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Autore: RedMarauder    21/11/2013    12 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 8
Una semplice Questione di Orgoglio

 
 
 
 
 
 
 
Il giorno dopo, la neve tornò. Hogwarts fu seppellita da un nuovo manto di neve fresca. Gli studenti si riversarono nei giardini, per godersi quella giornata fredda, ma bellissima. Le nuvole continuavano a coprire il sole e la temperatura sembrava scendere sempre di più. Dicembre si stava avvicinando. Presto, Hogwarts avrebbe cominciato ad addobbarsi per le feste natalizie. I pini di Hagrid crescevano a dismisura e non doveva proprio essere tutto merito della natura, pensò Hermione.
Gazza, sempre pronto a rovinare la vita degli studenti, ne catturava il più possibile, accusandoli di aver imbrattato di neve i tappeti e i corridoi. Hermione, decisa a non rischiare spiacevoli incontri con il custode, decise di non uscire. Harry e Ron sarebbero scesi in giardino con Seamus, Dean e Neville. Forse si sarebbe unite anche Lavanda e Calì. Ginny era sommersa di compiti e sarebbe rimasta in biblioteca con quelle del suo anno a studiare. Hermione aveva finito tutti i compiti, perciò avrebbe preso un bel libro, si sarebbe sistemata al caldo accanto al fuoco e avrebbe passato una tranquilla domenica.
La Sala Comune era pressoché deserta. Erano pochi gli studenti che avevano optato per le calde mura del dormitorio, rispetto al gelo artico e alla neve dei giardini. Hermione non poteva desiderare di meglio. Un po’ di pace le avrebbe fatto bene.
Scelse la sua poltrona preferita e la avvicinò al fuoco. Aprì il libro e cominciò a leggere. Da lontano, giunsero le grida e le risate degli studenti che stavano passando la giornata nella neve. Il fuoco scoppiettava allegro e Hermione provò un senso di calore che la pervase e la isolò dal resto del mondo. Non si accorse nemmeno di aver posato il libro sulle ginocchia. Guardava il fuoco, completamente assorta. Vide i riflessi rossi delle fiamme e, involontariamente, pensò a Fred. Anche lui riusciva a regalarle calore. Ma non era come il fuoco. Il calore del fuoco poteva scaldare la pelle, ma non incendiarla. Il calore del fuoco era solo e puro calore. Fred era diverso. Fred era brivido e calore. Era freddo e caldo. Poteva accendere le fiamme dentro di lei, fiamme che potevano spegnersi solo lontano da lui. Era un calore diverso da quello del fuoco, un calore che prendeva ogni cellula del suo corpo. Un calore che saliva alla testa e la inondava di fuoco. Un calore che le fermava il cuore e poi lo portava ad esplodere. Era qualcosa di speciale che solo lui riusciva a regalarle.
Improvvisamente, desiderò averlo al suo fianco. Desiderò che la Sala Comune fosse deserta, desiderò essere sola con lui. Capì le sue parole, le comprese fino infondo. Non poteva resistergli. Non ancora per molto. Quanto avrebbe resistito? Giorni? Settimane? Ore?
Hermione chiuse gli occhi e cercò di pensare ad altro, ma ormai Fred aveva invaso la sua mente. La sua volontà vacillò, mentre la parte ribelle di sé le urlava di alzarsi e andare a cercarlo. Che cos’era l’orgoglio?  Che cos’era in confronto a lui? Cos’era in confronto alla possibilità di stringersi fra le sue braccia, di lasciarsi baciare?
Stupido orgoglio. Era solo un ostacolo. Un ostacolo difficile da superare, ma infondo era una questione di volontà. Hermione sapeva che, prima o poi, avrebbe ceduto comunque. Lo aveva capito fin da subito. Lo aveva capito quando l’aveva baciato proprio davanti a quel camino. Quella notte, le era sembrato che niente potesse essere perfetto quanto lui. Aveva scoperto che era vero.
Però se ne stava lì, immobile, nella Sala Comune, ad aspettare che lui giocasse la sua prossima mossa. Perché non era più una questione di coraggio. Hermione aveva capito che le sue paure non erano più un problema. Era stata svuotata di ogni incertezza. Sapeva ciò che voleva, questo le bastava per cancellare ogni paura, ogni dubbio.
Adesso, era una questione di orgoglio.
Perché Fred avrebbe agito, lei lo sapeva. Doveva solo starsene lì ad aspettare. Presto o tardi, la lenta vendetta che le era stata promessa, l’avrebbe raggiunta. Hermione non doveva fare altro che chiudere gli occhi e lasciarsi trascinare via. Doveva solo perdere il controllo. Doveva solo permettergli di portarla via.
Ma come poteva farlo? Come poteva rinunciare al suo amato controllo? Era una questione di orgoglio. Non poteva permettergli di farlo. Non poteva rendergli le cose così facili. Essere una preda in balia del suo predatore non era il ruolo per lei. Hermione Granger era nata per combattere, non per lasciarsi andare. Eppure, con Fred, era stato facile. Era stato bello.
Era stato bello, ma troppo semplice. Hermione non amava le cose semplici. Per lei, ironicamente, erano più difficili da accettare. Era troppo orgogliosa per starsene lì, ad aspettare incolume l’arrivo di Fred che, lo sapeva, avrebbe spazzato via ogni cosa, perfino l’orgoglio.
Era troppo semplice.
Sapeva ciò che voleva. Allora perché aspettare che arrivasse, quando poteva uscire e andarselo a prendere?
 
 
 
 
 
 
Hermione vagava per i corridoi da quasi mezz’ora. Camminava lentamente, guardandosi intorno, cercando di cogliere il minimo rumore. Hogwarts era grande, ma prima o poi lo avrebbe incontrato. Sempre che non fosse uscito. E pattugliare i giardini con quel freddo sarebbe stato rischioso, soprattutto per le svariate battaglie che stavano scoppiando qui e là per i prati.
Senza nemmeno rendersene conto, era arrivata al quinto piano. Da lontano, vide la porta dell’aula in disuso. Sorrise involontariamente al ricordo di ciò che era avvenuto al suo interno. Si avvicinò lentamente, ma dalla stanza non venne alcun rumore.
Fred non era nemmeno lì.
Ricominciò a camminare e decise che tanto valeva farsi un giro all’aperto. Il pomeriggio stava avanzando e la luce del sole, nascosto dalle nuvole, stava cominciando a calare. Raggiunse la Sala d’Ingresso e si avviò verso il portone. All’improvviso, qualcuno la afferrò da dietro e la trascinò verso un passaggio segreto dietro una grossa statua. Hermione era talmente abituata a farsi rapire nei corridoi, che non si prese nemmeno la briga di gridare. Il passaggio era uno di quelli chiusi da tempo. La parete era crollata e un ammasso di grosse pietre e polvere sbarrava la via d’uscita. Nel buio del passaggio scuro, una voce parlò.
- Perché non hai tentato di liberarti?- chiese Fred.
- Perché ormai ci sto prendendo l’abitudine! Sai, ogni tanto potresti anche evitare di sorprendermi alle spalle e magari provare a comportarti come la gente normale!- sbottò.
Fred rise. – Impossibile, io non sono normale!-
- Fortuna che te lo dici da solo..- borbottò lei.
- Comunque è stato del tutto involontario, questa volta. Sto scappando!-
- Scappando?-
Fred annuì e controllò l’ingresso da uno spiraglio che aveva lasciato aperto. Aveva il maglione della divisa della scuola, sopra un paio di vecchi jeans scuri. Le sue mani e le sue guance erano stranamente rosse, come se avesse preso freddo.
- Sei uscito fuori conciato così?- chiese Hermione, perplessa.
- No, ero nella Guferia. Stavo scrivendo a mamma e papà! Tu piuttosto, volevi uscire così?- chiese, distogliendo lo sguardo dalla fessura della porta.
Hermione guardò i jeans e il maglioncino leggero e ricordò di essere uscita dal dormitorio con l’intenzione di rimanere nel castello. Scrollò le spalle. – Cercavo Harry e Ron. Sarei rientrata subito.- mentì.
Fred tornò a guardare l’ingresso.
- Da chi stai scappando?- chiese lei.
- Hai presente quelle due che si sono fatte autografare la pancia da me e George?-
Hermione soffocò una smorfia di disgusto. – Come dimenticare!- borbottò.
- Ecco, diciamo che ho origliato per sbaglio una loro conversazione!- rispose.
- E cosa hai sentito?- chiese Hermione, leggermente preoccupata.
Fred scrollò le spalle. – Hanno un filtro d’amore e l’hanno usato per preparare dei pasticcini a forma di Bolidi!-
- Che cosa carina!- mormorò lei con sarcasmo.
Fred si voltò a guardarla, con un ghigno. – Sì, l’ho pensato anche io!- rispose, facendole alzare gli occhi al cielo. – Comunque, ho sentito che sono per me, George e Lee. Perciò sono scappato, quando hanno detto che sarebbero uscite a cercarci. George e Lee sono di fuori: li troveranno subito!-
Hermione impiegò qualche minuto a cercare di capire il nesso logico nel discorso di Fred, ma non lo trovò.
- Fred?-
- Sì?-
- Ma se tuo fratello e Lee sono fuori, perché non sei corso ad avvisarli?- chiese confusa.
Fred si voltò a guardarla, con il sorriso più malandrino del suo repertorio. – Granger dici sul serio? Sai quanto sarà divertente vedere mio fratello e Lee correre dietro a quelle due sotto l’effetto del filtro?-
Hermione spalancò la bocca e lo colpì con un pugno sulla spalla. Era più dura di quanto ricordasse, ma fece finta di nulla. Lui sorrise, per niente scalfito dal colpo di Hermione.
- Sei crudele!-
- Sono Fred Weasley!- si giustificò lui.
- Quindi rimarrai in questo passaggio chiuso per tutto il giorno?- chiese lei, incrociando le braccia.
- No, Granger! Rimarremo in questo passaggio chiuso!- specificò, indicando entrambi.
- Scusa, ma io perché devo rimanere?-
Fred arricciò le labbra. – Mhm, vediamo..perché lo dico io!- rispose, ghignando.
- Ma perché devi rimanere nascosto?- continuò, testarda.
- Perché così George non penserà che sapevo tutto! Potrò dirgli che ero con te, nascosto da qualche parte a fare buon uso del mio tempo prezioso, mentre lui veniva assalito da due Banshee armate di pasticcini al filtro d’amore!-
Hermione arrossì violentemente. – Fred!- esclamò, indignata, stringendo ancora più forte le braccia al petto.
Lui le rivolse un’occhiata perplessa, per poi sospirare e dire. – Hai ragione! Tanto prima o poi glielo racconterò comunque.  Ma tranquilla, mi perdonerà: infondo è il mio gemello!-
- Non intendevo questo!- sbottò lei, arrabbiata.
Fred sorrise. – Lo so, ma sai quanto adoro metterti in difficoltà!-
Questa volta, il pugno lo ricevette nelle costole. Si massaggiò con una smorfia e tornò a guardare attraverso lo spiraglio.
Hermione cominciò a sbuffare, pestando il piede a terra. Tutta questa voglia incontenibile di trovare Fred Weasley e ora voleva solamente Schiantarlo e abbandonarlo in quel passaggio scuro. Perché non aveva mai con sé la bacchetta, quando le serviva?
- Calmati, Granger! Fossi in te mi rilasserei: ne abbiamo di tempo da passare qui dentro!-
Hermione lo guardò torva. – Dobbiamo restare tutto il giorno dentro questo buco?-
Fred scosse le spalle. – Se hai un’idea migliore, sputa il rospo! Ma ricorda che George mi verrebbe subito a cercare nei posti più probabili, come ad esempio la Stanza delle Necessità, il dormitorio, lo sgabuzzino di ieri sera, l’aula del quinto piano..-
- Se chiudi quella bocca, magari posso spiegarti la mia idea!- lo interruppe lei, furente.
Fred si voltò, perplesso. – Conosci un nascondiglio sfuggito ai gemelli Weasley?-
Hermione sorrise soddisfatta. – Weasley hai la strana tendenza a sottovalutarmi!-
Fred la guardò ammirato. – Dimostrami che sbaglio, e non lo farò mai più!-
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Sì, ma non ti prendo troppo in parola: tanto lo farai comunque!-
- Cominci a capirmi un po’ troppo bene, Granger!-
Hermione lo spinse fuori dal passaggio, nell’Ingresso illuminato. Guardandosi intorno furtivi, risalirono le scale deserte. Hermione camminò senza parlare, assillata dalle continue domande di Fred: Dove andiamo? Che posto è? Ci vuole tanto ad arrivare?
- Weasley, chiudi quella bocca o giuro che ti butto giù dalla Torre di Astronomia!-
- Non mi sembra un gran modo di nascondersi!- commentò lui, ricevendo il terzo pugno della giornata.
Finalmente, arrivarono nell’ala nascosta del sesto piano. La luce del giorno era ostacolata dalle torri vicine che circondavano quel lato del castello. Era sempre più buio lì che negli altri posti.
Fred si guardò intorno. – Ma è il sesto piano!-
- Che occhio!- borbottò Hermione.
- Non è molto nascosto!-
- Ma non ci viene mai nessuno!- commentò Hermione, sorridendo.
Cominciò ad aprire tutte le porte. Guardava dentro con attenzione, poi le richiudeva. Fred la seguiva senza fiatare.
Alla quarta porta chiese: - Cosa fai?-
- Controllo se Mirtilla Malcontenta è qui! È il suo secondo posto preferito!-
- Ecco perché non ci viene mai nessuno!- esclamò Fred, schioccando le dita.
Hermione aprì l’ultima porta. Mirtilla non era nemmeno lì. Stava per richiuderla, quando Fred appoggiò una mano sopra il legno scuro e la costrinse ad entrare. Hermione non era mai stata in quella stanza. Era più piccola delle altre. Sicuramente non era stata un’aula. Forse era un vecchio ufficio. Il camino era vuoto, il pavimento era coperto di polvere e c’era un tavolo dall’aria malconcia, circondato da qualche sedia dall’aria poco stabile. Le finestre erano sporche e impolverate. Un vecchio divano giaceva immobile e polveroso davanti al camino.
- Bel posticino!- commentò Fred.
Hermione aggrottò la fronte. – Io avrei detto il contrario!-
Fred la ignorò e raggiunse il divano. Lo guardò a lungo, soppesando i propri pensieri e grattandosi il mento con le lunghe dita. Poi parve prendere una decisione. Prese la bacchetta e tentò di ripulire la polvere. Il divano tornò quasi nuovo, ma quando Fred si sedette, uno sbuffo di polvere si sollevò, inquinando l’aria. Tossendo, Fred agitò ancora la bacchetta e la polvere svanì. Scuotendo la testa, Hermione si avvicinò e provò a sedersi. Nessuna nube di polvere invase la stanza, perciò capì che l’incantesimo di Fred aveva funzionato.
- Si gela qui dentro!- commentò lui.
Hermione allungò la mano verso di lui e Fred la guardò senza capire.
- Dammi la bacchetta!- disse lei spazientita. Era così chiaro il suo gesto!
Fred sfoderò un ghigno malefico. – E me lo chiedi così? Avanti, Granger, un po’ di tatto!-
Hermione impiegò due secondi buoni a capire il senso di quelle parole. Arrossì e gli strappò la bacchetta di mano, borbottando insulti a denti stretti, mentre Fred rideva.
Hermione agitò la bacchetta di Fred, che oppose una leggera resistenza all’inizio, ma poi si piegò alla sua volontà. La sentì estranea fra le sue mani, ma non nemica. Una fiamma azzurra scaturì dalla bacchetta. Le fiamme erano sempre state il suo incantesimo preferito. Le adorava. La scia azzurra si avvolse lentamente su se stessa, formando una sfera dai contorni lambiti da fiamme bianche e blu. La sfera rimase sospesa a mezz’aria, poco distante da loro. Un calore cominciò a riversarsi in tutta la stanza.
Fred guardava le fiamme ammirato.
- Sono bellissime!-  commentò.
- Grazie!- disse lei, arrossendo leggermente.
Si voltò e allungò la mano per restituirgli la bacchetta. Fred la osservò in silenzio per qualche istante, poi prese la bacchetta e la appoggio sul pavimento.
- Cosa succederà quando George scoprirà che sapevi del filtro?- chiese curiosa.
Fred sorrise e scosse le spalle. – Probabilmente tenterà di trasfigurarmi in un essere ripugnante come Kreacher..ahia!- esclamò, quando Hermione colpì il suo fianco con una gomitata. – Granger, smettila di maltrattarmi!- si lamentò.
- Spero che ci riesca!- sbottò, infuriata.
Fred sorrise. – Così smetterai finalmente di desiderarmi?-
Hermione lo incenerì con lo sguardo. – Ora che ci penso, credo che andrò a cercare George: ho giusto un paio di cose da raccontargli!-  
Fece per alzarsi, ma Fred la afferrò per la vita e, con un gesto talmente agile e veloce da sbalordirla, la sdraiò sul divano, seguendola subito dopo. Le mani di Hermione si posarono sui suoi fianchi e Fred appoggiò i gomiti ai lati della sua testa. Sul suo volto cominciò a delinearsi la solita espressione di seducente malizia. Il Fred Weasley allegro e spensierato era appena svanito nel nulla.
- Perché tanta fretta?- mormorò piano.
Hermione non si prese la briga di rispondere.
- Nessuno sa che siamo qui. Siamo come due fantasmi, oggi. Perché non sfruttare la cosa a mio favore?- chiese, divertito.
Hermione sollevò le sopracciglia. – Quindi è per questo che mi hai rapita nell’Ingresso ?-
Fred rispose: – Sì e no. È stata una decisione istintiva. Diciamo che portandomi qui hai incoraggiato il mio piano di vendetta! Non sei molto furba, Granger!- la prese in giro.
Effettivamente, Hermione si diede della stupida. Era cascata nel suo tranello. Portandolo lì, gli aveva dato la possibilità di tenerla in trappola. Ma infondo, ad essere completamente sincera, era esattamente quello a cui voleva andare incontro quando era uscita a cercarlo per tutto il castello.
- A meno che questo non sia un modo implicito per dirmi che ti arrendi!- sussurrò lui, avvicinando il viso a quello della ragazza.
Hermione sorrise, preda di un’improvvisa forza di volontà. Era una questione d’orgoglio. Se Fred poteva prendersi ciò che voleva, perché lei no? Non lo avrebbe supplicato. Glielo avrebbe semplicemente permesso, ma non arrendendosi. No, quello era molto diverso dall’arrendersi. Quello era scendere a testa alta nell’arena. Quello era sfidare il suo avversario. Era una questione d’orgoglio.
- E se ti dicessi che potrebbe esserlo?- sussurrò Hermione.
Fred sembrò paralizzarsi. Per un momento, parve insicuro e non reagì. Era stato spiazzato da quella  reazione. Non se lo sarebbe mai aspettato. Lentamente, si rilassò, ma dietro al suo sorriso veleggiava ancora il dubbio.
- Quindi ti stai arrendendo?- chiese, incerto.
Hermione scosse la testa. – No, non proprio- mormorò. Con la mano, risalì il fianco di Fred e gli accarezzò la schiena lentamente. Poi i suoi occhi si posarono su di lui e con un sorriso sussurrò: - Dimostrami che ne vale la pena!-
Fred vacillò sotto il peso di quelle parole. Hermione poté leggere il dubbio nei suoi occhi. Stava valutando il significato di quelle parole. Stava cercando una risposta all’implicita domanda: doveva cedere?
- Mossa astuta!- ammise, dopo un po’.
Hermione sorrise soddisfatta. – Non ti sto mica obbligando!-
- No, mi stai tentando, Granger. Il che è anche peggio!-
- Te l’ho detto: sbagli a sottovalutarmi!-
- D’accordo!- rispose all’improvviso.
Una leggera morsa allo stomaco svegliò Hermione dal torpore in cui era scivolata, ma non permise al panico di catturarla. Sapeva che presto sarebbe finito tutto. Come aveva sempre fatto, Fred avrebbe cancellato ogni sua paura.
- Ma che succede se ti dimostro che ne vale veramente la pena?- chiese Fred.
Aveva trovato il punto debole della proposta di Hermione.
Lei si limitò a sorridere, accarezzando lentamente la sua schiena. Insinuò la mano sotto il maglione e scivolò sulla sua pelle morbida. Lo sentì rabbrividire.
- Preoccupati di dimostrarmelo, al resto pensiamo dopo...- sussurrò avvicinandosi alle sue labbra.
Per Fred fu sufficiente.
Questa volta, Hermione non impedì all’oblio di avvolgerla. Sapeva a cosa stesse andando incontro, non aveva senso ostacolarlo. Il mondo svanì quando Fred la baciò. Hermione scelse la via più semplice: per la prima vera volta, chiese al cervello di tacere. I pensieri non le sarebbero serviti. Lasciò che il suo bacio la trascinasse giù. Da quel momento, sarebbe esistito solo lui. Ogni incertezza si sciolse come neve al sole. Non aveva nemmeno paura. Sapeva cosa sarebbe successo e non desiderava altro.
Un calore familiare cominciò a invaderla. Le mani di Fred la accarezzavano lentamente, ma sempre più esigenti. La passione, che entrambi avevano soffocato in quel gioco surreale fatto di provocazioni, stava per esplodere. E nessuno l’avrebbe fermata. Fu Hermione, spinta dall’istinto, a fare un passo avanti. Come aveva già fatto due volte nell’arco di una settimana, afferrò il maglione di Fred e lo sfilò, concedendosi il lusso di ammirare quel corpo perfetto. Tornò a baciarlo più avidamente, mentre le sue mani percorrevano quella pelle morbida e calda. Le mani di Fred scesero sotto il suo maglione e un brivido percorse i suoi nervi sensibili. Salirono lungo la schiena, accarezzandola, poi tornarono sui suoi fianchi. Nei suoi gesti, c’era la stessa passione di sempre, unita però a un’attenzione quasi prudente. Come se le stesse dicendo che poteva ancora scappare. Le stava lasciando una via di fuga libera. Hermione sorrise sulle sue labbra, a quel pensiero. Dietro alla maliziosa maschera da seduttore, c’era ben altro.
Hermione doveva fargli capire che non aveva nessuna intenzione di scappare. Non le serviva una via di fuga. Così separò la bocca dalla sua e scese sul suo collo, baciandolo avidamente. Erano baci impazienti, sempre più infuocati. Stava rispondendo alla muta domanda di Fred. Sì, lo voleva davvero e no, non aveva paura. Se Fred avesse avuto ancora qualche dubbio, fu bruciato all’istante quando Hermione strinse i denti sulla sua pelle. Lo sentì tremare sotto le sue mani. Pochi secondi dopo, Hermione si ritrovò senza maglione. Non aveva nemmeno capito com’era successo. Sinceramente, non si era fermata più di tanto a pensarci. Scese sul suo collo, cominciando a baciarla, e questa volta non c’era traccia di indecisione, né di altro che non fosse una passione crescente. La strinse a sé, baciò la sua pelle morbida e le strappò un sospiro quando la sua bocca sfiorò il suo seno. Scese sempre più giù, torturando ogni centimetro della sua pelle sempre più calda. Hermione chiuse gli occhi e lasciò che l’oblio la invadesse. Poteva sentire la lingua di Fred tracciare una scia infuocata sul suo corpo. Poteva sentire le sue mani stringerle i fianchi. Poteva sentire il suo stesso respiro diventare sempre più affannato. Il cuore batteva ad un ritmo nuovo e proibito. Spingeva contro le sue costole, Hermione poteva sentire il sangue entrare e uscire. Le sembrava di avere il fuoco nelle vene. Si accorse di non poter aspettare, di non poter sopportare oltre quella tortura. Voleva di più.
Afferrò con forza i rossi capelli di Fred e lo attirò di nuovo a sé. Rapì la sua bocca in un bacio talmente profondo e languido da distrarlo completamente, tanto che le sue mani si fermarono, smettendo di accarezzarle i fianchi. Fred si riprese lentamente da quell’improvvisa ondata di passione e le circondò il corpo con le lunghe braccia. I loro corpi si strinsero e Hermione pensò che non esistesse niente di più perfetto. La sua pelle era nata per sfiorare le sua. I loro corpi erano perfettamente uniti, come se fossero stati disegnati insieme e separati solo dopo.
Era perfetto, ma non le bastava. Hermione si era liberata di ogni freno, ormai. La libertà di seguire l’istinto senza incertezze era una sensazione magica, inebriante. Inebriante tanto quanto lui. Lasciò scivolare una mano fra i loro corpi uniti. Questa volta, Fred non la fermò. Perché non stavano più giocando. Questa volta, stavano vivendo. Accarezzò la sua erezione da sopra la pesante stoffa dei jeans e lo sentì soffocare un gemito nella sua bocca. Hermione provò una scarica di adrenalina così potente da mandarla su di giri. Il desiderio che esplose in lei la travolse, lasciandola senza fiato. Fred reagì più velocemente del previsto, ma Hermione non se ne stupì più di tanto. Ormai, aveva capito con chi aveva a che fare. Scostando la sua mano, le dita di Fred cominciarono a slacciarle i jeans. Fu veloce, eppure Hermione pensò che, se avesse impiegato anche solo due secondi di più, sarebbe esplosa. Morse il suo labbro inferiore, sperando che capisse quanto avesse bisogno di lui. Perché l’attesa stava diventando insopportabile. Hermione si chiese se Fred fosse bravo a capire le donne in generale o lei soltanto, ma smise di pensarci quando le sue dita scivolarono sulla sua pelle, senza esitare, e premettero nel centro del suo piacere. Una scarica potente le inarcò la schiena e il suo bacino si avvicinò, bramando un contatto più intenso con le sue dita. Abbandonò le labbra del ragazzo per gemere, evitando di trattenersi. Un calore improvviso, e molto diverso da ogni calore provato in vita sua, cominciò a risalire dal suo ventre e a invaderla. E mentre quella semplice carezza diventava più intensa, le fiamme la avvolsero. La bocca di Fred scese sul suo collo e un brivido percorse il suo corpo già tremante. Strinse le mani sui suoi capelli rossi, aggrappandosi con forza, come se avesse paura di cadere. Perché era questo, quello che provava. Stava scivolando sempre più giù nell’oblio, ma non aveva paura di farlo. Aveva paura che lui non venisse con lei. Stupidamente, Hermione pensò che stringendolo a sé lo avrebbe costretto a scivolare con lei. Non capì subito che Fred non sarebbe andato da nessuna parte. Era già con lei e avrebbe continuato a stringerla. Non poteva lasciarla andare.
Un altro gemito uscì dalle sue labbra schiuse. Fred le morse la spalla e, improvvisamente, le sue dita si fermarono e tentarono di risalire il suo ventre. Fred rise piano sulla sua pelle quando, in un gesto impulsivo, la mano di Hermione fermò la sua. Lei non perse tempo a stupirsi di se stessa. Non voleva che smettesse. Con forza e delicatezza allo stesso tempo, la mano di Fred prese la sua e la spinse via. La sua mano era calda tanto quanto lo doveva essere lei. Tornò a baciarla, con trasporto. Liberò la mano di Hermione e, con gesti talmente rapidi da stordirla, finì di spogliarla. Rispondendo a quel bisogno improvviso, Hermione fece lo stesso. Che senso aveva aspettare? Avevano aspettato fin troppo...
Lo desiderava. Lo voleva più di ogni altra cosa. Ed era stanca di aspettare.
Qualcuno, evidentemente, non era dello stesso parere. Quel continuo bisogno di giocare con lei e portarla sull’orlo della pazzia doveva essersi risvegliato nei meandri della mente di Fred, che la fermò quando la mano di lei si mosse decisa verso il basso. Hermione spese due secondi del suo tempo per maledirlo, ma poi, in seguito, si pentì di averlo fatto. Libere da ogni ostacolo, le sue dita scesero nuovamente su di lei e questa volta non si limitarono ad accarezzarla. Entrarono in lei e, dietro la scossa di piacere che la travolse, Hermione sentì una leggera e stonata nota di dolore. Maledisse quel dolore con tutte le sue forze e lo scacciò via. Perché era nulla in confronto al resto. Fred, però, se ne accorse. Si fermò, lasciando che lei si abituasse. Hermione pensò che stesse aspettando fin troppo, così mosse il bacino e lo invitò a continuare. Altre note di dolore comparvero dietro al piacere, che cresceva sempre di più, ma non le impedirono di continuare. Le superò, come aveva superato la prima, quasi senza rendersene conto. Era talmente stordita da non rendersi conto che le sue dita erano scomparse. Improvvisamente, i suoi baci erano diventati più calmi e dolci. La stringeva a sé, accarezzandola piano. La sua pelle scottava. Hermione poté leggere il timore dietro a quei baci e a quelle carezze. Era surreale. Era lei quella priva di ostacoli e lui quello assillato da dubbi e paure. Ma Hermione capì subito di che tipo di paura si trattasse.
Prese il viso di Fred fra le mani e lo baciò più intensamente. Questa volta i gesti non sarebbero bastati. Lentamente, si allontanò da lui e incontrò i suoi occhi per la prima volta. Erano lucidi, ardenti e profondi. Hermione vi lesse dentro un mare di emozioni, probabilmente le stesse che brillavano nei suoi. Era stretta fra le sue braccia, senza più vestiti, senza più ostacoli. Erano due corpi vicini, pronti a diventare un’unica cosa. Non esisteva niente di più perfetto.
Gli sorrise e sussurrò: - Non ho paura..-
Un sorriso illuminò il viso di Fred. Sotto le sue mani, Hermione sentì i muscoli del ragazzo rilassarsi e il suo corpo alleggerirsi.
- Lo so..- mormorò lui.
La baciò e ogni traccia di paura volò via. Ogni cosa svanì. Rimasero solo lui, le sue mani, la sua bocca. Hermione non aveva paura. Era la verità. Non ebbe paura quando scivolò in lei. Non provò nemmeno il dolore che si era sempre aspettata di provare. Perché era inutile. Era superfluo. Tutto ciò di cui aveva bisogno era il calore che lui le regalava. E che crebbe. Divenne un fuoco impossibile da domare. La pervase come se la alimentasse. Divenne più importante dell’ossigeno stesso. In un mare di baci e sospiri, Hermione capì cosa significasse veramente essere unita a un’altra persona. Capì quanto fosse bello essere un unico corpo. Capì quanto fosse bello essere fra le sue braccia. Non esistevano paure. Non esistevano dubbi. Esistevano solo le sue mani che la stringevano. Esistevano solo i suoi baci ardenti. Esisteva solo quella passione che continuava a saziarla, ma non era abbastanza.
Non sarebbe mai stata abbastanza...
 
 
 
 
 
 
 
 
Hermione non sapeva quanto tempo fosse passato da quando erano entrati in quella stanza al sesto piano. Potevano essere passati minuti, ore, giorni o mesi. A Hermione non importava più di tanto. Era sempre stesa su quel vecchio divano. No, non era vero. Fred era steso sul divano. Lei era stesa su di lui, con la testa sul suo petto caldo e i capelli sparsi sul suo corpo. La mano di Fred le accarezzava dolcemente la schiena, facendo scivolare la coperta dal suo corpo. Fred l’aveva evocata dal nulla, quando l’aveva vista tremare. La fiamma azzurra che galleggiava accanto a loro si stava lentamente spegnendo. Il buio stava calando oltre la finestra. Probabilmente, era quasi ora di cena. Nemmeno questo le importava. Con le dita, Hermione disegnava cerchi invisibili sui fianchi del ragazzo, sorridendo ogni volta che lui rabbrividiva.
- Non puoi evocarle di nuovo?- chiese Fred, rabbrividendo.
- Se smettessi di spostare la coperta con la mano, magari non avremmo così freddo!- sbottò lei, sollevando la coperta sulla schiena.
- Smetti di fare la guastafeste!- la rimproverò lui, l’ombra di un sorriso nella voce. La sua mano tornò ad accarezzarla e la coperta scivolò di nuovo.
Hermione alzò gli occhi al cielo, ma non si mosse di un millimetro. – Allora devi darmi la bacchetta!- disse, sperando che lui non si mettesse a fare battute idiote.
- Sei capace anche a prendertela da sola, Miss Pigrizia!- ghignò lui, prendendola in giro.
Ecco, appunto..
Hermione alzò la testa e lo fulminò con lo sguardo. Lui ricambiò, l’innocenza che traspariva dai suoi occhi sorridenti.
- Che c’è?- chiese lui, confuso.
- Non sei divertente!- sbottò lei.
- Divertente?- ripeté lui, sempre più allibito. Poi, evidentemente, la sua mente geniale e perversa colse il doppio senso della frase. Scoppiò a ridere. – Giuro che non l’ho fatto apposta!-
- Sì, certo, e la Umbridge è uno zuccherino!- borbottò Hermione, allungandosi verso il pavimento e raccogliendo la bacchetta di Fred. Effettivamente, ora che ci faceva caso, era più vicina a lei che a lui.
- Granger, non mi sembra il momento adatto per pensare a lei!- sbottò lui, con una smorfia di disgusto.
Hermione evocò altre fiamme che rimasero a galleggiare sopra di loro. Un improvviso calore cominciò a spandersi per tutta la stanza.
- Così va molto meglio!- mormorò e chiuse gli occhi, rilassandosi. Parlando ad occhi chiusi dissi: - Non era voluta la battuta, comunque!-
- Perché non riesco a crederti?- si chiese Hermione, ironica.
Lui aprì un occhio per guardarla. – Dico sul serio! Hai la mia parola!-
- La tua parola?- ripeté lei, scettica.
- La parola di Fred Weasley è sacra!-
- C’è ben poco di sacro in te!- borbottò lei.
- Non che la cosa ti dispiaccia..- mormorò lui, richiudendo gli occhi con un sorriso.
Lei si limitò a incenerirlo con lo sguardo, anche se lui non poteva vederla. Arrossì leggermente, ripensando a quanto era successo quel pomeriggio. No, non le dispiaceva neanche un po’!
- Stai arrossendo, vero?- chiese lui, ghignando.
Hermione lo colpì al fianco e una smorfia attraversò il volto allegro di Fred.
- Granger se proprio devi colpirmi, allora fallo con delicatezza!- mormorò.
Sbuffando, Hermione tornò ad appoggiare la testa sul suo petto. La mano di Fred salì lungo la sua schiena e si perse fra i suoi capelli. Rimasero in silenzio, lasciando che le carezze parlassero per loro. Non durò poi tanto. Se c’era una cosa che Fred Weasley non era capace a fare, era stare zitto!
- Hai ancora freddo?- chiese.
- Che domanda premurosa!- borbottò lei, prendendolo in giro.
- Sono un essere umano dotato di sensibilità!-
Hermione sbuffò divertita. – Ne dubito fortemente, Weasley!-
- Dubiti di cosa? Del fatto che io sia sensibile o del fatto che io sia dotato e basta?- chiese, fingendosi serio, ma Hermione colse la nota divertita nella sua voce.
Arrossendo, Hermione sbottò: - Entrambe!-
Bugiarda..
- Bugiarda!- mormorò lui.
Hermione provò a tergiversare. Sollevò la testa, appoggiando le braccia sul suo petto e lo guardò con il suo tipico cipiglio saccente. – Quello che hai appena detto getta parecchio fango sulla tua sensibilità, Weasley!-
Fred aprì gli occhi e scrollò le spalle. – Lo so, la verità fa male!-
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Sto cominciando a chiedermi perché sono qui!- borbottò.
- Se vuoi ti rinfresco la memoria!- disse lui, con un sorriso malandrino.
Lei lo incenerì con lo sguardo. – Gli errori si commettono una volta sola nella vita!-
- Devi prima convincere te stessa, Granger. Non sei credibile!- ribatté lui, accarezzandole la guancia. L’altra mano cominciò a percorrere la schiena della ragazza.
- Credo che mi farò cancellare la memoria!- mormorò lei, prendendolo in giro.
- A proposito di memoria!- esclamò lui, guardandola con uno sguardo improvvisamente furbo, tanto che Hermione provò una fitta di paura. – Io e te abbiamo un conto in sospeso!-
Hermione lo guardò, sinceramente confusa. – Di che parli?-
- Granger così mi ferisci!-
- Piantala!-
- Ne è valsa la pena!- disse lui, e non era una domanda.
Hermione boccheggiò, ricordando improvvisamente.
Oh cielo...
Fred sorrise alla sua espressione. – Già, intendevo proprio questo!- commentò.
Lei si riprese e provò a mascherare l’improvviso tremolio della voce. – Chi ti dice che ne sia valsa la pena?- chiese, spavalda.
- Vuoi ammetterlo subito, o devo mettere alla prova la tua testaccia dura un’altra volta?- la minacciò, con un ghigno. La sua mano scese più in basso e le accarezzò la coscia.
Hermione deglutì. – Non mi sembra che ti dispiaccia poi tanto!-
Fred scrollò le spalle. – Il mio tempo è prezioso, ma per te posso sacrificarne un po’!- rispose lui, indifferente.
Hermione sentì un’improvvisa furia invaderla. Aprì la bocca per insultarlo, ma Fred, ridendo, gliela tappò con un bacio.
- Stavo scherzando, Granger!- sussurrò sulle sue labbra.
Hermione si rilassò a quelle parole e si lasciò trasportare da un altro bacio. Avvicinò ancora di più il viso a quello di Fred e il bacio divenne più intenso. Le braccia di lui le avvolsero i fianchi. Le mani di Hermione salirono a giocare con i suoi capelli. I loro corpi si avvicinarono. Non faceva più così tanto freddo.
- Fammi indovinare: hai scelto la seconda opzione!- mormorò lui.
- Perché non tieni mai la bocca chiusa?- chiese lei ironica, tornando a baciarlo.
Dopo un po’, Fred si staccò di nuovo e la guardò sorridendo.
- Non mi scappi, Granger. Prima o poi ne riparleremo!-
Lei sorrise beffarda. – A meno che io non ti chiuda la bocca!-
Fu il turno di Fred di boccheggiare. Poi un sorriso furbesco illuminò il suo viso.
- Occhio a quello che dici!-
Hermione si finse indignata. – Fred, non ho mai specificato il “come”!-
Ridendo, lui la strinse a sé e ricominciò a baciarla.
Per il momento, quello era sicuramente il metodo migliore!
 
 
 
 
- Dobbiamo uscire!- borbottò lei.
Era raggomitolata fra il divano e le braccia di Fred. Avevano di nuovo i vestiti addosso e la coperta sopra di loro. Nonostante le fiamme, il freddo era calato sulla stanza.
- Oppure possiamo rimanere qui per tutta la notte!- mormorò lui, baciandole la fronte.
Hermione sorrise, ma si alzò lentamente. Scavalcò agilmente Fred e tese una mano verso di lui.
- Dai, alzati!- esclamò.
Sbadigliando, Fred si mise seduto e le prese la mano, ma, invece di alzarsi, la tirò a sé con forza. Presa in contropiede, Hermione scivolò e si ritrovò seduta su di lui, le ginocchia infossate nel divano. Fred le baciò lentamente il collo, abbracciandola.
- Toglimi una curiosità!- disse, tra un bacio e l’altro.
Hermione provò un innato senso di panico, ma attese con coraggio che Fred continuasse.
- Trascinandomi qui e concedendoti a me, pensavi di porre fine al nostro piccolo malinteso?- chiese, con evidente malizia nella voce.
Hermione arrossì. – Una cosa del genere..- borbottò.
Fred rise piano sulla sua pelle. – Missione fallita, Granger!-
Hermione sgranò gli occhi, spinse le sue spalle all’indietro e lo fissò esterrefatta. – Come scusa?-
Lui sollevò un sopracciglio. – Pensi veramente che, dopo quello che è successo, ti lascerò vivere in pace e smetterò di tormentarti?- chiese ironico.
Hermione non seppe rispondere. Fred sorrise davanti alla sua espressione allibita e annuì. – Esatto, ti sei riposta da sola! Sarò il tuo incubo, Granger!-
E che incubo...
- Quindi cos’è cambiato da prima?- chiese lei, ostentando una sicurezza che in realtà non aveva.
Sorridendo, Fred le prese il viso fra le mani e la baciò intensamente. La sua lingua calda rilassò Hermione che dimenticò di aspettare una risposta alla sua domanda. Si lasciò trasportare da quel bacio e fu delusa quando finì. Fred la guardò sorridendo poi mormorò:
- Adesso sei consapevole che non vale la pena resistermi!-
 
 
 
 
Dice l’Autrice:
 
 
‘Giooorno :) (anche se è pomeriggio, ma non potevo non citare George!)
Come sempre, inizio ringraziando di cuore tutte le meravigliose e magiche persone che hanno recensito la storia o che la stanno seguendo/preferendo/ricordando! Grazie a tutti quelli che leggono e mi seguono! Grazie davvero di cuore!!
Passando al capitolo: ehm..siamo arrivati al famoso capitolo di cui parlavo con alcune di voi nelle varie recensioni! Finalmente, Hermione ha ceduto! Ma il gioco non è finito! Ehhh no! Perché si parla di Fred Weasley, gente! Non del primo babbeo che passa per il villaggio! Dovranno accadere ancora un sacco di cose! Piccola informazione di servizio: per adesso sono arrivata a scrivere fino al capitolo 12! E ho intenzione di continuare! Alcune piccole note che vi potranno essere utili nei prossimi capitoli: Hagrid è già tornato dalla sua missione e ha ripreso la cattedra di Cura delle Creature Magiche; nonostante siano avvenimenti del sesto libro, userò incantesimi come il Muffliato  e altri piccoli dettagli sempre presi dal sesto anno!
Penso di non avere altro da dire!
Voglio sapere che ne pensate: a voi la parola :)
Grazie ancora!
Un bacio
Amy :)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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