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Autore: lapervincachescoppietta    19/11/2013    1 recensioni
Dal prologo.
Era l’unica ormai,dove la tecnologia predomina, era l’unica che credeva ancora nel valore dei libri; era l’unica che andava nei negozi d’epoca per comprare dei pezzi di carta che per lei erano come un tesoro.
vi ho un pò incuriosito? Allora leggete!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia, potrei come al solito aver fatto un pò di confusione con i verbi, sono il mio punto debole, eh eh. Vi lascio alla lettura, spero che sia di vostro gradimento, 
Pervi_




Il giorno dopo, più o meno alle due, Jonathan arrivò puntuale come un orologio; i fratelli di Dakota non fecero domande, speravano che finalmente trovasse un amico.
Lo condusse su per le scale, ma invece di andare in camera sua, si diresse verso la biblioteca.
Si accorse che aveva lasciato il libro del giorno prima aperto sulla poltrona, lo riprese subito senza aspettare il ragazzo, che era restato lì a guardare l’enorme biblioteca.
-Wow, dalla finestra non sembrava così grande. – Osservò gli enormi scaffali in mogano, i divani e le poltrone eleganti, i libri vecchi e nuovi, con le copertine rovinate da tutte le mani che le avevano toccate. Il ragazzo si avvicinò allo scaffale dove si trovavano i romanzi storici, ne prese uno, non si degnò neanche di aprirlo che lo rimise subito a posto; lei lo osservò in ogni suo movimento, in fondo quello era il suo santuario.
-Hai mai sentito il detto, Non giudicare un libro dalla sua copertina? – Domandò lei.
-No, ma non mi interessa, comunque, che libro mi consigli? – Sbuffando lei si alzò e si diresse verso lo scaffale dove lui stava guardando, ne tirò fuori un comunissimo libro di storia, lo usavano per impararla nelle scuole di una volta.
-Leggi questo, magari prendi anche appunti, è un libro di storia che usavano nelle scuole di una volta; se non puoi conoscere il futuro, prova a studiare il passato; prima di leggere qualsiasi cosa devi avere delle basi, quindi buona fortuna. – Lui guardò il libro e poi la ragazza che si era seduta sulla poltrona di prima.
-Scherzi,vero?-
-No, perché dovrei, se vuoi leggere un libro storico senza sapere chi sia l’autore o il personaggio del libro fai pure, a me non interessa. Io ho cominciato così. – Affermò senza staccare gli occhi dal libro che aveva in grembo.
-Va bene. – Borbottò lui. Si sistemò sul divano vicino alla poltrona dove Dakota sedeva. Cominciò a leggere, non leggeva in modo silenzioso, la sua voce era un bisbiglio. Lo doveva ammettere, era bello guardare una persona mentre leggeva, gli occhi verdi concentrati sulle parole e la bocca socchiusa in una piccola smorfia di stupore, no, non era bello guardare un persona mentre leggeva, era bello guardare lui.  Forse era irritante e l’aveva ricattata, ma era bello.  Era personale, la lettura, un momento fatto di carta e inchiostro, dove c’eri solo tu ed i libri.
 
Passarono un paio d’ore prima che Jonathan si riscuotesse dalla lettura, sollevò lo sguardo stanco, rivolgendolo alla ragazza al suo fianco. Da vicino era ancora più bella. I capelli marroni rossastri caduti scomposti sul suo viso e gli occhi verdi concentrati. Quando la guardava dalla finestra rimaneva incantato da lei, il suo desiderio era poterla osservare, non le aveva mai parlato prima del giorno prima, ma ne era attratto; lui non si sentiva stupido, ma davanti a lei si sentiva un completo idiota, lei che aveva vissuto migliaia di vite, lei che era colta e intelligente, lei che lo aveva rapito dalla prima volta che l’aveva vista attraverso la sua finestra. Probabilmente si accorse che la stava guardando e i loro occhi si incontrarono, lui le sorrise, come non aveva mai sorriso a nessuna nei suoi quindici anni. Lei in risposta fece un segno con la testa, ritornò subito sul suo libro, forse il ragazzo aveva sbagliato a ricattarla, doveva solo chiedere.
-Perché mi fissi? – Chiese d’un tratto Dakota.
-Non ti sto fissando. –
-Oh si, invece. – Affermò decisa.
-Ho finito il libro. – Disse lui svogliato.
-Di già? Va bé, te ne do un altro. – Depose il libro che stava leggendo; si avvicinò allo scaffale vicino a quello di prima, fece una smorfia e sparì dietro il mobile per poi tornare con un librettino. Quando lo tese a lui si accorse che non rilegato come gli altri libri. Quando lo aprì si accorse che non era scritto al computer come gli altri, era scritto a mano, probabilmente da lei. -Questi sono tutti i libri che ho letto, scegli un titolo e ti dico la trama. –
Osservò i titoli nella lista, ne scorse uno, Harry Potter, il titolo sembrava carino.
-Questo, Harry Potter. – Disse deciso.
-Va bene, parla di maghi e magia, a me è piaciuto, poi non so se possa essere lo stesso per te. –
-Allora lo comincio, poi vediamo. – La ragazza guardò l’orologio digitale appeso al muro.
-Temo che non lo potrai fare, è tardi, siamo qui da ore. I tuoi genitori saranno preoccupati. –
-I miei genitori non sono mai preoccupati per me, Lady e Kyle non si preoccupano per i loro figli. – Nei suoi occhi c’era molta malinconia, probabilmente era così, succedeva spesso che i genitori non si occupassero dei figli. Fortunatamente per lei non era stato così. –Io e Sarah, mia sorella, ci siamo abituati, invidiavo questo di te, vi sentivamo ridere e scherzare tutti insieme, i nostri genitori al massimo ci chiedono come va a scuola. –
-Almeno tu i genitori ce li hai vivi. – Affermò con tristezza.
-Si, è vero sono vivi, ma è come se non lo fossero, ma non parliamone più, hai ragione, è tardi, meglio che io vada a casa. – Fece per andarsene.
-Aspetta! Puoi restare qui, chiamiamo i tuoi e tu resti a dormire, che ne dici? – Dakota provava compassione, non voleva farlo tornare da quelle persone.
-Ma sei matta? Ti conosco da un giorno! Comunque devo rifiutare, questa sera festeggiamo il compleanno di mia sorella. –
-Fa lo stesso, quanti anni compie tua sorella? –
-Compie quindici anni. Mangiamo insieme a dei parenti, mamma, papà, lei, io e i miei zii.-
-Anche mio fratello compie gli anni fra poco, compie anche lui quindici anni. –
-E invece tu? Quand’è il tuo compleanno? –
-Sono nata ad agosto.  Il nove. Tu? –
-Il quattordici dicembre.  Adesso devo andare, ci vediamo non so quando, ciao! –
-Ciao! – Forse, anche se l’aveva ricattata, quel ragazzo non era poi così male. 

Piaciuta? Spero di sì. Alla prossima, 
Pervi_

 
  
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