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Autore: Distress_And_Coma    19/11/2013    1 recensioni
Akira si sente solo nonostante sia da sempre innamorato di Takanori. Non ha pregiudizi, è buono. Per sopperire alla sua solitudine e donare il suo amore a qualcuno sceglierà di adottare Amina. Ma chi è Amina?? E' una povera orfanella... Muta. Con lui però...
Non si può semplicemente adottare una bimba per amore?
Non si può semplicemente insegnarle che l'amore, se è vero, non ha limiti, che non c'è nulla di sbagliato nell'amare qualcuno del tuo stesso sesso?
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Reita, Ruki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amore

ルキ

Sento un forte rumore, che mi sveglia. Vengo abbagliato da una luce. Poi, piano, inizio a capire che non è un sogno. E' un temporale. Sveglio il mio Akira, ancora spaventato. Mi trova che tremo in modo violento e che piango, abbracciato a lui.
"Takachan, che c'è??"
"Mh...Mh. Ho una paura fottuta dei tuoni e dei temporali... aiutami..."
"Calmo, Takachan... Piangi terrorizzato, stai tranquillo... Non è niente, sono solo rumori..."
Visto che non riuscivo a calmarmi, mi guardò, e mi fece la domanda che temevo più di tutte. Non volevo mostrare di essere debole.
"Takachan... Ti va di spiegarmi come ti è venuta questa fobia??"
"Vorrei, ma ho paura..."
"Di me?"
"No, non di te...Più del fatto che mi giudicheresti come una femmina... I maschi non devono mai piangere, non lo sai?"
"Chi ti ha detto queste sciocchezze?"
"I miei genitori."
"Uhm... Ok. E' una cosa sbagliata, anche i maschi si possono spaventare, e poi piangere è un diritto di tutti. Ti va di raccontarmi che cosa ti è capitato per terrorizzarti tanto di un temporale?"
"Beh... I miei genitori dicevano che io ero un figlio degenere, semplicemente perchè non ero come loro volevano" mi guarda interrogativo "Loro volevano che io fossi uno studente modello, che non saltassi mai un giorno di scuola, che frequentassi l'università con ottimi profitti, che la mia divisa fosse sempre in ordine e senza spille, trovassi un buon lavoro e guadagnassi molto. E che mi costruissi una famiglia identica alla mia. Io invece mi tingevo i capelli, e poi li coprivo ripetutamente per non essere scoperto, mettevo lo smalto ed ascoltavo la musica, divertemdomi con la chitarra... A pensarci bene, era l'unica cosa di cui i miei andavano fieri. Non ho mai detto loro di essere omosessuale, ma loro ovviamente lo avevano capito. Per quello mi schiaffeggiavano spesso, dicevano che non avrei mai concluso niente. La notte leggevo manga, al posto di dormire, o anche al posto di fare i compiti, oppure guardavo film con le cuffie perchè non mi sentissero."
"Non sapevo questo, perchè non me lo hai detto subito, amore? Sai che ti avrei appoggiato. Le paure non vanno mai nascoste o sminuite, dimmi come è successo, ed io ti aiuterò a superarla."
"Non te l'ho detto prima per lo stesso motivo. Una sera, per punirmi di una marachella che nemmeno avevo fatto apposta, mi hanno messo fuori di casa, chiudendo la porta. In quel momento scoppiò un temporale. Io cercai di rifugiarmi sotto alla tettoia per non bagnarmi. Quando mi fecero rientrare, tremavo come una foglia. Mi ero spaventato molto... E mi ammalai proprio perchè ero solo in pigiama mentre intorno a me era freddissimo. Mi sgridarono anche per quello."
"Oh santo cielo... Io non lo sapevo... Scusami, piccolo. Vorrei davvero dirti qualcosa ma non trovo le parole. Temo che qualsiasi cosa dica sia inopportuna o sbagliata. Non sai quanto mi dispiace."
Sentiamo che la nostra porta viene aperta. E' Amina. L'avevamo messa a letto poco fa, perchè è qui?
"Mama! Papà! Ho paura..."
"Di cosa, amore?" dice Aki, scattando in piedi. Stringe a sè la bambina, agitato, e la porta nel nostro letto.
"Non so... Cosa sono... i rumori... La notte non c'è la luce! Me lo ha detto mamma!"
"Tesoro, non è niente...Si chiama temporale. E'... Una cosa naturale. Quando non c'è il sole c'è la pioggia, solo che ogni tanto diventa forte come è adesso."
"Poi passa, amore, non temere..." le dico, per tranquillizzarla. Si calma dopo poco, e si addormenta con noi nel letto.




Mi sento scuotere... Ma chi è che disturba il mio sonno??
Quando mi sveglio, noto che Eriko è sul mio collo, con il suo corpo sul mio.
Io sono dentro di lei e in me si accendono i ricordi della nostra notte focosa.
"Ehi, Yutaka... Che cosa stavamo facendo?"
"Credo che stessimo facendo qualcosa di eccitante..."
"Mhm... Non ricordo..."
"Forse così ti ricorderai" e la sovrasto col mio corpo, ma lei mi ferma "Va bene... Ora ricordo, ma dimmi almeno che ora è". Rimango a fissarla come un ebete.
L'ora. Già. Beh, fuori è scuro, quindi è palese che non sia in ritardo per andare agli studi. Guardo la sveglia con le mani dinanzi al viso, per non accecarmi.
"Uhm... sono le sei e mezza" dico, arricciando il naso in quella smorfia bambinesca che di me ama tanto.
"Abbiamo tutto il tempo che vogliamo, itoshii... Ma mi chiedevo solo... Come Takanori e Akira si prenderanno cura di Amina."
"Amina? E chi è?"
"Oh... Già, non te l'ho detto. E' la figlioletta che hanno adottato da due mesi. Scusami, ho la testa tra le nuvole... Forse sono solo stressato..."
"Beh... Questa mattina me la presenterai. Mi prenderò un giorno di vacanza, in fondo... A disposizione ne ho trenta*... Che vuoi che sia. Tra un po' mando un messaggio al direttore della scuola. Comunque... La medicina contro lo stress ce l'avrei io..." e torna a baciarmi.
Beh, si sarebbero fatte un giro insieme, così noi potevamo stare in studio di registrazione e nessuno ci avrebbe disturbato. E' un bel piano... Sperando che il direttore della scuola non se la prenda troppo.

"Questi sono gli studi della SMEJ, dove registriamo i nuovi pezzi. Credo che Akira arriverà tra poco... Di solito alle otto è già sveglio... Il che è strano..."
"Per il fatto che è un pigrone?" mi chiede lei, sempre sorridente.
"Hahaha!!! Sì, ci hai preso!"
"Oh, guarda chi arriva!"
"Yuuuuu, Koyou!! Siamo qui!"
"Buon giorno, Eriko. Buon giorno, Yutachan."
"Giorno! Ma voi due... Non avete dormito, o sbaglio?"
"Esattamente... Per il motivo che pensi tu!" mi dice Koyou.
"Beh, se ne avevi bisogno..."
"Yuu! Non mettermi in imbarazzo!!" e scoppiamo tutti a ridere.
Dopo un po' vediamo giungere Takanori e Akira che tengono per mano Amina, che indico ad Eriko con un movimento della testa.

"Oh... Buongiorno, signorina... Chi sei? Sei un'amica di mama e papà?"
"Certo, piccola. Il mio nome è Eriko Misakabe. Sono la fidanzata di Kai. Tu sei Amina, vero?"
"Si, signorina. Sei la fidanzata dello zio? Ti vuole molto molto bene."
"Ti va di stare con me? Andiamo al café**?"
"Va bene... Però poi mi riporti da mama?"
"Certo, piccola. Poi ritorno dallo zio Yutaka, e ti riporto dalla tua mamma e dal tuo papà. Noi siamo al café al piano terra, ok? Quando c'è la pausa passiamo a farvi un saluto."

亜美奈

Mamma e papà sono al lavoro... Almeno mi divertirò con la zia...
"Zia, che cos'è un café?"
"Ora lo vedrai, tesoro. Ecco, è là in fondo. Che cosa vorresti mangiare?" mi conduce per mano e mi porta fino a quel posto... Quello che si chiama come la bevanda di papà...
"Buon giorno, signora. Desidera?" ci saluta una persona nuova.
" Un secondo, prego. Ecco... Puoi scegliere." Zia vuole che scelgo... Bene.
"Uhm... Questo qui... E... E questo qui."
"Due porzioni di patatine fritte, per favore, e una di pasticcini."
"Altro, signora?"
"Dell'acqua. Naturale, grazie."
"Mangiate qui o portate via?"
"Mangiamo qui."
"Accomodatevi"
Tutte queste parole mi danno la nausea, anche se non ci sono i rumori.
Dopo un po' per fortuna arriva il mio amato cibo.
"Ti serve aiuto per imboccarti?"
"Grazie, zia..." piano piano, mi mette il cibo in bocca.
La signorina è stata gentile, ci ha portato il cibo... Papà e mama dicono che vanno ringraziate.
Quando finisco il mio pasto, la zia paga e insieme ringraziamo.
Mi insegna anche due nuove canzoni, che non conoscevo.

"Mamma? Mi manca la mamma... E anche il papà..."
"Stai tranquilla, piccolina. La tua mamma e il tuo papà stanno lavorando ai piani superiori. Si... Ai piani superiori. Il cartello dice quarto piano, stanza cinque. Adesso è la loro pausa... Ti ci porto? Voglio anche vedere il mio Kai."
Prendiamo una cosa che lei chiama "asciore", o qualcosa così... Così magari dormo in braccio al papà...


Note: * riguardo i trenta giorni di riposo, ogni azienda ne deve garantire un minimo di dieci. Ci sono quelle che garantiscono solo questi dieci giorni, altre che invece sono più "generose". Credo che una scuola ne garantisca trenta, ma non ne sono sicura.
I giapponesi infatti non ritengono opportuno avere più giorni di vacanza, se non fanno nulla si annoiano. E chiamano noi italiani "sfaticati" perchè per i loro canoni non lavoriamo mai (ma guarda tu...). Normalmente ci si riposa nella Gold Week, ovvero una settimana, tra febbraio e marzo (se non erro) in cui si concentrano la maggior parte delle festività. Se si vuole prenotare una vacanza in quella settimana bisogna farlo con largo anticipo. Per i giapponesi è usanza prenotare dei pacchetti vacanze nel fine settimana (es. tre giorni a Shangai).
** I giapponesi trovano maleducatissimo il mangiare in strada, se hanno fame entrano nei café per mangiare, in cui vengono serviti dalla commessa. Ella è gentile solo perchè sta lavorando, poichè per loro essere gentile è inteso come "in famiglia" mentre noi lo intendiamo come "con gli estranei".


  
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