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Autore: Jackie_    21/11/2013    1 recensioni
Vi capita mai di desiderare di essere invisibili?
Di sentirvi tremendamente soli, ma al tempo stesso di temere la solitudine?
Capita anche a voi di convivere con una costante e irrequieta ansia che vi stringe proprio lì, all'altezza dello stomaco?
Inoltre, esiste un posto dove avete paura di andare pur sapendo che se ci andaste la vostra vita migliorerebbe?
Mi chiamo Camryn e la mia risposta a tutte quelle domande è sempre sì.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due
 
Ascolto passivamente il discorso che Alex ha intavolato con Yuki mentre attraversiamo l’enorme cortile per raggiungere la mensa. Invidio entrambi così tanto per come riescono a chiacchierare con tale disinvoltura che il mio umore scende sotto i piedi. Vorrei solo essere un po’ più spigliata invece di preoccuparmi sempre di quello che gli altri potrebbero pensare di me. Mi sento sempre come se fossi sotto esame e ho la perenne sensazione di essere al centro dell’attenzione e che tutti siano pronti a cogliere una mia figuraccia. È terribile. E adesso sento una strana agitazione se mi fermo a pensare che sto per conoscere quegli splendidi amici di cui Alex mi ha sempre parlato durante l’estate. Sento come una strana pressione, come se io dovessi per forza piacere a quei ragazzi.
Decido di non pensarci e mi concentro sull’enorme edificio nel quale stiamo entrando.
“Qui c’è la biblioteca, l’auditorium, la sala conferenze e gli alloggi di alcuni professori.” Spiega Alex rallentando il passo.
“E la mensa è proprio qui dietro. Gli altri dovrebbero già essere qui.”
Yuki mi si fa più vicina –o forse è una mia impressione?- mentre Alex tiene aperta la porta per entrambe. L’idea che anche la bella giapponesina al mio fianco sia intimidita da tutte quelle persone mi rassicura un poco.
La mensa è gigantesca. La parete di fronte a noi è circolare ed è inframmentata da moltissime finestre che lasciano entrare l’ultima luce del giorno. La stanza è divisa in tre grandi navate da molteplici colonne e non ho idea di quanti tavoli possano esserci. Questo posto è emorme!
Il cibo viene servito a buffet lungo tutta la parete circolare e il mio stomaco grugnisce alla vista di tutto quel mangiare. Diamine, sto morendo di fame!
Alex ci fa strada camminando sicuro attraverso quel labirinto di tavoli e si ferma solo per tirarsi su i pantaloni.
“Ho decisamente bisogno di una cintura…” borbotta confusamente e io lancio un’occhiata sorridente a Yuki che sembra divertita e affascinata da questo posto.
In effetti piace molto anche a me. Il campus ha la forma di un pentagono ed è formato da quattro edifici: quello in cui siamo ora, il dormitorio femminile, quello maschile, la scuola con le aule, la palestra e la piscina. Al centro vi è un parco immenso, tanto che per passare da un dormitorio all’altro (si trovano esattamente di fronte) ci vogliono almeno quindici minuti. Ed è anche per questo che ogni studente è munito di biciletta. Mi chiedo solo come faremo a spostarci d’inverno o quando c’è brutto tempo.
Alex mi distrae dalle mie riflessioni spingendomi leggermente in avanti e capisco che siamo arrivati al tavolo dei suoi amici.
“Ragazzi, vi presento Camryn e Yuki!” –esclama lasciandosi cadere su una sedia libera -“E non ho voglia di fare le vostre presentazioni, quindi arrangiatevi.”
Lancio un’occhiata furtiva ai cinque ragazzi e noto che stanno tutti sorridendo amichevolmente. Mi lascio andare anche io ad un sorriso e accenno un saluto con la mano.
“Oh, oh! Io ho un’idea! Ognuno potrebbe dire il proprio nome e una parola per descriversi! Per esempio, io sono Vinny. E…no, cazzo, una sola parola è difficile. Facciamo due o tre. Anzi, una frase è meglio!”
“Guarda, io una parola per te ce l’ho: taci!” –il ragazzo di fianco a Vinny alza gli occhi al cielo e poi porta l’attenzione su di noi- “Io sono Rian, piacere.”
“Perché? Era un’idea carina!”
“Ma smettila, Vinny. Certe cose si fanno all’asilo! Ah, io sono Matt.”
“Jack. E sicuramente una parola non basterebbe per descrivermi.”
“Oh, invece credo di si!” –interviene Alex- “Sfigato mi sembra più che appropiato!”
Jack non si scompone mentre gli altri sghignazzano, ma si rivolge a me e Yuki facendoci un occhiolino.
“L’invidia è una brutta bestia, ragazze!”
“Bè, sedetevi pure. Rian e Matt hanno preso talmente tanta roba che non avrete bisogno di andare al buffet. Io sono Zack, comunque”
E l’ultimo ragazzo della combriccola ci porge due piatti di plastica e due bicchieri stracolmi d’acqua. Mi chiedo distrattamente come abbiano fatto a portarli fino al tavolo senza versarne nemmeno una goccia.
Devo ammettere che come prima impressione questi ragazzi mi sembrano…infantili. Sì, tremendamente infantili, però simpatici.
“Quindi tu sei la famosa Camryn, eh?” –chiede Jack addentando una pannocchia- “Come mai hai aspettato l’ultimo anno per raggiungerci?”
Bevo un po’ d’acqua per prendere tempo. Quella è una delle domande alle quali non vorrei mai rispondere. Cosa dovrei dire? Che Alex mi ha pagato l’intera retta per un anno? Raccontare di mio padre? Non mi sembra proprio un buon inizio.
Per fortuna Alex viene in mio soccorso. Quando ho accettato il suo regalo gli ho fatto promettere di non dire a nessuno che aveva pagato per me e spero ora se ne ricordi.
“Ve l’ho già detto, finalmente siamo riusciti a convincere i suoi genitori.”
“L’ho chiesto a lei, tappo! Sono sicuro sappia parlare!”
I due si dedicano reciprocamente un’occhiataccia, ma so che questo Jack è il migliore amico di Alex. Si sono conosciuti il primo anno e da allora non si sono mai divisi un attimo.
“E tu, Yuki?” –chiede Matt ignorando completamente gli altri due- “Sei nuova di qui?”
La mia nuova amica annuisce lasciando andare la fetta di pane che sta mangiando.
“Mi sono appena trasferita nel Maryland con la mia famiglia. Vivevamo in New Jersey prima. Terribile.”
“Non ti piaceva? Perché? Io ci sono stato un paio di volte, ma non mi sembrava così male.”
Matt e Yuki iniziano una discussione sui pro e i contro del New Jersey e io mi perdo completamente nei miei pensieri. Adesso sono un po’ più rilassata, questi ragazzi mi mettono a mio agio. Credo sia perché non è nell’indole maschile osservare, giudicare e criticare. Voglio dire, tutte le mie ansie nascono dalla paura di essere giudicata male da chiunque incontri, ma adesso che ci ragiono credo sia prevalentemente una prerogativa femminile. Essere cresciuta in una scuola femminile mi ha fatto decisamente male. Tutte quelle ragazze che ti osservano dalla testa ai piedi per vedere se le tue scarpe si abbinano alla maglietta. Io non sono mai stata quel tipo di ragazza, mi piacciono le felpe e le sneakers. Trucco? No, grazie.
“Ah, ragazzi, cazzo! Mi sono dimenticato di dirvi che prima ho incontrato Evan e stanno organizzando una festa di inizio anno. Alle dieci.”
Tutti e cinque annuiscono convinti con un sorriso sulle labbra e la cena continua tra prese in giro, risa e tanto, tanto cibo.
 



Author's corner
Ciao! Sì, lo so che questo capitolo è decisamente palloso, ma siamo all'inizio e non mi va di fare tutto veloce, perciò questo è un capitolo descrittivo e introduttivo, presto succederanno tante belle cose!
A presto! 😊
 

 
  
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