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Autore: RoryVentimiglia_86920    29/04/2008    0 recensioni
Questa storia l'avevo posata su questo sito qualche tempo fa ma ,forse per errore l'ho cancellata...
Il racconto del funerale di una mia carissima amica, conosciuta quando avevo quattro anni ora ne ho 15, quanti ne dovrebbe avere lei, e sono al suo funerale...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati due mesi dalla sua morte e dal suo funerale, ma a me ancora non sembra vero, a volte addirittura prendo il telefono e faccio per chiamarla, ma poi mi rendo conto che lei non c’è più e scoppio a piangere,
lei non vorrebbe che io piangessi, ma non posso farne a meno, devo liberarmi dalla frustrazione e dal dolore, o rischierei di scoppiare. Accendo il mio stereo e metto il mio cd preferito e ripenso a quella frase meravigliosa che dice radio caos nel film “Tre metri sopra il cielo”.
“ E tutto quello che devi fare è metterti le cuffie, sdraiarti per terra e ascoltare il CD della tua vita, traccia dopo traccia, nessuna è andata persa, tutte sono state vissute e tutte, in un modo o nell’altro, servono ad andare avanti. Non pentirti, non giudicarti, sei quello che sei e non c’è niente di meglio al mondo. Pause, rewind, play, e ancora, e ancora, e ancora, non spegnere mai il tuo campionatore, continua a registrare e a mettere insieme i suoni per riempire il caos che hai dentro, e se scenderà una lacrima mentre le ascolti, beh non avere paura è come la lacrima di un fan che ascolta la sua canzone preferita.”
E la ascolto, ancora e ancora, è “ Dancing” di Elisa. Una lacrima mi riga il volto, per un attimo è come se Lindsay fosse di nuovo accanto a me, mi volto di scatto verso il punto nel quale mi sembra di sentire la sua presenza, il suo calore, il suo respiro, ma non c’è niente solo aria e tanto freddo.
Ricomincio a piangere, ma ancora più forte ora.
Mi accoccolo sul letto e abbraccio il cuscino mentre si riempie di goccioline, ho le guance completamente bagnate, gli occhi cominciano a bruciare, il mio corpo è scosso dai forti gemiti, stringo il cuscino e mi lascio completamente andare.
Questo è ormai all’ordine della mia giornata.
Non ho voglia di fare niente da quando lei non c’è più.
Ormai non riesco nemmeno a mangiare, come non riesco nemmeno a studiare o a parlare con i miei amici come prima o ascoltare la musica senza mettermi a piangere, perché erano tutte cose che facevo con Lindsay.
Non ce la faccio più.
A volte vorrei morire per stare di nuovo con lei come prima, mi ricordo quando eravamo bambine e litigavamo per chi doveva morire prima. Nessuna voleva morire dopo l’altra.
Non volevamo soffrire. Un giorno abbiamo fatto la morra cinese ed è uscito il risultato: Dovevo morire io per prima.
Non abbiamo mantenuto la promessa, non doveva andare così.
Mi asciugo le guance. Infilo la giacca e mi dirigo correndo verso casa di Paul, devo sapere cosa c’è scritto nella sua lettera.
Corro e continuo a correre più veloce che posso, attraverso milioni di persone che mi guardano come se fossi pazza, ma loro non sanno e non possono sapere, non possono capire, come io non avrei mai capito fino a 2 mesi fa.
Le lacrime continuano a scendere e gli occhi a bruciare, senza sosta, è la punizione che il mio corpo si dà per averti lasciato andare via Lindsay.
Arrivo sotto casa di Paul e rimango là a fissare il portone. Non ho il coraggio di entrare, l’ultima volta che l’ho visto è stata al funerale e forse qualche volta a scuola in giro per i corridoi.
Non sono mai riuscita a parlargli, o a guardarlo, perché ogni volta che ci provavo vedevo il viso e sentivo la voce di Lindsay.
Non so se è normale, o forse sto diventando pazza.
Deglutisco e premo il bottone del citofono con sopra scritto il suo cognome: Ginetti.
All’improvviso mi riviene in mente quella volta che io e Linsay gli abbiamo organizzato una festa di compleanno a sorpresa, è stata, a detta di tutti la festa più bella di tutto l’anno. Io e lei eravamo bravissime in questa cose.
-Pronto?-
- E… Paul…-
- Rachel? –
- Si, sono io…-
- Sali. –
Il portone si apre, io lo spingo a fatica con le mie braccia ormai troppo deboli.
Prendo le scale e arrivo di fronte la porta con lui davanti.
- Rachel… - Mi abbraccia.
Un abbraccio semplice che si possono dare solo due persone che hanno sofferto allo stesso modo e per la stessa persona.
Si stacca e mi sorride nostalgico.
- Su accomodati. -
Entro e vado nella sua stanza, che con mia grande sorpresa è stata ritinta, di blu.
-Bella, complimenti. -
Mi seggo sul letto e guardo una bacheca che è piena di foto mie, sue e di Lindsay.
Una soprattutto mi colpisce, ci sono io con gli occhi chiusi e un bicchiere di birra in mano alzato verso l’alto che mando un bacio a chi mi fa la foto, abbracciata a Linsay che fa lo stesso e a Paul che invece sorride come uno scemo e con le mani fa un gestaccio che non sto a descrivere.
Mi scappa una piccola risata insieme ad una piccola lacrimuccia.
La persona che faceva quella foto era il mio ragazzo fino a quando non è morta Lindsay, dopo l’ho lasciato perché non avevo tempo per lui, dovevo pensare a me e a come affrontare il mio dolore .
- Paul – Mi volto. – Voglio leggerla. – - Sei sicura? Al 100%?? – - Si . – Mi passa una busta color crema. Io la apro lentamente.
Comincio a leggere:
“ Paul,
Senti ti devo dire talmente tante cose, che non so come iniziare questa lettera.
Innanzitutto voglio dirti che ti amo milioni di stelle nel cielo, sappilo, e ti amerò per sempre in questo modo, forse anche di più.
Sai capisco se tu ti vorrai rifare una vita con un’altra ragazza, capirei se tu mi dimenticassi, ma ti prego di tenermi sempre in una piccola parte del tuo enorme cuore, pieno di gioia e di amore per gli altri, e ti prego di fare brillare sempre il tuo fantastico sorriso capace di tirarmi su anche nei momenti peggiori della mia vita.
Sappi che fare per la prima volta l’amore con te è stato speciale e se in questo momento la lettera la sta leggendo anche Rachel, perché so che alla fine la vorrà leggere, Rachel sappi che io non te l’ho detto perché volevo che almeno fino alla mia morte, avvenimento che sarebbe avvenuto presto, volevo conservare questo meraviglioso ricordo solo per me.
Se te lo stai chiedendo, si è stato bellissimo.
Paul torniamo a noi, ti lascio questa lettera perché tu possa sempre ricordare il nostro periodo di vita quando vuoi. Perché io ti ho amato più di qualunque altra persona che c’è mai stata nella mia vita.
Sono sincera e ti apro il mio cuore, la mia morte ti avrà addolorato, ma io voglio solo che tu sia felice e quindi se rifarti una vita e avere un’altra ragazza può farti raggiungere la felicità che cerchi, se lo vuoi veramente fallo. Perché sei una persona speciale e ti meriti il mondo.
Non dimenticherò quello che hai fatto per me. Vorrei continuare a vivere solo per potere stare per sempre con te.
Ti amo.
Lindsay”
Ho ripreso a piangere, mi seggo sul letto e Paul mi abbraccia, sono lacrime di felicità mischiate a lacrime di dolore. Perché sono felice che Lindsay prima di morire sia riuscita ad avere ciò che ogni persona al mondo sogna la felicità e l’amore.


RoryVentimiglia_86920.

  
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