Fanfic su artisti musicali > Mika
Segui la storia  |       
Autore: matilde_    19/11/2013    4 recensioni
Arrivo a scuola con le cuffiette nelle orecchie, ascoltando la musica. Frequento questa  scuola da quando avevo circa due o tre anni, per dire, all’asilo nido. Vicino al portone noto  un ragazzo che forse non ha la mia conoscenza del luogo, ma togliamo il forse: alto, tanto da sfigurarmi, nel senso che ero sempre una di quelle più alte nella mia classe, magro, capelli ricciolosi di un color cioccolato al latte, ma soprattutto bello. Bello come nessun’altro che io abbia mai visto o conosciuto in vita mia.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo dedicato ai muri della mia scuola :D
Oggi mi sono svegliata alle ore 7.30 perché la sveglia non è suonata.
A che ora passa il pullman?
7.35.
Entro a scuola tutta sudata per la corsa, e mi dirigo direttamente agli armadietti, dove trovo Penniman intento a sbattere la testa contro il muro più forte possibile.  Questo ragazzo mi creerà un sacco di problemi.
- Quando hai finito…- gli dico avvicinandomi, e apoggiando la schiena alla parete.
Lui mi guarda, con espressione seria,  poi scuote leggermente  la testa, neanche fossi un terrorista,  e ricomincia a suicidarsi.
- Sì, ti voglio bene anche io. Che hai?- che noia, ma quanto è lunatico sto qua?
- Che ho? CHE HO? Ma non ti sei accorta della situazione in cui mi hai messo? Non riesco neanche a parlare in classe dalla timidezza, e mi fai cantare davanti a una che ho visto cinque minuti? E poi cantare, io dico! Non è che se suono il pianoforte, automaticamente la voce sarà uguale a quella di Liam Horan!!- urla lui gesticolando.
- Niall, si chiama Niall Horan. Liam è un altro.-
- Che si fottano. –  che ha già imparato i modi per mandare affanculo la gente?
- Calma, ti sembro una che fa le cose senza pensare? – sbuffo tranquillamente.
- Sì! – ora si è seduto a terra con le mani sulla testa, sembra depresso.
- Ascolta, io non so cosa devo fare per aquisare.. aquistere…- continua – Fuck off! I mean, I don’t know how to gather  some courage, ok? I just can’t… I just can’t see a way out of this mess! There’s no hope for me, no love, no glory, in this story! And the happy ending’s gone forever, I’m dead, dead, a zombie’s much more alive!! I’m just wasting ever day for this fucking thing, can’t you tell your friend that I’ve got a cough, or something?- ma sta sclerando o che cosa?
- Ehm… Michael caro, non ho Google traduttore al posto del cervello eh!- no sul serio, ma stiamo scherzando?
- Lo so, hai ragione. Intendevo che non vedo via d’uscita da questo casino! Voglio dire, a parte che non so come controllare la mia timidezza,  in ‘sta storia non c’è amore, avete litigato te e la tua amica, non c’è speranza per vincere la scommessa, e quindi non ci sarà gloria. E  infine, per racchiudere il tutto, il finale “e vissero tutti felici e contenti…”  non verrà a trovarci neanche a pagarlo.- dice sconsolato.
Tenero, però. Si preoccupa della relazione tra me e la Bea. Ma adesso basta, ci vuole un po’ di autostima (Seeee, parlo proprio io…)! E poi, sta suonando la campanella, ci dirigiamo quindi verso la nostra aula.
*
Durante la lezione di scienze, di una noia pazzesca, decido di cominciare a comporre il testo della canzone, anche se la scommessa non  prevedeva alcun aiuto da parte mia.
Pensa, pensa! Non sono mai stata brava a comporre testi, in inglese poi! Già, ho deciso che Michael canterà nella sua lingua. Lascio che la mente vaghi un po’, per ispirazione.
Lalalala, gli unicorni rosa, devo comprare il latte, non ho voglia il panettiere da cui vado è un coglione, e poi non sa parlare italiano! Mi ricorda tanto il mio compagno di banco…
Mi torna in mente l’unica volta in cui l’ho sentito parlare in inglese, cioè due minuti fa. There’s no hope, no love, no glory…
Certo!
- Ehi Penniman!  Ho un’idea!- sussurro emozionata.
Lui, invece, è tutt’altro che emozionato. Mi guarda con la stessa espressione che aveva quando l’ho salutato prima. Evvai! Non vedo l’ora di lavorare con te, brutto stronzo.
- No, sai, dicevo, ho avuto un idea!- dico come se le parole che ho detto prima non avessero avuto effetto.
- Prendi un’aspirina che ti passa.- mormora Penniman, apoggiando la testa sulla mano con espressione annoiata. Lo fisso, e dopo un po’, mi guarda di rimando con un’occhiata veloce, e sorride. – Ehi scherzavo!- ride. – Hai avuto un’idea per la canzone?-
A questo punto, avrei potuto ammazzarlo, oppure baciarlo, oppure avrei potuto saltare sul banco e urlare “L’ha capitoooo!!”. Invece di scene teatrali, scoppio a ridere. – Vieni da me oggi pomeriggio che ti spiego?- chiedo. Anche se la voglia di farlo è uguale a quella che ha uno scolaro NORMALE di studiare, è importante.
Però penso ad una cosa. Il mio compagno di banco, che al momento non fa altro che cercare di costruire una barchetta con una banconota da 20 euro (cosa che facevo anch’io due mesi fa ), lo conosco da poco più di ventiquattr’ore, e già l’ho invitato a casa mia. Cosa mi succede? Pensate quello che volete. Non vi dirò di sicuro che appena l’ho visto c’è stato il colpo di fulmine e mi sono trovata in Paradiso con lui a saltellare sugli arcobaleni, perché in realtà è quasi vera solo la seconda parte: sognavo di correre, sì, ma sulla spiaggia e con le mie amiche, come quest’estate,  non con lo spilungone che mi ritrovo come migliore amico. Aspetta, aspetta! Migliore che? Stai dando di matto, tesoro. E per di più, qualche unicorno sta danzando sulla mia spalla. Ah no, è Michael che mi chiama.
- Ohhh!- mi sta picchiettando il braccio con un dito.
- Ehhh?- gli rispondo di rimando.
- Ahhh,  Ihhh,  Uhhh, quello che vuoi. Però non posso venire a casa tua oggi. Disturberei e poi ho degli impegni. Pensandoci… sai che cosa? Ti invito da me, ok? Così c’è anche il pianoforte!- propone con aria entusiasta. Questa è una cosa che mi da’ sui nervi: quando inviti le persone e loro dicono “Ma no, disturbo!”! Ma che cazzo, se avessi disturbato non ti avrei invitato, no?
- Sì, e io mi faccio i problemi mentali perché tu devi venire tre ore da me. Ok, comunque accetto, sono curiosa di vedere casa tua!-
Suona la campanella e cominciamo a prepararci.
- Perché, che dovrebbe avere di strano casa mia?- mi chiede con fare interrogativo. Io, di tutta risposta, lo squadro da capo a piedi un paio di volte sotto il suo sguardo di cioccolato, e scoppio a ridere. Che dovrebbe avere di strano la casa di uno vestito con pantaloni rossi, felpa blu elettrico e maglietta verde, con capelli che sembrano essere stati pettinati con i petardi, come i miei, d’altronde?
Un po’…  come dire…  originale.
*
Siamo a casa sua!
Questo posto è una figata, è enorme, avrà cinque soggiorni, tre cucine e dieci bagni!
Chissà in quanti sono!
- Non posso dire di sapere che cosa stai pensando, sei la primo che entra in questa casa che non sia della mia famiglia. O almeno, sei la prima che io conosco. E per la cro.. cron.. cronaca, si dice, giusto? Ecco, esatto. Per la cronaca, siamo cinque fratelli.- dice mentre butta a terra lo zaino e accende le luci.
Il primo soggiorno è un insieme di oggetti che sembrano siano stati comprati da un artigiano di 4 anni: riesco a riconoscere una lampada, che sarebbe un bicchiere di vetro con una lampadina dentro colorato di verde e molti altri di altri colori, e un telecomando che sembra più un mini panda , avete presente quelle cover per telefoni che ci sono ora? Così, ma all’interno vi è un telecomando di una TV che sarà di circa 80 pollici.
- Hai fame?- mi chiede, e mi guarda divertito mentre afferro un cappellino con la visiera fatto di lattine di Coca sfasciate.
- Stai scherzando?- rispondo con aria seria. Michael mi guarda come se fossi un’anoressica che non mangia mai e lui mi avesse appena chiesto se ho fame, cosa che ha fatto, dopotutto.
- DOV’è IL FRIGOOO??- urlo lanciandomi addosso a lui e cominciando a torturaro di solletico.
- Te lo dico, te lo dico, ti prego bastaa!!- sta morendo, cucciolo.
Ci accomodiamo sul divano con i piatti sulle gioncchia e mangiamo. Più o meno, il pranzo è questo: pasta al sugo di pomodoro, pane, prosciutto, cinque gocciole a testa, bicchiere di latte, un pezzettino di cioccolato e nutella.
- Però non vale…- mi lamento io - … se tu mangi così tutti i giorni, scommetto che rimani esattamente come sei. Io, invece! Avrò messo su tre chili solo contando la pasta!-
- Ma và!- risponde lui mentre accende la televisione su Sky Uno.
- Sei bellissima così.-
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Il Mio Sp@azio
Ciaoo!
Che finale, che finale!!
Eh beh, mi è venuto un colpo al cuore quando mi è venuto in mente, neanche mi fosse successo sul serio!
Ringrazio ovviamente _Never Stop Dreaming_, avventurosa e We Are Goldenn che seguono e recensiscono la storia!
Scusate se vi aspettavate di più, dopotutto non sono bravissima, e poi i capitoli sono corti, ma mi concentro maggiormente sui dialoghi perché secondo me sono le parti più incisive.
Ho aspettato una settimana, lo so, non struggetevi! -.-‘    <3<3<3<3
Vabbe, di sicuro dovevo dire altre cose, ma me le sono dimenticate!
Baciiiiii
 mati :D
Ah già! Volevo dire che la famiglia di Mika credo che sia così, e la casa l’ho immaginata, non ammazzatemi se ho sbagliato qualcosa!!! <3 :*
E poi volevo dire che… o cazzo! Non me lo ricordo!! Non sto scherzando, poco fa lo sapevo!
Vabe, intanto vi dico che vi ho lasciato in sospeso l’affare della canzone, e che anche io ho fatto una barca con venti euro una volta!!!! MI SENTO REALIZZATA!
Vabbe ancora, vado a guardare il daily di xfactor con Mika e Violetta e Gaia!!!


 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mika / Vai alla pagina dell'autore: matilde_