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Autore: BoredWithIdeas    19/11/2013    1 recensioni
John e Sherlock si conoscono via mail per caso. Non si sono mai incontrati prima. Basato su “Love Virtually” by Daniel Glattauer. John/Mary per la maggior parte del tempo. Sherlock/Lestrade per un po’. Ma eventualmente anche Johnlock. Composta interamente di mail.
Traduzione di Lady Viviana
(19/11/2013) Sono stati modificati gli avvertimenti della storia. L.V.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Lestrade, Sherlock Holmes
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5
 
N.d.t.
Buonasera :)
Di nuovo grazie a chi ha inserito questa storia fra le seguite, lo apprezzo molto e sono sicura che farà piacere anche all'autrice saperlo. Un grazie particolare a
Maximilien che ha recensito lo scorso capitolo. Per compensare i mancati aggiornamenti dei giorni scorsi, oggi ne pubblicherò due: la storia sta entrando nel vivo, ma state attenti perchè non tutto è ciò che sembra!
Enjoy!
Lady Viviana

 
 
John
Sherlock
 
Sherlock?! C’eri? Sei venuto al cafè? Rispondimi!
 
Ero lì.
 
Damn! Temevo lo dicessi. Tutti gli uomini che potevano essere te erano orribili…a vederli, intendo. Sei davvero venuto oggi? Non eri nascosto in bagno, vero? O fermo dall’altra parte della strada? Eri davvero dentro il cafè? Non dirmi che eri quell’uomo con un sacco di capelli che stava vicino al bancone.
 
John, non ero io, ma quello che hai detto era veramente offensivo, perfino per i miei standard. Sembra che l’aspetto sia tutto per te. Ma, se sono una delle “orribili persone”, vuol dire che questa è la fine della nostra corrispondenza?
 
No, Sherlock, possiamo continuare a mandarci mail. Il fatto è che non c’erano uomini in quel cafè che sembravano eccitanti tanto quanto il modo in cui mi scrivi tu.
 
Davvero? Nessuno. Come tutti gli altri, tu guardi, ma non osservi.
 
Sono stato lì due ore, assicurandomi di aver visto tutti gli uomini che sono entrati o usciti da soli da quel cafè. Beh, c’era questo tizio che sembrava interessante. Probabilmente l’unico e stava al bancone con questo tizio che sembrava un politico. Le loro spalle si sfioravano e aveva occhi soltanto per lui. Chi altro c’era? Un mucchio di uomini di mezza età che sembravano sul punto di avere un infarto e diversi impiegati. Nessuno aveva l’aspetto di uno che indaga sui crimini. Perciò, dov’era il mio Sherlock Holmes?
 
Non per darti l’impressione di essere soddisfatto del risulto, mio caro Watson, ma sapevo che non avresti indovinato chi sono.
 
Dov’eri, Sherlock? Dimmelo!
 
Ne parliamo dopo, ho una chiamata, adesso. Comunque, piccolo dettaglio, non abbiamo parlato di te.
Un mucchio di affetto, Sherlock
 
Cosa??!? Non puoi lasciarmi così! Torna a scrivere! Ora! Ti prego!
 
Ho capito! Mi sono appena svegliato e mi è venuto in mente! Tu eri un cameriere! Conosci il proprietario, così ti ha permesso di fingere di essere un cameriere per due ore. Dico bene? Mi hai fregato, Sherlock.
 
Buongiorno, John! Continuo a stupirmi di come tu possa essere maleducato senza volerlo. Non ero un cameriere né un uomo delle mail o un fattorino. Ero semplicemente il vecchio Sherlock, un cliente di Speedy’s fra le 4 e le 6 di domenica pomeriggio. Sei troppo scarso, John “l’apparenza-è-tutto” Watson. Suggerisco, invece, di parlare di te. C’erano molti uomini che potevano essere il mio John Watson. Ma ecco le tre migliori possibilità. Prima: il prototipo. Stava al bancone, alto, biondo, sui quarant’anni. Nervoso, agitava il bicchiere, facendo muovere il whiskey che c’era dentro. Vestito normalmente. Aveva un bastone che sembrava perfetto per la sua andatura zoppicante. Aspetto splendido, tipo calmo, piacevole da avere intorno. In pratica, il classico John Watson.
Seconda: l’alternativo. Castano, all’apparenza di carattere rude, intorno ai quarant’anni. Ha una cicatrice che sembra iniziare sulla spalla sinistra e finire alla fine del collo. Indossava un completo, aspetto splendido, tipo sicuro, introverso.
E, ultimo, ma non meno importante, il terzo: l’altro tipo. Basso, biondo, si guardava intorno, è stato al bancone un paio di volte. Meravigliosi occhi azzurri, bel fisico, un maglione beige. Portava la fede e aveva un bastone. Aspetto splendido, schivo, ma premuroso. E per questo potrebbe essere John Watson.
Se mi direi quale dei tre sei, ti darò un indizio su chi potevo essere io.
Con affetto, Sherlock
 
Ok, ma prima mi dai l’indizio e poi ti dirò se ero davvero uno dei tre.
 
Hai fratelli o sorelle?
 
Sì, una sorella più vecchia che vive nel nord. Perché?
 
Quello era l’indizio, John. E, comunque, io ho un fratello più vecchio. E’ in queste rare occasioni che mi sento vicino a lui. Hai il tuo indizio, ora devi dedurre.
Eri uno dei miei tre John, allora?
 
Sherlock! Non è un buon indizio. Solo tu potevi tirare fuori una cosa del genere. Ti prego, dammene un altro e te lo dirò.
 
Mio fratello è uno dei quei politici.
 
Ok, questo va bene. Qualunque cosa sia, mi arrendo.
Comunque, Sherlock, sono uno di quei tre John. Sono meravigliato dal fatto che tu abbia trovato ben tre uomini altrettanto affascinanti nello stesso momento. Ma questo è quello che siamo, immagino.
Ti auguro una buona serata, sto per prendermi una pausa da Sherlock. Ho cose più importanti che mi attendono. Arrivederci, per ora.
John
 
Allora eri sicuramente il John numero 1.
 
Hey! John?! Altro indizio! Mio fratello questa volta ha sentito il bisogno di toccarmi tutto il tempo.
 
  
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