ルキ
Sento
un forte rumore, che mi sveglia. Vengo abbagliato da una luce. Poi,
piano,
inizio a capire che non è un sogno. E' un temporale. Sveglio
il mio Akira,
ancora spaventato. Mi trova che tremo in modo violento e che piango,
abbracciato a lui.
"Takachan, che c'è??"
"Mh...Mh. Ho una paura fottuta dei tuoni e dei temporali...
aiutami..."
"Calmo, Takachan... Piangi terrorizzato, stai tranquillo... Non
è niente,
sono solo rumori..."
Visto che non riuscivo a calmarmi, mi guardò, e mi fece la
domanda che temevo
più di tutte. Non volevo mostrare di essere debole.
"Takachan... Ti va di spiegarmi come ti è venuta questa
fobia??"
"Vorrei, ma ho paura..."
"Di me?"
"No, non di te...Più del fatto che mi giudicheresti come una
femmina... I
maschi non devono mai piangere, non lo sai?"
"Chi ti ha detto queste sciocchezze?"
"I miei genitori."
"Uhm... Ok. E' una cosa sbagliata, anche i maschi si possono
spaventare, e
poi piangere è un diritto di tutti. Ti va di raccontarmi che
cosa ti è capitato
per terrorizzarti tanto di un temporale?"
"Beh... I miei genitori dicevano che io ero un figlio degenere,
semplicemente perchè non ero come loro volevano" mi guarda
interrogativo
"Loro volevano che io fossi uno studente modello, che non saltassi mai
un
giorno di scuola, che frequentassi l'università con ottimi
profitti, che la mia
divisa fosse sempre in ordine e senza spille, trovassi un buon lavoro e
guadagnassi molto. E che mi costruissi una famiglia identica alla mia.
Io
invece mi tingevo i capelli, e poi li coprivo ripetutamente per non
essere
scoperto, mettevo lo smalto ed ascoltavo la musica, divertemdomi con la
chitarra... A pensarci bene, era l'unica cosa di cui i miei andavano
fieri. Non
ho mai detto loro di essere omosessuale, ma loro ovviamente lo avevano
capito.
Per quello mi schiaffeggiavano spesso, dicevano che non avrei mai
concluso
niente. La notte leggevo manga, al posto di dormire, o anche al posto
di fare i
compiti, oppure guardavo film con le cuffie perchè non mi
sentissero."
"Non sapevo questo, perchè non me lo hai detto subito,
amore? Sai che ti
avrei appoggiato. Le paure non vanno mai nascoste o sminuite, dimmi
come è
successo, ed io ti aiuterò a superarla."
"Non te l'ho detto prima per lo stesso motivo. Una sera, per punirmi di
una marachella che nemmeno avevo fatto apposta, mi hanno messo fuori di
casa,
chiudendo la porta. In quel momento scoppiò un temporale. Io
cercai di
rifugiarmi sotto alla tettoia per non bagnarmi. Quando mi fecero
rientrare,
tremavo come una foglia. Mi ero spaventato molto... E mi ammalai
proprio perchè
ero solo in pigiama mentre intorno a me era freddissimo. Mi sgridarono
anche
per quello."
"Oh santo cielo... Io non lo sapevo... Scusami, piccolo. Vorrei davvero
dirti qualcosa ma non trovo le parole. Temo che qualsiasi cosa dica sia
inopportuna o sbagliata. Non sai quanto mi dispiace."
Sentiamo che la nostra porta viene aperta. E' Amina. L'avevamo messa a
letto
poco fa, perchè è qui?
"Mama! Papà! Ho paura..."
"Di cosa, amore?" dice Aki, scattando in piedi. Stringe a sè
la
bambina, agitato, e la porta nel nostro letto.
"Non so... Cosa sono... i rumori... La notte non c'è la
luce! Me lo ha
detto mamma!"
"Tesoro, non è niente...Si chiama temporale. E'... Una cosa
naturale.
Quando non c'è il sole c'è la pioggia, solo che
ogni tanto diventa forte come è
adesso."
"Poi passa, amore, non temere..." le dico, per tranquillizzarla. Si
calma dopo poco, e si addormenta con noi nel letto.
戒
Mi
sento scuotere... Ma chi è che disturba il mio sonno??
Quando mi sveglio, noto che Eriko è sul mio collo, con il
suo corpo sul mio.
Io sono dentro di lei e in me si accendono i
ricordi della nostra notte
focosa.
"Ehi, Yutaka... Che cosa stavamo facendo?"
"Credo che stessimo facendo qualcosa di eccitante..."
"Mhm... Non ricordo..."
"Forse così ti ricorderai" e la sovrasto col mio corpo, ma
lei mi
ferma "Va bene... Ora ricordo, ma dimmi almeno che ora è".
Rimango a
fissarla come un ebete.
L'ora. Già. Beh, fuori è scuro, quindi
è palese che non sia in ritardo per
andare agli studi. Guardo la sveglia con le mani dinanzi al viso, per
non
accecarmi.
"Uhm... sono le sei e mezza" dico, arricciando il naso in quella
smorfia bambinesca che di me ama tanto.
"Abbiamo tutto il tempo che vogliamo, itoshii... Ma mi chiedevo solo...
Come Takanori e Akira si prenderanno cura di Amina."
"Amina? E chi è?"
"Oh... Già, non te l'ho detto. E' la figlioletta che hanno
adottato da due
mesi. Scusami, ho la testa tra le nuvole... Forse sono solo
stressato..."
"Beh... Questa mattina me la presenterai. Mi prenderò un
giorno di
vacanza, in fondo... A disposizione ne ho trenta*... Che vuoi che sia.
Tra un
po' mando un messaggio al direttore della scuola. Comunque... La
medicina
contro lo stress ce l'avrei io..." e torna a baciarmi.
Beh, si sarebbero fatte un giro insieme, così noi potevamo
stare in studio di
registrazione e nessuno ci avrebbe disturbato. E' un bel piano...
Sperando che
il direttore della scuola non se la prenda troppo.
"Questi sono gli studi della SMEJ, dove registriamo i nuovi pezzi.
Credo
che Akira arriverà tra poco... Di solito alle otto
è già sveglio... Il che è
strano..."
"Per il fatto che è un pigrone?" mi chiede lei, sempre
sorridente.
"Hahaha!!! Sì, ci hai preso!"
"Oh, guarda chi arriva!"
"Yuuuuu, Koyou!! Siamo qui!"
"Buon giorno, Eriko. Buon giorno, Yutachan."
"Giorno! Ma voi due... Non avete dormito, o sbaglio?"
"Esattamente... Per il motivo che pensi tu!" mi dice Koyou.
"Beh, se ne avevi bisogno..."
"Yuu! Non mettermi in imbarazzo!!" e scoppiamo tutti a ridere.
Dopo un po' vediamo giungere Takanori e Akira che tengono per mano
Amina, che
indico ad Eriko con un movimento della testa.
"Oh... Buongiorno, signorina... Chi sei? Sei un'amica di mama e
papà?"
"Certo, piccola. Il mio nome è Eriko Misakabe. Sono la
fidanzata di Kai.
Tu sei Amina, vero?"
"Si, signorina. Sei la fidanzata dello zio? Ti vuole molto molto
bene."
"Ti va di stare con me? Andiamo al café**?"
"Va bene... Però poi mi riporti da mama?"
"Certo, piccola. Poi ritorno dallo zio Yutaka, e ti riporto dalla tua
mamma e dal tuo papà. Noi siamo al café al piano
terra, ok? Quando c'è la pausa
passiamo a farvi un saluto."
亜美奈
Mamma
e papà sono al lavoro... Almeno mi divertirò con
la zia...
"Zia, che cos'è un café?"
"Ora lo vedrai, tesoro. Ecco, è là in fondo. Che
cosa vorresti
mangiare?" mi conduce per mano e mi porta fino a quel posto... Quello
che
si chiama come la bevanda di papà...
"Buon giorno, signora. Desidera?" ci saluta una persona nuova.
" Un secondo, prego. Ecco... Puoi scegliere." Zia vuole che scelgo...
Bene.
"Uhm... Questo qui... E... E questo qui."
"Due porzioni di patatine fritte, per favore, e una di pasticcini."
"Altro, signora?"
"Dell'acqua. Naturale, grazie."
"Mangiate qui o portate via?"
"Mangiamo qui."
"Accomodatevi"
Tutte queste parole mi danno la nausea, anche se non ci sono i rumori.
Dopo un po' per fortuna arriva il mio amato cibo.
"Ti serve aiuto per imboccarti?"
"Grazie, zia..." piano piano, mi mette il cibo in bocca.
La signorina è stata gentile, ci ha portato il cibo...
Papà e mama dicono che
vanno ringraziate.
Quando finisco il mio pasto, la zia paga e insieme ringraziamo.
Mi insegna anche due nuove canzoni, che non conoscevo.
"Mamma? Mi manca la mamma... E anche il papà..."
"Stai tranquilla, piccolina. La tua mamma e il tuo papà
stanno lavorando
ai piani superiori. Si... Ai piani superiori. Il cartello dice quarto
piano,
stanza cinque. Adesso è la loro pausa... Ti ci porto? Voglio
anche vedere il
mio Kai."
Prendiamo una cosa che lei chiama "asciore", o qualcosa
così... Così
magari dormo in braccio al papà...
Note:
* riguardo i trenta giorni di riposo, ogni azienda ne deve garantire un
minimo
di dieci. Ci sono quelle che garantiscono solo questi dieci giorni,
altre che
invece sono più "generose". Credo che una scuola ne
garantisca
trenta, ma non ne sono sicura.
I giapponesi infatti non ritengono opportuno avere più
giorni di vacanza, se
non fanno nulla si annoiano. E chiamano noi italiani "sfaticati"
perchè per i loro canoni non lavoriamo mai (ma guarda
tu...). Normalmente ci si
riposa nella Gold Week, ovvero una settimana, tra febbraio e marzo (se
non
erro) in cui si concentrano la maggior parte delle
festività. Se si vuole
prenotare una vacanza in quella settimana bisogna farlo con largo
anticipo. Per
i giapponesi è usanza prenotare dei pacchetti vacanze nel
fine settimana (es.
tre giorni a Shangai).
** I giapponesi trovano maleducatissimo il mangiare in strada, se hanno
fame
entrano nei café per mangiare, in cui vengono serviti dalla
commessa. Ella è
gentile solo perchè sta lavorando, poichè per
loro essere gentile è inteso come
"in famiglia" mentre noi lo intendiamo come "con gli
estranei".