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Autore: FairLady    21/11/2013    1 recensioni
[Klaroline!Centred]
Crossover con The Originals
Dal testo:
Mentre il ragazzo parlava, la bionda, senza nemmeno rendersene conto, vagava con la mente verso orizzonti lontani. Poteva quasi immaginare il suo sguardo trasognato, la sua bocca socchiusa, bramosa di qualcosa che non aveva ancora assaggiato, ma che agognava da tempo.
Voltare pagina. Scrivere il futuro. Creare una nuova vita.

In pausa
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano stati insieme quella prima notte, più volte. E anche le notti seguenti. In quei momenti, finalmente – e dopo parecchio tempo –, le sembrava che ogni tassello della sua vita fosse tornato al posto giusto. Certo, se non si soffermava troppo a realizzare che non avrebbe mai più rivisto Bonnie.
Tyler se ne stava accanto a lei, un braccio penzoloni giù dal letto, come era solito dormire. Respirava profondamente, segno che non era pronto a svegliarsi tanto presto. Caroline sorrise, mentre una mano scivolava lentamente fra i capelli scuri del suo fidanzato. Era tornato per restare. Era tornato da lei e avrebbero tutti potuto riprendere le loro vite – non senza qualche dramma sovrannaturale da risolvere; però lui era lì con lei, e sarebbe stato sicuramente tutto un po’ meno complicato. In un angolo di lei si espanse, rinfrancandola, una profonda sensazione di sollievo. Il destino aveva ancora una volta agito per lei, era intervenuto proprio nel momento esatto in cui era pronta a cedere, a mollare. Quello che stava per fare solo qualche ora prima sarebbe stato l’errore più grande della sua esistenza, ma, ormai, non aveva più nulla da temere: era salva.
Poco più tardi, dopo aver fatto una meravigliosa doccia rigenerante, tornò in camera. Tyler non era più nel letto, i vestiti non erano più accatastati sulla sedia. La prima cosa che gli venne da fare fu prendere il telefono e chiamarlo, ma, come già troppo spesso negli ultimi tempi, rispose la segreteria.
«Tyler, dove, dove sei finito? Sono stata in bagno solo una mezz’ora – si frenò, sapendo che non avrebbe dovuto far menzione delle sue lunghe pause-doccia – oh, beh, potevi almeno avvisare che saresti uscito…» la linea cadde e la bionda si sentì d’un tratto estremamente frustrata. Era quella cosa del controllo, quel suo vizio – nato con lei – di sapere sempre esattamente dove fossero tutti e cosa stessero facendo. Fino a soli pochi mesi prima anche di Tyler sapeva tutto. Ma poi lui se n’era andato, l’aveva lasciata a Mystic Falls e, beh, era semplicemente sparito. Cosa poteva saperne lei, ora, di quel che combinava, delle persone che aveva conosciuto, delle esperienze che aveva fatto?
Da quando era tornato non avevano fatto altro che sesso. Non si erano raccontati nulla di rilevante, non avevo riempito quei buchi che si erano formati da quando Klaus lo aveva bandito da Mystic Falls. Klaus. Ecco che quel nome, anche non volendo, rispuntava fuori dai meandri di se stessa in cui l’aveva segregato. Ecco che, di nuovo, si ritrovava a pensare a lui e a quanto il suo arrivo avesse scombussolato – devastato, avrebbe dovuto dire – la sua vita e quella dei suoi amici. Tutti, a ben pensare, tutti avevano accusato il colpo. Ognuno di loro era stato condizionato – e sconquassato – da quell’ibrido antico e immortale. Su ognuno di loro aveva lasciato qualche cicatrice, e per questo avrebbe dovuto odiarlo, volerlo morto. Invece, perché pensava a lui senza una briciola, una sola, di rabbia?
Il telefono squillò in quel momento e, ancora una volta, Tyler accorreva per distoglierla dai suoi pensieri confusi.
«Dove sei?» gli chiese senza nessun tipo di galanteria iniziale.
«Mi avevi chiesto di andare a ritirare i costumi per la festa in maschera. Sto tornando» rispose con tono ovvio. Caroline si maledisse mentalmente per essersi fatta prendere di nuovo da una delle sue crisi. Avrebbe dovuto darsi una calmata o non ce l’avrebbe fatta a restare tutta intera a lungo.
Eppure, mi basta così poco per lasciar vagare la mente a New Orl…
«Ah, è vero. Scusa, Tyler. È che, che sai, ho sempre paura che tu possa sparire da un momento all’altro…» si giustificò, accantonando per l’ennesima volta i suoi pensieri sconnessi da psicolabile.
«Sono sotto al dormitorio» si limitò a risponderle. La bionda, per qualche secondo di troppo, restò a fissare l’apparecchio. Era incredula, perplessa, ma prese un grande respiro e lo appoggiò al mobile, convincendosi che fosse tutto ok.
Non c’è nulla di cui preoccuparsi, Caroline. È tutto perfettamente normale.
Alla fine, però, tutte le sue paranoie, i suoi presentimenti, finivano sempre con l’avere un riscontro nella realtà. Era una delle peculiarità delle maniache del controllo come lei. Era quello il suo pensiero principale, mentre vagava nel buio del campus, nel vano tentativo di scacciare le sue paure, le sue ansie per un futuro che si stava rivelando sempre più incerto – o, forse, troppo chiaro, perciò spaventoso. Avevano discusso, lei e Tyler, e ancora una volta l’ombra di Klaus si era fatta strada tra di loro. Da una parte c’era il suo fidanzato, accecato da una rabbia, giustificabile, che lo avrebbe spinto ad una missione sicuramente suicida. Dall’altro c’era lei, che avrebbe dovuto aggiungere, ad una già lunghissima lista, un ulteriore motivo per odiare l’ibrido.
E l’ennesimo senso di colpa per non riuscire realmente a farlo?
Era quella la ragione che l’aveva portata ad accanirsi contro Tyler quando, poco prima, le aveva confessato l’intenzione di vendicarsi dell’Originale? Era per la paura di perdere il suo fidanzato, per sempre? O c’era qualcosa di più?
In quel momento decise che non avrebbe cercato una risposta a quei quesiti. Decise che avrebbe posto Tyler di fronte a una scelta definitiva. Sì! Gli avrebbe posto un ultimatum: la vendetta o l’amore? Mentre camminava a passo spedito verso il dormitorio, le sue sicurezze riguardo i sentimenti che li avevano sempre legati ingigantirono. Era certa che lo avrebbe spinto a restare, e allora, sì, finalmente si sarebbero lasciati alle spalle Klaus Mikaelson e avrebbero iniziato la loro vera vita insieme.

 
***

Caroline giunse lentamente alla porta della sua stanza e la trovò aperta. Fece qualche passo oltre la soglia e si accorse di Tyler intento a riempire il suo borsone. Sentiva le forze venire meno, ma sapeva che avrebbe dovuto farsi coraggio se voleva davvero arrivare alla fine di quel discorso. Se voleva convincerlo a restare. Sfilò piano il foulard dal collo e avanzò verso di lui, che la fissava con lo sguardo sgranato, lucido, quasi colpevole.
«Ehi…» ruppe il silenzio Tyler, forse consapevole che, prima o poi, avrebbe dovuto iniziare a parlare.
«Ehi…» rispose lei, sentendosi improvvisamente insicura come mai in tutta la sua vita. Persino tutti i bei discorsi mentali che si era fatta poco prima, nel campus, erano spariti. Non aveva più voglia di continuare quella guerra, ma sapeva che qualcuno avrebbe dovuto cedere. Sperò che non dovesse essere lei.
«Care…» quelle quattro lettere uscirono dalla bocca del ragazzo come una supplica e lei sentì la sua diga interiore, quella che aveva cercato di erigere per proteggersi – fallendo miseramente –, implodere in se stessa.
«Aspetta un momento. Ci ho pensato bene e, beh, ho deciso che non ho voglia… non ho intenzione di avere questa conversazione un’altra volta, Tyler. Non posso più semplicemente starmene seduta in attesa del tuo ritorno, non posso…» aveva pronunciato quelle parole velocemente, preoccupata che, altrimenti, non avrebbe trovato il coraggio di arrivare alla fine.
«Non voglio che tu lo faccia» le rispose lui, con gli occhi lucidi e il respiro corto.
E allora perché diamine te ne vuoi andare?
«Quindi resta! Sii l’amore della mia vita. Dimostrami che ami me più di quanto odi lui!»
E proprio, in quel punto, la sua mente aveva già filmato l’intera scena: lui che si avvicinava a lei, guardandola intensamente con quei suoi profondi occhi scuri; lui che l’abbracciava, carezzandole i capelli, e le sussurrava nell’orecchio che non avrebbe dovuto attenderlo mai più, perché sarebbe rimasto per sempre lì, accanto a lei.
Invece, il mondo le crollò addosso nel momento stesso in cui sentì la voce della persona che non avrebbe mai dovuto abbandonarla dire:
«Mi dispiace, Care. Non posso farlo»
Non poteva permettergli di chiudere quella porta per sempre. Non poteva permettergli di partire, di andare a cercare Klaus e, addirittura, finire col morire proprio per mano sua. Non poteva, dannazione. Non poteva!
«No. No. No! Non ti azzardare ad andartene via così! Giuro su Dio, Tyler, se farai un altro passo abbiamo chiuso! Niente più sorprese, niente scuse. Nessun’altra possibilità! È finita»
Lo aveva detto, alla fine. Aveva sputato fuori dalle labbra quel veleno che la stava consumando dall’intero. Era sul ciglio del precipizio. Un solo passo di Tyler e lei sarebbe stata letteralmente fregata.
E quei piedi si mossero. Nella direzione sbagliata. O forse quella giusta. No, non lo sapeva neanche lei. Tutto ciò che sapeva in quel momento era che la sua vita, da quel momento in avanti, sarebbe cambiata radicalmente. Per sempre.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’Autrice
 
Salve gente!
Eccomi qui con il nuovo capitolo. Mi dispiace se faccio passare tanto da uno all’altro, ma avevo avvisato che non sarei stata proprio maniacale con la pubblicazione. Ci sto andando piano, in quanto sto – lentamente – guarendo da un blocco orribile, per cui mi ci vuole un po’ di tempo in più del normale. Anyway, spero che l’attesa sia stata ripagata.
Anche nell’evoluzione della storia sto andando per gradi, fin qui è stata una sorta di lungo prologo, diciamo. Dal prossimo ci saranno dei lievi cambiamenti.
Eh, niente, penso di aver detto tutto per cui mi eclisso. :-)
A bientôt!
Fair ♥
 
 
 
   
 
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