti di Grifondoro, un Bolide colpito da Fred si abbatté rapido sul Cacciatore avversario, mancandolo di pochi centimetri. Hermione lasciò vagare lo sguardo su Fred. Ricordò i muscoli delle sue spalle, le sue braccia forti e gli addominali scolpiti.
Dannazione..
Con un lamento che il caos dello stadio inghiottì facilmente, cominciò a cercare Harry e lo vide compiere una picchiata pericolosa verso il basso.
- Ginny!- urlò, indicandolo.
L’amica le strinse la mano, mentre ogni persona presente nello stadio tratteneva il fiato. Poi Harry risalì a tutta velocità, con il braccio destro alzato e un lampo dorato scintillò nella sua mano. Il mondo parve esplodere. I Grifondoro scoppiarono in un grande e gigantesco boato. I Corvonero inveirono sconfitti, seguiti dai Serpeverde.
Mentre Hermione, Ginny, Seamus, Dean e Neville si abbracciavano saltellando e gridando, la squadra di Grifondoro faceva lo stesso a mezz’aria. Scesero a terra e si gettarono l’uno fra le braccia degli altri, mentre Harry alzava il pugno stretto attorno al Boccino, in segno di vittoria. L’intera Casa di Grifondoro invase il campo per abbracciare la squadra. Lee Jordan urlava estasiato al megafono, mentre la McGranitt, ridendo, tentava di strapparglielo via.
Hermione riuscì ad abbracciare Harry, che la strinse forte, saltando. Poco dopo, Ron li raggiunse e li abbracciò entrambi. Ginny corse nella loro direzione e saltò sulle spalle di Harry, che cominciò a ballare tenendola sulla schiena. Harry perse l’equilibrio e, ridendo, caddero entrambi sul campo erboso. Hermione e Ron scoppiarono a ridere, mentre gli amici si rialzavano. Ginny guardò Harry con un sorriso radioso e lui arrossì vistosamente. Hermione osservò la scena compiaciuta, sperando che Harry avesse finalmente colto il senso delle sue parole.
Poco dopo, qualcuno la afferrò e la prese in braccio. Era Fred. Preso dall’euforia della vittoria, aveva messo da parte malizia e provocazioni. Le rivolse un sorriso radioso e le scoccò un sonoro bacio sulla guancia.
- Granger, sei sempre convinta che il Quidditch sia un gioco noioso e inutile?- chiese, ridendo.
Visto l’effetto che ha sul tuo fisico, direi proprio di no!
- Ammetto che è divertente!- rispose, sorridendo.
- La trascineremo al Lato Oscuro!- esultò George, mentre Fred la rimetteva a terra e correva assieme al gemello a stritolare Ginny.
Dopo aver abbracciato anche le tre Cacciatrici, Hermione tornò da Harry, che continuava a stringere il Boccino.
- Ci vediamo in Sala Comune?- gli chiese.
- No, aspettaci fuori dal campo, ci mettiamo un minuto!- rispose lui.
Uscì assieme a Ginny dallo stadio.
- Penso che andrò a consolare Michael!- borbottò,  visibilmente svogliata.
Hermione sorrise. – Oppure a lasciarlo!-
Ginny. – Non credo sia la serata giusta. Mollato dalla ragazza e sconfitto a Quidditch. Potrebbe decidere di darsi in pasto alla piovra gigante!-
Lei scoppiò a ridere e salutò l’amica con la mano. Erano giorni che Ginny cercava il momento giusto per lasciarlo. Vista la faccia dell’amica e il momento particolare appena vissuto con Harry, Hermione pensò che, piovra gigante o meno, quella sarebbe stata la serata giusta.
Pochi minuti dopo, Harry e Ron uscirono dagli spogliatoi. Erano ancora euforici, ma visibilmente stanchi.
- E’ stata una bella partita!- commentò Hermione sorridendo, presa dalla stessa euforia degli amici.
- Puoi dirlo forte! Angelina avrà sicuramente qualcosa di cui lamentarsi, ma ci penseremo domani!- commentò Ron.
Erano quasi arrivati alla porta d’ingresso quando Ron si bloccò sul primo gradino.
- Oh miseriaccia!- esclamò.
- Cosa succede?- chiese Harry.
- Ho dimenticato la bacchetta nello spogliatoio!- si lamentò.
Hermione, presa da un moto di ammirevole gentilezza, intervenne: - Vado a prenderla io! Tu va su a sistemarti!-
Ron si illuminò, sorridendo. – Hermione, ti adoro! Sul serio, sei la persona migliore che conosca..-
- Sì, ok! Non farla troppo lunga!- lo bloccò Hermione ridendo.
Ripercorse il prato, tornando verso il campo da Quidditch. Quasi tutti gli studenti erano tornati al castello. Un gruppo di Grifondoro del quarto anno era radunato accanto all’entrata dello stadio. I ragazzi ripercorrevano i momenti migliori della partita, mentre due ragazze si scambiavano sguardi esasperati.
Hermione entrò nel passaggio sotto le tribune e cercò lo spogliatoio dei Grifondoro. Alicia uscì da quello delle donne.
- Hermione che ci fai qui?-
- Ron ha dimenticato la bacchetta!-
- Entra pure!- disse, indicando la porta aperta poco più avanti. – Tanto non c’è nessuno!-
Hermione le sorrise e si avviò verso la porta. Lo spogliatoio era largo e pieno di comode panche di legno. I mantelli rossi della divisa della squadra erano appesi, ognuno al suo posto. Infondo alla stanza, un grosso armadio aperto conteneva divise da allenamento di riserva, una Pluffa, un paio di Boccini immobili, qualche parastinchi e un fischietto. Sulla parete di sinistra, un grosso tavolo, dello stesso legno delle panche, ospitava vecchie divise e attrezzi per la manutenzione delle scope. Accanto a una sciarpa scarlatta, c’era la bacchetta di Ron. Hermione la afferrò, ma il suo occhio cadde sulla sciarpa. Sopra di essa, era posata un’altra bacchetta. Hermione la riconobbe subito.
La prese fra le dita con un sospiro, chiedendosi se spezzarla avrebbe risolto i suoi problemi. In seguito, si rispose che il suo proprietario non aveva bisogno di una bacchetta per crearle problemi!
O almeno, non di quella bacchetta..
Hermione arrossì per colpa  dei suoi stessi pensieri. Ma che diamine le stava succedendo?
- Hai intenzione di usarla contro di me?- chiese Fred.
Hermione si voltò di scatto, sobbalzando, e lo vide appoggiato all’angolo della porta, con le braccia incrociate e un sorriso allegro. Aveva i capelli scompigliati dalla corsa sulla scopa. Il maglione della divisa e i pantaloni bianchi erano sporchi di fango.
Hermione gli rivolse un’occhiata penetrante. – Sai, dovresti attaccartela al polso con il Magiscotch!- rispose, allungando il braccio per porgergli la bacchetta.
Fred si avvicinò, tendendo la mano e afferrandola. – Come mai sei qui?-
Hermione sollevò la bacchetta di Ron. – Quando hai fatto, presta il Magiscotch a tuo fratello!-
Fred scoppiò a ridere. – Hermione Granger ha fatto una battuta!- la prese in giro.
- Lo so, a volte sorprendo perfino me stessa!-
Fred si avvicinò. – Stai cercando di distrarmi?- chiese.
Era palese che Hermione stesse cercando di distrarlo per potersela svignare il prima possibile, ma si finse innocente.
- Perché dovrei distrarti?-
- Non hai paura a rimanere qui da sola con me?- chiese, divertito.
In realtà, nemmeno un po’!
- Sono armata!- rispose lei, scuotendo la bacchetta di Ron.
- Anche io!- ribatté lui, avvicinandosi ancora di più.
- Ma io sono più veloce!- disse lei.
- Questo è da vedere!- rispose lui.
- Sono migliore di te con gli incantesimi!-
- Anche questo è da vedere!-
Hermione gli rivolse una smorfia, prendendolo in giro. – Colpire Bolidi ti dà alla testa, Weasley!-
- Sono bravo, vero?- si vantò.
Hermione alzò gli occhi al cielo, poi, senza poter frenare la sua maledetta lingua e il suo odioso istinto di provocazione, sorrise e inarcò le sopracciglia in modo eloquente. – Spero non sia la cosa migliore che sai fare!-
Fred fu spiazzato dalle sue parole, ma si riprese molto velocemente. Sfoderò un ghigno malefico e, improvvisamente, il Fred Weasley allegro e festante cedette il posto al Fred Weasley che la sera prima aveva imprigionato Hermione contro la parete. Era stupefacente quanto malizia, desiderio e passione trasformassero i suoi lineamenti. Diventavano più marcati, seri e profondi, eppure Hermione poteva ancora vedere il ghigno beffardo e il sorriso malandrino, dietro quella maschera di perfetta seduzione.
Come la sera prima, Hermione fu paralizzata da quello sguardo. Appoggiò una mano al tavolo, cercando un appiglio, mentre lui si avvicinava.
I loro corpi erano ormai vicini. Fred appoggiò le mani sul tavolo, circondandola e imprigionandola. Ora non aveva più vie di fuga.
- Granger, ormai dovresti sapere che ci sono tante cose che so fare meglio!- mormorò.
- In realtà, sono solo tante parole! Non è che tu mi abbia dimostrato poi molto, finora!- ribatté lei, con tono saccente, maledicendosi il secondo dopo.
Hermione, chiudi quella bocca!
Fred scoppiò a ridere. – Credi di poter ancora controllare il gioco, Granger?-
- Ho la testa dura!- borbottò lei, scrollando le spalle.
Il loro corpi erano praticamente incollati. Hermione aveva caldo. La sciarpa pesante e il grosso cappotto erano inutili in quel momento. Ironicamente, pensò che c’era una vaga possibilità di perderli entrambi nei minuti seguenti!
- Ed è una cosa che mi fa impazzire di te!- ammise Fred, facendola arrossire. – Ma con me non hai scampo!-
- Ne sei così sicuro?- tentò, ma non ne era convinta nemmeno lei.
- Te l’ho già detto – mormorò, avvicinando il viso a quello di Hermione. – Non riuscirai a resistere..-
Il tempo di un battito di ciglia e la stava baciando. Un vortice di emozioni colpì Hermione. Lasciò la presa sulla bacchetta di Ron, che volò a terra. Le gambe le tremarono e rimase in piedi solamente grazie al tavolo dietro di sé.
Il tavolo.
All’improvviso, le mani di Fred le afferrarono i fianchi e la sollevarono. La appoggiò sul tavolo, stringendosi ancora di più a lei. Le sue mani le tolsero il pesante cappotto e Hermione, purtroppo, provò un moto di sollievo. Aveva caldo. Troppo caldo. Le dita di Fred sciolsero anche il nodo della sciarpa, che volò a terra, poi si persero fra i suoi capelli. Il bacio divenne più intenso. Hermione si stupiva ogni volta che riscopriva il sapore della sua bocca. Era un’esperienza sempre nuova, come se non fosse destinata ad abituarsi. Le sue mani scesero dai capelli e le accarezzarono la schiena, per poi scivolare sotto il maglione e incontrare la sua pelle. Erano fredde. Un brivido la scosse. Afferrò con forza le sue spalle, come cercando qualcosa a cui aggrapparsi per non scivolare nell’oblio. Ma era troppo tardi. La bocca di Fred scivolò sul suo collo e cominciò a baciarlo e morderlo con passione sempre più crescente. Hermione si lasciò cullare dai suoi baci e dimenticò di essere in uno spogliatoio, dove poteva entrare chiunque e in qualunque momento. Ma non le importava. Una mano di Fred scese sulla sua gamba. Le accarezzò la coscia e poi la strinse al suo fianco, spingendo Hermione verso il basso. Si ritrovò con la schiena completamente stesa sul tavolo duro e Fred, sopra di lei, continuava a torturarla. Le gambe avvolgevano i suoi fianchi e Hermione sentì una leggera pressione sulla stoffa tesa dei jeans. Una scarica improvvisa le attraversò il corpo, facendola inarcare verso di lui. Le mani di Fred le sollevarono il maglione quel tanto che bastava a lasciarle scoperti i fianchi. Li percorse con le dita, facendola rabbrividire. Poi la bocca di Fred tornò sulla sua e il bacio divenne molto più intenso.
Entrambi avevano il respiro affannoso e il cuore a mille. Hermione decise che rimanere lì immobile a subire quella piacevole tortura non le bastava. Con un gesto veloce e inaspettato afferrò il maglione della divisa e glielo sfilò. Non era ancora pronta a lasciar cadere lo sguardo sul suo fisico perfetto e quella visione la trascinò ancora di più nell’oblio, che la stava avvolgendo lentamente. Con le mani percorse i suoi muscoli e la sua pelle morbida, mentre lui le rapiva la bocca con un altro bacio profondo. Hermione passò le mani sulla sua schiena, stringendo la sua pelle con forza. Si chiese come sarebbe stato sentire quella pelle direttamente sulla sua. Come cogliendo quel pensiero nella mente di Hermione, le mani di Fred afferrarono il maglione della ragazza e lo sfilarono. Accarezzandole i fianchi, scese a baciarla di nuovo e, per un attimo, il loro corpi si unirono. A contatto con la sua, la pelle di Hermione si infuocò. Era un contatto morbido e caldo e fu una tragedia quando finì. Fred si era sollevato leggermente. Le gambe ancora ben saldate a terra, afferrò i polsi di Hermione, togliendo le mani della ragazza dalla sua schiena, e li portò sul tavolo, sopra la sua testa. Poi le sue mani scivolarono sul corpo di lei, in una lenta carezza. La sua bocca scese sul collo e, tra un bacio e un morso, arrivò fino al petto. Con una delicatezza quasi impensabile, sfiorò con le labbra l’incavo fra i seni. Hermione sospirò, mentre le sue labbra si spostavano sul seno sinistro e lo mordevano da sopra la sottile stoffa del reggiseno. Poi risalì verso l’alto, per baciare ancora la sua pelle e scese di nuovo, mordendola ancora una volta. Questa volta, morse con più forza, senza farle male, ma Hermione sussultò e un gemito uscì dalle sue labbra. La bocca di Fred riprese la discesa, passando sul suo ventre piatto, accarezzandole i fianchi con caldi baci. Con la punta della lingua seguì la linea del fianco, fino al bordo dei jeans. Un’improvvisa scossa di piacere le fece inarcare la schiena. Sorridendo sulla sua pelle, Fred risalì verso l’ombelico,disegnando un cerchio attorno ad esso con la lingua. Hermione non si accorse subito che le sue mani, intanto, avevano slacciato il bottone e la cerniera dei jeans.
Era stordita, completamente in balia di scosse di piacere e brividi. E di desiderio. Desiderò con tutta se stessa che non finisse. Era in balia di lui, delle sue carezze dei suoi baci.
Era la sua prima volta, ma non le importava. Paure e dubbi non trovavano posto nella sua mente, pervasa solo dall’oblio in cui Fred l’aveva trascinata. Avrebbe perso la verginità in uno spogliatoio e non le importava assolutamente di niente. Non poteva fermarsi, non poteva finire tutto. Si sarebbe lasciata andare, sarebbe andata oltre. Glielo avrebbe concesso.
O meglio, si sarebbe concessa!
E non le importava di aver appena deciso di stare al gioco. Non le importava che fosse esattamente quello che Fred voleva. Lei voleva lui, e non poteva lottare contro quel desiderio.
Se c’erano ancora dubbi, nel suo profondo, esplosero tutti quando la bocca di Fred accarezzò la sua pelle, sempre più in basso, fino a sfiorare il centro di ogni impulso di piacere. Una scarica potente la attraversò, più intensa di tutte le altre. Un gemito le sfuggì dalle labbra, seguito da un sospiro. Le sue mani si strinsero attorno alla stoffa di una divisa piegata alle sue spalle. Chiuse gli occhi, mentre altre ondate di piacere salivano dal suo ventre. Da sopra la sottile stoffa delle mutande, sentì le labbra di Fred aprirsi e la sua lingua accarezzarla. Un pezzo inutile e insignificante di stoffa separava la sua bocca dalla sua pelle. Non poteva sopportarlo. Si maledisse per aver indossato le mutande quel giorno!
Ancora scossa da brividi di piacere, non si accorse subito che Fred stava risalendo lungo il suo corpo. La pelle di Hermione scottava e ogni volta che la sua lingua calda la accarezzava diventava ancora più bollente. Lentamente, Fred tornò a baciarla. Hermione ansimava. Le sue dita strinsero i capelli rossi del ragazzo, in una supplica silenziosa. Doveva continuare, non poteva fermarsi.
Stupendo perfino se stessa, inarcò la schiena, avvicinando il bacino a quello di Fred. I loro corpi si incontrarono, la pelle incandescente parve prendere fuoco a contatto con la sua. Fred soffocò un gemito nella sua bocca, quando la sua erezione strisciò su di lei. Invogliata da quel gemito, Hermione abbandonò i suoi capelli e lasciò scivolare una mano sul suo corpo sodo ma, come giorni prima nell’aula del quinto piano, Fred le afferrò la mano, ritrovando forse la lucidità persa in quegli ultimi minuti.
Le afferrò entrambe le mani, allacciandole alle sue e bloccandole sul tavolo. Hermione era completamente in suo potere, debole e indifesa, in balia di emozioni che non poteva controllare.
Fred allontanò la bocca dalla sua e scese accanto al suo orecchio.
- Lo so- sussurrò.
Hermione, nonostante fosse preda dell’oblio, capì il senso delle sue parole. Rispondevano ad ogni gemito o sospiro, ad ogni brivido e ad ogni scossa, ad ogni reazione del corpo di Hermione.
Sì, era vero. C’erano tante cose che Fred Weasley sapeva fare bene. Ma non era abbastanza. Non poteva fermarsi. Hermione pensò, per un folle momento, di chiedergli di continuare. Ma resistette all’impulso.
- E posso fare di meglio!- mormorò, baciandole il collo.
Oh cielo...
Raccolse a sé tutta la lucidità possibile e riemerse dall’oblio.
- Non ci casco, Weasley!- mormorò con un sorriso fra i sospiri, mentre lui continuava a baciare la sua pelle.
Non lo avrebbe implorato. La parte troppo orgogliosa di sé non poteva permettersi quell’affronto!
Lo sentì ridere. Si sollevò per guardarla negli occhi e sorrise. – Lo so, Granger. Hai la testa dura!- disse.
La baciò di nuovo, lasciando libere le sue mani. Fu un bacio dolce, ma altrettanto intenso. Fu delicato e passionale, e lasciò a Hermione il tempo di riemergere dall’oblio. Lentamente, finì. Fred si separò dalla sua bocca, le circondò la schiena con le braccia e la sollevò di nuovo a sedere.
- Non potrai resistermi per sempre!- sussurrò.
Raccolse il maglione e la bacchetta, le rivolse un sorriso e indietreggiò, scomparendo dalla sua vista. Hermione sentì i suoi passi riecheggiare nel lungo corridoio sotto gli spalti. Sospirando, si rivestì, raccolse la bacchetta di Ron e tornò velocemente al castello. Mentre camminava, la sua mente la riportò al campo da Quidditch e ai suoi dannati spogliatoi. Per un momento, aveva davvero pensato che non avrebbe resistito. Per un momento, aveva seriamente pensato di cedere. Si era ribellata, ma per quanto ancora ci sarebbe riuscita?
Quando arrivò davanti al ritratto della Signora Grassa, vide Ginny arrivare dal corridoio di lato.
- Dov’eri finita? Ti cercavo in Sala Comune!- esclamò Ginny.
Hermione sospirò e sorrise, scuotendo la testa.
- Hermione stai bene?- chiese lei, preoccupata.
- Oh sì, mai stata meglio!- rispose, scoppiando a ridere.
Ginny la fissò come se si fosse appena trasformata in un Vermicolo.
- Hai bevuto troppa Burrobirra?- chiese.
Hermione si accigliò. – Burrobirra?-
- I festeggiamenti, dentro, sono già cominciati!- spiegò Ginny, accennando al ritratto. Poi parve comprendere e fissò Hermione con sguardo indagatore. – Scusa, ma dove hai detto che sei stata finora?-
Hermione la prese per mano e la trascinò in una nicchia isolata del corridoio.
- Ero al campo da Quidditch!-
- E?- chiese Ginny, curiosa.
Hermione le raccontò tutto. Ginny la fissava a bocca spalancata.
- Wow.. – mormorò, alla fine.
Hermione annuì. – Sì, è la parola giusta!-
Ginny scosse la testa un paio di volte e poi la guardò sorridendo. – Miseriaccia, ne abbiamo di talento in famiglia, eh! Escludendo Ron, ovviamente!- concluse, scacciando l’aria con la mano.
Hermione, in quel momento, vide il ritratto aprirsi e trascinò Ginny dietro la colonna.
Indicò il ritratto e mormorò. – Lo stesso Ron che sta uscendo avvinghiato a Lavanda Brown?-
Ginny spalancò la bocca. – Dannazione! Se lo sta divorando!-
- Harry mi aveva detto che sarebbe successo da un momento all’altro!- sussurrò Hermione.
- A proposito di Harry!- esclamò l’amica, voltandosi verso di lei. – Ho lasciato Michael!-
- Oh!- esclamò Hermione, indecisa se essere dispiaciuta. – E come l’ha presa?-
Ginny scrollò le spalle. – Gli passerà!-
Poi Hermione sfoderò un’espressione perplessa. – Scusa, ma cosa centra Harry?-
Ginny arrossì. – Niente! Dai andiamo dentro, o finiranno la Burrobirra prima di cena!-
Hermione la lasciò tergiversare e la seguì sorridendo. L’ironia era che Ginny pretendesse sempre dettagli su dettagli di ogni cosa e che Hermione confessasse sempre tutto, mentre lei si prendeva spesso il lusso di tergiversare. Alla fine, però, le raccontava ogni cosa. Hermione era solo la più paziente delle due, sapeva aspettare. Ginny no!
Dentro la Sala Comune, il caos era raddoppiato rispetto al campo da Quidditch. C’erano bandiere di Grifondoro ovunque. Coriandoli magici rossi e oro piovevano dal soffitto grazie a un incantesimo che Lee aveva scagliato. Fiumi di Burrobirra passavano di mano in mano. Harry era in braccio a due grossi ragazzi del settimo anno. Hermione si avvicinò solo per passargli la bacchetta di Ron. Il Boccino volava allegro da un angolo all’altro. Calì se ne stava in disparte, visto che l’amica aveva preferito una seduta privata con il Portiere. Hermione sorrise nella sua direzione e lei aprì le braccia, scuotendo la testa sconsolata. I gemelli erano appena arrivati dal dormitorio maschile ed erano stati travolti da braccia festanti.
Alicia e Katy stavano abbracciando forte Angelina, che aveva gli occhi lucidi. Come prima prova da Capitano, si era decisamente superata.
Seamus attaccò il giradischi e la musica riecheggiò per tutto il dormitorio. Forse l’intera Casa di Grifondoro non sarebbe arrivata intera a cena!
Hermione incrociò lo sguardo di Fred e il suo stomaco si attanagliò in una morsa dolorosa, facendole pensare che lei, sicuramente, la cena l’avrebbe saltata! Superando la folla festante, Hermione si sedette accanto a Calì.
- Ho visto Lavanda uscire con Ron!- esclamò, anche se sapeva perfettamente che anche Calì li aveva visti.
Lei annuì, sconsolata. – Mi ha lasciata qui da sola!-
- Non sei sola! Ci siamo noi!- esclamò Hermione. – Insomma, Ginny forse non sopravvivrà alla fila per la Burrobirra, ma io intanto sono qui!-
Calì scoppiò a ridere. – Grazie Hermione! Ultimamente sei diversa, sai?-
Hermione si paralizzò. – Che intendi?-
Calì scosse le spalle. – Non saprei! Sei più allegra! Mi piaci. Dovresti lasciarti andare più spesso!-
Hermione le sorrise e pensò a quanto fossero segretamente vere quelle parole, per lei.
Mentre aspettavano Ginny e le Burrobirre, chiacchierarono del più e del meno, osservando i compagni di Casa festeggiare chiassosamente.
Poi Hermione intercettò una scena al centro della Sala e le venne voglia di vomitare. Patty, Misty e le due amiche del cuore stavano parlando con i gemelli e con Lee, battendo gli occhi come cerbiatte e avvampando ad ogni loro sorriso. Ad un certo punto, e lì Hermione pensò seriamente di voltarsi e dare di stomaco, Patty e Misty sollevarono la maglia e passarono a Fred e George una piuma intinta nell’inchiostro rosso. Attorno a loro, la folla fischiava e applaudiva, alcuni ridevano o esclamavano approvazioni di ogni tipo. Fred si chinò e scrisse il suo nome sulla pancia piatta di Misty. Hermione provò un senso di nausea fastidioso. Con tutte quelle che c’erano, proprio Misty? Era una questione di principio!
Ginny arrivò con le Burrobirre. Hermione le strappò di mano la bottiglia e ne svuotò più della metà. L’amica la fissò con le sopracciglia inarcate, poi si girò e, vedendo George che autografava la pancia delle due ragazze, finse di infilarsi due dita in gola con un’espressione disgustata.
- Che due grandissime..-
- Ginny!-
-..donne scarlatte!-
Hermione, suo malgrado, scoppiò a ridere. Calì osservò la scena, poi rivolse uno sguardo di intesa alle amiche, approvando il commento di Ginny.
- Se vuoi vado lì a cruciarle!- propose Ginny, sottovoce per non farsi sentire da Calì.
Hermione alzò gli occhi al cielo, e bevve un altro sorso dalla sua bottiglia.
- Oppure le pietrifico!-
Altro sorso.
- No, aspetta, senti questa! Le lego, le imbavaglio e le abbandono nella Foresta Proibita!-
- Fai in fretta allora!- intervenne Hermione, con un sorriso obliquo, - perché hanno tutta l’aria di voler fare la stessa cosa con i tuoi fratelli!-
Ginny assottigliò lo sguardo. – Come si permettono? Nessuno tocca i miei fratelli senza il mio permesso!-
Hermione le rivolse uno sguardo preoccupato. – Davvero?-
Ginny si voltò, poi sorrise. – Hermione, tu hai un permesso speciale! Nonché la mia benedizione!-
Lei non lo diede a vedere, ma fu sollevata da quella risposta. Nel frattempo, le due del terzo anno erano sparite, mentre i gemelli erano rimasti a farsi prendere in giro da Lee che non la smetteva di imitare le ragazze alzando una piuma e sfoderando un’espressione idiota. Fred scosse la testa ridendo e borbottando qualcosa, probabilmente un insulto per Lee, poi si girò e incrociò lo sguardo di Hermione. Le fece un occhiolino e si avvicinò a lei e Ginny. In quel momento, il buco del ritratto si aprì e Lavanda e Ron entrarono, mano nella mano. Ron, visibilmente rosso in faccia, raggiunse Harry, Dean e Neville , mentre Lavanda corse da loro, agguantò Calì e la trascinò via, senza degnare le altre di uno sguardo. Il sorriso eccitato che rivolse a Calì fece tirare a Hermione un sospiro di sollievo. La seduta privata con Ron sembrava aver fruttato un risultato positivo!
Fred era sempre più vicino. Ginny fece per alzarsi, osando una fuga silenziosa, ma Hermione la incenerì con lo sguardo.
- Ferma dove sei!- sbottò.
Ginny ricadde sulla poltrona sbuffando.
Fred prese il posto lasciato libero da Calì e rivolse a Hermione un ghigno.
- Hai visto? Ora mi chiedono perfino gli autografi!- si vantò.
- Evidentemente qualcuno deve averle Confuse!-
- Evidentemente qualcuno è geloso!-
- Anche se non credo che ci sia bisogno di Confonderle. Non sembrano essere molto sveglie! Forse ti hanno scambiato per un altro!-
- E’ incredibile quanto tu sia testarda!-
- Se vuoi avere conversazioni di basso livello, vai a cercare le tue ammiratrici!-
- Un giorno ammetterai di essere gelosa!-
- Un giorno ammetterai di essere un insopportabile egocentrico!-
- Scusate!- sbottò Ginny, attirando la loro attenzione. Si sporse oltre la sua poltrona e li guardò in cagnesco.- Vi rendete conto di quanto siete ridicoli? Invece di sprecare il vostro tempo a beccarvi come corvi spietati, potreste spenderlo a fare qualcosa di decisamente più costruttivo! Ci sono modi più interessanti per scaricare la tensione!-
Hermione spalancò la bocca, indignata da quell’improvviso tradimento della sua migliore amica, mentre Fred ghignò.
- Parole sante, Ginny!- esclamò.
Lei sorrise soddisfatta e si alzò. – Vi lascio soli, allora!-
Hermione la seguì con lo sguardo, mentre il suo cervello cominciava già ad elaborare una sadica vendetta. Si girò e vide che Fred la stava osservando con un sorriso divertito.
- Cosa c’è?- chiese tagliente.
- Non posso guardarti?-
- Weasley, tu non fai mai niente per niente, perciò arriva al sodo!-
- Ok!- rispose lui. Si alzò di scatto, le tolse la bottiglia vuota di Burrobirra dalla mano, la afferrò e la trascinò via. Nella confusione generale, nessuno si accorse che Fred Weasley e Hermione Granger erano appena spariti nel passaggio dietro il ritratto.
- Fred, dove diavolo..?-
- Shh!- la zittì lui, trascinandola lungo il corridoio.
Svoltarono un paio di volte e si ritrovarono in un corridoio isolato. Fred si guardò intorno, estrasse la bacchetta dalla tasca e colpì una parete, senza pronunciare una parola. Una porta si materializzò nella pietra e Hermione la fissò allibita. Fred aprì la porta e la spinse dentro, seguendola poco dopo. La stanza era completamente buia. La porta si richiuse con un tonfo e, poco dopo, la punta della bacchetta di Fred si accese, illuminando quello che doveva essere sicuramente un ripostiglio. Era una stanza minuscola. Sulla parete di fondo, c’era un armadio dall’aspetto vecchio e malconcio. Le ante erano semiaperte, Hermione intravide pile di rotoli di pergamena.
- Che posto è?- chiese curiosa.
- Lo abbiamo scoperto io e George una sera, in fuga da Piton, due anni fa- rispose Fred, appoggiandosi al muro e lasciandosi scivolare a terra.
Hermione si sedette accanto a lui.
- Cosa avevate combinato?- chiese, sospirando.
Fred scoppiò a ridere. – Abbiamo tinto la porta del suo ufficio di rosa. Non sa che siamo stati noi. Non ci ha visti, ma sospetta di noi da sempre!-
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Mi chiedo come facciate a essere ancora qui!-
Fred scrollò le spalle. – Siamo più furbi di tutti gli altri!-
Lei si limitò a borbottare qualcosa di indefinito. Sentì lo sguardo di Fred su di sé e si voltò. La fioca luce della bacchetta, illuminava i suoi lineamenti di uno strano azzurro chiaro.
- Perché mi hai portata qui?- chiese Hermione, sperando che la voce non le tremasse o che lui non se ne accorgesse.
Fred sorrise. – Mi hai chiesto di andare al sodo..- mormorò.
- No!- lo corresse Hermione. – Ti ho chiesto di dirmi cosa avessi in mente!-
- Sbagliato! In ogni caso, è la stessa cosa!-
- Non è la stessa cosa!- sbottò lei testarda.
- Poco importa, ormai sei qui!-
- E allora? Cosa avevi in mente?- chiese lei, spavalda. Ringraziò il suo orgoglio e la sua tenacia: la facevano apparire molto più sicura di quanto lo fosse veramente.
- Se magari chiudi quella bocca, te lo spiego!- la prese in giro lui.
Hermione si diede della stupida, perché aveva involontariamente reagito a quell’ordine, chiudendo la bocca per davvero.
- Brava!- mormorò Fred.
Hermione la riaprì per protestare, ma fu interrotta dalle labbra di Fred, che calarono improvvisamente sulle sue. Fu un bacio casto, lento e delicato. La sua lingua la accarezza con lentezza quasi esasperante. Hermione provò l’impulso di avvicinarsi e approfondire il bacio, ma il sesto senso le disse di starsene ferma. Meglio non aizzarlo troppo!
Poi Fred si staccò da lei e disse. – Stavo pensando di darti una tregua!-
Lei lo fissò allibita. – Tregua?-
Fred annuì. – Insomma, deve essere snervante per te, resistermi con così tanta tenacia!-
Hermione lo incenerì con lo sguardo. – Ma ti senti quando parli?-
Fred la ignorò e riprese il discorso. – Non voglio far scoppiare quel cervello sveglio che ti ritrovi! Perciò rilassati, Granger! Non attenterò alla tua stabilità mentale o ai tuoi desideri repressi..per adesso!- aggiunse, con un ghigno.
- Dov’è il tranello?- chiese lei, dubbiosa.
- Non c’è un tranello!-
- Certo, e Lucius Malfoy non è un Mangiamorte!-
- Citare Malfoy, in uno sgabuzzino, in mia presenza, è un vero affronto Granger!-
- Rispondi alla mia domanda!-
- Ti ho già risposto!- disse lui. – Non c’è nessun tranello! Rilassati e goditi il momento!-
Hermione non fece in tempo a chiedersi che cosa intendesse. Riprese a baciarla, lentamente, spingendola verso il pavimento. Lasciò che si stendesse e si appoggiò a lei, senza pesarle, continuando a baciarla.
Hermione si separò dalla sua bocca, per mormorare. – Questa tu la chiami tregua?-
Fred sorrise. – Puoi accontentarti oppure possiamo anche riprendere da dove ci siamo interrotti oggi pomeriggio. Lascio la scelta a te!-
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Non sono stupida, Weasley!-
- Mai pensato!- sussurrò, prima di scendere di nuovo sul suo viso e baciarla.
La bacchetta di Fred era abbandonata accanto al muro. La sua luce azzurrina illuminava fiocamente la stanza, e Hermione si rilassò per davvero. Rimase sul pavimento freddo per quelle che le sembrarono ore. Fred la baciava, poi si interrompeva per guardarla o per dirle qualcosa di stupido, poi ricominciava a baciarla. Il tutto senza fretta, senza nessuna traccia della frenesia di poche ore prima. Sembrava quasi un’altra persona. Hermione capì che non aveva ancora idea di chi avesse davanti. Fred era veramente un mistero!
Dopo un ultimo bacio, Fred si spostò e la aiutò ad alzarsi.
- Andiamo! Se non ci vedranno arrivare per cena, si preoccuperanno!- disse.
Hermione trasalì, rivolgendo alla porta uno sguardo carico di panico. Quanto erano rimasti lì dentro?
- Tranquilla, Granger! Saranno così presi dai festeggiamenti da non accorgersi di nulla!- commentò, divertito dalla sua espressione.
Fred si chinò a raccogliere la bacchetta e aprì la porta. Hermione uscì e, quando lui la richiuse, il legno svanì nella pietra grigia. Tornarono verso il dormitorio, in totale silenzio.
Poco prima di pronunciare la parola d’ordine, Hermione afferrò il braccio di Fred e lo guardò.
- La tregua è finita, vero?- chiese, visibilmente in preda al panico.
Fred sorrise, si chinò a sfiorarle le labbra e le rivolse uno sguardo fiammeggiante. – Puoi giurarci!- rispose.
Hermione lo seguì nel passaggio, mentre una lotta esasperante cominciava nella sua mente:  la parte razionale di sé, che aveva appena visto crollare il suo castello di pergamena, stava prendendo a calci la parte ribelle, che aveva appena esultato vittoriosa.
In Sala Comune regnava ancora il caos più totale. Ginny le corse incontro. Fred era scivolato via talmente in fretta, mescolandosi alla folla, che nessuno avrebbe potuto pensare che era con lei.
- Dov’eri?- chiese Ginny, con un sorriso ammiccante.
- Qualcuno ha notato la mia assenza?- chiese preoccupata Hermione.
- Non che io sappia! Nessuno ha fatto domande! Allora?-
- Ero con Fred. Una tregua!- spiegò lei sbrigativa.
- Tregua?- chiese Ginny, confusa.
- Ti spiegherò, quando non sarò più arrabbiata con te!- borbottò Hermione e Ginny scoppiò a ridere.
- Dai vieni, Harry e Ron ci aspettano per andare a cena!-
 
La Sala Grande era più chiassosa del solito. Grifondoro aveva vinto, perciò il loro tavolo era sicuramente il più rumoroso. Metà della Casa Corvonero non era scesa per la cena e i pochi rimasti fissavano i piatti con espressione affranta. I Serpeverde si rifiutavano di credere che i Grifondoro avessero vinto la partita. I Tassorosso conducevano la loro vita come sempre, senza caricarsi di tanti problemi!
Lavanda Brown sedette accanto a Ron, che riuscì perfino a prenderla per mano, a metà cena. Hermione sorrise in direzione dell’amico, incoraggiandolo, e lui ricambiò. Harry lanciava occhiate furtive al tavolo dei Corvonero, dove Cho stava parlando con una sua amica dai capelli ricci. Sembrava piuttosto nervosa e i suoi occhi recavano i segni di un recente pianto. Dopo aver guardato Cho, Harry rivolse occhiate rapide anche a Ginny, che parlava tranquilla con Hermione. Fred e George erano seduti con Lee a pochi posti di distanza e stavano scrivendo qualcosa su un lungo rotolo di pergamena.
Hermione spiò Fred da dietro il calice di succo di zucca e poi si voltò verso Ginny.
- Quindi è stata una tregua alquanto breve!- commentò l’amica.
Hermione annuì. – Lo sta facendo di nuovo. Vuole che mi rilassi, che abbassi la guardia. Se pensa veramente che io sia così stupida..- borbottò.
Ginny sorrise. – In realtà, penso che sappia quanto sei intelligente. E testarda!-
- Allora dovrebbe sapere che posso tenergli testa!- mormorò, infilzando una patata arrosto con foga.
- Penso sappia anche questo!-
- Lo odio!-
- No, non è vero!-
- Lo detesto!-
- Lo desideri! È questo il tuo problema!-
Hermione guardò l’amica e le sue spalle si afflosciarono sotto il peso della verità. Già era difficile accettarlo, se poi Ginny glielo sventolava davanti alla faccia in quel modo...
- Smettiamo di parlarne! O mi verrà mal di testa!- commentò Hermione, lasciando la forchetta nel piatto. Le era passata la fame. Di questo passo, sarebbe diventata trasparente come la Dama Grigia.
Ginny scoppiò a ridere e le passò un braccio attorno alle spalle. Hermione si lasciò cullare dall’abbraccio dell’amica, mentre la sua mente, sporca traditrice, la riportava indietro di ore, quando braccia completamente diverse l’avevano trascinata nell’oblio.


























Dice l'Autrice:


Buonasera :)
Mi scuso per l'assenza prolungata, ma sono stata fuori città per qualche giorno! Ma ora sono qui, con questo nuovo capitolo!! Ho avuto davvero pochissimo tempo per revisionarlo, e l'ho fatto con la testa ciondolante dal sonno! Quindi chiedo scusa per eventuali errori!!
Volevo solo dirvi grazie, per l'ennesima volta!! Lo so so che sono ripetitiva, ma non trovo altre parole per descrivervi le emozioni che mi regalate con ogni recensione, commento o semplicemente seguendo la storia! Grazie davvero!  
Detto ciò, (o Cho?!...ok dopo questa battuta posso eclissarmi e andare a dormire, il mio cervello chiede aiuto e questo è il segno evidente che ho bisogno di riposare i neuroni!! Perdonatemi!) io vi saluto e lascio a voi la parola :)
Grazie mille ancora! Siete troppo grandi!!! :)
un bacio!
Amy!

Ps: ho cambiato nick ma sono sempre io... (ma dai?! va be', meglio se me ne vado davvero a dormire :D) 
Ciao ciao :)


 
  
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