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Autore: FallenAngel1990    21/11/2013    5 recensioni
Un anno dopo i fatti di New York, Asagard è in guerra e Thor, ormai prossimo re, cerca di difenderla. Loki è ancora prigioniero, ma il fato muterà il suo destino e quello di una bellissima bambina...
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jane Foster, Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg, Triangolo
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- CAPITOLO 11 -

Un giorno e Loki non accennava a dare segno di svegliarsi.

Thor e Frigga erano seduti su una sottile panca dorata appena fuori dalla stanza della guarigione, le guaritrici che uscivano una alla volta e rientravano senza dire un parola, portavano in mano boccette di ogni colore, catini d'acqua limpida e alcuni stracci.

All'ennesima donna che gli sfilò di fronte Thor si alzò per bloccarle il passaggio.

“Fatemi entrare vi prego...”

“Non possiamo, figlio di Odino. Se potessimo non vi avremmo trattenuto qui, sappiamo che state soffrendo, stiamo facendo di tutto per vostro fratello.” sospirò la guaritrice “Il suo Seiðr è come se fosse esploso in minuscole briciole di cristallo, questo può ucciderlo come delle lame affilate o rinsaldarsi e rinascere più forte...”

“Quanto dovrò aspettare?”

“Solo il tempo può dirlo...”

Thor guardò il pavimento di fronte a lui, le spalle basse, rimaneva ben poco del soldato che soltanto il giorno prima era corso fuori dal palazzo con il dio degli inganni pronto a sfidare ogni pericolo per difendere Asgard.

“Thor...” disse la guaritrice, capelli ricci e argentei e una pelle leggermente segnata dal tempo, anche se il dio del tuono sapeva che la sua età era molto avanzata “Sono stata io a farti nascere e a metterti fra le braccia di tua madre, ti ho accudito come il figlio che non ho mai avuto per tutti gli anni per cui mi sei stato affidato e mi hai dato un'incredibile felicità quando, dopo che i miei servigi furono terminati, tu ti ricordavi di me e mi venivi a cercare anche solo per un saluto. Farò qualsiasi cosa per salvare Loki, qualsiasi....” gli accarezzò una guancia prima di riaprire la porta della camera della guarigione e sparire nel suo interno buio.

 

**

 

“Thor...” disse Jane, tra le braccia stringeva la piccola Leda.

Il biondo si avvicinò e le avvolse entrambe stringendole a se. Vedere la bambina lo rendeva orgoglioso, ma allo stesso tempo gli faceva male, più il tempo passava più la somiglianza con Loki era evidente: i lineamenti, i capelli scuri...solo il taglio degli occhi era il suo.

“Mi dispiace di aver detto quelle cose alcuni giorni fa...” stava sussurrando Jane.

“Non fa nulla...non fa nulla...” disse Thor, gli occhi arrossati.

“No, invece. Perchè ora stiamo tutti male e io mi sento in colpa...”

“Si riprenderà...” disse, anche se le sue parole caddero nel vuoto.

“Ci sono novità?”

Thor scosse la testa in segno negativo.

“Devi riposare...”

“Non posso...” disse avvicinandosi al letto e sedendosi sul bordo.

Leda era agitata e non pareva intenzionata a dormire, proprio come il padre.

“Sente che c'è qualcosa che non va...” disse Thor prendendola fra le braccia.

“Sulla terra...su Migdar, questa situazione la chiamiamo coma, può durare giorni, mesi, anni...non si può sapere...” disse Jane.

“C'è una cura?”

“No, solo il tempo. Non ci sono cure...”

“Devo parlare con mio padre...”

 

**

 

Odino, seduto sul trono, ascoltava in silenzio.

Alcuni consiglieri erano intenti a spiegare al padre degli dei i danni subiti da Asgard nell'attacco del giorno prima, Odino sembrava non ascoltarli.

Thor entrò nella sala del trono fino ad accostarsi alle imponenti scale.

“Dovrei conferire con mio padre...in privato” aggiunse qualche secondo poco, come se la richiesta fosse stata poco chiara.

Il padre degli dei fece gesto ai consiglieri di congedarsi e questi, lentamente, sparirono oltre le imponenti porte.

“Cosa ti porta qui, figlio mio?”

“Loki ha fatto il suo dovere, voglio che gli venga revocata ogni pena, ha già pagato...”

“Perchè così tanta fretta?”

Thor distolse lo sguardo dal padre, la sicurezza che venne meno.

“Se non dovesse farcela non voglio che muoia da traditore...”

“Pensi che il popolo di Asgard approverebbe questa decisione?” disse astioso il padre degli dei.

“Siamo noi a decidere cosa il popolo deve approvare o denigrare...” disse Thor in tono di sfida.

“Valuterò la tua richiesta...” concluse il padre degli dei “Puoi andare...”

Thor si voltò, ma dopo pochi passi si fermò nel bel mezzo della sala.

“Hai intenzione di far visita a Loki?” chiese.

Odino si mosse sul trono, ma non accennò risposta.

 

**

 

Un'ancella era fuori dalla camera della guarigione, dal modo di muoversi e dell'enfasi con cui l'accolse appena lo vide salire le scale significavano che lo stava aspettando. La donna di chiamava Jana, era al servizio della madre da parecchio tempo e Thor la conosceva molto bene.

“Jana, dov'è mia madre?”

“Proprio di questo vi devo parlare, potete entrare figlio di Odino, le guaritrici hanno dato il permesso. Vostra madre è già dentro. Io resterò qui, se avete bisogno non dovete far altro che chiamarvi e io sarò da voi...”

“E' sveglio?”

“Purtroppo no...” disse la donna con un tono referenziale guardando il pavimento.

Thor le fece cenno di congedarsi e lentamente si avvicinò alla porta, si bloccò qualche istante prima di aprirla e sparire nell'oscurità al suo interno.

La stanza era completamente al buio, solo delle flebili luci, poste ai lati del letto, rischiaravano il capezzale del giovane. Frigga era seduta al suo fianco e stringeva un'esile mano diafana fra le sue.

Thor restò immobile sulla soglia, Loki era più pallido del solito e, se non avesse notato quel lieve abbassarsi e alzarsi del torace, l'avrebbe dato per morto.

“Avvicinati...” disse Frigga sussurrando voltandosi appena verso il figlio, tanto da scorgerlo impalato alle sue spalle.

Thor si avvicinò lentamente al lato del letto rimasto libero, Loki era avvolto in una spessa coperta di pelliccia bianca con striature argentate, Thor la riconobbe immediatamente, era sempre stata la preferita del minore, non aveva mai voluto separarsene.

“L'ho fatta portare qui, pensavo che gli avrebbe fatto piacere...” disse Frigga.

“Lo penso anch'io...” disse Thor sedendosi sulla sponda libera.

“Non faccio altro che chiedermi che cosa può averlo spinto ad usare tutto quel potere...”

“Era terrorizzato da qualcuno...”

Frigga si accostò ancora di più al dio degli inganni accarezzandogli i folti capelli scuri, Thor la scrutava in viso e notò qualche lacrima silenziosa bagnargli le guance che la regina provvedeva immediatamente ad asciugare con il dorso della mano libera.

“Mi serve un pettine...ha sempre odiato i capelli in disordine” disse Frigga prima di scoppiare a piangere.

Thor si alzò avvicinandosi alla madre per poterla abbracciare.

Sapeva quello che stava pensando, anche lui era immerso in quei pensieri.

**

 

“Heimdall, novità?”

“Nessuna, purtroppo...”

Thor sospirò sedendosi sconfortato sulle scale che conducevano al palazzo dorato, una mano a sistemare i capelli che gli erano ricaduti sul viso.

“Sei sicuro delle sue parole?”

“Mi stai chiedendo se mi fido di Loki?...No, in altre circostanze no. Ma questa volta non dubito della sua parola...”

“Continuerò a cercare...”

“Grazie, Heymdall...”

Erano trascorsi nove giorni dall'attacco, ma le condizioni di Loki non accennavano a migliorare e gettavano Thor in una nube di sconforto, Frigga non abbandonava mai il capezzale del figlio.

Ogni volta che Thor entrava in quella maledetta stanza si illudeva di trovarlo sveglio, ma ogni volta quell'illusione veniva affogata nelle lacrime che sua madre si costringeva a non versare.

Rimase a fissare il tramonto su Asgard, ma quando i ricordi diventarono troppo dolorosi si costrinse ad alzarsi per far visita a Loki, per l'ennesima volta quel giorno.

Quando entrò nella camera lasciò la porta accostata, non intendeva trattenersi, aveva solo il bisogno di vederlo per sincerarsi che fosse ancora con loro.

Frigga si voltò, ma non proferì parola. Ancora seduta sul bordo del letto, la mano del minore stretta nelle sue, Thor aveva l'impressione che la madre non intendesse muoversi di un solo passo, come se quella separazione avrebbe significato la vita o la morte.

Il dio del tuono si avvicinò alla madre accarezzandole le spalle incurvate dal dolore.

“Sono stata io ad introdurlo alla magia...non...”

“No...vi prego, madre.” disse aumentando leggermente la presa sulle sue spalle “Siete stata voi a dirmi che non dovevo sentirmi in colpa...”

“La piccola?” chiese per cambiare discorso.

“E' con Jane...”

Frigga sospirò.

“Thor, siediti accanto a me, figlio mio...”

“Madre..”

“Devo parlarti...”

Thor accostò una sedia al letto.

“Non ti ho mai chiesto nulla di questo, è la tua vita, ma ora ho bisogno di sapere...”

“Che cosa madre?”

“Che cosa provi per Loki?”

“Madre...”

“Sii sincero, la menzogna non è la tua arte...” sorrise flebilmente.

“Non lo so...”

“Thor, dubito fortemente che tu non lo sappia, in cuor tuo sai la verità, ma ti è ancora difficile ammetterla di fronte ad altri, anche di fronte alla tua stessa madre. Sappi che un giorno, non troppo lontano, dovrai affrontarla...” disse Frigga “Avete una figlia, e dubito, anzi lo so con certezza, che Loki avrebbe acconsentito a questo se non avesse provato per te un amore inestimabile...”

“Anche dopo tutto quello che è accaduto?”

“Soprattutto dopo tutto quello che è accaduto...”

Frigga guardò il minore e subito dopo i suoi occhi incrociarono quelli di Thor.

“Devi fare luce nel tuo cuore, scoprire quello che vuoi veramente, se è Jane il tuo futuro così sarà, ma se Loki...”

“Sono due sentimenti differenti...” disse Thor come per bloccare il discorso della madre.

“...capisco...posso farti una domanda?”

“Non dovete neanche chiederlo...”

“Quale dei due è più forte?”

Thor soppesò per un po' la risposta, aveva timore a rispondere, ma sapeva che sua madre non avrebbe mai tradito lui e il suo segreto. Si schiarì la voce.

“L...Loki...” sussurrò.

 

**

 

Jane si aggirava per i corridoi del palazzo con la bambina stretta fra le braccia, salì le scale che conducevano alla camera della guarigione. Non provava particolare simpatia per quel fratellastro disgraziato che aveva causato più problemi che altro, ma non fargli visita almeno una volta ogni due o tre giorni era per lei un senso di colpa troppo grande, soprattutto verso Thor. Tutto questo era probabilmente dovuto agli insegnamenti della religione, anche se una scienziata, non aveva mai smesso di credere.

La porta era leggermente aperta, si avvicinò con l'intento di bussare, ma delle voci giunsero dall'interno. Thor e Frigga stavano discutendo, parlavano di Loki, in un primo momento non comprese il senso del discorso, ma poco dopo capì che Frigga stava cercando di estorcere a Thor quello che provava per Loki. Thor aveva preferito Loki a lei.

Si voltò stringendo fra le braccia la bambina e corse via.

 

   
 
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