Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: roberta_everdeen    19/11/2013    4 recensioni
-Non credo di farcela. Sento che sto per crollare,sento che sto per cadere in pezzi- disse lei. I suoi occhi erano pieni di lacrime. I suoi polsi erano lacerati. Tutto questo mi ricordava me qualche anno fa, me nel bagno di casa mia con un lametta in mano.
-Tu ci riuscirai, diventerai forte. Uscirai da questa situazione, in un modo o nell'altro- dissi determinata.
Io, Demi Lovato, avevo stravolto la vita di una ragazzina di nome Emily, e lei aveva stravolto la mia. Aveva bisogno di me e io di lei.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So let me give your heart a break....




Mi svegliai lentamente, stiracchiando le braccia e sistemandomi il più comodo possibile sulla sedia. Notai che qualcuno mi aveva coperto con una copertina di pile. Sorrisi leggermente tastando la sedia accanto a me. Ally non c’era. Si sarà svegliata prima di me, succede sempre così dopo una sbronza.
Piegai la coperta e andai alla ricerca di qualche macchinetta. L’ospedale era silenzioso e quasi vuoto. Tutto il trambusto di ieri sera è passato.
-Mi scusi lei è la signorina Lovato?-
Un infermiere, un poco più alto di me.
-Si sono io, mi dica-
La signorina con i capelli verdi mi ha lasciato questo bigliettino e mi ha detto di darglielo. Comunque se vuole, può dare a me la coperta- prese la coperta e poi aggiunse- la ragazzina sta bene. Può andare a trovarla quando vuole-
-La ringrazio- sorrisi e lessi il bigliettino.
“Ciao splendore! Tranquilla non sono nei guai, mi sono solo alzata presto per andare a fare colazione, qui fa tutto schifo! Comunque tu puoi restare qui con la ragazzina. Ti voglio bene”
Sbuffai. In quell’ospedale non c’era nemmeno una macchinetta, ci credo che abbia preferito andare altrove. Decisi di andare anch’io a mangiare fuori.
Camminai per qualche isolato finché non vidi un piccolo bar con un’enorme scritta”Henry”. Era piccolino ma accogliente. I tavoli erano di legno e sparsi qua e la e c’era qualche cliente che mangiava silenziosamente. Mi avvicinai al bancone principale. C’era un uomo robusto con una folta barba che serviva i clienti, chiesi semplicemente una brioche e del caffè. Il tutto arrivò subito e devo dire che tutto era delizioso. Rimasi lì, seduta in quel bancone a pensare. Era cambiato davvero molto negli ultimi due giorni. Insomma chi l’avrebbe mai immaginato che una ragazzina di 15 anni, molto simile a me, mi avrebbe rubato il cuore? Perché in fin dei conti era successo questo. Mi aveva colpita.
Restai qualche altro minuto lì a pensare quando un urlo mi fece ritornare sulla terra. Mi girai a vidi un flotta di ragazzine spiaccicate nella vetrina del bar che urlavano il mio nome.
-Ma che succede? Cos’è questa confusione?-chiese urlando l’uomo del bancone.
-Ehm quelli sono i miei fan. Io sono una cantante, mi avranno seguito- dissi io imbarazzata.
-Senti non vorrei essere scortese ma davvero, io non voglio perdere tempo. Qui si lavora, non possiamo perdere tempo. Trova una soluzione-
Annuii. Guardai i miei Lovatics che con le lacrime agli occhi e sorridendo chiamavano il mio nome. Stavo per raggiungerli quando vidi dei flash. Flash d’ovunque. C’erano dei paparazzi che avevano scavalcano l’onda di fan e che ora mi stavano fotografando. Portai una mano in faccia per coprirmi quando qualcuno mi prese per il polso trascinandomi dietro il bar, uscendo dall’uscita di emergenza.
Guardai il mio “salvatore” e notai che era solamente un ragazzo. Alto, biondo con gli occhi chiari.
-Ciao tu sei Demi Lovato giusto?-
-Ehm si sono io. Grazie, come ti chiami?- -Io mi chiamo Kyle. Scusa se ti ho trascinata ma ti ho visto in difficoltà e…
-Hey tranquillo. Hai fatto la cosa giusta. Ti ringrazio Kyle- appoggiai una mano nella sua spalla e sorrisi.
-Io sono il figlio di Henry, il proprietario. Aiuto mio padre quando esco da scuola-
-Da scuola? Quanti anni hai?-
-Ecco io…ne ho 17-
Cavolo, sembrava molto più grande. Soprattutto con quella corporatura muscolosa e anche per il fatto che era molto alto per la sua età.
-Senti devo andare a trovare una persona all’ospedale qui vicino. Può indicarmi la strada?-
Mi accompagnò per qualche metro poi mi indicò la strada. Lo salutai e mi avviai verso l’ospedale.
Ally non era ancora arrivata. Andai nella camera 25, la camera di Emily.
Entrai lentamente cercando di non fare rumore. Emily era distesa nel letto e guardava la televisione. Si era ripresa bene dopotutto.
Appena mi vide gli le si illuminarono.
-Demi!-
-Piccola- l’andai ad abbracciare accarezzandole i capelli.
-Come stai Emily?-
-Non posso dire bene. Ma meglio di prima- disse malinconicamente. Presi una sedia e mi sedetti accanto al suo letto.
-Se vuoi parlare, io sono qui con te.- la presi per mano.
-Grazie Demi-
Abbassò lo sguardò.
Le guardai gli occhi. Erano quasi lucidi e brillanti. Ragionai un po’. Tanisha mi disse che il padre di Emily era giapponese infatti il suo cognome è Kuroki, infatti i suoi occhi erano a mandorla con il solito taglio all’inizio dell’occhio, tipico degli occhi a mandorla. Solo che il suo era più delicato, si vedeva appena. Sorrisi.
Io e Emily parlammo un bel po’ del più e del meno. Parlammo di serie tv e di libri, di musica e di passioni. Scoprii che la sua più grande passione era la pittura e che il suo più grande sogno è aprire una galleria d’arte ma Tanisha non può permettersi un cavalletto e degli acquarelli perciò si limita a disegnare con pennarelli e matite.
-Emily insegui sempre i tuoi sogni-
Lei sorrise mostrando tutti i denti.
-Mi scusi signorina può uscire un attimo? Il dottore ha bisogno di controllare Emily e poi la mamma vuole parlare con la ragazza- aprii la porta quest’infermiera.
-Certo e poi per me è tardi, devo andare da un’amica. Ciao Emily- uscii dalla stanza.
Mi ritrovai davanti Tanisha. Era impassibile, non mi salutò nemmeno. Io la ignorai e ritornai a casa.
Mi sdraiai nel divano e presi il telefono. Ally non si era ancora fatta viva
-Ally dove sei?-
-Tesoro sono da mio padre. Scusa se ti ho lasciata da sola-
-Tranquilla, è successo qualcosa?-
-Nono voleva solo un aiuto con la macchina. È un po’ malconcia-
-Ah ok meno male. Mi fai compagnia?-
-Certo!-
Passai ben due ore al telefono con lei. Era da tanto che non facevamo una cosa del genere e sinceramente mi è mancato. Erano solo le tre del pomeriggio perciò decisi di uscire per prendere una boccata di aria fresca. Non avevo pranzato ma m’importava ben poco. Presi l’auto e iniziai a guidare finchè finalmente non arrivai a destinazione.

In cima al cielo.
Così lo chiamavamo io e Ally. Il posto dove volevo portare Emily, il posto dove ho conosciuto me stessa, la vera Demi Lovato. A prima vista può sembrare un semplice palazzo infatti lo è ma non è il palazzo in se di cui io parlo. Si perché il palazzo è una vecchia casa di riposo per anziani oramai non più in funzione ma nel tetto tutto diventa speciale. Presi la chitarra che tengo sempre nel bagagliaio e salii proprio li, nel tetto, tramite la scala antincendio. Arrivata mi posizionai al centro e allargai le braccia. Il leggero venticello mi scuoteva l’anima e mi rinfrescava la pelle candida. Mi sedetti sul cornicione del tetto e iniziai a suonare e a cantare. Mi sentivo libera senza nessun pensiero in testa. Suonai varie canzoni, tra queste anche This is me. La suonavo sempre durante il rehab ma dopo non l’ho mai intonata, neanche ai concerti. Cantai con tutto il fiato che avevo in corpo. Mi liberò da tutti i miei pensieri.
Dopo il rehab venni qui per caso e iniziai a cantare. Lì ho scoperto la vera me non al rehab.
Tutto fu interrotto dal mio cellulare che squillava impazientemente. Era Ally.
-Pronto Ally, che succede?-
-Demi devi venire subito in ospedale. Ci sono andata perché avevo dimenticato una cosa e ho trovato l’inferno! Vieni ora, subito!-
-Ma… Ally Emily sta bene?-
-Demi vieni e basta!-
Chiusi la telefonata e scesi subito in macchina.
Avevo un’inspiegabile adrenalina e non prestavo attenzione alla strada.
Arrivai subito in ospedale e appena entrai vidi infermieri e dottori preoccupati che correvano a destra e a manca.
Salii di fretta le scale che portavano alla camera di Emily.
-Demi!-
Vidi Ally davanti alla camera di Emily accanto c’era Tanisha che strillava il nome di Emily davanti alla porta battendo i pugni.
Sentii la malinconia entrare nel mio corpo. Mi ricordai di ieri, quando strillavo davanti alla porta di Emily gridando il suo nome mentre sentivo le sue urla.
Mi precipitai da Tanisha e l’abbracciai più forte che potevo. Lei ricambiò l’abbraccio.
Mentre ancora Tanisha era tra le mie braccia chiesi a Ally cosa stava succedendo.
-Emily si è chiusa in camera e non apre a nessuno. Poco fa sentivamo delle sue urla, tutti i dottori stanno cercando di aprire. Demi provaci tu, ti prego-
Annuii e lasciai la donna.
Bussai dolcemente alla porta.
-Emily sono io, Demi-
Dei singhiozzi, solo questo si sentiva.
-Emily ti scongiuro apri-
La porta di aprii e io entrai velocemente chiudendomi la porta alle spalle.
Mi dava le spalle, la testa rivolta verso il basso, le braccia lungo i fianchi.
-Demi-
-Emily-
Aveva una voce bassa, sottile, quasi soffocata ma soprattutto impassibile.
-Hai sentito la novità? Sembra che i dottori si sono accorti dei miei tagli, del mio squilibri alimentare. Vogliono mandarmi in un rehab-
Esitai un minuto poi risposi.
-Emily ma non è una cosa negativa! Li ti cureranno e….-
-MA IO NON SONO MALATA!.- urlò. Si girò verso di me. Stavo per svenire per la sua condizione.
-Io semplicemente ho una vita difficile. Il dolore è l’unica soluzione ai miei problemi. Sinceramente non so nemmeno il perché ti ho chiesto aiuto-
La guardai negli occhi. Stavo piangendo senza rendermene conto.
La guardai dritta negli occhi avvicinandomi.
La guardai dritta negli occhi leggendogli l’anima.
Abbassò lo sguardo. Stava mentendo, lo so. Qualche anno fa ero nella stessa condizione. Delusa, distrutta, senza speranza.
-Non credo di farcela. Sento che sto per crollare,sento che sto per cadere in pezzi- disse lei.
I suoi occhi erano pieni di lacrime. I suoi polsi erano lacerati. Qualche anno fa, ero nella stessa condizione, in camera mia, con una lametta in mano e l’intero mondo contro di me.
-Tu ci riuscirai, diventerai forte. Uscirai da questa situazione, in un modo o nell'altro- dissi determinata. La abbracciai come la prima volta che ci conoscemmo.



Scusate, scusate,scusate,scusate,scusate *lanciano pomodori*.
Lo so, lo so. Più di un mese che non pubblico un capitolo e mi dispiace, spero davvero che non capiti più ma purtroppo non avevo ispirazione. Ma comunque.... che ne pensate? Come avete visto questo capitolo emotivamente è molto forte (secondo me) ma soprattutto ho aggiunto un nuovo personaggio, Kyle. Che ne pensate di lui? Vi piace? Credetemi, all'inizio non era nei programmi ma la mia testa Lovatizzata l'ha fatto nascere e beh... ecco il risultato! Ora vi lascio ma prima tre punti:
1) Vi prego di recensire per sapere che ne pensate.
2) Se volete, sarei disposta a mettere alcune immagini dei personaggi, tipo Ally, Emily e Kyle. Se volete, ditemelo se no lascio perdere a vi affidate alla fantasia (cosa che faccio spesso)
3) È un po' meno importante ma lo pubblico lo stesso. Ho aperto un mio Tumbrl quindi se volete seguirmi o scambiare qualche parola andate qui
Ora vi saluto, baci!
Roby.
  
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