Una
vistosa limousine si fermò davanti alla villa dei Simple
Plan.
“Vale…
sei sicura che le farà piacere vedermi?”
“Ovvio.
Ma quanto sei scemo!”
I quattro
ragazzi mostrarono l’invito ai buttafuori ed entrarono
nell’enorme villa.
Valentina
era agitata e nervosa. Alice era la sua migliore amica, le voleva un
gran bene
e voleva più di ogni altra cosa vederla felice. La sua
agitazione era dovuta
proprio a questo: la felicità dell’amica.
Non era
sicura che una delle persone che aveva portato da Bologna, avrebbe
contribuito
a rendere felice Aly. Ma ormai erano
lì.
“Ragazzi,
voi godetevi la festa, io vado a cercare David per dirgli che siamo
arrivati”
disse Vale agli amici, e subito dopo sparì dietro
l’angolo.
Nel mezzo
del giardino c’era un palco e tutt’attorno la gente
ballava, rideva, beveva…
era la festa più bella che avesse mai visto.
In mezzo
a tutta quelle gente scorse Seb, e gli corse incontro.
“Seb!
Seb!”
“Ciao! Tu
devi essere Vale, giusto? L’amica di Alice… ci
siamo conosciuti in sala
d’incisione.”
“Sì sono
io! Stavo cercando Dave per dirgli che siamo arrivati, sai dove lo
posso
trovare?”
“Sì… ma
si sta occupando di una cosa importante. Comunque non ti preoccupare,
telefono
io ad Aly.”
Alice
scese dal taxi e corse verso l’entrata della villa, dove
Patrick, l’amico
storico dei Simple Plan, la stava aspettando.
“Pat ma è
successo qualcosa? Seb mi ha telefonato dicendo che dovevo subito
correre a
casa, che era importante”
“Sì,
seguimi”
Alice
rimase a bocca aperta. Era stupefatta, non sapeva cosa dire, ne cosa
pensare.
Capì che
era una festa per i suoi diciotto anni solo quando un enorme fascio di
luce si
fermò su di lei. Vide un sacco di persone attorno a
sé, e tutte la applaudivano
e le facevano gli auguri.
E poi chi
diavolo erano quelli? I Sum 41?
Non fece
in tempo a riprendersi, che il fascio di luce si spostò ed
illumino il palco.
Sopra c’erano cinque ragazzi. I cinque ragazzi che le avevano
cambiato la vita.
I Simple Plan.
Cominciarono
a suonare “Happy Birthday”
ed un coro
di voci si alzò.
Alice
aveva le lacrime agli occhi. Erano veramente la cosa migliore che le
potesse
capitare.
Non
appena scesero dal palco, si fece strada tra la folla e li
abbracciò tutti, uno
per uno.
Era
ancora lì che li ringraziava, quando Jeff la interruppe
“Le sorprese non
sono mica finite! Più tardi suoneranno i Good
Charlotte, i Sum 41 e un
sacco di altra gente!”.
Dave le
si avvicinò, la prese per mano e se la tirò
dietro fino al salotto di casa
“Hanno detto che le sorprese non sono ancora finite, ed
è vero. Vorrei darti il
mio regalo”
“Dave, ma
non dovevi. Già questo è il regalo più
bello che abbia mai ricevuto!”
“Solo
perché non hai ancora visto il mio!”
“sei
sempre il solito megalomane!”
“se non
ti va bene posso anche darlo a qualcun’altro!”
“no, no!
Dov’è? Cos’è?”
“Chi è,
vorrai dire!”
Alice non
fece in tempo a rispondere che il ragazzo la prese per le spalle e la
fece
voltare.
Erano lì
davanti a lei.
I suoi
miti.
Erano lì,
tutti e tre.
“Oh mio
Dio!”
David
cominciò a ridere “guarda che ho fatto i salti
mortali per averli qui, vedi di
dire qualcosa almeno”
Alice rimaneva
immobile, davanti a quei tre ragazzi.
Davanti ai
Blink 182.
Tre persone
che non avrebbe mai pensato di incontrare.
Tre persone
che l’avevano aiutata, pur senza saperlo, a superare momenti
difficili.
Tre persone
che l’avevano accompagnata nelle giornate di sole.
Il gruppo
che aveva scritto la colonna sonora della sua vita (o almeno dei suoi
primi
diciotto anni).
Dopo essersi
ripresa dallo shock iniziale riuscì a parlare, lì
salutò, li ringraziò per
essere venuti e li ebbe tutti per se per una mezz’oretta.
Salirono sul
palco anche loro, e cantarono una canzone. Alice li aveva convinti, ma
solamente una, dopodichè se ne sarebbero andati.
“All the small things”, la sua preferita.
Alice e
Dave salirono sul palco con loro. Cantarono insieme, saltando e
ballando.
Poi, le ultime
due frasi…
Keep
your head still, I'll be your thrill,
the night will go on, my little windmill.
I’ll be your Thrill.
Sarò
il tuo brivido.
Intonarono quelle parole guardandosi negli occhi.
“Sarò il tuo brivido a quanto pare,
David” esordì
la ragazza.
La canzone era finita, il gruppo abbandonò il
palco, dopo aver fatto nuovamente gli auguri alla festeggiata.
Il bassista e la ragazza li accompagnarono all’uscita,
dove rimasero finalmente soli.
“Dave… grazie. Grazie, sul serio. Questa serata
non
la scorderò mai. Non poteri mai dimenticarmi di tutto quello
che avete fatto
voi cinque per me, ma soprattutto di quello che stai facendo tu.
Grazie. Grazie
per avermi parlato quel giorno sull’autobus, grazie per
avermi chiesto di stare
con voi, grazie per i Blink, grazie per tutto. Grazie…
veramente. Non so cos’altro
dire. Sono senza parole. Mi chiedo solamente cosa farei senza di voi,
senza… senza di te.”
Il ragazzo non rispose.
Fece una cosa che avrebbe dovuto fare molto tempo
prima.
Una cosa che sorprese totalmente la neo
diciottenne.
La prese per i fianchi e la baciò.
Un bacio dolce, lento, desiderato.
Alice non esitò e contraccambiò subito. Lo
abbracciò a sua volta e lo baciò.
Un bacio, poi un secondo, un altro ed un altro ancora.
Poi un urlo.
Era Chuck “ERA ORAAA. Su, su un applauso. È
doveroso
a questo punto!”.
I due si staccarono l’uno dall’altra e si
ritrovarono davanti il resto dei Simple Plan.
Alice cercò subito Pierre… si guardarono, ma il
cantante distolse quasi subito lo sguardo. Poi si voltò e se
ne andò.
Ma quello non era l’unico problema…
c’era anche
Vale lì in mezzo. Aveva assistito a tutta la scena, e
accanto a lei c’era… “Luca”.
Alice rimase allibita.
Possibile
che quella serata così speciale si stesse trasformando in un
incubo?
Possibile
che tutta la felicità di qualche secondo prima stesse
sfumando in qualcos’altro?